Recensione libro Alè Il sussidiario .net
L'attività di Alessandra Servidori si è sviluppata negli ultimi decenni nei luoghi, ufficiali e non, in cui l'impegno sociale diventa pratica quotidiana
Alessandra Servidori (Ansa)
Il titolo è già un programma “Alè, il racconto di una vita attraverso l’esperienza civile, sociale, economica e politica” (Ed. Pendragon, pagg. 127, € 15). Alè non è solo l’abbreviazione del nome dell’autrice, ma è, ancora di più in questo caso, un programma di vita e di impegno quotidiano. Come dire: diamoci da fare. È vero che i problemi italiani sono tanti e difficili, ma è anche vero che con l’impegno di tutti e di ciascuno è possibile da una parte mettere a fuoco le diverse realtà e dall’altra cercare di avviare possibili e praticabili soluzioni.L’impegno di Alessandra Servidori, compagna e moglie di Giuliano Cazzola, si è sviluppato negli ultimi decenni nei luoghi, ufficiali e non, in cui l’impegno sociale diventa pratica quotidiana così come scoprendo la necessità di muoversi nella concretezza delle sempre troppo poche possibilità operative.Basta scorrere l’indice del libro per avere l’immagine delle tante dimensioni di questo impegno. Dai diritti della maternità, alla tutela della disabilità, dal tema dell’occupazione all’esempio di Marco Biagi, dalla sanità al sindacato, dal tema dell’immigrazione al carovita, dalla violenza contro le donne ai rigurgiti di antisemitismo.Con posizioni decise e spesso controcorrente. Per esempio, quando afferma: “L’inclusione delle donne diventa il parametro della efficienza di un mercato del lavoro nel quale sono insufficienti gli intermediari capaci di accompagnare chi vuole lavorare a una occupazione, mentre molte imprese sono rattrappite dalla difficoltà di reclutamento”. È quindi necessario “dare una spallata alle tradizionali politiche attive che si sono rivelate autoreferenziali. Le stesse organizzazioni di rappresentanza possono fare molto se, superando vecchi pregiudizi, decidono di dedicarsi al collocamento attraverso i patronati o gli enti bilaterali”.È proprio la compartecipazione, o per dirla in sindacalese, la bilateralità, uno strumento di azione continuamente richiamato perché poco possono fare le regole, anche le più stringenti, se non vi è la convinzione che la responsabilità e i comportamenti possono fare la differenza a vantaggio di tutti.In questa prospettiva è anche il richiamo all’inclusione nelle scuole, un tema di estrema attualità non solo per i disabili, ma anche per emarginati e immigrati. “L’inclusione – afferma Servidori – non è solo una questione di accessibilità fisica. L’inclusione è anche un processo dinamico che richiede un continuo lavoro di innovazione. Non si tratta solamente di mettere i bambini con bisogni speciali nella stessa classe con i bambini normodotati, ma si tratta di lavorare per garantire che tutti abbiano le stesse opportunità di apprendimento e di crescita”. In tutto il libro emerge una grande volontà costruttiva. Per sollecitare non solo più coraggiose politiche pubbliche, ma anche un impegno lungo la direttrice del rispetto e della valorizzazione di ogni persona. E per rimuovere gli ancora troppi ostacoli che limitano la dignità delle persone.
Start mag : come andare in europa
https://www.startmag.it/economia/italia-patto-di-stabilita/
Alessandra Servidori -Prima dei nomi fondamentale il programma dei candidati italiani per l’Europa
Il patto di stabilità e crescita con la unione Europea che andrà in vigore a metà 2024 deve divenire la carta elettorale per poter consapevolmente aderire all’ambito internazionale comunitario,poiché alla fine dei conti concreti sulla situazione italiana avremo comunque un deficit di 1,5 di Pil nel periodo di vigenza del patto tra i 4 e i 7 anni che ad oggi ha accumulato oltre il 140% di debito ( e ricordiamoci che sono escluse dal conteggio le spese di difesa e investimenti) sale comunque la spesa corrente che non è spesa per lo sviluppo. E la spesa per gli interessi del debito – 90 miliardi-supera enormemente la spesa per l’istruzione che è di 70 miliardi per istruzione,università ricerca. Gli altri Paesi Europei hanno debiti sotto i 90 % del Pil e la Nota di aggiornamento finanziaria (Nadef) prevede per il 2024 il 4,3% con un conseguente nuovo debito di 90 miliardi con una spesa di interessi di oltre 95 miliardi nel 2025 : il patto di stabilità europeo impone una riduzione di almeno il 1,5% e noi dobbiamo prevedere un efficientamento della macchina e dunque spesa pubblica , spesa assistenziale corrente, eliminando la flat tax,la decontribuzione,il Tir(trattamento integrativo di reddito)trasformando l’assegno unico in servizi anziché soldi,rivedendo l’isee.Sicuramente l’Europa ha bisogno di nuove regole ma anche noi abbiamo bisogno di condivisione della sovranità quindi significa condividere nuove strategie che in passato attraverso l’America ,la Cina ,la Russia ci hanno assicurato sicurezza ,export,energia ma che ora sono diventate incerte o inaccettabili.Dobbiamo federalizzare le spese compresa ovviamente quella sui beni primari e sulla sicurezza, scelte fiscali europee, razionalizzare le spese e procedere alle complicate privatizzazioni ma per investire in sviluppo e soprattutto in infrastrutture che combini gli interessi del mercato con azioni di società competitive e di consentire allo Stato di poter conservare gli standard di qualità soprattutto per quanto riguarda per esempio ferrovie . Per quanto riguarda gli investimenti del pnrr preoccupa ciò che è su Italia domani un dataset su milestone e target ma, oltre a non includere (senza spiegazioni) le scadenze di rilevanza italiana, non contiene dati completi sulle misure. In particolare non conosciamo l'importo e il contenuto dettagliato delle riforme e degli investimenti, nuovi o modificati che siano, inclusi quelli della nuova missione dedicata all'energia, il Repower Eu. Per ciò che riguarda i progetti: il relativo dataset è stato aggiornato poco prima dell'approvazione del piano rivisto. Ciò significa che, considerando la cadenza trimestrale dell'aggiornamento, fino a marzo non avremo dati che rispecchiano la situazione effettiva degli interventi attualmente finanziati dal piano e non ci sono dati sull'avanzamento dei lavori e della spesa per i progetti e sono sempre meno le informazioni sulle scadenze. Rimediare e subito è fondamentale. Per ora la BCE si è fermata peraltro non ci sono motivi per continuare ad aumentare i tassi di interesse,ma non ci sono certezze su cosa succederà nei prossimi mesi sui risultati dell’inflazione. La situazione dell’euro zona è molto diversa da quella degli Stati Uniti.La disoccupazione si è abbassata ma le ore lavorate sono ancora troppo poche e abbiamo settori in difficoltà. La ripresa dei salari tarda ad arrivare e il loro recupero è tutto in capo al rinnovo della maggior parte dei contratti scaduti e non ora legati alla produttività. Abbiamo dati del manifatturiero molto deboli e segnali ancora parzialmente negativi del credito tra prestiti e mutui.Dunque costruire un programma per andare alle elezioni europee significa avere una piattaforma chiara senza ambiguità prima di tutto per l’ Italia nel contesto comunitario e attivare una campagna elettorale concreta e soprattutto chiara.
La finanza che ci interessa conoscere
Alessandra Servidori La finanza italiana che ci interessa conoscere
Parlando alla conferenza di Riga, in Lettonia, per il decimo anniversario dell’introduzione dell’euro nel paese baltico, Panetta ha sottolineato come "il settore bancario europeo si conferma frammentato lungo linee nazionali". Ed "è pertanto difficile immaginare una unione del mercato dei capitali pienamente funzionante se le banche non sono in grado di operare liberamente in tutta l'area dell'euro", ha ribadito. Per il Governatore, infatti, "nei prossimi anni l'Europa si troverà a operare in un contesto politico internazionale più complicato rispetto al passato. Essa dovrà allo stesso tempo realizzare obiettivi ambiziosi in ambiti quali la difesa, la transizione digitale e la lotta ai cambiamenti climatici. Una vera e propria unione del mercato dei capitali aumenterebbe le probabilità di successo". Parlando poi del ruolo dell’euro, il Governatore ha sostenuto che la valuta comune influenza il ruolo dell’Europa nel mondo: "La finanza è uno strumento al servizio del benessere collettivo, e l'euro non fa eccezione: gli obiettivi e le implicazioni della moneta unica vanno ben oltre la sfera monetaria. Il successo dell'euro come valuta di riserva internazionale influenza il ruolo dell'Europa nel panorama economico e finanziario mondiale; incide sulla nostra collocazione geopolitica, sulla nostra autonomia strategica", ha concluso. "La revisione del quadro normativo del sistema finanziario ha subito una forte accelerazione che ha sicuramente ottenuto il risultato di migliorare la resilienza delle banche”. Tuttavia, “la natura stessa del processo di revisione, pressato spesso dal clima di emergenza e orientato soprattutto alla stabilità, non ha portato a uno sviluppo coeso e coordinato delle regole, ma a un quadro generale eccessivamente complesso”. il Presidente dell'ABI, Antonio Patuelli, ha consegnato e illustrato il 24 gennaio in una serie di incontri istituzionali a Bruxelles sulle priorità del settore bancario. Secondo il Presidente dei banchieri italiani, il focus dovrà spostarsi sulla competitività e la crescita: “C'è bisogno (…) di un sistema normativo e regolatorio più semplice, efficiente e anche flessibile perché la natura senza confini del digitale e l'evoluzione della fintech chiedono un rapido adeguamento alla situazione in continuo cambiamento". ABI chiede, dunque, alle istituzioni – anche in vista delle elezioni europee del 9 giugno - di avviare una valutazione globale del quadro normativo esistente per verificare l'impatto e l'efficienza dei regolamenti. Un lavoro che, dovrebbe precedere l'esame di qualsiasi eventuale nuova proposta legislativa nel settore dei servizi finanziari. Secondo ABI, la valutazione del quadro normativo complessivo dovrebbe anche essere mirata a rendere finalmente concreto e attuale il principio di proporzionalità, "sempre enunciato ma mai applicato". Per Patuelli "assume particolare importanza la revisione di alcune regole sulla ristrutturazione dei crediti. Bisogna, infatti, evitare assolutamente che la riscrittura di queste norme finisca per ostacolare le misure a sostegno dei debitori in difficoltà, determinanti in una fase economica tanto incerta". Inoltre, "diventa fondamentale collocare le proposte e le azioni per il rilancio dell'Unione del mercato dei capitali all'interno di una nuova visione complessiva che coinvolga tutte le istituzioni e gli attori principali". In vista della prossima legislatura europea, ABI auspica anche una proposta legislativa volta a ridisegnare il quadro macroprudenziale, "assicurando la coerenza dell'impianto complessivo e la chiarezza dei ruoli di ciascuno strumento, nonché dei poteri attribuiti a ciascuna Autorità".Inoltre La Presidente di Ania Maria Bianca Farina ha definito “inderogabile” il completamento e l’ammodernamento di un sistema di welfare pubblico-privato, in linea con le scelte già compiute in altri Paesi avanzati, “in modo da affrontare per tempo, con strumenti adeguati, le sfide della sostenibilità finanziaria, dell’adeguatezza delle prestazioni da garantire ai cittadini e dell’invecchiamento della popolazione”. Ciò vale, per la numero uno di ANIA, con riguardo alla previdenza, dove a fronte delle esigenze di contenimento della spesa pubblica non c’è una sufficiente mobilitazione del risparmio privato dato che alle forme integrative confluisce appena il 4% del considerevole risparmio finanziario posseduto dalle famiglie italiane, con un’incidenza delle forme previdenziali integrative sul PIL inferiore al 10% contro l’oltre 100% nel Regno Unito e 200% nei Paesi Bassi. Ma vale per la sanità dove, complici i tempi di attesa, sempre di più i cittadini ricorrono al privato con una spesa out of pocket che ha superato i 40 miliardi. Per Maria Bianca Farina "Il settore assicurativo (…) è disponibile a sviluppare in sinergia con il sistema pubblico aree strategiche come il risparmio previdenziale e la tutela sanitaria, al fine di migliorare la protezione sociale dei cittadini e determinare ritorni positivi per l'economia del Paese". A questo fine, ANIA ritiene necessario un riordino delle normative di riferimento, anche con un "testo unico" in ambito sanitario.
ALE' libro pubblicato e Lettera a Sergio Mattarella
Alessandra Servidori il mio nuovo libro ALE' -"Sono convinta che promuovere la centralità della persona per lo sviluppo della società, per la vitalità economica, nel principio della sussidiarietà, della condivisione, della responsabilità e della partecipazione, sia un’ottima idea". edizioni Pendragon
Lettera aperta al nostro Presidente Sergio Mattarella
Caro Presidente ricordo con piacere le sue parole di augurio di fine anno, nelle quali fra le altre, ha sentito l’urgenza di rivolgersi ai giovani e alla cultura dell’amore legata anche al rispetto e alla riconoscenza che non è il possesso che qualifica l’affetto e il sentimento. Le questioni legate al genere femminile che nel nostro Paese rappresenta ben il 53% della cittadinanza, rimane un problema enorme e prioritario e non sono per ripeterLe stancamente la nostra situazione occupazionale e civile con i soliti numeri che ci umiliano. Ma che Lei ha ben presente. Non solo a livello nazionale ma internazionale , vista la Sua coerente indomita indole europeista anche in termini di assetto normativo che ci costa ben 64 avvisi di infrazione con le conseguenze che ben conosciamo, mi permetto di chiederLe, una garbata e decisa raccomandazione nell’adeguarci anche rispetto alla legislazione ma soprattutto ai recenti provvedimenti perché un attento recupero delle indicazioni comunitarie in alcune direttive possano sostenerci anche politicamente per compiere quei passi in avanti per le cittadine italiane e la democrazia reale ed effettiva . Le adolescenti fanno maggior uso di psicofarmaci rispetto ai coetanei per sentirsi più adeguate alle aspettative sociali che le pretendono prestanti e perfette, lo conferma una ricerca del Cnr che mette in luce la necessità di sensibilizzare il dibattito su stereotipi di genere ma anche e soprattutto di sostenere le politiche di pari opportunità occupazionali per rafforzare il diritto al lavoro delle donne ,il cui numero di occupate non aumenterà grazie alla cd certificazione di genere che serve solo alle aziende che continuano a non assumere donne o se lo fanno ,solo per riceverne dei benefici contributivi o avere vantaggi nell’assegnazione di bandi, ma serve e subito una concentrica politica di sostegno per la condivisione del lavoro di cura in famiglia, il lavoro, i servizi all'infanzia, un incentivo alla contrattazione di prossimità per applicare sostanzialmente la Direttiva Ue che prevede,tra l’altro, 30 giorni di congedo parentale. E i numeri , non le percezioni ,dicono che le madri in Italia sono sempre meno occupate e sempre meno felici, non solo al Sud dove ci sono meno servizi, meno occupazione e le famiglie sono ancora costruite intorno a un immaginario tradizionale sui ruoli. Ma anche al Nord dove le dimissioni dal lavoro dopo la nascita di un figlio aumentano di anno in anno. Vero è che l’inattività femminile è in parte conseguenza di una domanda di lavoro che vincola fortemente le lavoratrici ad orari pieni e non flessibili e che induce le donne disposte a lavorare a tempo parziale ad uscire o a non entrare nel mercato del lavoro. Ed è altrettanto vero che la questione dello smart working ultimamente prorogato è una falsa soluzione poiché le aziende incapaci a riorganizzarsi per obiettivi e non sull’orario di lavoro costringono sempre di più le lavoratrici a sottoscrivere degli accordi capestro con un monte ore settimanale residuale dedicato al lavoro da remoto pur autoaffermandosi imprese family friendly. Dunque caro Presidente non è più sopportabile il buonismo paternalistico di aiutare le donne rispettando i loro diritti negati se non si è coerenti : prima di tutto nell’adempimento della nostra Costituzione, nelle direttive applicate, nelle convenzioni internazionali ratificate ma non applicate, nelle promesse di un pnrr che le sostiene quando così non è ( se non in piccola misura),da una legge come la legge 54 del 2006 che è diventata uno strumento di controllo e di violenza contro le madri alle quali viene strappato il figlio.Il germe della disparità salariale sta nell'organizzazione del lavoro e nell’assicurare la possibilità di avere l’autonomia e la libertà economica accedendo da una formazione di livello non solo in basse qualifiche senza rinunciare alla propria attività ed essendo indipendente. E a proposito di futuro i divari di genere nell'apprendimento delle materie scientifiche si traducono a distanza di anni in una minore indipendenza economica delle giovani donne.
Le sono grata della Sua preziosa attenzione Alessandra Servidori
Ministro Bernini in Cina : confronto su scienza,tecnologia, innovazione
Alessandra Servidori https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_2yp5n4y9
Oggi 28 novembre 2023 a Pechino si svolge la dodicesima edizione di Italia/Cina evento dedicato alla scienza, tecnologia, innovazione, promosso annualmente in partnership dal ministero dell’università e ricerca italiano e il ministero della scienza e della tecnologia cinese, finalizzato a valorizzare i sistemi nazionali di ricerca e innovazione attraverso scambi accademici scientifici e tecnologici di cui sono garanti per parte nostra il Ministro Annamaria Bernini e parte cinese il vice Ministro Zhang Guangium. Si tratta di un programma bilaterale confermato dall’impegno a rilanciare nel quadro del partenariato strategico globale del settembre scorso da parte della Presidente Meloni. Il programma rappresenterà un momento di confronto e condivisione tra gli interlocutori del panorama scientifico e tecnologico cinese e italiano, con l’obiettivo di promuovere la nascita di nuove collaborazioni e partenariati nei settori di reciproco interesse per lo sviluppo e il benessere della società. Agli incontri one-to-one sono presenti circa cento partecipanti appartenenti a università, centri di ricerca, hub e start up italiane e cinesi impegnate in ricerca e innovazione che avranno l’opportunità di dialogare per costruire nuovi partenariati accademici, scientifici ed industriali. Diverse le opzioni in campo: scambi accademici (UtoU), progetti di ricerca (RtoR), partnership ricerca-impresa (RtoB) e tra imprese innovative (BtoB).Si discute di tecnologia applicata alle Olimpiadi Invernali che rappresenta una forza trainante di innovazione e spettacolo per temi come il cronometraggio di precisione; l'uso di droni per catturare angolazioni spettacolari; l'implementazione di realtà virtuale per coinvolgere gli spettatori sono solo alcune delle innovazioni che caratterizzano le Olimpiadi Invernali. Lo Smart Manufacturing, che agisce come il catalizzatore per l'ottimizzazione e l'efficienza che rappresenta una rivoluzione del mondo dell'industria, dove la convergenza di tecnologie avanzate come l'Internet delle cose (IoT), l'intelligenza artificiale (IA) e l'analisi dei dati ha trasformato radicalmente il modo in cui vengono progettati, realizzati e gestiti i processi di produzione;infine un confronto tra giovani innovatori che attraverso la creatività e il cambiamento, portando nuove soluzioni e approcci alle sfide globali,alimentando nuove imprese e iniziative. Sappiamo bene che a quattro anni dalla sua firma da parte dell’allora ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e benedetta dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la Via della seta continua a essere un problema per il governo Meloni e i suoi consiglieri diplomatici: un dossier delicatissimo, prioritario per la maggior parte dei nostri alleati, e che determina anche la credibilità dell’Italia presidente di turno del G7 del prossimo anno.Eppure, mentre l’esecutivo cerca il modo meno brutale di uscire dalla Via della Seta, Pechino trova modi molto più facili per aggirare il livello governativo e passare direttamente a livello locale. Infatti il forum della Belt and Road local cooperation, la Via della seta degli enti locali, si è già svolto a settembre al quale partecipano diversi comuni italiani tra i quali Cagliari, Fermo, ma pure zone di grande interesse industriale come l’intera provincia di Brescia. Tutti memorandum firmati, a partire dal 2019, sotto il brand della Via della seta cinese. Inoltre abbiamo un nucleo poderoso anche in italia (14) di Istituto Confucio che sono timidamente accusati da vari accademici che li frequentano come docenti di essere oltre che funzionali a sensibilizzare nel mondo la cultura cinese "cercano di modificare l'immagine di Pechino agli occhi del mondo". Le accuse mosse nei confronti dell'operato degli Istituti Confucio è quella di edulcorare la visione che diversi paesi del mondo hanno del regime cinese e nel contempo quello di porre dei veti più o meno palesi nei confronti di iniziative culturali sgradite al Partito Comunista Cinese, pur se effettuate fuori dalla Cina. L'ampio dibattito che ne è scaturito ha portato alla chiusura di diversi Istituto Confucio negli Stati Uniti d'America e in Europa, tra cui quelli dell'Università di Leiden, della Copenaghen Business School in Danimarca, della Università Paris-Ouest Nanterre in Francia, e dell'Università di Stoccolma.( inthenameofconfuciusmovie.com.)Diversamente ai Ghoete institut , e ai Cervantes Insitutus,in Italia la diffusione degli Istituti Confucio è iniziata da Napoli, in collaborazione con la prestigiosa Università L’Orientale. Nel mondo gli Istituti – a partire dal primo, fondato a Tashkent nell’Uzbekistan nel 2004 – sono ormai molti e sono di emanazione di Hanban, che è Ufficio nazionale per l’insegnamento del cinese come lingua straniera: un nome che sembrerebbe assimilare questa organizzazione a quelle che in Germania appunto promuovono nel mondo i Goethe Institut e in Francia le sedi dell’Alliance Française, Spagna ecc. Ma il paragone è ingannevole: il Goethe o l’Alliance Française sono sostenuti dai rispettivi governi, ma sono indipendenti, mentre l’Hanban è parte integrante della macchina governativa cinese. Dubbi su spionaggio e servizi segreti sono legittimi e la verità è che la questione del Covid nato appunto in Cina e segretamente protetto da informazioni quasi inesistenti e da sospette missioni cinesi nei nostri ospedali con accesso disinvolto a dati sensibili, e ora la polmonite pediatrica che sta colpendo in misura massiccia i piccoli cinesi e della quale ancora ben poco conosciamo, ci consente di avere particolare attenzione ai rapporti con questa potenza mondiale con la quale abbiamo sicuramente necessità di dialogare e scambiare la nostra eccellenza peraltro straordinariamente riconosciuta a livello mondiale ,senza essere schiacciati . Il ministro Annamaria Bernini saprà tenere l’equilibrio e la saggezza istituzionale che serve.
Ancora quante Giulia?
Alessandra Servidori
Ma diciamoci la verità …. Parole come pallottole ,ancora violenza ….
Il feroce massacro della giovane Giulia da parte del coetaneo Filippo che l’avvocato della sua famiglia definisce “buono” e da una infausto commento sul corrierone su Elena sorella di Giulia “la ragazza grande della famiglia Cecchettin più ribelle” sono lo strascico già visto e vissuto di una cultura priva di pietà e rispetto per una tragedia ripetuta. Per giorni abbiamo seguito con angoscia questa tragica storia che ben presto, sarà usata e tramutata in un telefilm,in un talk urlato tra gente che vuole apparire ma che non è altro che la fotografia infame della nostra società priva di valori. In molti hanno riportato su fb i nomi delle ultime donne trucidate e alcuni commenti ridicolmente offensivi e cinici di fanatici ignoranti. Poi ancora gli annunci della politica : vogliamoci bene dopo offese reciproche e irripetibili nelle piazze contro il popolo ebraico rincorso da moderni nazisti, l’occupazione delle università contro Israele o strumentalizzata dai silenzi di troppi rettori tutti presi dall’affanno di vincere l’occupazione elettorale della Crui per la Presidenza nazionale e ancora la politica che non difende le persone fragili come gli anziani togliendo le risorse , le persone disabili distraendo i fondi verso un progetto fantasma di case della salute senza personale ospedaliero, e anche sempre le donne offese nell’anima e nel corpo. Dicono di inasprire e le pene contro i maschi barbari , di fare educazione nelle scuole ma è sempre troppo tardi .Sono anni che la violenza incombe in ogni luogo della società incivile : tra i banchi, sul lavoro senza regole, tra giovani e tra adulti e le donne sono le più colpite . Ha fatto breccia il film della Cortellesi che ha saputo mettere in bianco e nero una realtà ancora lì che bolle : alle femmine le madri ancora adesso ( troppe) augurano di fare un buon matrimonio e magari sì, trovare un part time, avere tanti figli maschi; ai maschi non si insegna il valore del rispetto per la maternità dunque della madre, sorella, moglie ,compagna. Sono illuminati e rari i genitori che si impegnano , anzi dovremmo veramente, come priorità, insegnare dalla scuola materna , insieme alla famiglia distratta, alle scuole superiori cosa significa il bene condiviso di un rapporto tra genitori e figli incardinato sul rispetto e aiuto reciproco di alcuni valori essenziali. Invece no la cd “buona scuola “ ha introdotto malamente l’educazione fai da te di genere tutta piegata sull’omosessualità e sulla violenza di un genere ambiguo a senso unico , con incompetenza ideologia, presunzione agita sui bambini con un silenzio assordante delle famiglie .Solo ora finalmente il cardinale Zuppi ha dichiarato che i preti pedofili devono stare fuori dalla Chiesa. L’agonia di Giulia è slogan e titoli che invadono giornali televisioni che trattano la gelosia morbosa cattiva come un alibi ancora consolidato tra maschi giovani e grandi ,ossessivi,e una giustizia ancora troppo blanda in mano spesso a giudici( anche donne) che minimizzano la violenza sulle vittime, donne a cui per una legge assurda come la legge 54 che dà la possibilità di togliere alle madri vittime di cattiveria paterna i figli,luoghi di lavoro dove il mobber ha spesso i pantaloni, aule universitarie dove le studentesse molto più brave degli studenti, si laureano in meno tempo ma faticano a trovare lavoro. Tutto questo è violenza e sub cultura :bisogna cambiare registro , ritrovare il desiderio di costruire una società normale che ha forza e coraggio per consegnare a chi verrà e chi c’è già come vivere in una armonia di base che ci fa riconoscere il più possibile il bene dall’immondizia del male.
Confindustria Vicenza : parliamo di rimodulazioni degli orari di lavoro
CONFINDUSTRIA VICENZA- venerdi 10-11-2023
Attrattività e modelli organizzativi, tra flessibilità e rimodulazione oraria: e la produttività?
Evento sulla rimodulazione dell’orario di lavoro che coniughi l'efficientamento della produttività con l'inclusione e la motivazione dei collaboratori
Flessibilità dell’orario e riduzione della settimana lavorativa: i nuovi modelli organizzativi contrattuali deprimono o incrementano la produttività aziendale?
Per cercare una risposta a questa domanda Confindustria Vicenza, in collaborazione con GI Group e con AIDP - Associazione Italiana Direzione del Personale del Veneto/Friuli-Venezia Giulia, organizza un appuntamento per approfondire la possibilità di avviare, da parte delle imprese italiane, anche mutuando analoghe esperienze avviate in altri paesi europei, forme di rimodulazione dell’orario di lavoro che possano coniugare il mantenimento e/o efficientamento della produttività aziendale con l’inclusione e la motivazione dei collaboratori, nella logica di bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro
Il programma, dopo i saluti introduttivi di Andrea Crisci, Responsabile Area Lavoro, Previdenza ed Education di Confindustria Vicenza, prevede i seguenti interventi:
La rimodulazione dell’orario di lavoro negli altri paesi Europei
Patrizio Bernardo - Avvocato Partner di Studio Legale Delfino Willkie Farr & Gallagher
Le esperienze aziendali: Enrico Rava - Regional Business Manager di GI Group-Flavio Mares - AD di IMAP di Sedico (BL)
- Luca Nascimben - People Director di Rigoni di Asiago
Tavola rotonda: Riduzione degli orari di lavoro, opportunità o aggravio per le imprese?
- Ilaria Agosta - Presidente AIDP Veneto e Friuli-Venezia Giulia
- Roberto Benaglia - Segretario Nazionale FIM-CISL
- Martina Gianecchini - Professoressa Ordinaria di Gestione delle risorse umane Università di Padova
- Alessandra Servidori - già Consigliera Nazionale di Parità e Docente universitaria Politiche del Lavoro
Modera Stefano Pozzi HR Interim Manager
L’incontro si terrà venerdì 10 novembre 2023, dalle 16.00 alle 18.00, presso la sede di Palazzo Bonin-Longare (Corso Palladio 13 - Vicenza).
La partecipazione è solo in presenza, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Per effettuare l'iscrizione: compilare il modulo online.
Per ulteriori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Legge finanziaria 2024 : fare chiarezza
Alessandra
Aumentare le risorse per la famiglia e dunque per i figli attraverso una manovra di bilancio che allarga la platea dei beneficiari di una misura porta sempre consenso, farlo per l'assegno per i figli ancor di più. Cosa dice però il testo: con il comma 1 dell'articolo 38 della Legge di bilancio 2024 si fissa una sorta di franchigia fino a 50mila euro, che significa che se possiedi fino a quella sommetta in Titoli di Stato, o buoni postali, questi non concorrono a formare il patrimonio mobiliare ai fini ISEE, (articolo 5 comma 4, lettera b) del DPCM 159/2013). Infatti, il valore del patrimonio mobiliare, insieme a quello immobiliare, incidono sul calcolo dell’ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente), che serve a misurare il livello economico di un nucleo familiare. L’ISEE appare fondamentale per poter accedere a determinati bonus o incentivi statali.Il comma 2 del medesimo articolo 38, in sostanza dice che per attuare il beneficio si deve aggiornare il dpcm 159/2013, quindi fino ad allora non se ne farà niente, ma non viene fissato un termine temporale per farlo (sembra una norma di delega, in quanto non di immediata attuazione, ma non lo è perché le norme di delega sono vietate in legge di bilancio). Il comma 3 sempre dell’art 38 dice che gli effetti prodotti ci costano 44 milioni. Quindi speriamo che sia prontamente modificato il dpcm 159/13 così da non far fare la fine dei 350 milioni del fondo per le disabilità anche ai 44 milioni dell'assegno universale.E c’è un ma: l'erogazione dei benefici legati all'ISEE, ad una platea più ampia, che vi può cosí accedere grazie ad uno sconto sul patrimonio mobiliare fino 50mila euro, che nel solo caso dell'assegno per i figli (ma il comma 1 citato non lo vincola solo per questo fine e quindi gli effetti sarebbero più ampi se riferiti alle altre misure soggette a limiti Isee) richiede appunto una copertura maggiore di 44 milioni, che vengono aumentati con il comma 3 dell'Articolo 38. In questo caso si riuscirà a legare l’ assegno per i figli alla franchigia concessa, e non lasciare spazio ad altro? Dubbio che assale perchè sono tantissime le misure che vengono erogate sulla base dell'ISEE anche alle persone con disabilità sempre leggendo attentamente il Testo bollinato,e ci si domanda se, posto che il comma 1, art. 38, sopra richiamato non appare specificatamente limitato all'Assegno unico e universale per i figli a carico, anzi dal titolo dell'articolo la disposizione sembra essere una norma a carattere generale quindi capace di produrre effetti sulle tantissime misure che vengono erogate sulla base dell'ISEE, ci si sarebbe aspettati che per effetto dei commi 1 e 2, non venisse solo indicato quanto al comma 3 che incrementa i famosi 44 milioni per la famiglia, ma anche - per conseguenza logica - che fossero indicati tutti quei fondi a copertura di altre misure legate all'Isee, o quanto meno si rinviasse ad un allegato contenente un lungo elenco di misure soggette ad Isee, incluse o escluse dall'agevolazione (solo per fare alcuni esempi l'art. 35 per asili nido ecc, l’art 61 per l', erogazione di Borse di studio per l’Erasmus italiano, che al comma tre disciplina, con futuro decreto del Ministro, l'accesso al beneficio e per l’erogazione delle borse di studio, nonché il valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) necessario. Questo ragionamento in buona sostanza e almeno riferito agli articoli 35 e 61 unici a citare l’isee sarebbe corretto precisassero o che le somme stanziate tengono conto delle somme dell’art 38 o che no non ne tengano conto perché la misura non si applica. Questo per evitare confusione.O dobbiamo pensare che il miracolo dei pani e dei pesci si ripeta con sempre quei 44 milioni ? Attendiamo speranzosi un po’ di chiarimenti.Poi strada facendo ci diletteremo ad esaminare altri articoli della finanziaria 2024 perché studiare e a fondo è un esercizio importa
Ultima riflessione sulla settimana europea prevenzione salute e sicurezza sul lavoro
Alessandra Servidori
Rimaniamo sulla valutazione dei rischi
Occorre delimitare meglio l’ambito della collaborazione del Medico Competente alla VdR, per coordinare le diverse disposizioni del TUSSL con cui la nuova norma si va ad intersecare.
L’art.29, c.1, TUSSL vincola il DdL a valutare i rischi ed elaborare il DVR “in collaborazione con il RSPP e con il MC nei casi di cui all’art.41”, cui si aggiunge ora la nuova ipotesi – sia pure in modo implicito, perché il punto non è stato modificato. Diversamente, si dovrebbe concludere che in questo caso il MC non abbia alcun obbligo di collaborazione – conclusione che, oltre a non essere sostenuta dal TUSSL, delineerebbe una nuova figura: un MC «a responsabilità limitata». La discrasia appena sottolineata è innegabile.
Il precetto di collaborazione non può essere eluso dal DdL pre-confezionando una VdR, ed un DVR, cui il MC debba aderire passivamente (es. per mera «presa visione»), men che meno sulla necessità di sorveglianza sanitaria, che – vedremo – è propriamente un “insieme di atti medici”.
L’obbligo di collaborazione del MC (nel senso della parallela disposizione dell’art.25, c.1, lett.a) è stato così delimitato dalla Commissione Interpelli, per la quale va inteso “inteso in maniera attiva; in sintesi il medico competente, prima di redigere il protocollo sanitario deve avere una conoscenza dei rischi presenti e […] collaborare alla valutazione dei rischi. Qualora il medico competente sia nominato dopo la redazione della valutazione dei rischi, subentrando ad un altro medico competente, deve provvedere ad una rivisitazione della valutazione stessa previa acquisizione delle necessarie informazioni da parte del datore di lavoro e previa presa visione dei luoghi di lavoro, per gli aspetti di competenza. L’eventuale mancata collaborazione del medico competente può essere oggetto di accertamento da parte dell’organo di vigilanza”. Il DdL “deve richiedere la collaborazione […] sin dall’inizio del processo valutativo, a partire dalla scelta dei metodi da adottare […]”[2].
Sull’obbligo si è pronunciata anche la Suprema Corte affermando che il MC “[…] assume elementi di valutazione non soltanto dalle informazioni che devono essere fornite dal datore di lavoro, quali quelle di cui all’art.18, c.2, ma anche da quelle che può e deve direttamente acquisire dì sua iniziativa, ad esempio in occasione delle visite agli ambienti di lavoro di cui all’art.25, lettera I) o perché fornitegli direttamente dai lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria o da altri soggetti”. Tale obbligo, dunque, percorre due distinte traiettorie: l’una ad impulso del DdL (in assenza del quale il MC si trova in una situazione difficile, ma incolpevole); l’altra di iniziativa, che si basa su informazioni acquisite autonomamente, di cui deve rendere partecipe il DdL, se non vuole versare in colpa.
Possiamo concludere che la rivalutazione dei rischi ad opera del MC appena nominato ex art.14 è un atto non solo opportuno, ma assolutamente dovuto – un’altra ipotesi di “comma 22”.
Ma cos’è la sorveglianza sanitaria? Un contributo chiarificatore giunge dalla definizione (art.2, c.1, lett.m, TUSSL), come “insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa”.
Si scopriamo trattarsi di un’attività di competenza medica, su cui parrebbe ragionevole dovesse, da ultimo, decidere il MC, e non altri (DdL – RSPP): sarebbe quanto mai curioso che questi fosse coinvolto solo a valle della decisione, potendosi trovare così nella condizione di dover provvedere alla sorveglianza sanitaria, non potendo tuttavia individuare alcun “atto medico” appropriato. In tal caso il MC dovrebbe effettuare… cosa?
Ulteriori spunti si rinvengono all’art.25, c.1, lett.b), che stabilisce come il MC “programma ed effettua la sorveglianza sanitaria di cui all’art.41 attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici e tenendo in considerazione gli indirizzi scientifici più avanzati”. Ancora una volta appare singolare che non rientri nella programmazione della sorveglianza sanitaria proprio la decisione sulla sua necessità, riducendone il senso alla mera calendarizzazione.
Il successivo art.41 definisce contenuti e modalità di attuazione della sorveglianza sanitaria.
Riconosciamo così tre indizi che potranno contribuire a una proposta di soluzione:
1) la sorveglianza sanitaria è un insieme di atti medici per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori;
2) il MC deve tenere conto degli indirizzi scientifici più avanzati;
3) il MC, più che altre figure con differenti percorsi formativi e professionali, è il detentore del sapere pertinente alla decisione.
E dobbiamo rilevare, infine, che l’art.41 resta immodificato, rendendo la novazione potenzialmente inefficace: il c.1, lett.a) recita ancora “nei casi previsti dalla normativa vigente”. Una maggiore precisione poteva giovare, almeno in termini di stile.
Ricostruzione del quadro della sorveglianza sanitaria alla luce della novella Onde evitare di scadere in considerazioni del tutto generiche, è opportuno ricostruire i casi in cui la sorveglianza sanitaria è obbligatoria, ovvero perché consegue alla VdR, individuando ipotesi che potrebbero rientrare nella nuova casistica .
Diverse ipotesi di sorveglianza sanitaria che richiederebbe la nomina del MC.
Obbligatoria
– Movimentazione manuale dei carichi
– Videoterminali
Agenti fisici:
– rumore
– vibrazioni
– radiazioni ottiche artificiali
– campi elettromagnetici
– Agenti chimici pericolosi
– Agenti cancerogeni e mutageni
– Amianto
– Agenti biologici
– Ferite da puntura e taglio
Consentita solo nei casi previsti
Alcoldipendenza[
Tossico-dipendenza
Conseguente alla VdR (esempi)
– Sovraccarico biomeccanico arto superiore
– Posture incongrue
– Lavori in quota
– Lavori in ambienti confinati
– Lavori subacquei
– Microclima “severo”
– Stress lavoro correlato
Ci limitiamo ad approfondire, a titolo esemplificativo, due casi.
Per il sovraccarico biomeccanico sono disponibili documenti ISO[10] ed evidenze scientifiche[11].
Per lo SLC un documento del Coordinamento Tecnico Interregionale[12] ipotizzava la possibilità di sorveglianza sanitaria per individuare sintomi e/o franche patologie (es. disturbo dell’adattamento lavorativo) “quando, al termine dell’intero percorso […] (valutazione preliminare, azioni correttive, valutazione approfondita, ulteriori misure di miglioramento) permane una condizione ineliminabile di stress potenzialmente dannosa”.
Il tema della differenza necessita di un aggiornamento costante. Si rendono pertanto necessarie azioni di informazione e formazione sia per i lavoratori e le lavoratrici che per tutte quelle figure che si occupano di sicurezza sul lavoro. IL T.U. abolisce la neutralità del lavoratore. Il lavoratore non è un concetto astratto ma è un individuo ben definito, di età, genere, nazionalità, .. diverse e di questo una valutazione dei rischi, compresi quelli connessi allo stress lavoro-correlato, per essere effettuata in modo adeguato deve tenere conto. Anche se è in forte aumento il numero delle donne occupate il mondo del lavoro è declinato al maschile. Finora le problematiche legate alla differenza tra uomini e donne sono state trascurate.
L’attenzione alle lavoratrici era circoscritta alla sola maternità, prevedendo misure di tutela particolare rivolte alle donne in gravidanza e in allattamento di altri aspetti della vita biologica femminile fino ad ora non si era tenuto conto: il ciclo mestruale, la fertilità, la menopausa. Anche l’organizzazione del lavoro, gli spazi, gli orari, gli utensili, le attrezzature sono pensate per un mondo maschile. I dati tossicologici su cui sono stati fissati i limiti di esposizione a sostanze potenzialmente nocive provengono da studi su individui di sesso maschile, quando è provato che uomini e donne rispondono in modo di verso anche quando impiegati nello steso settore. Per quanto riguarda poi i rischi psicosociali e i rischi emergenti le donne sono molo più esposte a sindrome da stress.
Le donne sono costantemente sottoposte a stress da multiruolo, legato al triplo lavoro di professionista madre e casalinga, alla difficoltà di conciliazione, alla insoddisfazione data da un lavoro in cui manca il riconoscimento delle capacità e l’avanzamento di carriera; per non parlare dello stress causato da discriminazione, violenza fisica e psicologica, mobbing. Per tutte queste ragioni le donne si ammalano di più e patologie quali la depressione sono in aumento esponenziale. il cardine centrale è sicuramente rappresentato dall'introduzione della “tipicità” dei lavoratori, nel nuovo modello di valutazione del rischio. Per la prima volta in linea con le priorità del programma europeo, si coniuga la valutazione dei diversi rischi, potenzialmente esistenti in ambiente di lavoro, con le specificità delle lavoratrici e dei lavoratori, tenendo conto delle variabili relative alla tipicità della popolazione lavorativa. Oltre a considerare la componente “età” delle lavoratrici e dei lavoratori, il nuovo articolato legislativo prevede che si consideri le potenziali influenze dello “stress lavoro correlato”, della “provenienza da altri Paesi” e della “differenza di genere”. L'introduzione esplicita della componente relativa alla “differenza di genere”, rappresenta sicuramente una spinta di grande valore non solo sul piano culturale, ma senza dubbio per la ricerca e gli studi sul tema. Divenendo un obbligo specifico il tener conto dell'influenza della componente di genere nell’analisi e valutazione dei rischi, le diverse discipline scientifiche devono intensificare le ricerche e gli studi, giungendo ad integrare, sviluppare ed aggiornare le informazioni e i dati limitati a disposizione.
L'attenzione utilizzata dal legislatore nel richiamare puntualmente nella valutazione dei rischi l'ottica della “differenza di genere” – superando la mera attenzione al solo mondo del femminile in ambiente di lavoro per il periodo circoscritto della maternità (riferito al quale se ne conferma, comunque, nel nuovo testo legislativo la piena tutela) – non solo pone in evidenza e concretezza la valorizzazione e specificità, in ambiente di lavoro, dei due sessi durante tutto l'arco della vita lavorativa, ma rafforza di riflesso anche un'attenzione alla tutela specifica del genere maschile che, sotto l'insegna della prevenzione a carattere “neutro” è andata perdendosi negli anni, rischiando una sotto-valutazione in alcuni casi anche potenzialmente generatrice di specifici rischi per la salute e sicurezza sul lavoro, ma senza dubbio sul piano degli studi e della ricerca di forme nuove e sempre più adeguate di tutela.
Le conoscenze in nostro possesso ci permettono già di poter attuare una adeguata e puntuale analisi dei rischi in ciascun ambito lavorativo che vada a garantire un significativo livello di protezione psico-fisica delle lavoratrici, per tutto l’arco della loro vita lavorativa, che garantendo la piena tutela, tenda al raggiungimento di uno stato di benessere sul luogo di lavoro. Pur conoscendo le cause scatenanti le condizioni di disturbo e danno in ambito lavorativo, è comunque ancora oggi più diffusa la conoscenza delle patologie che delle fonti di rischio, per una disattenzione all’analisi e valutazione dei rischi accurata e specifica per genere, e una carente e poco diffusa attività informativa volta al promuovere, un’azione costante di auto-tutela e prevenzione da parte delle stesse lavoratrici e lavoratori nei riguardi delle fonti di rischio. Tra le più frequenti patologie oggi sofferte si registrano: la sindrome del tunnel carpale; la tendinite; l’epicondiliti (dolore al gomito); le periartriti, gli avvelenamenti da sostanze chimiche, i danni da agenti cancerogeni e le lesioni dorso-lombari. Sul piano regolamentare, una risposta significativa e grande rilevanza merita la novità introdotta dal legislatore con il d.lgs.81/2008, nell'aver previsto che il processo di valutazione dei rischi debba obbligatoriamente tenere conto di diversi elementi legati alla tipicità dei soggetti tra cui, in particolare, le specificità rappresentate dalla differenze di genere.
Tale valutazione è mirata a cogliere le fonti di rischio ambientale di lavoro,rumore,agenti chimici, biologici, movimentazioni di carichi, videoterminali, vibrazioni, ma anche la relazione tra il tipo di lavoro, l’ambiente in cui si svolge e le caratteristiche tipiche delle lavoratrici e dei lavoratori presenti nelle diverse popolazioni lavorative, tenendo conto di cinque fondamentali fattori : età, genere, stress lavoro-correlato,provenienza da altri paesi, tipologia contrattuale La vera sfida che si è aperta è quella di rendere tutte queste innovazioni di garanzia, reali interventi posti in essere in tutte le realtà lavorative a tutela di ogni lavoratrice e lavoratore senza alcuna distinzione, ritardo o, mancanza di valutazione
Il reale oggetto della prevenzione, ciò che deve essere scongiurato attraverso la VdR e le misure conseguentemente stabilite, è il danno alla salute, così che non abbia a manifestarsi, o se ne riduca al minimo la probabilità: per gli infortuni il caso più evidente sono le lesioni (/morte) per caduta dall’alto; per le tecnopatie si possono indicare come esempio le malattie da sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore.
Diversamente ci si troverebbe sul terreno dei reati di evento (artt. 589 e 590 c.p.), che rappresentano il fallimento della prevenzione, secondo il modello giurisprudenziale dell’evento prevedibile, prevenibile ed evitabile in concreto (da quel determinato agente, o garante)[13]; ed infatti nel processo penale il ragionamento muove dall’evento in concreto, che non sempre la VdR ha considerato e formalizzato nel DVR. Sarà allora proprio il criterio dell’individuazione dei danni il primum movens per l’attivazione della sorveglianza sanitaria nei rischi “non normati”.
Il secondo criterio è probabilistico, organico al concetto di rischio: non si deve trattare di ipotesi remote, meramente eventuali, ma la probabilità di concretizzazione del rischio deve essere apprezzabile (anche senza puntuale quantificazione); in altre parole, secondo l’evidenza scientifica o l’esperienza in quel contesto (o altri simili) si verificano infortuni o tecnopatie di tale specie.
Altro criterio, che siano caratterizzate condizioni di cui il lavoratore potrebbe essere portatore, persino a sua insaputa, che aumentano la probabilità che l’evento dannoso si realizzi: si pensi ai disturbi dell’equilibrio per i lavori in quota. La diagnosi non può implicare l’esecuzione di esami complessi da parte del MC, fatta salva la possibilità di ricorrere a consulenze ed accertamenti specialistici.
Nel caso potrebbe essere proposto come buona pratica il richiamo ai documenti nel DVR, a giustificazione della “necessità”; a maggior ragione, in assenza di documenti specifici sarà necessario dettagliare finalità e metodi della sorveglianza sanitaria che si intende attivare .
Il mondo del lavoro è in costante mutamento, le innovazioni e gli sviluppi tecnologici sono stati e sono tuttora fattori chiave del cambiamento delle professioni e delle mansioni lavorative, lo sviluppo delle tecnologie ha favorito un enorme aumento della disponibilità e delle applicazioni basate sull’IA.Inoltre, la comparsa e il rapido sviluppo di nuove tecnologie, come i sistemi robotici in grado di interagire strettamente con gli esseri umani, hanno comportato la ripresa del dibattito sulle potenzialità di automazione di professioni e mansioni e sulle loro conseguenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro.Ciò nonostante, i sistemi basati sull’IA e la robotica avanzata potrebbero determinare un cambiamento qualitativo delle opportunità e delle sfide in questo ambito o addirittura dar luogo a rischi completamente nuovi.La gamma dei tipi di robot si è ampliata e le nuove tecnologie hanno consentito di creare tipi di robot collaborativi e intelligenti, i cosiddetti cobot, che diventeranno una presenza familiare negli ambienti di lavoro, poiché sensori altamente sviluppati consentono la collaborazione tra persone e robot.La robotica ci consente di evitare che i lavoratori si trovino in situazioni pericolose, di migliorare la qualità del lavoro affidando compiti ripetitivi a macchine veloci, accurate e instancabili e agevolare l’accesso al lavoro di molte persone che ne sono attualmente escluse, per esempio aiutando i disabili o i lavoratori anziani sul luogo di lavoro.
Tuttavia, il numero crescente di robot mobili e intelligenti negli ambienti lavorativi può aumentare il rischio di incidenti, poiché il contatto diretto con i robot o le apparecchiature utilizzate da questi ultimi potrebbero causare lesioni.Malgrado gli sforzi compiuti per tenere conto di tutti gli scenari possibili nella progettazione, i cobot intelligenti possono comportarsi in modo imprevisto, poiché apprendono costantemente.I lavoratori che devono adeguarsi al ritmo e al livello di lavoro di un cobot intelligente potrebbero trovarsi pesantemente sotto pressione, con possibili effetti negativi per la loro sicurezza e la loro salute.
La sicurezza sul lavoro Ue seconda giornata di informazione
Alessandra Servidori Seconda scheda informativa sicurezza sul lavoro UE
La valutazione del rischio è la pietra angolare dell’approccio europeo alla SSL, i datori d’impiego degli Stati membri sono tenuti a svolgere una valutazione del rischio sul luogo di lavoro che consenta l’individuazione, la valutazione e la gestione dei rischi per la sicurezza e la salute.Tutte le principali parti europee interessate nel settore della salute e sicurezza sul lavoro presentano qualche strategia o iniziativa in merito all’intelligenza artificiale e al suo potenziale impatto sui luoghi di impiego.La maggior parte di esse presenta una qualche forma di requisiti o principi di domanda per l’applicazione di sistemi basati sull’IA, che mostrano somiglianze e valori condivisi. Tali principi sono forniti, ad esempio, dalla Commissione europea, dall’Istituto sindacale europeo, dalla Confederazione europea dei sindacati e dall’accordo quadro delle parti sociali europee sulla digitalizzazione.
Inoltre, sia l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che la Commissione europea richiedono la solidità tecnica e il rispetto dei diritti umani, della diversità e della non discriminazione per i sistemi basati sull’IA.
Se ben gestita, la digitalizzazione può ridurre i rischi professionali e creare nuove opportunità per migliorare le condizioni dei lavoratori: è ciò che l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) si impegna a favorire Il “Decreto Lavoro” (D.L.48/23) ha introdotto varie novazioni al TUSSL; in particolare, l’art.14, c.1, lett.a) ha modificato l’art.18, c.1, lett.a) in tema di VdR, che attualmente recita (in grassetto la novella): “Il datore di lavoro (…) e i dirigenti (…) devono: a) nominare il medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal presente decreto legislativo e qualora richiesto dalla valutazione dei rischi di cui all’articolo 28”.(1)
Si intende così ampliare la copertura della sorveglianza sanitaria, sia pure con un percorso testuale accidentato, che richiede non poche contorsioni per tentare di ricondurlo a sintesi con il complesso delle norme vigenti: la novella disciplina espressamente il caso in cui il MC non fosse stato precedentemente nominato, in assenza di rischi “normati”. La relazione governativa allegata al D.L. afferma: “La lettera a) introduce l’obbligo di nominare il medico competente ogniqualvolta la valutazione dei rischi ne suggerisca la presenza”.
Tale orientamento ritorna nel documento del centro studi di Senato e Camera: “La novella […] amplia i casi in cui il datore di lavoro o il dirigente è obbligato alla nomina del medico competente […]; si introduce infatti la fattispecie della richiesta della medesima nomina da parte del documento di valutazione dei rischi, fattispecie che si aggiunge alle ipotesi in cui sia richiesta dalla disciplina la sorveglianza sanitaria (la quale presuppone la nomina del medico)”.
L’obbligo sussiste pertanto in funzione di due categorie di rischi:
a) “normati” – con esplicita previsione di sorveglianza sanitaria;
b) “valutati” – con indicazione cogente (“richiesta”), in assenza di previsione normativa.
43esima settimana UE-OSAHA- salutee sicurezza sul lavoro
Alessandra Servidori
L’agenzia Europea per la salute e sicurezza sul lavoro (SSL) EU-OSAHA ha lanciato la 43 esima campagna europea quest’anno dedicata all’era digitale dal23 ottobre al 28. Oggi 23 ottobre fino al 28 per tutta la settimana sul sito www.tutteperItalia.it approfondimenti di temi fondamentali ai fini della formazione e informazione.
Da assistenti virtuali e app per dipendenti a soluzioni di automazione, l’integrazione della tecnologia digitale sta cambiando ovunque i luoghi di lavoro. La digitalizzazione incide sulla nostra vita quotidiana, sulla società e sul mondo del lavoro. La tecnologia digitale offre maggiori opportunità ai lavoratori e ai datori di lavoro in molti luoghi di lavoro e in tutti i settori, ma presenta anche maggiori sfide e rischi in termini di sicurezza e salute. È importante andare oltre i bit e i byte e mettere le persone al centro della digitalizzazione dell’economia. Se progettate, attuate, gestite e utilizzate in linea con l’approccio antropocentrico, le tecnologie digitali saranno sicure e produttive. Tuttavia, poiché l’uso delle tecnologie digitali sul lavoro è in aumento e il loro impatto sul lavoro e sui luoghi di lavoro non è ancora pienamente compreso, è importante sensibilizzare a come perfezionare le strategie che promuovono e proteggono la sicurezza e la salute dei lavoratori. Questo è il fulcro della campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri 2023-2025 dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) — Sicurezza e salute sul lavoro nell’era digitale. L’obiettivo della campagna 2023-2025 è di favorire la collaborazione ai fini di una trasformazione digitale del lavoro sicura e produttiva. Un modo per affrontare tale percorso risiede in una pianificazione strategica basata su cinque obiettivi principali. 1. Sensibilizzare in merito all’importanza, alla pertinenza e alle implicazioni per la sicurezza e la salute sul lavoro (SSL) della trasformazione digitale del lavoro, compresa la giustificazione economica sulla scorta di fatti e cifre. 2. Aumentare la consapevolezza e la conoscenza pratica di tutti in tutti i settori, tipi di luoghi di lavoro e gruppi specifici di lavoratori (ad esempio donne, migranti) in merito a un uso sicuro e produttivo delle tecnologie digitali sul lavoro. 3. Migliorare la conoscenza dei rischi nuovi ed emergenti e delle opportunità connessi alla trasformazione digitale del lavoro. 4. Promuovere la valutazione dei rischi e una gestione proattiva, sotto il profilo della salute e della sicurezza, della trasformazione digitale del lavoro fornendo accesso a risorse pertinenti (ad esempio buone pratiche, liste di controllo, strumenti e orientamenti). 5. Riunire le parti interessate per facilitare lo scambio di informazioni, conoscenze e buone pratiche, oltre a favorire la collaborazione per una trasformazione digitale del lavoro sicura e produttiva. Finalizzata a rafforzare la cultura della prevenzione a tutti i livelli, la campagna è in linea con l’approccio «Visione zero» della Commissione europea per eliminare i decessi correlati al lavoro, una priorità chiave del quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027, e con gli obiettivi della strategia digitale europea. Cinque ambiti prioritari sono alla base della campagna 2023-2025: • lavoro su piattaforma digitale, • automazione dei compiti, • lavoro da remoto e ibrido, • gestione dei lavoratori tramite l’intelligenza artificiale (IA), • sistemi digitali intelligenti. Alla luce delle tante sfide associate alla trasformazione digitale, è importante fare affidamento su una ricerca solida che aiuti a orientarsi nella pratica. Ciò comprende le conclusioni e le risorse della panoramica della SSL sulla digitalizzazione 2020-2023 e ingloba altresì le ricerche dell’EU-OSHA in altri ambiti, quali gli studi di previsione e la panoramica della SSL sul miglioramento della conformità. Una priorità trasversale della campagna 2023-2025 è di prendere in considerazione la dimensione di genere e l’impatto della digitalizzazione sulla diversità della forza lavoro e sui gruppi di lavoratori vulnerabili. La campagna si concentrerà inoltre sul personale impiegato con modalità di lavoro flessibili, che lavora al di fuori dei locali del datore di lavoro, che è in contatto con i clienti o vi si reca in visita, o che lavora in sedi decentrate (ad esempio lavoratori a distanza, lavoratori su piattaforma). La campagna approfondirà inoltre le esperienze delle imprese e delle organizzazioni di tutta Europa. Condividendo e promuovendo le buone pratiche, contribuirà ad aumentare la collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro per prevenire i rischi connessi all’uso delle tecnologie digitali sul luogo di lavoro. Nel complesso, la campagna 2023-2025 rappresenta un’opportunità per collocare la SSL nel più ampio dibattito politico relativo alla digitalizzazione. In quanto tale, si rivolgerà anche ai decisori politici che sono responsabili della legislazione, delle strategie e delle azioni. L’obiettivo sarà quello di incoraggiare il dibattito sull’introduzione di norme, orientamenti, campagne di sensibilizzazione, sovvenzioni e finanziamenti pertinenti, nonché lo sviluppo di nuovi servizi e prodotti.
Due buone ragioni per essere solidali con Giorgia Meloni
Alessandra Servidori
Esprimo solidarietà a Giorgia Meloni prima di tutto come Presidente del Consiglio dei Ministri che sta svolgendo un ruolo delicatissimo in ambito nazionale e internazionale e si muove con prudenza in una situazione di guerra in Ucraina e in Israele che ci coinvolge direttamente : Meloni afferma con coerenza che difendere queste due nazioni è nel nostro interesse e con la consapevolezza che si accendono nuove tensioni sui mercati, in particolare quello energetico. Lo scontro coinvolge, anche se indirettamente, due dei maggiori esportatori di petrolio del pianeta: l’Arabia Saudita, che produce circa il 15% dell’export mondiale di petrolio, e l’Iran, che oggi è solo il quattordicesimo maggiore esportatore. Le quotazioni del petrolio sono già balzate del 5% nelle prime ore di scambi dopo l’inizio del conflitto, tornando verso i 90 dollari al barile. Una nuova fiammata dei prezzi dell’energia, capace di ridare slancio anche all’inflazione, rappresenta una minaccia pesante per un’economia globale che vive già una fase di crescita piuttosto debole. Dunque noi italiani ne abbiamo di buoni motivi per avere delle preoccupazioni. Ma si sa che in queste ultime ore nonostante le immagini dell’obbrobrio che si sta consumando le espressioni più volgari le ho trovate su quei dannatissimi social che hanno sostituito il bene comune della ragione. Che pare non esserci più, finanche le vicende private sono buttate nell’orinatoio della giornata quotidiana e si trascinano per ore e ore infamando anche la politica con le parole più grevi. Sono solidale con Meloni e non discuto le ragioni profonde che portano due persone a prendere strade diverse: ognuno ha diritto di vivere la propria vita sentimentale come vuole. In questo caso si tratta della Premier, e quindi ogni comunicazione privata diventa pubblica. Una Premier che da sempre ribadisce i valori della «famiglia tradizionale», insieme alla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. Ma spesso le famiglie, come fotografa l'Istat, si rompono, e lasciarsi,è doloroso per noi adulti e per i nostri figli e mettere al mondo una creatura non significa avere un modello unico di famiglia ma sapere che l’interesse dei figli è sempre e comunque da privilegiare.Le parole di Giorgia Meloni di fronte all’aggressione e la volontà di ferirla dopo ripetuti triviali inciampi del partner, meritano rispetto.
Pres. Meloni : un pò di coraggio per le donne nella legge di bilancio
Alessandra Servidori
Sì vabbè,la legge finanziaria del Governo Meloni fa quel che può e però…… sulla pelle delle italiane……brucia ancora e sempre il fiato corto. Il tasso di occupazione femminile in Italia è 51,1% (quasi 65% nella media UE; 69,2% tra gli uomini italiani), le donne guadagnano meno degli uomini, soprattutto nelle fasce più alte della distribuzione salariale, mettiamo al mondo sempre meno figli e tra le madri occupate, a 15 anni dalla nascita la retribuzione annua è circa la metà di quella delle donne senza figli, e la legge di bilancio per il 2024 fa un passo avanti di lato perché come sappiamo le risorse per l’introduzione di una super deduzione sul costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato fino al 130% mamme, under 30, percettori del reddito di cittadinanza e persone con invalidità; per il welfare aziendale si portano strutturalmente i fringe benefit a 2.000 euro per i lavoratori con figli e 1.000 euro per gli altri lavoratori. In prospettiva di conciliazione vita-lavoro si rafforza di un mese il congedo parentale e si aumenta il fondo asili nido.Si prevede poi una decontribuzione per le madri con almeno due figli fino ai 10 anni del più piccolo se i figli sono due, 18 se sono tre.Noi sappiamo però che abbiamo bisogno di una riforma complessiva e strutturale per le italiane e non fragili passettini sempre incerti di anno in anno,perché il lavoro femminile può risollevare la nostra economia : se si aumentasse il tasso di occupazione femminile, che nel 2021 era il 49,4%, fino a portarlo ai livelli di quello maschile (il 67,1%), il Pil potrebbe salire di circa il 12,4%, secondo i dati McKinsey Global. Dobbiamo appianare le differenze all’ingresso nel mercato del lavoro ,orientare le scelte dei percorsi di studio,facilitare la vita-lavoro potenziando i servizi di cura per infanzia e disabili ,riequilibrando il sistema dei congedi incentivandone l’utilizzo da parte dei padri . E poi ancora potenziare i servizi di cura per l’infanzia,migliorando il disegno dei trasferimenti alle famiglie in modo da rimuovere alcuni disincentivi impliciti all’offerta di lavoro femminile, sostenere e favorire la presenza femminile nelle posizioni professionali di vertice con politiche aziendali che favoriscano orari di lavoro flessibili per il bilanciamento dell’attività, e ancora strumenti per accrescere la trasparenza sulle scelte e politiche aziendali con una organizzazione del lavoro che sostenga discriminazione positiva anche a livelli manageriali intermedi. UN PO’ DI CORAGGIO NO????