Finanza UE : svegliamoci !!!
ALESSANDRA SERVIDORI FINANZA UE :svegliamoci
RIUNIONE BCE I parametri chiave sui livelli patrimoniali e sui dati di bilancio, combinati con una gestione sana e una vigilanza efficace, restano gli strumenti principali da utilizzare di fronte al quadro di continui cambiamenti del sistema finanziario, in cui in Europa spicca la forte crescita della finanza non bancaria. Lo ha affermato il 3 settembre la Presidente della Banca centrale europea (BCE) e dello European Systemic Risk Board (ESRB), Christine Lagarde, apertura della conferenza annuale ESRB.
Il mondo è cambiato. Il settore non bancario europeo è cresciuto rapidamente. E ora, in termini relativi, è più grande di quello degli Stati Uniti, corrispondendo a 3,8 volte il PIL rispetto a 3,1 volte negli Usa", ha detto Lagarde. Al tempo stesso le attività delle banche tradizionali sono collegate alla finanza non bancaria e, in maniera crescente, ai nuovi arrivati nel comparto, come le piattaforme Fintech. "Il legame tra le banche e le istituzioni finanziarie non bancarie è arrivato al punto in cui la vecchia distinzione concettuale non è più uno strumento utile", ha proseguito. Per questo, per discernere quello che accade nella finanza rispetto alla complessità dei nuovi fattori e operatori presenti bisogna utilizzare due strumenti ampiamente sperimentati. Il primo è che per quanto possano sembrare nuove le attività finanziarie, sono quasi sempre variazioni di funzioni di lunga data come il risparmio, il prestito, l'investire e la condivisione di rischi. E quindi gli strumenti per monitorarle sono quelli dei livelli patrimoniali, dei margini di liquidità, della sicurezza dei dati e delle infrastrutture. La seconda altra costante è rappresentata dalla importanza della adeguatezza della gestione dei rischi e della vigilanza. "Questi principi funzionano meglio quando vengono stabiliti a livello globale", ha rilevato Lagarde. Il Segretario Generale di FeBAF, Pierfrancesco Gaggi – settore bancario internazionale – ha posto l’accento su alcune priorità strategiche condivise a livello europeo e sulle quali la partnership pubblico-privato (PPP) è indispensabile. Tra di esse, la protezione dai rischi catastrofali, con riferimento alla recente normativa italiana che introduce l’obbligo di assicurazione contro calamità naturali per le imprese. «Negli ultimi trent’anni le perdite assicurate sono cresciute nel mondo in termini reali a un tasso medio annuo compreso tra il 5% e il 7%», ha ricordato Gaggi. «Eppure, in Italia, con oltre l’80% degli edifici esposto a rischio sismico o idrogeologico, solo il 6% delle abitazioni e il 5% delle imprese è assicurato». Il Segretario Generale di FeBAF ha quindi auspicato che l’approccio italiano – basato su un bilanciamento tra intervento pubblico e iniziativa privata – possa rappresentare un modello anche per altri ambiti legati al welfare, come pensioni e sanità e più in generale per investimenti in infrastrutture sociali: una parte del risparmio europeo potrebbe essere indirizzata verso investimenti a impatto sociale, in particolare in housing sociale, residenze universitarie e strutture per anziani. «Possiamo attrarre capitali privati verso questi settori se lo Stato riconosce un vantaggio fiscale a fronte di rendimenti di mercato», ha concluso. Gaggi ha toccato anche il tema dell’euro digitale, per le necessità di costruirlo “semplice e funzionale, capace di integrarsi nei servizi esistenti” e di contenere – fin dalla fase progettuale – i costi per gli intermediari: secondo uno studio ABI solo per le banche italiane l’investimento IT iniziale supererebbe gli 880 milioni di euro. La nuova valuta dovrebbe, infine, essere complementare – e non alternativa – rispetto agli strumenti di pagamento già disponibili.
