Un 8 marzo di ricostruzione ?Non ancora
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Alessandra Servidori 8 marzo di ricostruzione ?Non ancora
Questo 8 marzo 2021 durante la tempesta del Covid in corso è ancora più inesorabile per le donne e mentre in Francia la ricerca della nuova Marianna alleggerisce la tensione , la perdita di posti di lavoro e i picchi di violenza domestica colpiscono ancora più duramente le italiane.
Durante la prima ondata di pandemia, l'occupazione femminile si è ridotta di 2,2 milioni in tutta l'UE. Le donne che lavoravano nel commercio al dettaglio, nell'alloggio, nell'assistenza residenziale, nel lavoro domestico e nella produzione di abbigliamento hanno subito pesanti perdite di posti di lavoro. Rappresentano la maggior parte della forza lavoro in questi settori e il 40 per cento di tutti i posti di lavoro persi dalle donne durante la crisi erano in queste professioni. La grave perdita di posti di lavoro nelle professioni dominate dalle donne in Italia è parzialmente frenata dal blocco dei licenziamenti ma basta guardare il resoconto delle dimissioni cd volontarie per capire che la pandemia ci ha tagliato le gambe e la tragedia sarà ancora più potente quando si sbloccheranno i licenziamenti in fabbriche in coma. I dati Istat sono spietati e ciò dimostra che l'impatto economico della pandemia sta avendo effetti più duraturi per le donne. Le pressioni sull'equilibrio tra vita professionale e vita privata sono aumentate per le donne,la pandemia ha mostrato il potenziale di una forza lavoro digitale, ma il telelavoro ha anche aumentato i conflitti di equilibrio tra vita professionale e vita privata, in particolare per le lavoratrici con bambini piccoli di età compresa tra 0 e 5 anni. Nonostante gli uomini potranno assumersi più responsabilità di assistenza di prima, anche attraverso il pur piccolo aumento dei congedi, la quota delle donne nel lavoro non retribuito è aumentata. La scolarizzazione online rappresenta una nuova forma di assistenza non retribuita per i genitori, in particolare per le donne che sono più coinvolte nell'aula virtuale con bambini,perchè le madri devono affrontare le interruzioni dei bambini più spesso dei padri durante il telelavoro. Le distrazioni costanti e le responsabilità di assistenza extra per le donne riducono la loro produttività e potrebbero ridurre la progressione di carriera e la retribuzione. Registriamo anche misure di sostegno inadeguate per le vittime di violenza domestica e questa forma di sopraffazione durante la pandemia ha anche visto un aumento delle segnalazioni e dei delitti anche perché durante la prima ondata di blocchi in tutta Europa, il personale di rifugio e consulenza è stato drammaticamente sfinito a causa dell'aumento della domanda, e spesso si sentiva inesperto nel fornire supporto remoto ed era preoccupato per la riservatezza delle vittime. I servizi di sostegno, come i rifugi e le hotline di consulenza, hanno bisogno di maggiori finanziamenti da parte degli Stati membri per garantire alle vittime un accesso gratuito e 24 ore su 24 al sostegno. Dichiarare questi servizi "essenziali" è anche importante in quanto consente loro di continuare a funzionare, anche durante il blocco. Per essere meglio preparati a una crisi futura, l'azione per combattere la violenza di genere deve far parte di una strategia più ampia e a lungo termine sulla prevenzione delle catastrofi e delle crisi.Così come la questione dell’occupazione femminile.In Italia la Sars ha prodotto una perdita record di occupazione soprattutto di lavoratrici e dunque bisogna che il Pnrr sia tarato per investire le risorse in arrivo dalla ue tanto in interventi a sostegno della ripresa economica quanto in politiche attive per il lavoro e mirate tra le altre cose a ricollocare l’oltre milioni di disoccupati,perlopiù donne con cui il paese dovrà inevitabilmente confrontarsi già al venir meno della cig e dello stop ai licenziamenti. Le donne hanno perso 312.000 posti di lavoro,pari al 70% dell’occupazione venuta a meno a seguito dell’emergenza sanitaria e l’andamento delle attivazioni hanno subito un calo enorme da quello degli uomini addirittura meno 2%. Per la popolazione femminile dunque bisognerà metter nel PNRR uno sforzo gigantesco per riavvicinare il gap tra domanda e offerta anche di nuove figure professionali e servirà affiancare capacità tecniche di formazione ed erogazione di servizi per facilitare l’occupabilità ovviamente mettendo in un sistema integrato sul territorio servizi pubblici/privati per la prima infanzia e per la cura dei non autosufficienti, servizi per la riqualificazione professionale,servizi di accompagnamento al lavoro con decisioni chiare,percorsi attuativi rapidi,esecutori certi,finanziamenti assicurati. Per ricostruire bisogna mettere risorse e dunque riposizionare la terza bozza del PNRR perché l’attenzione per l’occupazione e la questione femminile non sia “farisaica” come appare oggi in un PNRR confuso e indeterminato.
E Draghi fece ORDER! e altro ancora
Alessandra Servidori startmag 3 marzo e Radio in blu 4 marzo https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_bk6uu1hl
E Draghi fece Order
Di questa peste del 2020 sappiamo ancora poco, molto poco, e i tentativi per capire sono faticosi perché la scienza non riesce ancora ad inquadrare la genesi della sars covid 19.I grandi e i piccoli quotidiani fanno sforzi immani con risultati molto modesti, d’altronde la divulgazione scientifica è complicata quando abbiamo qualche notizia in più su determinate pandemie, figuriamoci con questa. In televisione molto spesso vediamo i giornalisti che invitano uno scienziato nella fattispecie sovente una/un virologo, gli fanno dire due parole,poi se appena cerca di dire qualche parola di più significativo,gli tolgono la parola di bocca e passano ad altro. Non è così che si informano e tantomeno si educano le persone ad un rapporto serio con la scienza. Chiaro che un quotidiano, rivista o un programma televisivo non sono mezzi di divulgazione (come ce ne sono di ottimi), ma non dovrebbero limitarsi di fare alla scienza una riverenza di facciata e i giornalisti dovrebbero essere più attenti quando trattano argomenti che non padroneggiano. L’appassionante,paradossale e un po’ folle vicenda che stiamo vivendo di una pestilenza non ancora identificata con sicurezza e l’impotenza dei medici incapaci di curare ciò di cui non conoscono la causa è la pura verità ,e la raccomandazione di un regime di vita isolato e di una igiene accurata in buona sostanza è un consiglio saggio. Le epidemie comunque spesso sono la causa di forme gravi di disgregazione sociale e perdita della solidarietà civile e soprattutto del venire meno della coesione politica e così siamo consapevoli che dalla malattia fisica deriva anche un male morale non meno contagioso in grado di dissolvere la comunità; essa, la nostra in particolare, è divenuta una metafora della crisi politica e del conseguente disordine morale e sociale. Ma il Covid oltre che morte nella peggiore delle sue manifestazioni è la possibilità di rimettere in discussione e dunque la rinascita dopo l’incertezza esistenziale che ha avuto e ha un grande impatto sulle certezze di questo 2020 :la precarietà introduce temi nuovi e il crollo dei vecchi modelli culturali non più applicabili. Vero è che in Italia non abbiamo un ente scientifico unico a cui fare riferimento, una voce unitaria che abbia prevalenza su tutte le altre e che abbia un’autorevolezza indiscutibile, basata su un background scientifico. In altri Paesi questo esiste, in Italia no. In Italia ci siamo mossi improvvisando, così abbiamo 3 enti diversi a fare analisi e a fornire dati: il Ministero, l’Istituto Superiore di Sanità, la Protezione Civile. Non solo, questi dati provengono da regioni diverse che usano modalità diverse di raccolta e di trasmissione. Abbiamo creato un’enorme confusione, che non è solo di tipo comunicativo, ma anche di tipo operativo. Questo determina, ad esempio, il perenne ritardo di ogni azione, che è obsoleta ancor prima di essere messa sul campo. Non è che noi non abbiamo accumulato conoscenza. È che, in realtà, non abbiamo identificato in maniera chiara ed evidente chi deve formulare una strategia all'interno della comunità scientifica. Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico è un organo consultivo, i cui poteri non sono ben delimitati, la cui composizione non è stata originata da una selezione basata su un background scientifico. È un organo creato d'improvviso, con funzione di consulenza, in cui i politici hanno scelto chi inserire. Nulla di paragonabile dunque al board scientifico di enti come, ad esempio, l'Hans-Knöll-Institut o il National Institutes of Health. Questa situazione si rifletterà anche nel prossimo futuro. Quella che stiamo vivendo non sarà infatti l’ultima ondata di questo virus e questo non sarà l’ultimo virus con cui dovremo fare i conti. In Italia non abbiamo strumenti efficaci per fronteggiare le emergenze sanitarie. La nostra Protezione Civile ha competenze nella gestione di vari tipi di catastrofi, ma mostra di non avere competenze in materia di emergenza sanitaria. Il problema risiede nella disponibilità dei cattivi scienziati a soddisfare le aspettative della politica. Molto spesso un cattivo scienziato non sa di essere un cattivo scienziato, a meno che non sia un vero e proprio frodatore. In questa situazione il fattore che ha prevalso maggiormente e che ha fatto perdere credibilità alla scienza è rappresentato indubbiamente dal proliferare delle pubblicazioni. Il sistema di pubblicazione e il mercato editoriale da una parte, dall’altra il fatto che per supportare questo sistema abbiamo purtroppo creato un criterio di valutazione degli scienziati basato sul numero di pubblicazioni e sulla quantità di citazioni che ricevono. Order,order! urlava John Bercow lo speaker di Westminster.Poi ha lasciato l’incarico .Noi l’ordine lo abbiamo messo nelle mani di Mario Draghi : riuscirà il Presidente del Consiglio a mettere in fila e a realizzare il programma per una vera rinascita? Noi ce lo auguriamo. Intanto ha cambiato qualche pedina sulla scacchiera dell’Italia ammalata : nella protezione civile è arrivato di nuovo Curcio, il Parlamento e la Commissione UE si sono allineati alle bacchettate sulla confusione della produzione vaccinale, il super Comissario Arcuri colpevole di una quantità enorme di non chiarezze è stato commissariato con un Generale. Presto dire che possiamo sperare in tempi migliori ? Non direi ci sono ottime probabilità che ci stiamo arrivando. La pazienza e la competenza è la virtù dei forti.
Alessandra Servidori startmag 3 marzo e Radio in blu 4 marzo https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_bk6uu1hl
E Draghi fece Order
Di questa peste del 2020 sappiamo ancora poco, molto poco, e i tentativi per capire sono faticosi perché la scienza non riesce ancora ad inquadrare la genesi della sars covid 19.I grandi e i piccoli quotidiani fanno sforzi immani con risultati molto modesti, d’altronde la divulgazione scientifica è complicata quando abbiamo qualche notizia in più su determinate pandemie, figuriamoci con questa. In televisione molto spesso vediamo i giornalisti che invitano uno scienziato nella fattispecie sovente una/un virologo, gli fanno dire due parole,poi se appena cerca di dire qualche parola di più significativo,gli tolgono la parola di bocca e passano ad altro. Non è così che si informano e tantomeno si educano le persone ad un rapporto serio con la scienza. Chiaro che un quotidiano, rivista o un programma televisivo non sono mezzi di divulgazione (come ce ne sono di ottimi), ma non dovrebbero limitarsi di fare alla scienza una riverenza di facciata e i giornalisti dovrebbero essere più attenti quando trattano argomenti che non padroneggiano. L’appassionante,paradossale e un po’ folle vicenda che stiamo vivendo di una pestilenza non ancora identificata con sicurezza e l’impotenza dei medici incapaci di curare ciò di cui non conoscono la causa è la pura verità ,e la raccomandazione di un regime di vita isolato e di una igiene accurata in buona sostanza è un consiglio saggio. Le epidemie comunque spesso sono la causa di forme gravi di disgregazione sociale e perdita della solidarietà civile e soprattutto del venire meno della coesione politica e così siamo consapevoli che dalla malattia fisica deriva anche un male morale non meno contagioso in grado di dissolvere la comunità; essa, la nostra in particolare, è divenuta una metafora della crisi politica e del conseguente disordine morale e sociale. Ma il Covid oltre che morte nella peggiore delle sue manifestazioni è la possibilità di rimettere in discussione e dunque la rinascita dopo l’incertezza esistenziale che ha avuto e ha un grande impatto sulle certezze di questo 2020 :la precarietà introduce temi nuovi e il crollo dei vecchi modelli culturali non più applicabili. Vero è che in Italia non abbiamo un ente scientifico unico a cui fare riferimento, una voce unitaria che abbia prevalenza su tutte le altre e che abbia un’autorevolezza indiscutibile, basata su un background scientifico. In altri Paesi questo esiste, in Italia no. In Italia ci siamo mossi improvvisando, così abbiamo 3 enti diversi a fare analisi e a fornire dati: il Ministero, l’Istituto Superiore di Sanità, la Protezione Civile. Non solo, questi dati provengono da regioni diverse che usano modalità diverse di raccolta e di trasmissione. Abbiamo creato un’enorme confusione, che non è solo di tipo comunicativo, ma anche di tipo operativo. Questo determina, ad esempio, il perenne ritardo di ogni azione, che è obsoleta ancor prima di essere messa sul campo. Non è che noi non abbiamo accumulato conoscenza. È che, in realtà, non abbiamo identificato in maniera chiara ed evidente chi deve formulare una strategia all'interno della comunità scientifica. Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico è un organo consultivo, i cui poteri non sono ben delimitati, la cui composizione non è stata originata da una selezione basata su un background scientifico. È un organo creato d'improvviso, con funzione di consulenza, in cui i politici hanno scelto chi inserire. Nulla di paragonabile dunque al board scientifico di enti come, ad esempio, l'Hans-Knöll-Institut o il National Institutes of Health. Questa situazione si rifletterà anche nel prossimo futuro. Quella che stiamo vivendo non sarà infatti l’ultima ondata di questo virus e questo non sarà l’ultimo virus con cui dovremo fare i conti. In Italia non abbiamo strumenti efficaci per fronteggiare le emergenze sanitarie. La nostra Protezione Civile ha competenze nella gestione di vari tipi di catastrofi, ma mostra di non avere competenze in materia di emergenza sanitaria. Il problema risiede nella disponibilità dei cattivi scienziati a soddisfare le aspettative della politica. Molto spesso un cattivo scienziato non sa di essere un cattivo scienziato, a meno che non sia un vero e proprio frodatore. In questa situazione il fattore che ha prevalso maggiormente e che ha fatto perdere credibilità alla scienza è rappresentato indubbiamente dal proliferare delle pubblicazioni. Il sistema di pubblicazione e il mercato editoriale da una parte, dall’altra il fatto che per supportare questo sistema abbiamo purtroppo creato un criterio di valutazione degli scienziati basato sul numero di pubblicazioni e sulla quantità di citazioni che ricevono. Order,order! urlava John Bercow lo speaker di Westminster.Poi ha lasciato l’incarico .Noi l’ordine lo abbiamo messo nelle mani di Mario Draghi : riuscirà il Presidente del Consiglio a mettere in fila e a realizzare il programma per una vera rinascita? Noi ce lo auguriamo. Intanto ha cambiato qualche pedina sulla scacchiera dell’Italia ammalata : nella protezione civile è arrivato di nuovo Curcio, il Parlamento e la Commissione UE si sono allineati alle bacchettate sulla confusione della produzione vaccinale, il super Comissario Arcuri colpevole di una quantità enorme di non chiarezze è stato commissariato con un Generale. Presto dire che possiamo sperare in tempi migliori ? Non direi ci sono ottime probabilità che ci stiamo arrivando. La pazienza e la competenza è la virtù dei forti.
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Di questa peste del 2020 sappiamo ancora poco, molto poco, e i tentativi per capire sono faticosi perché la scienza non riesce ancora ad inquadrare la genesi della sars covid 19.I grandi e i piccoli quotidiani fanno sforzi immani con risultati molto modesti, d’altronde la divulgazione scientifica è complicata quando abbiamo qualche notizia in più su determinate pandemie, figuriamoci con questa. In televisione molto spesso vediamo i giornalisti che invitano uno scienziato nella fattispecie sovente una/un virologo, gli fanno dire due parole,poi se appena cerca di dire qualche parola di più significativo,gli tolgono la parola di bocca e passano ad altro. Non è così che si informano e tantomeno si educano le persone ad un rapporto serio con la scienza. Chiaro che un quotidiano, rivista o un programma televisivo non sono mezzi di divulgazione (come ce ne sono di ottimi), ma non dovrebbero limitarsi di fare alla scienza una riverenza di facciata e i giornalisti dovrebbero essere più attenti quando trattano argomenti che non padroneggiano. L’appassionante,paradossale e un po’ folle vicenda che stiamo vivendo di una pestilenza non ancora identificata con sicurezza e l’impotenza dei medici incapaci di curare ciò di cui non conoscono la causa è la pura verità ,e la raccomandazione di un regime di vita isolato e di una igiene accurata in buona sostanza è un consiglio saggio. Le epidemie comunque spesso sono la causa di forme gravi di disgregazione sociale e perdita della solidarietà civile e soprattutto del venire meno della coesione politica e così siamo consapevoli che dalla malattia fisica deriva anche un male morale non meno contagioso in grado di dissolvere la comunità; essa, la nostra in particolare, è divenuta una metafora della crisi politica e del conseguente disordine morale e sociale. Ma il Covid oltre che morte nella peggiore delle sue manifestazioni è la possibilità di rimettere in discussione e dunque la rinascita dopo l’incertezza esistenziale che ha avuto e ha un grande impatto sulle certezze di questo 2020 :la precarietà introduce temi nuovi e il crollo dei vecchi modelli culturali non più applicabili. Vero è che in Italia non abbiamo un ente scientifico unico a cui fare riferimento, una voce unitaria che abbia prevalenza su tutte le altre e che abbia un’autorevolezza indiscutibile, basata su un background scientifico. In altri Paesi questo esiste, in Italia no. In Italia ci siamo mossi improvvisando, così abbiamo 3 enti diversi a fare analisi e a fornire dati: il Ministero, l’Istituto Superiore di Sanità, la Protezione Civile. Non solo, questi dati provengono da regioni diverse che usano modalità diverse di raccolta e di trasmissione. Abbiamo creato un’enorme confusione, che non è solo di tipo comunicativo, ma anche di tipo operativo. Questo determina, ad esempio, il perenne ritardo di ogni azione, che è obsoleta ancor prima di essere messa sul campo. Non è che noi non abbiamo accumulato conoscenza. È che, in realtà, non abbiamo identificato in maniera chiara ed evidente chi deve formulare una strategia all'interno della comunità scientifica. Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico è un organo consultivo, i cui poteri non sono ben delimitati, la cui composizione non è stata originata da una selezione basata su un background scientifico. È un organo creato d'improvviso, con funzione di consulenza, in cui i politici hanno scelto chi inserire. Nulla di paragonabile dunque al board scientifico di enti come, ad esempio, l'Hans-Knöll-Institut o il National Institutes of Health. Questa situazione si rifletterà anche nel prossimo futuro. Quella che stiamo vivendo non sarà infatti l’ultima ondata di questo virus e questo non sarà l’ultimo virus con cui dovremo fare i conti. In Italia non abbiamo strumenti efficaci per fronteggiare le emergenze sanitarie. La nostra Protezione Civile ha competenze nella gestione di vari tipi di catastrofi, ma mostra di non avere competenze in materia di emergenza sanitaria. Il problema risiede nella disponibilità dei cattivi scienziati a soddisfare le aspettative della politica. Molto spesso un cattivo scienziato non sa di essere un cattivo scienziato, a meno che non sia un vero e proprio frodatore. In questa situazione il fattore che ha prevalso maggiormente e che ha fatto perdere credibilità alla scienza è rappresentato indubbiamente dal proliferare delle pubblicazioni. Il sistema di pubblicazione e il mercato editoriale da una parte, dall’altra il fatto che per supportare questo sistema abbiamo purtroppo creato un criterio di valutazione degli scienziati basato sul numero di pubblicazioni e sulla quantità di citazioni che ricevono. Order,order! urlava John Bercow lo speaker di Westminster.Poi ha lasciato l’incarico .Noi l’ordine lo abbiamo messo nelle mani di Mario Draghi : riuscirà il Presidente del Consiglio a mettere in fila e a realizzare il programma per una vera rinascita? Noi ce lo auguriamo. Intanto ha cambiato qualche pedina sulla scacchiera dell’Italia ammalata : nella protezione civile è arrivato di nuovo Curcio, il Parlamento e la Commissione UE si sono allineati alle bacchettate sulla confusione della produzione vaccinale, il super Comissario Arcuri colpevole di una quantità enorme di non chiarezze è stato commissariato con un Generale. Presto dire che possiamo sperare in tempi migliori ? Non direi ci sono ottime probabilità che ci stiamo arrivando. La pazienza e la competenza è la virtù dei forti.
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Di questa peste del 2020 sappiamo ancora poco, molto poco, e i tentativi per capire sono faticosi perché la scienza non riesce ancora ad inquadrare la genesi della sars covid 19.I grandi e i piccoli quotidiani fanno sforzi immani con risultati molto modesti, d’altronde la divulgazione scientifica è complicata quando abbiamo qualche notizia in più su determinate pandemie, figuriamoci con questa. In televisione molto spesso vediamo i giornalisti che invitano uno scienziato nella fattispecie sovente una/un virologo, gli fanno dire due parole,poi se appena cerca di dire qualche parola di più significativo,gli tolgono la parola di bocca e passano ad altro. Non è così che si informano e tantomeno si educano le persone ad un rapporto serio con la scienza. Chiaro che un quotidiano, rivista o un programma televisivo non sono mezzi di divulgazione (come ce ne sono di ottimi), ma non dovrebbero limitarsi di fare alla scienza una riverenza di facciata e i giornalisti dovrebbero essere più attenti quando trattano argomenti che non padroneggiano. L’appassionante,paradossale e un po’ folle vicenda che stiamo vivendo di una pestilenza non ancora identificata con sicurezza e l’impotenza dei medici incapaci di curare ciò di cui non conoscono la causa è la pura verità ,e la raccomandazione di un regime di vita isolato e di una igiene accurata in buona sostanza è un consiglio saggio. Le epidemie comunque spesso sono la causa di forme gravi di disgregazione sociale e perdita della solidarietà civile e soprattutto del venire meno della coesione politica e così siamo consapevoli che dalla malattia fisica deriva anche un male morale non meno contagioso in grado di dissolvere la comunità; essa, la nostra in particolare, è divenuta una metafora della crisi politica e del conseguente disordine morale e sociale. Ma il Covid oltre che morte nella peggiore delle sue manifestazioni è la possibilità di rimettere in discussione e dunque la rinascita dopo l’incertezza esistenziale che ha avuto e ha un grande impatto sulle certezze di questo 2020 :la precarietà introduce temi nuovi e il crollo dei vecchi modelli culturali non più applicabili. Vero è che in Italia non abbiamo un ente scientifico unico a cui fare riferimento, una voce unitaria che abbia prevalenza su tutte le altre e che abbia un’autorevolezza indiscutibile, basata su un background scientifico. In altri Paesi questo esiste, in Italia no. In Italia ci siamo mossi improvvisando, così abbiamo 3 enti diversi a fare analisi e a fornire dati: il Ministero, l’Istituto Superiore di Sanità, la Protezione Civile. Non solo, questi dati provengono da regioni diverse che usano modalità diverse di raccolta e di trasmissione. Abbiamo creato un’enorme confusione, che non è solo di tipo comunicativo, ma anche di tipo operativo. Questo determina, ad esempio, il perenne ritardo di ogni azione, che è obsoleta ancor prima di essere messa sul campo. Non è che noi non abbiamo accumulato conoscenza. È che, in realtà, non abbiamo identificato in maniera chiara ed evidente chi deve formulare una strategia all'interno della comunità scientifica. Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico è un organo consultivo, i cui poteri non sono ben delimitati, la cui composizione non è stata originata da una selezione basata su un background scientifico. È un organo creato d'improvviso, con funzione di consulenza, in cui i politici hanno scelto chi inserire. Nulla di paragonabile dunque al board scientifico di enti come, ad esempio, l'Hans-Knöll-Institut o il National Institutes of Health. Questa situazione si rifletterà anche nel prossimo futuro. Quella che stiamo vivendo non sarà infatti l’ultima ondata di questo virus e questo non sarà l’ultimo virus con cui dovremo fare i conti. In Italia non abbiamo strumenti efficaci per fronteggiare le emergenze sanitarie. La nostra Protezione Civile ha competenze nella gestione di vari tipi di catastrofi, ma mostra di non avere competenze in materia di emergenza sanitaria. Il problema risiede nella disponibilità dei cattivi scienziati a soddisfare le aspettative della politica. Molto spesso un cattivo scienziato non sa di essere un cattivo scienziato, a meno che non sia un vero e proprio frodatore. In questa situazione il fattore che ha prevalso maggiormente e che ha fatto perdere credibilità alla scienza è rappresentato indubbiamente dal proliferare delle pubblicazioni. Il sistema di pubblicazione e il mercato editoriale da una parte, dall’altra il fatto che per supportare questo sistema abbiamo purtroppo creato un criterio di valutazione degli scienziati basato sul numero di pubblicazioni e sulla quantità di citazioni che ricevono. Order,order! urlava John Bercow lo speaker di Westminster.Poi ha lasciato l’incarico .Noi l’ordine lo abbiamo messo nelle mani di Mario Draghi : riuscirà il Presidente del Consiglio a mettere in fila e a realizzare il programma per una vera rinascita? Noi ce lo auguriamo. Intanto ha cambiato qualche pedina sulla scacchiera dell’Italia ammalata : nella protezione civile è arrivato di nuovo Curcio, il Parlamento e la Commissione UE si sono allineati alle bacchettate sulla confusione della produzione vaccinale, il super Comissario Arcuri colpevole di una quantità enorme di non chiarezze è stato commissariato con un Generale. Presto dire che possiamo sperare in tempi migliori ? Non direi ci sono ottime probabilità che ci stiamo arrivando. La pazienza e la competenza è la virtù dei forti.
Alessandra Servidori startmag 3 marzo e Radio in blu 4 marzo https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_bk6uu1hl
E Draghi fece Order
Di questa peste del 2020 sappiamo ancora poco, molto poco, e i tentativi per capire sono faticosi perché la scienza non riesce ancora ad inquadrare la genesi della sars covid 19.I grandi e i piccoli quotidiani fanno sforzi immani con risultati molto modesti, d’altronde la divulgazione scientifica è complicata quando abbiamo qualche notizia in più su determinate pandemie, figuriamoci con questa. In televisione molto spesso vediamo i giornalisti che invitano uno scienziato nella fattispecie sovente una/un virologo, gli fanno dire due parole,poi se appena cerca di dire qualche parola di più significativo,gli tolgono la parola di bocca e passano ad altro. Non è così che si informano e tantomeno si educano le persone ad un rapporto serio con la scienza. Chiaro che un quotidiano, rivista o un programma televisivo non sono mezzi di divulgazione (come ce ne sono di ottimi), ma non dovrebbero limitarsi di fare alla scienza una riverenza di facciata e i giornalisti dovrebbero essere più attenti quando trattano argomenti che non padroneggiano. L’appassionante,paradossale e un po’ folle vicenda che stiamo vivendo di una pestilenza non ancora identificata con sicurezza e l’impotenza dei medici incapaci di curare ciò di cui non conoscono la causa è la pura verità ,e la raccomandazione di un regime di vita isolato e di una igiene accurata in buona sostanza è un consiglio saggio. Le epidemie comunque spesso sono la causa di forme gravi di disgregazione sociale e perdita della solidarietà civile e soprattutto del venire meno della coesione politica e così siamo consapevoli che dalla malattia fisica deriva anche un male morale non meno contagioso in grado di dissolvere la comunità; essa, la nostra in particolare, è divenuta una metafora della crisi politica e del conseguente disordine morale e sociale. Ma il Covid oltre che morte nella peggiore delle sue manifestazioni è la possibilità di rimettere in discussione e dunque la rinascita dopo l’incertezza esistenziale che ha avuto e ha un grande impatto sulle certezze di questo 2020 :la precarietà introduce temi nuovi e il crollo dei vecchi modelli culturali non più applicabili. Vero è che in Italia non abbiamo un ente scientifico unico a cui fare riferimento, una voce unitaria che abbia prevalenza su tutte le altre e che abbia un’autorevolezza indiscutibile, basata su un background scientifico. In altri Paesi questo esiste, in Italia no. In Italia ci siamo mossi improvvisando, così abbiamo 3 enti diversi a fare analisi e a fornire dati: il Ministero, l’Istituto Superiore di Sanità, la Protezione Civile. Non solo, questi dati provengono da regioni diverse che usano modalità diverse di raccolta e di trasmissione. Abbiamo creato un’enorme confusione, che non è solo di tipo comunicativo, ma anche di tipo operativo. Questo determina, ad esempio, il perenne ritardo di ogni azione, che è obsoleta ancor prima di essere messa sul campo. Non è che noi non abbiamo accumulato conoscenza. È che, in realtà, non abbiamo identificato in maniera chiara ed evidente chi deve formulare una strategia all'interno della comunità scientifica. Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico è un organo consultivo, i cui poteri non sono ben delimitati, la cui composizione non è stata originata da una selezione basata su un background scientifico. È un organo creato d'improvviso, con funzione di consulenza, in cui i politici hanno scelto chi inserire. Nulla di paragonabile dunque al board scientifico di enti come, ad esempio, l'Hans-Knöll-Institut o il National Institutes of Health. Questa situazione si rifletterà anche nel prossimo futuro. Quella che stiamo vivendo non sarà infatti l’ultima ondata di questo virus e questo non sarà l’ultimo virus con cui dovremo fare i conti. In Italia non abbiamo strumenti efficaci per fronteggiare le emergenze sanitarie. La nostra Protezione Civile ha competenze nella gestione di vari tipi di catastrofi, ma mostra di non avere competenze in materia di emergenza sanitaria. Il problema risiede nella disponibilità dei cattivi scienziati a soddisfare le aspettative della politica. Molto spesso un cattivo scienziato non sa di essere un cattivo scienziato, a meno che non sia un vero e proprio frodatore. In questa situazione il fattore che ha prevalso maggiormente e che ha fatto perdere credibilità alla scienza è rappresentato indubbiamente dal proliferare delle pubblicazioni. Il sistema di pubblicazione e il mercato editoriale da una parte, dall’altra il fatto che per supportare questo sistema abbiamo purtroppo creato un criterio di valutazione degli scienziati basato sul numero di pubblicazioni e sulla quantità di citazioni che ricevono. Order,order! urlava John Bercow lo speaker di Westminster.Poi ha lasciato l’incarico .Noi l’ordine lo abbiamo messo nelle mani di Mario Draghi : riuscirà il Presidente del Consiglio a mettere in fila e a realizzare il programma per una vera rinascita? Noi ce lo auguriamo. Intanto ha cambiato qualche pedina sulla scacchiera dell’Italia ammalata : nella protezione civile è arrivato di nuovo Curcio, il Parlamento e la Commissione UE si sono allineati alle bacchettate sulla confusione della produzione vaccinale, il super Comissario Arcuri colpevole di una quantità enorme di non chiarezze è stato commissariato con un Generale. Presto dire che possiamo sperare in tempi migliori ? Non direi ci sono ottime probabilità che ci stiamo arrivando. La pazienza e la competenza è la virtù dei forti.
Maratona per Europa: sì grazie ma basta con le solite litanie
Slide maratona Europea 27 febbraio 2021 - Uniformarsi alle norme ue è un obbligo
ALESSANDRA SERVIDORI Presidente Nazionale TutteperItalia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Componente ESN Europe Service Network –
Componente European Circular Economy Stakeholder Platform – ECESP GDL6
Nelle 5 fasce delle linee guida del Piano Recovery è necessario lavorare trasversalmente per impostare politiche attive di gender mainstreaming per gestire la fase della ripresa non solo attraverso il piano straordinario di investimenti ma anche mediante opportune scelte di regolazione del lavoro e dell’impresa. La necessità di transitare da forme indifferenziate di protezione delle produzioni a meccanismi selettivi in favore di quelle che hanno i fondamentali idonei a consentirne la sopravvivenza e la crescita è indispensabile per l’occupazione femminile contrastando le sirene dei sostenitori dell’assistenzialismo senza limiti. Sviluppando anche progetti di economia circolare e sussidiaria in un sistema integrativo dei servizi.
L’obiettivo anche se in un secondo tempo è la riforma degli ammortizzatori sociali, che la complessità della realtà si è sempre incaricata di mettere in discussione, ma subito bisogna far funzionare l’accompagnamento al lavoro di disoccupati/e e inoccupati/e attraverso i servizi di riqualificazione professionale liberamente scelti dal beneficiario/a e remunerati a risultato. Così come la auspicabile volontà di rinnovamento dei metodi e contenuti pedagogici dell’istruzione pubblica necessaria per superare ogni valutazione da parte di molti docenti che usano il principio della libertà educativa per coprire l’autoreferenzialità corporativa.E soprattutto per riordinare gli orientamenti degli studi STEM sia per i giovani e per le giovani donne che comportano anche un aggiornamento degli stessi docenti.
Il nodo della produttività è indispensabile per sbloccare un vecchio modello contrattuale che si esaurisce nella dimensione nazionale per definizione egualitaria e indipendente dai parametri misurabili solo in azienda e, al più, nei diversi territori. La visione coraggiosamente sussidiaria del vecchio contratto dei metalmeccanici, in sede di rinnovo, si è dovuta arrendere al ritorno dell’aumento centralizzato per assenza di un contesto ad essa favorevole là dove la riproposizione di una incentivazione fiscale semplice e automatica per tutti gli incrementi salariali decisi dagli accordi di prossimità può sostenere il lavoro femminile. Così come l’estensione dei fondi bilaterali per colmare il deficit di congedi parentali usando la bilateralità come sussidiarietà tra lavoratrici e lavoratori posto che la questione congedi non è solo di genere femminile ma anche maschile.
Necessario intervenire con politiche di sostegno alla disabilità sia nel lavoro che nella vita consapevoli che le donne con disabilità sono invisibili perché le rare politiche di genere non influenzano la loro condizione e le politiche sulla disabilità non tengono conto del genere; non sono mai considerate in relazione alla femminilità , alla maternità , alla genitorialità , detengono il più alto tasso di non impiego e sono più spesso escluse dai sistemi educativi; sono normalmente dissuase dall’avere figli; a loro il più alto tasso di violenze ed abusi subiti.
Sul versante previdenziale esaurita “quota 100”, si deve introdurre una flessibilità strutturale del sistema previdenziale per evitare lo “scalone” e corrispondere al ricambio generazionale che la crisi pandemica e la digitalizzazione hanno evidenziato. Servono norme semplici e generalizzate come accade in Europa soprattutto per le lavoratrici per recuperare il deficit contributivo mancato dalle pause del lavoro dovute alle pause per la cura dei figli e degli anziani.
Alessandra Servidori
Un 8 marzo dalla parte delle donne che arrivano in italia
Alessandra Servidori Angelipress.com
Un 8 marzo dalla parte delle donne che arrivano nel nostro paese Adesioni a pioggia : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
STIAMO ORGANIZZANDO UN FLASH MOBB : poi ci aggiorniamo l'elenco strada facendo e chi si aggiunge utilizza nel suo territorio il Manifesto come vuole!!!
La chiamano immigrazione clandestina ma è traffico di esseri umani perlopiù donne e i loro figli.E in Europa si fa ancora troppo poco a 20 anni –inverno 2000 a Palermo, l’Italia ha ospitato la conferenza delle Nazioni Unite in cui è stata presentata la Convenzione contro la criminalità organizzata e dunque la tratta di esseri umani : “La prostituzione e altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o il servizio forzato, l’accattonaggio e la schiavitù, l’espianto di organi, e nuove forme sconosciute di sfruttamento in aumento.” Gli ultimi dati diffusi dall’Unione Europea relativi all’anno 2017 – 2018 parlano di oltre 26.268 vittime. La stragrande maggioranza di esse nel nostro continente sono ancora donne e ragazze (72%), dove lo sfruttamento sessuale è lo scopo primario del loro traffico (60%). In questi due anni, i paesi con il maggior numero di vittime registrate sono stati il Regno Unito, la Francia, l’Italia, i Paesi Bassi e la Germania. Tre quarti dei trafficanti sono cittadini uomini dell’Unione Europea, che operano principalmente nel loro paese di cittadinanza e i dati forniti mostrano che generalmente la metà delle vittime della tratta di esseri umani sono cittadini europei, sfruttati principalmente all’interno del loro paese d’origine. Tra le cittadinanze europee, le persone più sfruttate provengono dalla Romania, seguono poi Regno Unito, Ungheria, Francia e Polonia. Allo stesso tempo, anche i cittadini non europei, soprattutto donne provenienti dalla Nigeriani, l’Albania, il Vietnam, la Cina e il Sudan vengono trafficate e portate all’interno dei confini dell’Unione Europea. L’adescamento delle donne avviene per la maggior parte dei casi da parenti o persone molto vicine alle vittime, partner o uomini che con la promessa di una vita migliore adescano giovani donne nelle zone più povere dell’Est Europa, portandole poi ha farle prostituire sul nostro territorio nazionale. Da oltre 30 anni l’Italia rappresenta poi la destinazione europea e punto di arrivo nel continente della tratta e dello sfruttamento sessuale sopratutto delle donne nigeriane. Arrivando in un nuovo paese, le donne non sono consapevoli di quale tipo di aiuto legale possono cercare, mentre altre hanno paura di chiedere aiuto a causa delle conseguenze e ripercussioni delle maledizioni pseudo religiose di riti pagani su di loro e sulla loro famiglia. Con la pandemia, le attività di sensibilizzazione in strada svolte dalle ong per aiutare le vittime della tratta di esseri umani sono fortemente diminuite, lasciando ancora più casi da sostenere . La crisi sanitaria e il confinamento hanno fatto si che lo sfruttamento sessuale online sia aumentato drasticamente; i predatori hanno sfruttato la vulnerabilità dei e delle più giovani adescandoli su piattaforme online. Secondo la Commissione Europea la domanda di materiale pedopornografico sarebbe aumentata fino al 30% in alcuni stati membri dell’Unione. In un recente rapporto , Europol l’Agenzia europea di polizia ha registrato un aumento dei reati informatici e dello sfruttamento sessuale dei bambini. L’Europol, inoltre afferma che, il 30% degli autori del reato che sono in possesso di materiale pedopornografico e attivi negli scambi online sono inoltre coinvolti direttamente nelle azioni di coercizione ed estorsione. La legge emanata ventanni fa, non si pronuncia su realtà e fenomeni non ancora esistenti o ampiamente discussi all’epoca. Il traffico sessuale delle persone ltgb è comunemente trascurato e raramente segnalato dai governi locali e nazionali. Anche la maternità surrogata è interpretata come una forma di sfruttamento e traffico di esseri umani. Secondo l’Ilo, la commercializzazione della maternità surrogata legale ha già dato vita a una nuova forma di sfruttamento.La madre vende il suo ventre e il bambino viene visto come una merce consegnata al compratore dal genitore del bambino. Si può parlare di sfruttamento e vulnerabilità dei bambini, ma al contempo, dello sfruttamento della debolezza e situazione economica di alcune donne, costrette a espatriare nei paesi europei per intraprendere processi di fecondazione in vitro in cambio di un’ingente somma di denaro. Il rapporto della Commissione Europea inoltre menziona che il numero effettivo di vittime è probabilmente molto più alto di quello registrato, soprattutto perché al momento, rimane molto complicato identificare le vittime come tali, e riconoscere i nuovi fenomeni emersi. La promozione della cooperazione giudiziaria tra i paesi dovrebbe essere una priorità per combattere la criminalità transnazionale. Il parlamento e la Commissione Europea deve affrontare con più forza la sfida di questo orribile delitto inclusa l’accoglienza certa e la domanda di beni e servizi da fornire alle vittime. Lo svantaggio degli immigrati (uomini e sopratutto donne) nel mercato del lavoro dei paesi riceventi è enorme. Sono svantaggiate a causa del loro livello di qualificazione: questo vale in particolare per le migranti provenienti da Africa, Asia e America Latina, dove i tassi di istruzione sono in generale relativamente bassi. In secondo luogo, il loro capitale umano e i titoli di studio stranieri, ad esempio, non vengono riconosciuti dai datori di lavoro e la distanza linguistica spesso impedisce di usare le proprie competenze nel paese di destinazione. Oltre alla lingua e ai titoli di studio, altre risorse occupazionalmente rilevanti sono localizzate e possono perdere di valore con lo spostamento territoriale: la maggior parte dei migranti dispone di informazioni limitate sul funzionamento del mercato del lavoro nei paesi di destinazione, e dunque essi faticano a trovare un lavoro adeguato alle proprie competenze e aspettative . Le migranti di norma sono privi di sostegno familiare, e quindi devono trovare lavoro per potersi mantenere e per poter mandare denaro a casa. Rispetto ai lavoratori e lavoratrici nativi, sono quindi più propensi a inserirsi negli strati inferiori del mercato del lavoro, dove c’è una costante richiesta di lavoro ma con condizioni lavorative e retributive relativamente basse e scarse possibilità di crescita professionale. Questo è particolarmente vero in paesi come l’Italia, dove i migranti hanno difficoltà ad accedere ai benefici del welfare state. in Italia coesistono una regolazione del mercato del lavoro relativamente rigida sul piano formale, e una sostanziale tolleranza per l’economia illegale, dove il mercato del lavoro è regolato in modo informale ed estremamente flessibile, creando occupazione dequalificata, poco pagata e pericolosa soprattutto per le donne. Negli ultimi anni si è sviluppata un’ampia letteratura internazionale che ha analizzato le cosiddette “catena di cura globali”, intese come una forma di esternalizzazione delle risorse di cura dai paesi più poveri a favore delle famiglie dei paesi più ricchi che possono permetterselo . Per esempio, molte donne dell’Europa dell’Est, anche se molto scolarizzate, lasciano mariti, figli e genitori anziani per emigrare in Italia e svolgere lavori poco qualificati come, appunto, quelli legati all’assistenza degli anziani. Il Governo Italiano e Draghi ha promesso di occuparsi della situazione femminile: bene ci siamo e ci saremo per noi e altre che già sono nel nostro Paese e che hanno bisogno di solidarietà e azioni concrete.
ALESSANDRA -FIORELLA - BARBARA- TIZIANA- ISA- ROSANNA-FRANCESCO-FRANCESCA-ROBERTA- LUISA- RAFFAELLA-MATILDE- DINA-PAOLA-NADIA-PATRIZIA -CARLA-DANIELA-GIUSEPPINA-
18 Febbraio Radioinblu e Draghi : un gigante
Alessandra Servidori Mario Draghi ovvero la sintesi essenziale dell’autorevolezza. RADIOINBLU 18 Febbraio2021
www.formiche.net
In diretta Radioinblu https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_o73c07tr
Mario Draghi è l’eroe del giorno : non c’è dubbio e appaiono ancora più stonate le critiche arroganti che alcuni senatori in aula hanno lanciato verso colui che cerca di salvarci dal fallimento. E’ sicuramente una legislatura fuori ordinario con i partiti ( tutti nessuno escluso) arrivati a sostenere la fiducia con opportunismo , alcuni dei quali di più, dall’no Euro al sì all’uomo che l’ha fatto in Europa. Il Parlamento è stato messo da Draghi di fronte al Governo consapevole che non possiamo immaginare una nuova Costituente e cioè riuscire a riscrivere le regole dello Stato insieme : non è un gruppo dirigente che si può paragonare a chi imboccò e si impegnò a segnare e trovare il percorso che ci ha portato alla nostra Cattedrale attuale Costituzione. La relazione del Presidente Draghi è stata precisa, comprensibile a tutti nel declinare le due priorità : i vaccini e il Recovery .Per i vaccini fitta collaborazione con il percorso della Presidente europea,anzi incentivando la ricerca e produzione di interlocutori di farmaci; serrare le fila all’organizzazione italiana chiamando in campo la protezione civile, le forze armate usando le strutture già disponibili come caserme, edifici scolastici non occupati da studenti, strutture fieristiche, senza ricorrere a nuovi capannoni primulareschi inutili e costosi e assumendo medici e infermieri ,potenziando definitivamente le strutture ospedaliere in affanno . Sul Recovery al lavoro con il Ministro competente subito assicurando energie fresche e risorse per la condizione familiare e occupazionale femminile, giovanile e del sud ,con un incipit che individua nei ristori le priorità al sistema economico e fa fare un balzo in avanti alla Pubblica amministrazione e alle istituzioni formative, portando al g20 un coordinamento effettivo di iniziative che rimettono il nostro Paese al centro dello sviluppo sociale. Un presidente del Consiglio di rango che presenta a livello internazionale un Paese impegnato e unito alla ricerca del bene comune. Non è poco.
Oggi 17 febbraio tanti contributi per noi
Alessandra Servidori oggi 17 febbraio tante analisi e contributi per noi TutteperItalia
Discussione con Istituto De Gasperi Clicca e scarica Discussione Nota su "Governo del Presidente".pdf
Su startmag
Ancora molte sfide per raggiungere l'uguaglianza di genere
Risoluzione Parlamento UE
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-0058_EN.html
Il Parlamento Europeo ha deliberato l’11 febbraio 2021 una raccomandazione agli Stati e alla Commissione Ue per rafforzare gli interventi e raggiungere l’uguaglianza di genere.Il Governo Italiano si uniformi a queste indicazioni prendendo atto nel suo Piano del Recovery che tali linee guida sono fondamentali per accorciare la distanza che segniamo in politiche di genere adottando una strategia interministeriale trasversale coordinata dal Presidente del Consiglio e dalla Ministra delle Pari Opportunità.
Nella risoluzione in particolare il Parlamento ha dettato tutte le sfide future per i diritti delle donne a oltre 25 anni la Dichiarazione e la Piattaforma di Pechino sottolineando che il genere rimane un fattore significativo nei modelli di povertà nell'UE e che, sebbene i tassi di esclusione e le differenze di povertà di genere variano notevolmente da un paese all'altro, il 23,3% delle donne rispetto al 21,6% degli uomini è a rischio di povertà .Tale rischio aumenta in modo significativo con l'età, intersecandosi con la composizione del nucleo familiare, la razza o l'origine etnica, la disabilità e la condizione lavorativa; sottolineando che i divari retributivi, pensionistici e assistenziali di genere sono fattori significativi nella femminilizzazione della povertà. Tra le priorità ha invitato la Commissione a presentare una strategia contro la povertà con un'attenzione particolare alle famiglie monoparentali capeggiate da donne;e invitando gli Stati membri ad attuare misure sociali specifiche per combattere il rischio di esclusione sociale per quanto riguarda l'accesso a alloggi, trasporti ed energia a prezzi accessibili. Sono necessarie misure specifiche per combattere il rischio di povertà nella vecchiaia e la Commissione deve includere la dimensione di genere nella sua crescita economica e nei suoi quadri di politica sociale. Determinanti gli indicatori disaggregati per sesso nel meccanismo di monitoraggio dell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali per integrare la prospettiva di genere utilizzando un approccio intersezionale in linea con i principi 2 e 3 del pilastro e indica fondamentale un migliore coordinamento tra il pilastro europeo dei diritti sociali e il semestre europeo. Ecco perché invita la Commissione a sviluppare e includere un indice sull'uguaglianza di genere nel semestre europeo per monitorare gli effetti di genere delle politiche macroeconomiche, nonché delle transizioni verdi e digitali.
La Commissione e gli Stati membri devono porre le donne al centro della ripresa pandemica al fine di contrastare l'erosione dei progressi compiuti nel colmare i divari di povertà di genere causati dalla crisi COVID-19; e sia la Commissione che gli Stati membri devono sviluppare e promuovere obiettivi, traguardi e indicatori sensibili al genere, nonché raccogliere dati disaggregati per genere durante la pianificazione, l'attuazione, il monitoraggio e la valutazione di politiche, programmi e progetti in materia di cambiamento climatico con punti focali nelle istituzioni governative. La Commissione e gli Stati membri devono urgentemente affrontare la femminilizzazione della povertà in tutte le sue forme, compresa la povertà nella vecchiaia, in particolare tenendo conto del genere nella disponibilità e nell'accesso a diritti pensionistici adeguati al fine di eliminare il divario pensionistico , migliorando le condizioni di lavoro nei settori e nelle professioni femminilizzate, affrontando la sottovalutazione sociale, economica e culturale dei posti di lavoro dominati dalle donne, in particolare la necessità di combattere tali stereotipi e l'eccessiva rappresentanza delle donne nelle forme di lavoro atipiche. Bisogna superare le disparità pensionistiche e salvaguardare le pensioni in generale, in modo che i sistemi di sicurezza sociale continuino ad esistere nella sfera pubblica, integrando i principi di solidarietà e ridistribuzione, e vengano compiuti gli sforzi più strenui per combattere lavoro precario e non regolamentato.
Il parlamento esorta la Commissione e gli Stati membri a ritenere l'importanza della piena integrazione delle donne su un piano di parità con gli uomini in tutti i settori della società e dell'economia e promuove attivamente una rappresentanza equilibrata di genere a tutti i livelli del processo decisionale; a tale riguardo, chiede alla Commissione di sbloccare la direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione del Consiglio europeo,stabilendo obiettivi, piani d'azione, scadenze e misure speciali temporanee per raggiungere la parità di genere e procedere verso una rappresentanza equilibrata per tutte le posizioni esecutive, legislative e amministrative. E’ evidente la necessità della piena inclusione delle donne nel mercato del lavoro e la promozione dell'imprenditorialità femminile poichè sono fattori cruciali per conseguire una crescita economica inclusiva a lungo termine,per combattere le disuguaglianze e incoraggiare l'indipendenza economica delle donne. La UE deve intensificare gli sforzi per colmare il divario retributivo di genere e applicare il principio della parità di retribuzione adottando una legislazione per aumentare la trasparenza retributiva, comprese misure obbligatorie per tutte le società; deplora che la proposta della Commissione di misure vincolanti per la trasparenza salariale non sia stata ancora introdotta come previsto.
Il Parlamento accoglie con favore l'impegno della Commissione a monitorare il recepimento della direttiva sull'equilibrio tra vita professionale e vita familiare entro il 2022 e ad assicurarne la piena attuazione da parte degli Stati membri in consultazione con le organizzazioni per i diritti delle donne e le organizzazioni della società civile; invita inoltre gli Stati membri ad andare oltre gli standard minimi della direttiva; prende atto dell'ampliamento delle disposizioni genitoriali per includere l'assistenza a lungo termine per i familiari con disabilità e gli anziani come un buon punto di partenza e chiede alla Commissione di prendere in considerazione la possibilità di estenderla ulteriormente per prevenire la perdita di forza lavoro, soprattutto femminile; e in ultima istanza, ma non sicuramente come importanza il Parlamento invita gli Stati membri a ratificare e attuare senza indugio la Convenzione 190 dell'OIL sull'eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro, recentemente adottata.
Violenza in famiglia https://formiche.net/2021/02/violenza-in-famiglia-un-reato-che-si-allarga-a-macchia-dolio/
Alessandra Servidori 11 Febbraio 2021
Violenza in famiglia .Un reato che si allarga a macchia d’olio e sul quale purtroppo alcune sentenze non ne applicano peraltro legittimamente la punibilità e le conseguenze sono in danno delle donne
Sentenza Cass. pen. sez. III, 25.01.21, n. 2911. https://formiche.net/2021/02/violenza-in-famiglia-un-reato-che-si-allarga-a-macchia-dolio/
I dati dell’Istat incrociati con quelli delle procure ci consegnano un delitto consumato sulle donne sempre più in ascesa . Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione. Sicuramente la giustizia ne ha preso atto e ne segna l’evoluzione e una importante sentenza della Cassazione ne segna l’evoluzione,poiché la tematica dei maltrattamenti in famiglia ha ,negli ultimi anni sempre più coinvolto i tribunali e conseguentemente la giurisprudenza di leggitimità. Sappiamo poi che i casi portati all’attenzione dell’organo giudicante rappresentano solamente una parte di quelli che accadono nella quotidianità e generano femminicidi portati a conoscenza dai media o un sommerso di difficile individuazione. Nella sua evoluzione il diritto penale, su impulso anche del legislatore europeo, ha superato il limite dell’art. 649 c.p. che prevedeva , qualora uno dei reati contenuti nel Libro II, Titolo XIII del codice penale fosse commesso in danno del coniuge, l’autore del reato poteva non essere punito, considerando non la famiglia nella sua globalità, bensì il singolo individuo che necessita di adeguata tutela e protezione. Si sono inserite le numerose riforme volte a tutelare, all’interno del nucleo familiare, il soggetto più debole e bisognoso di una maggiore protezione. Riguardo i fenomeni di c.d. violenza assistita o indiretta comprensiva di quelle condotte che, pur non traducendosi in forme di violenza fisica direttamente rivolte, in particolare, a un soggetto vulnerabile, cagionino allo stesso sofferenze morali capaci di incidere in maniera negativa sulla sua integrità psico-fisica con l’art 572 cp.
La l. 15 ottobre 2013 n. 119 (c.d. legge sul femminicidio) ha introdotto all’art. 61, n. 11-quinquies c.p. una circostanza aggravante applicabile quando, nei delitti non colposi contro la vita e l’incolumità individuale, contro la libertà personale nonché in relazione al delitto di cui all’articolo 572 c.p., il fatto fosse commesso in presenza o in danno di un minore di anni diciotto ovvero in danno di persona in stato di gravidanza. Una più incisiva modifica è arrivata con l. 19 luglio 2019, n. 69 – Tutela delle vittime di violenza domestica o di genere – c.d. codice rosso, che ha apportato delle consistenti modifiche al codice penale e al codice di procedura penale. L’art. 9 l. 69/19 interviene sui delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di atti persecutori, prevedendo l’aumento della pena per il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi.
È inoltre prevista una fattispecie aggravata quando il delitto di maltrattamenti è commesso in presenza o in danno di minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità, ovvero se il fatto è commesso con armi; in questi casi la pena è aumentata. Come noto, tali condotte vengono perpetrate all’interno dell’abitazione familiare o comunque nei confronti di un familiare o di un convivente cioè un soggetto con il quale sussiste una relazione affettiva o sentimentale abituale e consecutiva. Proprio con riferimento a tale argomento si è recentemente pronunciata la Corte di Cassazione per ricorso presentato dal difensore dell’imputato contro la sentenza della Corte di Appello di Roma, che aveva riformato la decisione del Gup del Tribunale capitolino, riducendo la pena originariamente inflittagli per i delitti di cui agli artt. 572, 582 e 585, 609-ter c.p., c 1, n. 5-quater, e 609-bis c.p., commessi in danno della convivente. Nel motivo attinente ai maltrattamenti in famiglia il ricorrente deduceva la violazione di legge ed il vizio di motivazione, segnalando la insussistenza dell’elemento costitutivo della convivenza, evidenziando la differenza che sarebbe connessa all’accertamento di rapporti legali di coniugio ovvero di rapporti ad esso assimilabili, individuabili nelle diverse situazioni riconducibili alla c.d. famiglia di fatto. Semplificando : poiché il ricorrente non sposato non è famiglia ma convivente non è perseguibile di alcune fattispecie di reato. La Corte confermando che il delitto di maltrattamenti presuppone una relazione tra agente e vittima caratterizzata da uno stabile rapporto di affidamento e solidarietà, e la condotta lesiva colpisce la dignità della persona, infrangendo un rapporto che dovrebbe essere ispirato a fiducia e condivisione,tale delitto è sicuramente configurabile anche al di fuori della famiglia legittima, in presenza di un rapporto di stabile convivenza. Tuttavia tali argomentazioni, che ampliano ed estendono la tutela penalistica, presuppongono che la convivenza abbia raggiunto un livello minimo di stabilità e, soprattutto, di mutua solidarietà ma nel caso de quo tali elementi non erano ravvisabili poiché il ricorrente ha dimostrato che era venuto meno il presupposto della stabile convivenza e della conseguente solidarietà che da questa discende,e la Corte di Cassazione ha ritenuto che non possa configurarsi il delitto di maltrattamenti in famiglia in assenza di tali indifferibili presupposti. Una sentenza che comunque nel suo indiscutibile equilibrio mette in evidenza quanta difficoltà incontrano le donne vittime di violenza per farsi riconoscere i maltrattamenti subiti nei cavilli giurisprudenziali.
Alessandra Servidori OGGI 11 febbraio 2021 in diretta https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_4xnkusvs PER MARIO DRAGHI dalla parte delle donne e del lavoro
Alessandra Servidori
OGGI 11 febbraio 2021 in diretta https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_4xnkusvs
PER MARIO DRAGHI dalla parte delle donne e del lavoro
Cargivers : attenzione per non essere scippati del Fondo
Alessandra Servidori
Cargivers atto secondo in confusione : chiarimenti e suggerimenti per non essere scippati 8 Febbraio 2021
Il 22 gennaio us (GU n.17 del 22-1-2021) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 27 ottobre 2020 che definisce i criteri di utilizzo del Fondo nel triennio 2018/2020 per i cargivers familiari che hanno un ruolo di assistenza e cura riferito all’art 1 comma 254 legge 205/2017 (legge di bilancio 2018) rimasto bloccato per discussioni politiche parlamentari sui criteri di utilizzo del Fondo da definire attraverso l’applicazione della Legge. La lettura del provvedimento https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2021/01/22/17/sg/pdf (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA DECRETO . Criteri e modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018-2019-2020.) induce forti e motivate perplessità in quanto orienta a definire l’obiettivo delle modalità di gestione delle risorse del Fondo in totale sono 44 milioni + 23 milioni ( cioè primo biennio 2018/2019 + anno 2020 ) complessivamente 63 milioni- ma nella prima suddivisione del biennio euro 44.457.899,00 - consegnando alle regioni il ruolo di distribuire i fondi secondo prioritariamente criteri molto discutibili. Un criterio è destinatari caregiver di persona con disabilità gravissima riferendosi come “gravissima” alla definizione usata dal decreto 26 settembre 2016 art 3 e allegato 1 “Scale per la valutazione della condizione di disabilità gravissima (Articolo 3, comma 2)” valutazioni che comportano modifiche ricorrenti, variabili e ovviamente strettamente collegate- come prevede la norma- ai decreti di emanazione con relativi sostegni sociosanitari ed economici, riferibili a situazioni soggettive,assolutamente non stabili sia per il soggetto medesimo che per lo stesso cargiver che lo sostiene. Un secondo criterio è anch’esso opinabile in quanto si individua caregiver di coloro che non abbiano avuto accesso alle strutture residenziali a causa delle disposizioni normative emergenziali, che sappiamo essersi protratte sia per la pandemia ancora drammaticamente in corso sia per la mancanza strutturale delle RSA e quindi irrisolvibile se non in un arco di tempo lontano. Il terzo criterio prevede che tali somme siano destinate a programmi di accompagnamento, finalizzati alla deistituzionalizzazione e al ricongiungimento del caregiver familiare con la persona assistita. Non si chiarisce cosa si intende per tale opzione poiché si dubita fortemente siano previste risorse destinate a pseudo associazioni che offrono a pagamento una attività appunto di “consulenza” sulla quale insistono legittimi dubbi di pseudo professionalità formativa e assistenziale proliferando una miriade di soggetti sul mercato destinato ai familiari dei disabili. Si indirizzano le Regioni a uniformare beni e servizi già predisposti sul versante del Fondo per le non autosufficienze che differiscono per il soggetto a cui sono dedicati poiché i fondi per cargiver sono per i familiari e il fondo per i non autosufficienti per le persone medesime disabili. I modelli organizzativi regionali e locali , tranne poche virtuose realtà , non sono integrabili per definizione e dalla tabella allegata alla Gazzetta Ufficiale del Decreto del gennaio 2021 le risorse già suddivise sono evidentemente modeste rispetto l’incremento della non autosufficienza su tutto il territorio e che , come recita la legge ,le risorse del Fondo sono e devono andare utilizzate per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare. E’ Lei o lui che deve decidere una volta stanziata la risorsa e riconosciuto il diritto di percepirla e non altri soggetti , che deciderà come utilizzarla anche a fronte di varie opportunità che potrà scegliere. Il Decreto prevede un percorso che va attenzionato rigorosamente e che ci si augura tenga ben presente le richieste dei cargivers ai quali si consiglia vivamente di darsi una struttura associativa a livello territoriale per far valere le loro ragioni e perché le risorse non vengano utilizzate in modo discrezionale. Perché il fondo si attivi è previsto che ogni regione deve inviare, entro sessanta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto,( dunque entro 22 marzo 2021 ) gli indirizzi integrati di programmazione degli interventi, nel rispetto dei modelli organizzativi regionali e di confronto con le autonomie locali, prevedendo anche il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità. La richiesta regionale deve essere accompagnata da una scheda del piano di massima delle attività e comprensiva di progetto di attuazione e dei relativi costi; il Dipartimento per le politiche della famiglia del Consiglio dei Ministri deve provvedere, entro quarantacinque giorni, a trasferire le risorse stanziate. Le regioni devono procedere alla ripartizione delle somme ricevute ai singoli ambiti territoriali, sulla base delle diverse esigenze e in funzione di quanto previsto dalla richiesta depositata. Ricordo in chiusura che il Fondo è stato istituito per il “sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare” e quindi spese, per il “riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare“.Quelle somme devono essere destinate a loro e a nessun altro e servono a compensare il loro lavoro di cura. Si eviti di fare danni sulla pelle di chi assiste il proprio congiunto con disabilità 24 ore su 24.
Brave commentatrici di libri freschi Maria Di Pietro
Recensione di Maria Di Pietro:
UNA GRANITA DI FRAGOLA E PANNA in questi giorni è l'occasione ideale per arrendersi alla freschezza e alla dolcezza. Nella prefazione si dice che questo non è un libro impegnato, che affronta i grandi problemi esistenziali, ma questa descrizione non mi trova concorde. Non è solo citando i grandi filosofi che si riflette sul vivere, come i nostri nonni ci hanno dimostrato. Loro non sapevano magari di Plotino o di Nietzsche, ma sapevano tutto della vita, della morte, dell'amore e del rispetto. Delle intricate vie che tutti gli uomini si trovano a percorrere. E così in questo romanzo si racconta una storia di quartiere, quelle che nascono dal barbiere, che stuzzicano e sfidano tutte le curiosità ed i pettegolezzi. Quelle che pungolano l'invidia, che scatenano i più beceri commenti. I fattacci, o le tresche, come si suol dire. E così, con la scusa di una granita con la brioche e la panna come solo in Sicilia sanno fare, inizia una storia d'amore. Una storia umana. Un anziano professore, rimasto signorino tutta la vita che accoglie una sua antica alunna, molto più giovane di lui, ma che in lui troverà un porto sicuro ed una vita finalmente serena. Ma la notevole differenza d'età scatenerà la chiacchiera, alimenterà la zizzania e sarà il motivo che rovinerà la bellezza e la purezza dei sentimenti sinceri. Ma l'amore esiste e non ha età, ed il lieto fine sarà la sorpresa fresca e golosa di queste pagine palermitane. La soddisfazione inaspettata che il pettegolezzo può essere sconfitto e l'invidia delusa. La dimostrazione che se un uomo è bello e giovane dentro, può davvero essere amato da una donna più giovane. Le donne hanno bisogno di rispetto, di dolcezza, non di muscoli e macchinoni. E l'età, la cultura, il rispetto sono il vero valore aggiunto per tutti. Potrete godervi la granita siciliana anche in e-book, ma Palermo è la città fenicia con millenni di storia che non potete mancare di visitare!
"Assessorato cultura comune BOLTIERE ”Una granita di fragola e panna” letto e recensito da Maria Di Pietro
Autore: Salvatore Leto
Youcanprint.it
Intervista e commenti su Draghi e politica
Alessandra Servidori Intervista e commenti del 4gennaio 2021
Draghi su Start mag https://www.startmag.it/mondo/tutte-le-sfide-di-draghi/
e Intervista con
Coraggio ascolto responsabilità
Il Presidente incaricato Mario Draghi è all’opera, raffinato diplomatico esperto economista, autorevole statista.
In agosto del 2020 prima che al Financial Time ha tracciato lucidamente la strategia per la ripartenza a livello internazionale con particolare cura anche al nostro Paese .E il coraggio al Presidente non manca così come la chiarezza e l’assunzione di responsabilità veramente eroica in questo momento difficile e grave per radunare e raccattare e rilanciare con forza ciò che è possibile rimettere in moto nel Bel paese. Silenzioso garbato istituzionalmente postato ha cominciato il suo lavoro, accompagnato da una parte considerevole del Paese che ripone in lui più che speranza fiducia. Peraltro una indagine condotta da Edelman Trust Barometer dimostra con serietà e dati alla mano come gli italiani più che fidarsi delle grandi manovre politiche si affidano ai manager per la ripresa economica post virus e ciò rappresenta una grande fiducia nel mondo dell’economia di cui Mario Draghi è superbamente emblema di virtuosa rinascita attenta alla sostenibilità e alla collettività. Stando alle previsioni ci attende un anno corrente difficilissimo e un accenno di ripresa solo dal 2022, in settori come il turismo i servizi e il commercio se il mercato del lavoro riprenderà a respirare con investimenti notevoli sulla creazione di nuovi percorsi professionali re-skilling dei collaboratori sui luoghi di lavoro pubblico, privato, autonomo. Mario Draghi ha davanti a sé un lavoro enorme di ristrutturazione partendo da una valutazione dei risultati dell’opera del precedente governo e della sua strategia che non è mai stata neanche percepibile perché sfuggiva a chiunque volesse trovarla. A Draghi spetta predisporre un Piano di ripresa e resilienza da far approvare in parlamento e in sede legiferante, un piano razionale e strategico pianificando la spesa dei fondi e gli investimenti congiuntamente con gli altri paesi nei prossimi anni . Sui nodi cruciali legati alle tre emergenze che lo stesso Mattarella ha ricordato – sanitaria, economica e sociale – per fare un piano di vaccinazioni di massa e per scrivere la versione definitiva del PNRR ( anche la seconda versione, per quanto meno peggio della prima, era largamente insufficiente) e ci vogliono al governo uomini e donne ben più competenti e credibili rispetto a chi c’è stato fin qui. Sappiamo che i fondi sono di una grande entità e comunque ad oggi non ne abbiamo ancora compreso le modalità poiché il passato governo ha confuso allocando deprecabilmente la materia in maniera casuale e approssimativa, invece che percorrere la via della decisione di una serie di priorità, di scelte selezionate fra un vasto numero di possibilità e necessità frutto di valutazioni, di previsioni e di scenari, anche di obiettivi, accompagnati da percorsi per raggiungerli. Mario Draghi è il portatore sano di una strategia che accantona l’economia sussidiata che applica una strategia riformativa che riunifica le sanità regionali attualmente esistenti , tracciando passaggi anche per la revisione totale del titolo V della Costituzione e del barocco decentramento amministrativo e istituzionale, alle se pur moderate liberalizzazione delle procedure (codice degli appalti ) fino alla riforma della giustizia su basi garantiste. In buona sostanza come vuole Mattarella e vogliamo la maggioranza degli italiani e italiane arrivare a creare le condizioni per una legislatura piena davanti e una consistenza delle forze politiche che meritano l’appellativo di classe dirigente. Dunque coraggio competenza responsabilità.
Mario Draghi : bene si cambia rotta. Stamane a Radio in Blu
Giovedì mattina 4 febbraio : RUBRICA ore 9,35 Diretta Streaming IN Blu 2000 https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_vvn1ychr
SI CAMBIA PASSO CON MARIO DRAGHI- Alessandra intervistata a cura di Chiara Placenti
Lettera speranzosa e fiduciosa al Presidente Mattarella
Egregio Presidente Mattarella ,
Penso che si stia compiendo l’ennesimo massacro all’Italia. Spregiudicatezza e bulimia di potere si stanno consumando in queste ore con queste consultazioni farsa. Comunque il campo progressista, ancora oggi (anno di grazia 2021) non ha raggiunto la maturità democratica. Che consiste nel trattare l’avversario politico come avversario, e non come nemico della democrazia. Nel considerare se stessi come portatori di un progetto politico, anziché come depositari esclusivi del bene comune. Nella fiducia di poter combattere gli avversari con la forza delle idee, anziché cercando ogni volta di evitare il ricorso alle urne, quasi che non fossimo in grado di sconfiggere le idee antieuropeiste populiste e nel mettere in salvo l’economia italiana e la salute della popolazione in campo aperto. Ebbene ora è troppo tardi per pensare alle urne. Vi sono responsabilità enormi anche della cosiddetta società civile che – attraverso appelli, girotondi e sardine varie – ha ritenuto di dover gridare al pericolo per la democrazia ogni qualvolta all’orizzonte si è profilato il rischio che a vincere non fossimo noi, unici interpreti degli interessi generali del Paese, unico presidio contro le tentazioni autoritarie. Da tempo giudichiamo quota 100 una follia, il reddito di cittadinanza un obbrobrio, l’azione del governo inesistente, i progetti di utilizzo dei fondi europei imbarazzanti, l’economia allo sbando, la gestione dell’epidemia catastrofica, lo stile di governo improntato a vanità e spregio delle istituzioni. E mille altre cose per lo più sacrosante. Quando Zingaretti ha realizzato il patto incestuoso con i Cinque Stelle, quando abbiamo vissuto drammaticamente e ancora oggi il default della nostra Italia quando in solitudine alcuni di noi abbiamo cominciato a ribellarci come potevamo con i mezzi che abbiamo, contrastati dai giornalini ricchi finanziati da questa melma dirigente, perché Presidente Mattarella non ha impedito il disastro totale che stiamo vivendo? Qualsiasi soluzione che non sia un Governo di persone competenti e veramente sagge e onorate sarà un ennesima dimostrazione delle nostre incapacità di esercitare il nostro diritto e dovere di cittadinanza.
Con grande rispetto Alessandra Servidori
Disoccupazione : quello che Istat NON dice sulle lavoratrici disoccupate
Alessandra Servidori Quello che i dati Istat NON evidenziano sulla disoccupazione femminile
Istat ha pubblicato i dati aggiornati sulla situazione occupazionale ed è l’ennesimo bollettino di guerra poiché l'occupazione cala nonostante il blocco dei licenziamenti, e colpisce tutte le fasce di età a esclusione degli ultracinquantenni, invece in crescita, ma non le donne ultracinquantenni. E non solo. In generale si tratta di un crollo quasi esclusivamente al femminile: in totale i lavoratori scendono di 101 mila unità, ma di questi 99 mila sono donne e 2000 sono uomini. E il tasso di occupazione delle donne a dicembre cala di 0,5 punti e cresce quello di inattività (+0,4 punti), per gli uomini al contrario la stabilità dell’occupazione si associa al calo dell’inattività (-0,1 punti). In generale, c'è un forte aumento dell'inattività ma solo per la fascia dei età giovanile e per quella centrale. Nel confronto con l’anno scorso, c’è una drammatica prevalenza femminile,e le donne in 312 mila perdono il lavoro, mentre gli uomini , perdono 132 mila unità. La maggiore fragilità del lavoro femminile è dovuta al fatto che in percentuale le donne sono maggiormente occupate nei servizi, in lavori precari o per i quali è possibile licenziare.. E inoltre la riduzione delle posizioni lavorative durante il periodo di lockdown ha inciso in misura rilevante soprattutto sulle lavoratrici riflettendo in buona parte, anche in questo caso, l’andamento particolarmente negativo del settore turistico e di quello dei servizi alla persona, dove le donne rappresentano in media i tre quinti degli addetti e la contrazione delle attivazioni nette è ben visibile sin dall’avvio dell’emergenza sanitaria in tutte le aree ma è stata più intensa in quelle in cui è maggiore l’incidenza delle occupate e dei contratti a tempo determinato.A questo dato si associa è utile associare il rallentamento della spesa delle famiglie rispetto all’anno precedente, superiore a quello del reddito disponibile, che ha verosimilmente risentito anche di una graduale flessione degli indici di fiducia dei consumatori dovuta a valutazioni meno favorevoli sulla situazione economica dell’Italia e sull’andamento del mercato del lavoro e sulla disoccupazione femminile aumentata progressivamente .L’emergenza sanitaria e i provvedimenti di sospensione delle attività produttive adottati per contenerla hanno determinato un marcato deterioramento della condizione economica per l’insieme delle famiglie;circa i due terzi dei nuclei familiari con almeno un componente precedentemente occupato hanno registrato episodi di riduzione dell’attività lavorativa; la quota supera l’80 per cento quando il capofamiglia è lavoratore autonomo o dipendente a tempo determinato o donna con figli a carico . Nel 2020 le famiglie hanno risentito della contrazione del reddito seguita alle misure di contenimento della pandemia e della caduta dei corsi dei titoli, che ha ridotto la ricchezza finanziaria; dunque i pochi risparmi delle famiglie hanno risentito dell’avversione al rischio e la preferenza per strumenti finanziari più sicuri che tutelassero il risparmio o comunque il peggioramento delle prospettive di crescita e l’incremento dell’incertezza hanno comportato una maggiore avversione al rischio e una preferenza verso strumenti liquidi. Le conseguenze dell’epidemia di Covid-19 e i provvedimenti adottati per contrastarla hanno scoraggiato la partecipazione al mercato del lavoro, scesa dal 65,1 per cento di febbraio al 64,3 di marzo: nonostante le perdite occupazionali, nonostante il blocco dei licenziamenti e l’estensione della CIG, il tasso di disoccupazione si è collocato all’8,4 per cento. Un impulso negativo alla partecipazione, in particolare quella femminile, è senz’altro dovuta anche ai provvedimenti di chiusura delle scuole. La necessità di cura dei figli in età scolare ha precluso o limitato la regolare continuazione dell’attività lavorativa dei genitori nei nuclei con un solo adulto e nelle coppie in cui entrambi i componenti sono occupati.In quest’ultimo caso hanno abbandonato l’impiego o ridotto l’orario di lavoro soprattutto le madri, che tipicamente percepiscono un reddito inferiore. Le famiglie con almeno un bambino di età minore di 14 anni e in cui entrambi i genitori lavorano sono circa 3 milioni: in poco più del 40 per cento dei casi (1,3 milioni di nuclei) almeno un adulto si calcola possa svolgere le proprie mansioni lavorative a distanza conciliandole con le esigenze familiari, seppure con difficoltà e con significativi rischi di perdita di produttività.Comunque lavoratrici e lavoratori a termine, in particolare del Sud, giovani e donne, sono le categorie più colpite dalle conseguenze del Covid sul mercato del lavoro, le tutele messe in campo dal Governo, con il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione, hanno sicuramente tutelato di più i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, cioè in sostanza, chi era già in una posizione lavorativa più stabile anche prima della pandemia. Un esempio lampante : il lavoro a tempo determinato, ha fatto registrare un calo del 13,4% da inizio anno 2020 e continua ora, simile a quello del Pil.La maggiore diminuzione degli occupati al Sud potrebbe essere legata alle caratteristiche della struttura produttiva del territorio, più orientata verso il turismo e i settori collegati, direttamente colpiti dagli effetti della pandemia ma è altrettanto evidente che la flessione più marcata delle attivazioni nette (attivazioni meno cessazioni) ha riguardato in tutte le regioni la fascia di età fra 15 e 24 anni anche a causa della maggiore diffusione dei contratti a termine tra i più giovani e qui la discriminazione femminile è multipla tra le giovani per le quali la riduzione delle posizioni lavorative durante le restrizioni le ha penalizzato in particolare riflettendo la maggiore presenza di donne giovani nei settori economici più colpiti dagli effetti della pandemia. Sono particolarmente significativi i dati che emergono dal rapporto CNEL sul mercato del lavoro nel 2020: l’occupazione giovanile è tra le più colpite con 2 milioni di Neet, insieme a quella femminile dove quasi una donna su due è inoccupata riducendosi di 2 punti percentuali. Le donne sono oltre il 53% della popolazione italiana , la battaglia per l’uguaglianza di genere non può essere più solo un punto di un programma politico aggiunto ma deve essere al centro di azioni concrete creando vantaggi economici, sociali e culturali per l’intero Paese. Più volte abbiamo sottolineato anche da queste pagine come per promuovere la occupazione femminile non bastino politiche di incentivazione economica alle assunzioni, ma serva anzitutto allargare la offerta di servizi per la prima infanzia , scuola a pieno tempo e servizi per gli anziani, nonché promuovere forme organizzative del lavoro più favorevoli alla conciliazione. Nell’occupazione femminile giocano un ruolo fondamentale i percorsi formativi. Bisogna sostenere percorsi STEM sia nel breve sia nel lungo periodo: se infatti nel breve periodo la componente femminile è meno presente nei percorsi di studio più richiesti e meglio remunerati dalle imprese, nel lungo periodo sono proprio i settori STEM che presentano le maggiori prospettive di crescita. Inoltre il rinnovo della contrattazione di prossimità deve prevedere la capacità di aumentare il ricorso ai fondi bilaterali per sostenere maggiori congedi parentali per lavoratori e lavoratrici.