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Ullalà :pensioni e ancora pensioni DAL SITO PER NOI Pensioni per tutti... Read more
NON MANDATE FARAONE IN VIDEO Se vogliamo una buona scuola ,non mandate in video Faraone! Un consiglio non richiesto  sulla... Read more
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25 Novembre :non bastano più i gesti simbolici   ALESSANDRA SERVIDORI   www.ildiariodellavoro.it  25 novembre giornata internazionale per... Read more
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Vero le elezioni regionali : ebbene sì avanti con il merito e la democrazia Appello a  sostegno di Giuliano Cazzola capolista di +Europa, Pri, Psi per Bonaccini, nelle... Read more
Donne e violenza:Europa in movimento.Italia Immobile QUI EUROPA Donne e violenza, l’Europa in movimento, l’Italia immobile Autore: Alessandra... Read more
A CESENA a parlare di Politiche di Pari opportunità FIDAPA FEDERAZIONE ITALIANA DONNE ARTI PROFESSIONI AFFARI BPW ITALY B.P.W. ITALY-Sezione di... Read more
Buona Pasqua?in verità siamo poco sereni Alessandra Servidori                          Facciamo il punto perché c’è da stare poco... Read more
Giovani,paura,Europa,futuro.Parliamone con loro Alessandra Servidori  Tra i banchi di scuola :  giovani,paura, Europa,il futuro.Parliamone con... Read more
SALARIO MINIMO :ECCO COME STANNO LE COSE IN EUROPA LAVORO Salario minimo, ecco come stanno le cose in Europa Autore: Alessandra Servidori   ... Read more
Le ombrelline:pretesto italiano Alessandra Servidori                                          Pretesto italiano Tre giorni fa a... Read more
Conte, Di Maio, l'ex grande fratello, Arcuri.Arcuri è il demolitore DOC Alessandra Servidori Conte Di Maio l’addetto stampa ex grande fratello e Arcuri. Dei 4 il più... Read more
Politiche per la famiglia e Il Lavoro....   ALESSANDRA SERVIDORI   POLITICHE PER LA FAMIGLIA E  IL LAVORO  www,il sussidiario.net  Siamo... Read more
La Corte dei Conti e i conti che non tornano di una Italia sempre più spendacciona Alessandra Servidori  La Corte dei Conti e i conti che non tornano di una Italia  sempre più... Read more
Profili di tre donne al vero potere Alessandra Servidori                                  Profili di tre donne al vero potere Angela... Read more
la nostra Piattaforma aggiornata 15 Aprile 2020 Alessandra Servidori LA NOSTRA PIATTAFORMA 15 Aprile 2020 n.2  Noi come TutteperItalia sul... Read more
E pensare che si dicono ancora democratici Comunque l’arroganza e l’ignoranza dell’attuale  spezzatino PD sta portando il nostro BELPAESE... Read more
Italia-Bruxellels-Politiche di genere Alessandra Servidori   ITALIA/BRUXELLES : NOTIZIE IMPORTANTI politiche parità di genere  Grazie... Read more
Noi ci siamo.E il Governo? DONNE E LAVORO- www.ildiariodellavoro.net  Proposte (ragionevoli) sui servizi di assistenza... Read more
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C'è sete di armonia e di pace - ITALIA e GRECIA La questione Greca dovrebbe fare calmare il giovane toscano sempre troppo ardito e rapace.... Read more
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DATI ISTAT: cautela ragionata non gufaggine Alessandra Servidori  CARO RENZI sui dati ISTAT cautela ragionata non gufaggine Noi siamo delle... Read more
24 NOVEMBRE UNIMORE per le Pari Opportunità UNIMORE –Dipartimento GIURISPRUDENZA – CENTRO STUDI LAVORI e RIFORME CESLAR   24 novembre:... Read more
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Donne e pensioni una ragionevole proposta

Alessandra Servidori https://www.startmag.it/economia/pensioni-e-donne-riflessioni-e-una-proposta/

 

La popolazione femminile e la situazione previdenziale : una riflessione e una proposta ragionevole

Scientificamente redatto ed esposto il 7° Rapporto sul Bilancio del sistema previdenziale italiano  di Itinerari previdenziali ci consegna  una fotografia dettagliata delle prospettive occupazionali del Paese e  gli andamenti delle gestioni  pensionistiche pubbliche (in termini di entrate contributive e spese per prestazioni previdenziali e assistenziali) e i loro riflessi sulle variabili economiche; dall’altro, in progress sono analizzati i tassi di sostituzione offerti dal sistema pubblico e le conseguenti opportunità di sviluppo per il welfare complementare. In funzione dell’attuale situazione demografica, infine è analizzata la spesa sanitaria e per LTC sia pubblica che privata. Una straordinaria occasione anche per una lettura oggettiva e obiettiva della situazione femminile previdenziale,in occasione di  proposte che continuano a motivare una riforma concreta per sostenere il percorso  discontinuo lavorativo delle donne e una ragionevole modifica del sistema. L’opportunità di una diversa età di pensionamento per uomini e donne viene di norma sostenuta in base alle ragioni - biologiche, culturali e sociali - che impongono alle donne un “doppio lavoro”, in quanto all’occupazione retribuita (quando c’è) aggiungono la maternità e le attività di cura dei familiari e della casa . Quest’ottica di consentire alle donne un pensionamento anticipato rispetto agli uomini potrebbe sembrare una naturale “compensazione”. Diversi fattori rendono tuttavia questa logica non soltanto obsoleta, ma anche potenzialmente dannosa, se si tiene conto del peso crescente che il metodo contributivo avrà nella determinazione dei benefici. Con tale metodo, infatti, la fissazione di una più bassa età di pensionamento potrebbe addirittura portare a uno svantaggio netto per le donne, visto che a carriere lavorative più brevi corrispondono generalmente pensioni più basse; il problema è naturalmente acuito dalla maggiore discontinuità delle carriere femminili. Da una lettura attenta del  7° Rapporto di Itinerari previdenziali pag 102 https://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/eventi/eventi-2019/sesto-rapporto-sul-bilancio-del-sistema-previdenziale-italiano.html ) si ha una conferma indiscutibile della situazione sopra descritta  Tutto ciò non deve però indurre a una ennesima critica del metodo, ma piuttosto al pieno riconoscimento, anche a fini pensionistici, delle attività di cura, così che queste non si riflettano negativamente sul reddito in età anziana. L’accredito di contributi figurativi per tali periodi è quindi da preferirsi al differenziale nell’età di pensionamento, soprattutto se, essendo riconosciuto a entrambi i coniugi, non costringe donne e uomini entro ruoli di genere predefiniti. E, in ogni caso, le donne sono già avvantaggiate, per effetto della loro maggiore longevità, dall’utilizzo - a parità di età di uscita - di coefficienti unisex per la trasformazione in pensione dei contributi accumulati. Più in generale, la flessibilità dell’età pensionabile, già contemplata dalla riforma del 1995, costituisce una via migliore per giungere alla soluzione al problema; naturalmente tale flessibilità deve essere inquadrata in una finestra adeguatamente fissata e accompagnata da aggiustamenti attuariali che evitino di premiare chi esce dal lavoro in età relativamente giovane. Così configurata, essa rappresenta al tempo stesso, uno strumento per incentivare il posticipo del pensionamento e per eliminare rigide attribuzioni di ruoli a uomini e donne. Il problema non deve essere quindi rappresentato dalle “compensazioni” che si possono ottenere a posteriori per gli svantaggi subiti, ma piuttosto dalle diverse condizioni di partecipazione femminile al mercato del lavoro: le donne presentano tassi di partecipazione più bassi di quelli maschili, remunerazioni mediamente inferiori, maggiori interruzioni di carriera. Il metodo contributivo mette giustamente l’accento sul lavoro come fonte di reddito anche nel periodo di pensionamento, ed è in questo ambito che vanno sanate le disparità. Per contro, le compensazioni ottenute con vantaggi ex post, finiscono per perpetuare le disuguaglianze a monte, anziché ridurle. Avendo avuto il privilegio di lavorare anche con Elsa Fornero  e condividendo le sue opinioni anche guardando all’Europa ,la dimensione comunitaria ha d’altronde già imboccato la doppia strada dell’uniformità e della flessibilità. Nei Paesi che già applicano il metodo contributivo - come, ad esempio, la Svezia - la libertà di scelta dell’età di pensionamento è definita per uomini e donne all’interno della medesima finestra: 61-67 anni. Ma anche tra i paesi che ancora adottano le più generose formule retributive (la stessa ancora in vigore nel nostro paese per i lavoratori più anziani), il differenziale di età costituisce più l’eccezione che la norma. Soltanto in quattro paesi – Austria, Belgio, Grecia e Regno Unito – le donne vanno infatti in pensione prima degli uomini, e comunque si tratta di una situazione transitoria, in attesa che le regole ispirate all’uniformità di trattamento siano pienamente in vigore. Le nuove pensioni, anche considerando il futuro ruolo delle previdenza complementare, devono  porre maggiore  libertà individuale; la possibilità di scegliere la propria età di pensionamento, in una fascia di età non diversa da quella applicata agli uomini, costituirebbe un importante elemento di responsabilizzazione, anche nei confronti delle donne. Va respinta  ancora una volta, la logica della compensazione a posteriori di disuguaglianze che non hanno più alcuna ragione di esistere.

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