Lampadina su Medicina di genere Start Mag
Il post di Alessandra Servidori Start Mag 19 Aprile 2 a lampadina su Medicina di genere
Covid e non solo, perché è importante la medicina di genere
La medicina per donne e uomini è diversa: attrezziamoci per il futuro prossimo anche nei rinnovi contrattuali. Ottime pratiche sviluppate nel resto del mondo possono esserci utili. Diamoci una mossa, siamo troppo indietro.
Il National Institutes of Health USA supporta la formazione con corsi on line sulla medicina di genere e la comunità europea aveva lanciato una Strategia per la Salute (Together for Health: A Strategic Approach for the EU 2008-2013) per rispondere a tre grandi sfide: l’invecchiamento della popolazione; le nuove minacce alla salute (cambiamento climatico, bioterrorismo, pandemie); l’utilizzo di nuove tecnologie nei sistemi sanitari — sottolineando nella Strategia per l’Eguaglianza tra Donne e Uomini 2010- 2015 la necessità di intervenire rispetto alle diseguaglianze nella salute e all’accesso alle cure.
Considerando il genere, dunque meglio tardi che mai anche l’Italia si è mossa e ci auguriamo anche oggi che ci sia un passo avanti nell’attività a livello nazionale e internazionale e che richiedono di portare informazione e formazione laddove si progettano i servizi sanitari e le tecnologie biomediche ed in particolare i Dispositivi Medici (DM) e gli studi preclinici e clinici a loro supporto.
La settimana scorsa un gruppo di eccellenti scienziate nostrane hanno pubblicato a loro spese su un importante quotidiano una pagina intera dedicata alle donne italiane spiegando a dovere la differenza tra i vaccini in commercio così superficialmente nominati dalla quotidiana confusione e i pericoli legati ad effetti collaterali soprattutto delle trombosi facendoci comprendere come appaia evidente che l’esperienza Covid-19 imponga anche in questo ambito clinico massima prudenza e necessità di monitoraggio costante del rapporto rischio/beneficio.Da parte dell’Osservatorio ancora nessun accenno alla situazione italiana e dobbiamo augurarci che i 37 esperti si interfaccino con The COVID-19 Sex-Disaggregated Data Tracker, che è il più grande database al mondo di dati disaggregati per sesso sugli esiti di salute del Covid-19. Il tracciamento attualmente raccoglie dati tra donne e uomini su test, casi confermati (anche tra operatori sanitari), ricoveri, ricoveri in terapia intensiva e morti. È anche un tracciamento sulla disponibilità di dati disaggregati per altre caratteristiche sociali e demografiche e di dati riguardanti le comorbidità preesistenti. I dati vengono raccolti direttamente da fonti nazionali ufficiali, compresi i siti web dei ministeri della salute, siti statistici nazionali, registri dei decessi e account dei social media dei governi. Il tracciamento viene aggiornato ogni due settimane.
The Sex, Gender and Covid-19 Project è una partnership con Global Health 50/50. È importante sapere che in questo progetto si stanno analizzando i dati disaggregati per sesso al fine di comprendere il ruolo svolto dal sesso e dal genere nell’epidemia e negli esiti di salute di Covid-19. Lo studio ha anche lo scopo di sostenere approcci efficaci genere-specifici per affrontare la pandemia di Covid-19.Sempre per essere positivi suggeriamo ai 37 componenti dell’Osservatorio appena insediatosi dopo 4 anni di lentezze burocratiche di collaborare ad un innovativo progetto: Gender-related sociocultural differences and COVID-19: what influence on the effects of the pandemic? Epidemiol Prev 2020; 44 Suppl 2:398-399. In questo lavoro gli autori sottolineano l’importanza di potenziare la raccolta e diffusione di dati disaggregati che studino i diversi effetti dell’infezione da SARS-CoV-2 in uomini e donne non solo da un punto di vista biomedico, ma anche sociale, considerando i fattori di rischio associati ai diversi ruoli che uomini e donne ricoprono nella società. Posto che il Covid non sarà un ospite momentaneo ma presumibilmente prenderà casa anche in Italia nei rinnovi dei contratti alla voce formazione salute e sicurezza è utile aggiornare le strategie. Noi TutteperItalia lo stiamo già facendo posto che anche sul lavoro l’impatto è diverso e se non attenzionato può generare ulteriori discriminazioni.