PNRR : siamo seri,i problemi ci sono .Basta lavorarci
Alessandra Servidori https://www.startmag.it/economia/pnrr-ritardi-problemi/
Siamo stati e siamo ancora attenzionati sulla legge di bilancio ma dobbiamo capire bene quanto il pnrr incide sulla attuale situazione economica se è vero, come è vero, che dati alla mano la nota di aggiornamento di economia e finanza dei circa 191,5 miliardi di euro che l’Ue ha assegnato al nostro paese, soltanto 21 circa saranno spesi entro la fine dell’anno in corso cioè tra 25 giorni. Considerando l’intero percorso del Pnrr sin qui (quindi anche con i dati relativi al 2021) la spesa complessiva avrebbe dovuto ammontare a 33,7 miliardi di euro circa. Con riferimento specifico al 2022 invece, il documento di economia e finanza prevedeva una spesa totale di circa 29,4 miliardi di euro, 14,4 in più rispetto a quelli riportati nella Nadef (15 miliardi). I ritardi sono evidenti : molti soldi non sono ancora stati spesi perché molti cantieri ancora non sono stati avviati , le materie prime aumentate moltissimo e le opere pubbliche bloccate, molti bandi degli Enti locali andati deserti come quelli per esempio che riguardavano gli asili nido e dunque ripetuti ancora spesso senza esito soprattutto al sud . Per recuperare il tempo perso il nostro paese dovrà quindi spendere molti più soldi nei prossimi anni , ma o si semplificano le procedure oppure i problemi si ripresenteranno . Bandi e progetti comunque ancora oggi è complicato siano monitorati e pensiamo che ben 3800 assunzioni erano state previste per supportare le amministrazioni con il reclutamento tra cui 1000 esperti che però erano veramente pochi ed ancora oggi è complicato supportare le richieste di fronte al fatto che la tipologia contrattuale offerta era a tempo determinato . Consideriamo che il Governo ha stanziato 12 miliardi per non bloccare i progetti del Pnrr, sia per far fronte all’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, e aumentato la dotazione di 6 fondi a supporto delle amministrazioni coinvolte nella realizzazione del progetti del Pnrr fino al 2026. E l’intervento più consistente è quello legato al fondo per l’avvio delle opere indifferibili che ammonta complessivamente a 8,8 miliardi e i dati dei progetti caricati sulla piattaforma Regis per un valore complessivo di circa 65 miliardi , sono inseriti all’interno della seconda relazione per il parlamento sull’attuazione del Pnrr e ed è complicato verificarli perché i dati della piattaforma non sono accessibili e lo saranno compiutamente ma dipenderà dalla velocità con cui i diversi soggetti attuatori invieranno le informazioni richieste.La verità è che per recuperare il tempo perso il nostro paese dovrà quindi spendere molti più soldi nei prossimi anni. Nello specifico: 40,9 miliardi nel 2023, 46,5 miliardi nel 2024, 47,7 miliardi nel 2025 e 35,6 miliardi nel 2026. Ma serve e subito , un’alleanza concreta tra il pubblico e il privato soprattutto per le PMI in materia di supporto e consulenza , così si è mosso il sistema bancario per bandi e una gamma di soluzioni concrete sul piano finanziario per progetti innovativi e progettazione specializzata e l’Anac l’autorità anticorruzione che ha escluso dal limite previsto del 49% i fondi del Pnrr se non incidono sulla finanza pubblica nazionale e non risultano a carico della PA, i finanziamenti a fondo perduto della Ue nei contratti di partenariato pubblico privato.Un bell’aiuto.Sappiamo poi che Il cd cronoprogramma del Piano ha delle incognite evidenti sulla regola della concorrenza e la semplificazione del codice degli appalti: con i decreti già approvati con stop end go nei territori, come mostrano per esempio i ritardi di alcune regioni soprattutto meridionali nella ridefinizione della governance del servizio idrico. Per altri ancora in cantiere ci sono invece decisioni politiche non semplici da prendere per la maggioranza la riforma dei servizi pubblici locali, che ha ottenuto in conferenza Unificata un’intesa subordinata all’apertura di tavoli di confronto su affidamenti diretti, trasporto locale e ambiti territoriali, ma soprattutto deve ancora superare la prova parlamentare e quella del via libera finale in consiglio dei ministri. E allo stesso punto è la mappatura delle concessioni mentre sui balneari il decreto è fermo. E sappiamo bene che un conto sono gli ostacoli dei prezzi e delle materie prime e dell’incertezza del bonus 110% già ridimensionato dalla legge di bilancio, altro quelli dovuti ad una governance incerta o da decisioni politiche complicate da assumere.