Editoriali
Astuccio sulle patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti
Pubblichiamo il pdf dell'astuccio/opuscolo sulle patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti, contenente le notizie essenziali, utili, concrete per i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie. Diritti e doveri quando ci ammaliamo.
RAGGI,APPENDINO,BERGONZONi contro le cd quote rosa.Un controsenso
Alessandra Servidori RAGGI,APPENDINO,BERGONZONi contro le cd "quote rosa" 29 settembre 2016
Devo ricordare con garbo istituzionale alle signore che in queste ore si sono espresse contro le cd “quote rosa” che nonostante le loro affermazioni è evidente che ,per esempio ,la legge n. 120 del 2011 ha consentito all’Italia, sistematicamente considerata fanalino di coda d’Europa nell’attuazione della parità di genere (Dati Ocse agosto 2016), di diventare un modello di riferimento per altri Paesi, al momento sprovvisti di discipline finalizzate a portare le donne ai vertici del settore economico, o che hanno introdotto misure poco incisive. Si può sicuramente avere opinioni diverse sui metodi di raggiungere la democrazia paritaria effettiva ,ma è indubbio che la disciplina costruita dal Parlamento italiano è una disciplina efficace e ben equilibrata, perché se da una parte si caratterizza per l’incisività del tipo di intervento, dall’altra presenta accorgimenti in grado di evitare contraccolpi sui principi costituzionali; in particolare, sul principio di uguaglianza e sulla libertà di iniziativa economica delle imprese. Infatti la Legge Golfo Mosca ha avuto la capacità di produrre ‘rinnovamento’ sia culturale che concreto. I numeri e i fatti sono chiari : diverse importanti società hanno deciso di adeguare alle nuove regole i propri statuti e i propri organi anche prima che la legge evidenziasse i propri effetti giuridici vincolanti (posticipati dalla legge a un anno dalla sua entrata in vigore). La legge è stata capace di creare un rinnovamento di carattere più generale a proposito delle modalità di reclutamento degli amministratori societari, prestandosi oggi molta più attenzione a merito e competenze. Non molto ma moltissimo rimane da fare e non sentiamo proprio il bisogno di riaprire un conflitto sulla presenza equilibrata di genere nel contesto economico e istituzionale. La legge sta dispiegando i propri effetti, e i dati sono confortanti, sebbene il genere femminile rimanga ancora scarsamente rappresentato nei ruoli chiave delle società, quelli di amministratore delegato. Non solo. Per molte società a controllo pubblico si pone un altro problema che oggi è diventato esplosivo. Il decreto sulla c.d. spending review (d.l. n. 95 del 2012), ha consentito la possibilità, per molte società, di adottare la formula dell’amministratore unico. Ebbene, questa scelta è in crescente aumento, e, come facilmente immaginabile, purtroppo, nella maggior parte dei casi, la scelta dell’amministratore unico ricade su un uomo. Dunque continuiamo a monitorare con attenzione l’andamento delle nomine, ed elaboriamo, eventualmente, anche nuove soluzioni sul piano normativo, per evitare il rischio che, ancora una volta, la politica possa opporre resistenza alla compiuta realizzazione di una democrazia paritaria, sulla quale, a proposito di Italicum, la situazione è ancora molto molto sbilanciata. Non ci si può accontentare del fatto che le donne arrivino nei luoghi della decisione, ma occorre che esse contribuiscano effettivamente, come ci auguriamo si continui , ad incrementare la qualità delle decisioni in materia economica. Occorre che tutti, soprattutto le Università e le Associazioni attive su questo versante, continuino a prestare la massima attenzione e a dedicare tutti gli sforzi possibili per il conseguimento dell’obiettivo più importante: quello di un cambiamento culturale. Ognuno dunque può fare la sua parte remando per e non contro. L’Università di Modena e Reggio Emilia, al Dipartimento di giurisprudenza ha istituito un corso su Politiche di pari opportunità nel lavoro pubblico e privato e alle studentesse e agli studenti è una materia che interessa molto vista la robusta frequenza. E questo è un ottimo segnale.
Beatrice e il super io
Alessandra Servidori Beatrice e il super io
La sfortunata campagna sulla fertilità coatta ha messo in evidenza il super io di cui è affetta la Ministra Lorenzin che mi ostino a chiamare Bea,in ricordo di quando era una fresca e tonica giovane amica che mi chiamava come sua maestra quando insieme organizzavamo seminari di studio sui temi del welfare.Ma le allieve crescono e spesso ,superano le maestre ma in arroganza.E così guardando l’incontro in tv in prima serata in cui la ministra incalzata dalle due giornaliste spiega la mission comunicativa fallita del piano nazionale sulla fertilità ho la conferma di quella presunzione di completezza che ammorba chi raggiunge posti di potere. Un danno erariale così evidente –tanti milioni bruciati da opuscoli e iniziative sbagliati- è in capo al Ministro e non alla direzione generale del ministero e questo non è stato mai evidenziato da nessuna polemica intercorsa,tanto meno da nessun solerte giudice che in questo caso tace .Peraltro nell’elencare con questo “Io,io ,io ,l’ho fatto” i suoi provvedimenti in campo sanitario,Beatrice super-io ha dimenticato di abbattere i muri della legge 40 che impedisce alle coppie fertili il ricorso alla fecondazione medicalmente assistita pur affermando negli opuscoli sbagliati una sola mission condivisibile e cioè che la possibilità di avere figli è “un bene comune”.Non lo è a tutt’oggi , e questo da maestra lo ricordo a chiare lettere, per quelle tante coppie a cui Lorenzin deve guardare con riverente attenzione,penalizzate dalla cattiva legge che a dodici anni dalla sua promulgazione sono arrivate a quell’età che non consente loro di poter mettere al mondo il figlio desiderato. Lorenzin una volta entrata nell’olimpo del potere di cui politicamente ha aderito all’arroganza renziana, ha pensato e ancora pensa,di poter affidarsi come dichiara alla” società scientifica “ anch’essa evidentemente ben incardinata su decenni di potentati e fallimenti della famosa legge 833 del ‘ 78 ,fallimento evidente di un decentramento della salute degli italiani e trionfo dei primariati e degli sprechi tutt’ora evidenti. Ora Lorenzin deve provvedere anche e soprattutto a realizzare la presa in carico della persona con fascicolo elettronico dello stato di salute, di un fondo unico socio-assistenziale nazionale( compresa l’indennità di accompagnamento) così da garantire, soprattutto alle persone disabili e rese disabili dalla mancanza di salute e dunque di tutte le età come vediamo dai i dati di malattie oncologiche,invalidanti,ingravescenti che colpiscono gli italiani , integrazioni di servizi e apropriatezza delle prestazioni e in ciascun territorio ,conferimento alle asl della spesa socio sanitaria municipale e applicazione anche per le coppie che desiderano figli della corretta proporzione di spesa tra prevenzione,servizi territoriali e spedalità; concentrazione della offerta ospedaliera in base agli esiti e agli standard delle specialità e soprattutto efficienti servizi di emergenza. E oggi l’emergenza è anche riempire le culle vuote ma non con la presunzione di campagne informatrici sbagliate e messa in mobilità dei dirigenti ministeriali indicati come colpevoli. Mediti Beatrice , mediti.
STUDENT ACT
Alessandra Servidori E DOPO IL JOBS ACT arriva lo STUDENT ACT
E dopo il JOBS ACT arriva lo STUDENT ACT per rispondere anche alla brutta pagella che OCSE ci assegna contenuta nel Rapporto Education at a glance 2016. Sussurri e grida sotto forma di prime anticipazioni sulla legge di bilancio 2017 affermano che il Governo rinnoverà il bonus cultura da 500 euro per i 18enni, e introdurrà nuove risorse per il diritto allo studio, con un’ipotesi di no tax area per studenti universitari. Il regalino per i giovani che hanno compiuto 18 anni nel 2016 si ripeterà da spendere in cultura (cinema, concerti, musei, libri, eventi, monumenti, teatri, parchi naturali e aree archeologiche) con accesso attraverso una identità digitale SPID denominata 18app. Le altre misure dello Student Act pare siano : 50 milioni in più per il Fondo integrativo statale per il diritto allo studio, che farebbe salire le risorse totali a 220 milioni. E sempre per incentivare le iscrizioni all’università, si pensa a una no tax area (studi universitari gratuiti), per famiglie con ISEE fra 12mila e 15mila euro. Poi borse di studio più ricche da 10-15mila euro (le attuali, arrivano al massimo a 4mila euro) da assegnare agli studenti più meritevoli, sempre appartenenti alle famiglie a basso reddito, selezionati attraverso una valutazione che tiene conto del voto di maturità, e il rendimento nel corso di tutti gli anni di studi superiori. Si sta valutando l’opportunità di finanziamenti aggiuntivi per i dipartimenti universitari migliori in base alle pagelle di valutazione dell’Anvur, agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Questa misura si affiancherebbe alle risorse, previste dalla finanziarie 2016, denominata “ rientro dei cervelli”, su cui si attende però il decreto ministeriale attuativo. Queste ipotesi di pacchetto giovani in Legge di Stabilità 2017 sono rese note in concomitanza delle recenti cifre dell‘OCSE (Education at a glance 2016) secondo cui l’Italia ha il poco edificante primato del boom di Neet (giovani che non studiano e non lavorano): sono aumentati del 10% dal 2005 al 2015, in misura superiore alla media degli altri paesi OCSE. Non solo: il corpo docenti della scuola italiana è il più anziano, in termini anagrafici, dell’area OCSE, con 6 o 7 insegnanti su dieci sopra i 50 anni, e ha una delle percentuali più basse di presenza maschile (8 insegnanti su dieci sono donne). La spesa pubblica nell’educazione dal 2008 al 2013, gli anni della crisi, è scesa del 14% (contro il -2% delle altre spese), portando la percentuale di spesa per l’istruzione (primaria, secondaria e terziaria) nel 2013 al 4% del pil, contro il 5,2% dell’area OCSE: peggio di noi, solo Spagna, Ungheria e Slovenia.
DALLA PARTE DELLE DONNE E DEL LAVORO .La situazione aggiornata
Alessandra Servidori -18 SETTEMBRE DALLA PARTE DELLE DONNE e del lavoro nel mondo
Qual è attualmente la situazione in Europa sulla conciliazione anzi condivisione vita/lavoro E gli impegni assunti dal recente G20
Commissione e Parlamento il 9 settembre hanno deciso di agire per migliorare l’equilibrio vita-lavoro di tutti i cittadini, uomini e donne: una leva in grado di migliorare notevolmente l’attuale disuguaglianza di genere. Ecco alcuni dati di contesto che raccontano la situazione, oggi.
In tutta Europa il tasso di natalità è sensibilmente diminuito negli ultimi decenni.
»Gli studi dell’ultimo decennio sollevano molti dubbi riguardo l’effettiva efficacia di un più lungo orario di lavoro in termini di aumento della produttività. »La perdita di PIL nel mercato del lavoro europeo attribuibile al gender gap è stimata al 10%. »La disuguaglianza sul mercato del lavoro ha conseguenze che durano (e peggiorano) nel tempo: il gender pension gap (39%) è più del doppio del gender pay gap (16%)! »I congedi legati a motivi familiari sono ancora motivo di forte discriminazione per uomini e donne, nonostante il quadro normativo esistente a livello europeo. »Solo il 10% dei padri usa almeno UN giorno di congedo di paternità. »Il 97% delle donne usa il congedo parentale disponibile per entrambi i genitori. »Solo 11 Stati membri hanno raggiunto il primo degli “obiettivi di Barcellona” (2002, servizi di cura per l’infanzia accessibili al 90% dei bambini tra i tre anni e l’inizio dell’obbligo scolastico), mentre solo 10 Stati membri hanno raggiunto il secondo obiettivo (servizi di cura per l’infanzia accessibili al 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni). »3,3 milioni di cittadini europei tra i 15 e i 34 anni hanno dovuto rinunciare al lavoro a tempo pieno per mancanza di servizi di cura per i propri figli o altri parenti a carico. Anche nel campo dei servizi, gli investitori e le aziende del settore dovranno rispettare le normative europee ed essere sottoposti allo stesso numero di controlli.
Il rapporto di iniziativa del Parlamento
Il Parlamento europeo ha deciso di redigere una relazione d’iniziativa per portare maggiore attenzione al dibattito e per richiedere alla Commissione di intensificare il suo lavoro in questo campo. Soprattutto, questa relazione è una reazione alla “roadmap” e alla relativa consultazione pubblica lanciate dalla Commissione nel 2015, dal titolo ‘Un nuovo inizio per fronteggiare le sfide del work-life balance affrontato da famiglie di lavoratori’. L’obiettivo di questa iniziativa della Commissione è quello di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso la modernizzazione e l’adeguamento del quadro giuridico politico dell’UE al mercato del lavoro di oggi, per consentire ai genitori con bambini e/o altri parenti a carico un migliore equilibrio tra famiglia, lavoro e vita privata, sostenere una maggiore condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne, e rafforzare la parità di genere nel mercato del lavoro.
Work-life balance: è tempo di agire
Lo scopo di questa relazione - e delle politiche di conciliazione vita privata-vita lavorativa in generale - è non solo la promozione della parità di genere nel mercato del lavoro e in altre sfere della società, ma anche dare ai bambini la possibilità di raggiungere il loro pieno potenziale ,, fornendo loro un’istruzione di alta qualità e servizi di cura per la prima infanzia, accesso ad attività ricreative, culturali e sportive e, soprattutto, tempo con i loro genitori.
Flessibilità : il rapporto specifica che per conciliare lavoro, vita privata e familiare non esiste una soluzione ‘one-size-fits-all’, e il giusto equilibrio deve essere trovato per ogni persona, al fine di soddisfare le loro esigenze personali e familiari.
Azioni proposte:
Adeguati regimi di congedo condivisi
La mancanza di sistemi di congedi retribuiti per i padri, o l’inadeguatezza degli incentivi per usarli, aumenta la disuguaglianza di genere nella condivisione del lavoro di cura della famiglia tra donne e uomini. Poiché le donne sono le principali utilizzatrici dei congedi legati a motivi familiari, la loro posizione nel mercato del lavoro è indebolita per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro, il salario e l’avanzamento di carriera. Allo stesso tempo, gli uomini non sono supportati o motivati a prendere del tempo da trascorrere con la propria famiglia. Per far fronte a questo, la relazione invita la Commissione a: »presentare una proposta di revisione della direttiva sul congedo di maternità, che attualmente risale al 1992, adottata nell’ambito di competenza dell’Unione europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
La direttiva in vigore prevede 14 settimane di congedo di maternità retribuito e la protezione contro il licenziamento. La revisione dovrebbe mirare a prolungare il congedo di maternità retribuito con modalità diversificate di retribuzione, per consentire il soddisfacimento di specifiche esigenze e tradizioni diverse nei diversi Stati membri. I punti salienti»presentare una direttiva sul congedo di paternità, per garantire che gli uomini assumano la loro parte di responsabilità familiari, prevedendo un congedo minimo obbligatorio, retribuito e non trasferibile, per i padri; »presentare una relazione sull’attuazione della direttiva sul congedo parentale, »proporre una direttiva sui congedi per i “carers”, per consentire ai lavoratori di prendersi cura di persone a carico. Inoltre la relazione chiede: »di adoperarsi per cambiare gli stereotipi sui ruoli di genere; »di adottare misure per ridurre il divario retributivo di genere; »che vi sia piena disponibilità di strumenti di flessibilità organizzativa del lavoro (vigilando che essi non siano un obbligo per nessuno), come telelavoro, smartworking, orari flessibili e part-time. Infine, la relazione sottolinea che le condizioni favorevoli per l’equilibrio vita-lavoro nel mercato del lavoro e una soddisfacente qualità di vita possono essere raggiunti solo se le persone hanno abbastanza tempo fuori del lavoro per lo sviluppo personale, per esempio attraverso l’istruzione e la formazione, e per il tempo libero. La Commissione dovrebbe pertanto intensificare le sue azioni nei confronti degli Stati membri che non applicano correttamente la direttiva sull’orario di lavoro. Inoltre, gli Stati membri sono incoraggiati a mettere in atto misure di sostegno ai congedi per scopi di istruzione e formazione e ai “carrier breaks”.
Parlamento Europeo- Bruxelles, 9 settembre 2016
Di seguito una scheda dei 5 i impegni assunti dal recente G20 sulle politiche per l’occupazione femminile
1) Lavorare per l'inclusione delle donne e delle persone diversamente abili nel mercato del lavoro per contrastare la povertà
2) Sviluppare i settori della scienza e della tecnologia per l'inclusione delle donne
3) ASSICURARE CHE LA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SIA INCLUSIVA PER DONNE,GIOVANI E SOGGETTI SVANTAGGIATI
4)SOSTENERE L'IMPRENDITORIA FEMMINILE E GIOVANILE NELLE PICCOLE IMPRESE
5)SVILUPPARE PIANI DI OCCUPAZIONE FEMMINILE E GIOVANILE INCLUSIVI NEL MERCATO DEL LAVORO E NELL'ECONOMIA
BRATISLAVA e l'accordo che non c'è
Alessandra Servidori 17 settembre 2016 BRATISLAVA e L'ACCORDO CHE NON C'E'
Chi ha caricato il vertice di Bratislava per un incontro straordinario sul futuro dell’Unione europea, ha sbagliato prima e il giorno dopo di più. Un summit in cui la Gran Bretagna, che pur rimane membro a tutti gli effetti, non ha preso parte anche se di Brexit si è parlato e invece non si è voluto parlare e decidere davvero il percorso del futuro prossimo dell’Europa.Un vertice ambizioso, necessario viste anche le prossime scadenze elettorali e referendarie in diversi paesi europei.Quella che è arrivata e uscita da Bratislava è però un’Europa "a pezzi", sempre più divisa al suo interno e con vari raggruppamenti che cambiano a seconda del dossier trattato e soprattutto evidenziando che nessun compromesso è stato raggiunto. L’unica evidenza è stata da parte del governo slovacco, che come presidente di turno del Consiglio, ha presentato un piano per tornare a un’Europa delle nazioni con un indebolimento delle istituzioni comunitarie che seppellisce il progetto europeo.Summit e conferenze stampe divisivi ,il gruppo più strutturato è quello di Visegrád, che riunisce Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria,costituitosi prima dell’ingresso di questi paesi in Europa,che aveva tra gli obiettivi principali quello di sostenerne il percorso di adesione e ogg invece è il gruppo che riunisce i governi più euroscettici d’Europa. Anche i recenti vertici di Ventotene (Italia, Francia, Germania) e di Atene (con i paesi del sud Europa a favore di politiche fiscali più permissive, costituito come contraltare al fronte dei paesi pro–rigore del Nord) sembrano funzionare più da specchio delle fratture interne che da forum per la ricerca del compromesso prima delle riunioni a 27 o a 28. |
E la speculazione va.........................
Alessandra Servidori E la speculazione va….. 3 settembre 2016
In questa stagione di numeri istituzionali ballerini,in cui Istat , Inps,Governo fanno a gara per sparare come un cannone a salve, a giorni alterni, dati diversi accompagnati da criteri che offuscano qualsiasi ragionevole trend economico comprensibile, e all’ombra del lago maggiore gli scranni dorati di Cernobbio sono sempre piu’ occupati da marziani , continuiamo a riflettere . La crescita in Italia non c’è perché ha istituzioni e amministrazione pubblica peggiori di altre nazioni : guidiamo la tragica classifica dei de-ficienti, insieme alla Grecia ,augurandoci che almeno la riforma della ministra Madia ,appena sgelata, si metta in moto virtuosamente. Non dimentichiamo le ultime tragiche notizie vere di quello che è stato per le nostre banche italiane quella prova detta “stress test” in cui siamo venuti fuori a brandelli e più di tutti fra tutti quel Monte di Siena che hanno tentato per l’ennesima volta di coprire dalla vergogna. Le borse in questi giorni di settembre continuano a traballare : non siamo da soli è vero, e le banche punite dalle Borse sono tedesche, svizzere, ma noi quelle italiane siamo messe male, nonostante alcune banche nostrane – dicono…???- siano fra le più solide d'Europa. Il perché è presto detto : le cattive istituzioni creano cattivi mercati: la ripresa non c’è e neanche piu’ nei titoli dei giornali reggipancia del governo: altri crescono noi no e ci salviamo grazie alla BCE.E noi pur di non cambiare, pur di reclamare l'«elasticità» che serve a conservare l'andazzo anziché invertirlo, siamo con l’acqua alla gola. E allora dobbiamo dire la verità : Il famoso bail in NON ci costringerebbe a chiedere i soldi ai cittadini è falso: ma bisogna sapere che se fossimo costretti dovremmo chiederlo agli azionisti e a chi ha prestato denaro per poi mettere quelli pubblici nelle banche. L'economia nazionale stagna quando non recede e tantissimo credito è stato erogato agli amici degli amici..La situazione delle Banche Italiane già fallite e invia di fallimento è gravissima e il governo non può continuare a dire non verità perché i rimborsi a chi ha perso tutto e le soluzioni di mercato,intendendo i soldi delle altre banche, come per esempio il fondo Atlante e gli investimenti delle Casse previdenziali, cioè quel che sarebbe di mercato diventa di Stato, così tragicamente legando la sorte dei migliori ai peggiori e violando le regole, è uno sbaglio madornale perché saremmo ancora di più in bocca alla speculazione.Ma il popolo italiano non si fa prendere per i fondelli trascinato dalla disputa sul sì o no al referendum costituzionale, anzi si documenta e cerca attraverso riflessioni libere e forti nei contenuti di spiegare perché a questo Governo la fiducia ad andare avanti così NON si può più continuare a dare.
Ancora una volta insieme contro il cancro – GIOVEDI 8 settembre 2016
ALESSANDRA SERVIDORI Ancora una volta insieme contro il cancro – GIOVEDI 8 settembre 2016
Ebbene sì, ce l’abbiamo fatta,abbiamo costruito un astuccio, un opuscoletto, su carta semplice, essenziale, ma molto democratico, alla portata di tutti per aiutare chi incontra il cancro, quando si lavora, quando si ha famiglia, quando ci si interroga. E ora ? Ma prima di tutto cosa faccio ?Dove vado ? Guarire o morire , convivere con il tumore, sapere dove andare quando hai la diagnosi scritta su un foglio , tenere sotto controllo la nostra vita, comunque cercare di informarci. Non è facile mettere ordine nella testa ma bisogna almeno avere essenziali informazioni perché le persone ammalate di cancro hanno davanti a sé una strada faticosa e nel corpo e nell’anima scoppia il disorientamento. E ti cambia la vita con la sua invadenza che avvolge il pensiero e tutta la tua famiglia. Al tumore, qualunque esso sia, in genere oggi bisogna guardare con meno angoscia: sono molti quelli che ce la fanno; e bisogna considerarlo sempre come un nemico da battere il più radicalmente e rapidamente possibile , con un indifferibile bisogno di speranza che è attualmente considerato come un vero e proprio fattore di guarigione. E allora noi, nel nostro piccolo , come sempre da quando ci occupiamo di lavoro, abbiamo cercato alleate e alleati perché siamo convinti che una informazione primaria ed essenziale sul territorio ti possa aiutare per darti un riferimento attraverso la ricomposizione di indicazioni in un astuccio,di norme recenti, di presidi istituzionali e associativi,nell’impegno di unità di vita e unità dei saperi. All’ ostilità aggressiva del tumore offriamo alle lavoratrici,ai lavoratori,alle loro famiglie un opuscolo riflessivo semplicissimo ,una guidina di conoscenze ,norme operative e recenti , associazioni e istituzioni che unite da valori forti come la speranza, la solidarietà,la competenza, l’impegno civico sono lì dove vivi e lavori, un aiuto per non rimanere soli per trovare la fortezza necessaria per misurarsi anche con sfide di tipo burocratico-istituzionale. Bisogna sapere quali sono i diritti e i doveri , come cambierà la vita, se e quanto si potrà continuare a lavorare; a prendersi cura della famiglia, degli amici; quali interessi si potrà continuare a coltivare .
TUTTEPERITALIA-------CESLAR UNIMORE-----WORD CANCER DAY --------NOITUTTIPERBOLOGNA
PATOLOGIE ONCOLOGICHE, INVALIDANTI,INGRAVESCENTI
Quello che è importante sapere per le lavoratrici i lavoratori e le loro famiglie
Un opuscoletto che si rivolge alle lavoratrici ,ai lavoratori affette/i da patologie oncologiche, con l’intento di fornire” un astuccio” di informazioni utili sui propri diritti e doveri per affrontare un delicato e faticoso momento nella vita lavorativa e famigliare. Un contributo istituzionale e associativo per lo sviluppo ed il miglioramento della conoscenza concreta delle norme nel nostro Paese, aggiornate dalle novità introdotte dalle riforme del lavoro e dalla legge di stabilità. Nel momento attuale di sempre maggiore complessità, è un semplice e utile strumento informativo adeguato con la legislazione, e i percorsi che si devono compiere quando si incontra la malattia oncologica e invalidante, cercando di fornire un “utensile” dei diritti e dei doveri che prevede il sistema sanitario, assistenziale,previdenziale. Ci siamo impegnati per rafforzare lo spirito “associativo e sussidiario” con istituzioni,associazioni, facilitando la comunicazione con il territorio e con i cittadini che lavorano e le loro famiglie, ed incrementando la collaborazione. Insieme è meglio.
GIOVEDI 8 SETTEMBRE 2016 ORE 13 Conferenza Stampa
COMUNE di BOLOGNA Sala Savonuzzi - Presentano l’iniziativa
Sindaco Virginio Merola- Direttore Sanitario Angelo Fioritti
Saranno presenti autrici, autori , promotori, i tre sindacati confederali cgil-cisl-uil
INVITO a partecipare
Il Governo ........ Parisi....... tira aria di bufera
Alessandra Servidori Il Governo ........ Parisi....... tira aria di bufera
Ho letto con attenzione il commento dell’amico Galbusera a proposito di ciò che suggerisce anche a Parisi per governare il nostro Paese a proposito dell’attuale grave situazione politica ed economica,ma non sono affatto convinta nel pensare- e lo dico da persona libera e forte- che in FI ci siano elementi irrecuperabili -Su queste pagine ho descritto più volte la mia convinzione a rigettare con un No la Riforma Costituzionale e i motivi più che validi li ho spiegati. Ma mi dilungo su uno su tutti su cui chiedo attenzione a Parisi e che faccia la sua parte: la questione di fiducia, disciplinata soltanto dai regolamenti parlamentari, cioè la dichiarazione con la quale il Governo dà l'assenso ad una Camera: o approva l'oggetto della votazione o il Governo rassegna le dimissioni. Si veda bene che questo passaggio ha due scopi fondamentali: compattare la maggioranza e piegare l'opposizione di una Camera sullo specifico oggetto. La” riforma” Renzi dice falsamente di aver tolto al nuovo Senato il potere di concedere e negare la fiducia. Il nuovo Senato monster renziano non potrà più porre neppure la questione di fiducia,però e però conserva tuttavia la funzione legislativa paritaria con la Camera su materie fondamentali, quali la revisione costituzionale, l'Unione Europea, la sua stessa legge elettorale.Allora nell’era della semplificazione narrata ma non effettiva, che accadrà quando, in una legge su tali materie, il Senato andrà in opposto avviso della Camera, dove invece lo strapotere del Governo e la possibilità di imporre la fiducia non consentiranno dissensi essenziali? Un conflitto del genere tra Camera e Senato risulterà insuperabile, perchè non si intravede l'autorità competente a risolverlo: non la Corte costituzionale, perché non è un conflitto di attribuzione; non i due presidenti delle Camere perché non è una questione di competenza, ai sensi del nuovo art.70 Costituzione.Allora ,giuridicamente e politicamente ,questo Senato monster duplicazione della Conferenza Stato regioni, comunque che manterrà i privilegi strutturali,che sarà una pletora di molti consiglieri e pochi sindaci i veri penalizzati da questo pasticcio,se non vorrà assecondare il Governo e terrà la posizione? Renzi e Boschi, le due giovani marmotte ben così ben definite da Geronimo, che chiedono agli altri di entrare nel merito, finalmente, abbasseranno le testa?Non credo.Altra questione : Brunetta,Prestigiacomo,Carfagna,Sacconi sono stati bravi Ministri ed erano di FI e hanno fatto passaggi riformatori importanti e soprattutto chiari. Il Governo Renzi ha Ministri poco boriosi e impegnati come Del Rio e Madia, si può lavorare con loro non con altri spocchiosi pasticcioni,impreparati.Una notizia che dimostra quanto pressapochismo e non verità questo Governo che ha bisogno di essere riformato, porta avanti illudendo il popolo italiano. L’economia boccheggia e Galbusera raccomanda investimenti sul piano industriale: ma lo sanno gli italiani che mentre Renzi oggi fa le conferenze stampa con i giovani virgulti della Silicon Valley e la terra trema, il favoleggiato Piano industria 4.0- del quale già su queste pagine scrivemmo- adottato da quasi tutti i paesi industrializzati,nel giorno del nero declino italiano, al ministero Sviluppo economico confermano che non c’è più una data certa di varo, che peraltro doveva essere entro agosto,cioè trovare le risorse per ammodernare le industrie e veramente provare a ripartire !Le motivazioni : crescita zero,calo del pil,e povertà in aumento danno margini inesistenti di manovra nella legge di stabilità che NON conterrà il finanziamento. Parisi faccia attenzione.
NOVITA’ importanti per gli adempimenti in caso di assenza dal lavoro per malattia- AGOSTO 2016
Alessandra Servidori-
NOVITA’ importanti per gli adempimenti in caso di assenza dal lavoro per malattia- AGOSTO 2016
Farà dottrina la sentenza di Cassazione emessa a fine luglio sul tema malattia dei lavoratori in merito ai diritti e doveri. Infatti a verificare l’invio del certificato di malattia deve essere anche il lavoratore, un doppio adempimento dunque:avvisare tempestivamente il datore di lavoro della propria assenza, obbligo previsto da contratto;verificare che la procedura telematica di trasmissione del certificato di malattia, da parte del medico curante, all’INPS sia avvenuta correttamente, anche richiedendo il numero di protocollo telematico identificativo del certificato di malattia. Non è sufficiente, quindi, richiedere al medico il certificato. A chiarirlo è stata la Corte di Cassazione con la sentenza n.15226/2016 con la quale ha stabilito che nel caso in cui l’INPS non riceva il certificato di malattia è legittimo il licenziamento disciplinare del lavoratore intimato per una prolungata assenza ingiustificata, non avendo potuto il datore di lavoro effettuare alcun controllo.- Civile Sent. Sez. Lavoro Num. 15226 Data pubblicazione: 22/07/2016-Nel caso in esame, il CCNL applicato in azienda( violazione e/o falsa -applicazione dell'art. 7 della L.n. 300 del 1970, dell'art. 2119 c.c. anche in relazione all'articolo 69 del CCNL dei metalmeccanici) prevedeva l’obbligo per il lavoratore di avvisare il datore di lavoro, in caso di malattia, entro il 1° giorno di assenza e di inviare all’azienda entro 2 giorni dall’inizio della malattia il certificato medico attestante la malattia o il suo prolungamento. In assenza di tali comunicazioni l’assenza va considerata ingiustificata. Questa è la situazione portata all’attenzione della Corte che ha pertanto ritenuto legittima la massima sanzione visto che la contrattazione collettiva applicata prevede proprio il licenziamento in caso di assenza ingiustificata protratta oltre i 4 giorni consecutivi. E’ bene dunque, che il lavoratore,in caso di assenza dal lavoro per malattia si faccia rilasciare il certificato medico, rendendosi reperibile nel domicilio indicato per le visite fiscali dell’INPS. Tra gli obblighi del medico figura invece l’invio telematico dell’attestato medico all’Istituto di Previdenza, entro il giorno seguente a quello in cui è iniziato l’evento, mentre il lavoratore dovrà provvedere alla trasmissione della copia del documento al datore di lavoro entro due giorni (basta il numero di protocollo, con cui l’azienda può verificare l’attestato sul sito INPS).Novità anche per le visite fiscali.Il lavoratore deve sottostare agli accertamenti sanitari diretti a controllare la giustificazione dell’assenza in caso di infermità (ai sensi dell’articolo 5 dello Statuto dei Lavoratori). Le visite possono essere predisposte sia dal datore di lavoro sia dall’INPS. Sono interessati, con orari differenti, sia i lavoratori dipendenti del settore pubblico sia quelli del privato. È necessario garantire la reperibilità in specifiche fasce orarie, che sono cambiate dal 2015 :statali e personale enti locali: reperibilità per l’intera settimana, festività comprese, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00;lavoratori settore privato: reperibilità intera settimana compresi week-end e festivi, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00. Il Jobs Act ha esteso ai dipendenti del settore privato l’esclusione in caso di malattie gravi (per seguire terapie salvavita anche in orari di visita fiscale), a fronte della presentazione al datore di lavoro e all’INPS della documentazione medica attestante la malattia. L’elenco sulle terapie che dispensano dalla reperibilità è contenuto – nel caso dei dipendenti pubblici – nell’art. 10 del Decreto Legge 15 settembre 2000, secondo cui i giorni di malattia esenti da visita fiscale sono quelli del ricovero, anche in day hospital, per eseguire la terapia (in questo caso non serve il certificato medico). In generale, dunque, non vi è obbligo di reperibilità in caso di assenza dal lavoro per:malattia in cui a rischio è la vita stessa del dipendente;infortunio sul lavoro;patologie per cause di servizio;gravidanza a rischio;ricovero ospedaliero;eventi morbosi connessi all’invalidità attestata. Importante la circolare INPS n. 95/2016 che definisce quando un lavoratore può considerarsi esonerato dalle visite fiscali dell’INPS, individuando le patologie che ne danno diritto: “patologie gravi che richiedono terapie salvavita, comprovate da idonea documentazione della Struttura sanitaria”; “stati patologici sottesi o connessi a situazioni di invalidità riconosciuta, in misura pari o superiore al 67%”. Per i casi particolari, la Circolare fornisce apposite linee guida per i medici che redigono i certificati di malattia.
Buone ferie e a settembre!
Alessandra Servidori
C’è ancora chi si illude che il toscano non più tanto giovanilista, ascolti i pareri di chi ha ancora voglia di parlare di lui e dei suoi errori primaverili ed estivi. Ma francamente non serve anche perché è inutile sprecare intelligenza e buonsenso. Lui va avanti e nella pausa estiva i giornali di regime in attesa di settembre attaccano sistematicamente i penta stellati che sono e continuano ad essere un esercito senza guida, arruolato da un computer,ma con una vittoria meritata che gli ha consegnato Torino e Roma. Intanto che ritorna dall’inaugurazione con famiglia a Rio dalle olimpiadi e Meb lo sostituisce errante in proselitismo , noi che amiamo scrivere ci dilunghiamo sul futuro prossimo della nostra Italia.Tenacemente attive. Di Stefano Parisi abbiamo già disegnato un profilo suadente posto che il suo stile manageriale mi ricorda tantissimo Silvio nazionale e sono proprio convinta che la storiaccia mercantile societaria Mediaset/Vivendi/Telecom cioè Berlusconi/ Bollorè /Renzi sia una visibile vendetta incardinata tra ex soci sulla fibra ottica e dunque Enel , in competizione con Telecom dopo il fallito Patto Nazareneide . Renzi ora non ha nessun buon motivo economico per recuperare con la sinistra ma ha buoni motivi economici per recuperare la platea dei forzisti berlusconiani sapendo che è interessato il Silvio nazionale a rimettere in sesto Mediaset Premium in perdita che Bollorè ha rigettato e non c’è dubbio che al Cavaliere una rinascita di quel patto farebbe comodo sul piano dei suoi interessi imprenditoriali. Il Toscano politico ed economico dunque tifi pure per avere Parisi come interlocutore per fare il Partito della Nazione ma non vuole i voti persi della sinistra, mai stata e tantomeno ora potrebbe essere, maggioritaria in Italia e dunque mantenere il toscano a Palazzo Chigi. Ora la situazione è molto complicata perché Parisi traccheggia sul NO al referendum evidentemente d’accordo con Berlusconi , l’alleanza di Renzi con Verdini e l’ometto con gli occhiali rossi vice ministro ex montiano all’economia, è ridicola, e il disastroso risultato delle amministrative ,il balzo dei pentastellati grazie a quella innominabile legge elettorale di cui Renzi è l’autore, mettono Palazzo Chigi in posizione di arrembaggio dei barbari. C’è la necessità di ribaltare il caos in cui siamo : creare alleanze nuove capaci di tenere sul piano politico per cambiare la legge elettorale ,sminare il referendum; portare avanti una politica economica vera e non fatta di mance come l’attuale tagliando la spesa pubblica e investendo nello sviluppo con risorse verso pubblici e privati incentivandoli fiscalmente ,per non rimanere in stagnazione e offrire all’Europa una manovra sul deficit, tutto questo insieme alle forze moderate e tagliando con gli estremisti che vogliono solo scranni di potere. Stefano Parisi dovrebbe favorire questo nuovo percorso senza traccheggiare sul referendum perché Brunetta non ha solo ragione ma dal punto di vista della riforma e manovra economica è in grado di sostenerlo. Sicuramente l’alleanza tra riformisti e moderati in funzione anti- estremisti come muro al dilagare dell’anti-politica è la strada da intraprendere. Non solo Italicum e referendum sono da sminare e in fretta sperando nella Corte Costituzionale, che bocciando l’Italicum, costringa l’attuale Governo pasticcione a trasformare il sistema di voto, facendo una proposta credibile per il referendum, (lo spacchettamento è una grande bufala perché non è possibile!) .Noi lo abbiamo scritto da due anni su queste pagine siamo per una l’Assemblea Costituente e l’uomo di buonsenso Parisi lo ha già detto perché si può trovare la maggioranza qualificata che serve per indirla. Siamo molto decisi a continuare a dare linee di governance senza presunzione di completezza ma con la costante voglia di dare al nostro Paese una via di uscita senza bullismo demenziale.
DONNE :MARZOTTO-CLINTON
ALESSANDRA SERVIDORI http://formiche.net/2016/07/29/ricordo-marta-marzotto/
In queste ore Hilary Clinton e Marta Marzotto due signore in età occupano le prime pagine dei giornali e dei mezzi di informazione.
Marta Vacondio Marzotto l’ho conosciuta anni fa ad una iniziativa di sensibilizzazione della malattia che gli aveva strappato una giovane figlia: di lei conservo ancora il soprabito a caffettano verde a righe luminose che mi ha regalato perché avevo apprezzato il suo impegno e avevamo insieme organizzato una raccolta. E non in un salotto, ma in un pomeriggio d’inverno in una stanza mal riscaldata dove raccoglievamo indumenti per le popolazioni colpite dalla guerra nell’ex iugoslavia nell’ambito di “Adotta la pace”.
Era generosa e solare la signora Marzotto e mi raccontò che si trovava a suo agio con gente semplice e che sapeva distinguere – a pelle – “le damine della S. Vincenzo”, signore snob che facevano del bene per darsi un ruolo, da quelle che lo facevano perché “far del bene fa sentire bene”. Ecco così mi piace rendere onore ad una donna della quale troppo spesso non viene ricordata il valore della donazione che lei ha saputo ben rappresentare e che rimane nel suo sorriso, identico a quello del figlio Matteo.
Poi c’è Hilary go Hilary come, sempre da queste pagine, mesi fa abbiamo sostenuto con quel vigore di cui aveva bisogno per poter arrivare al traguardo della nomination, certo anche in nome delle donne. Mi e piaciuta moltissimo stamane Tiziana Ferrario che in diretta dall’America in coda all’evento mentre scoppiavano ancora i palloncini bianchi rossi e blu, ha bacchettato la conduttrice di Uno Mattina che ha maldestramente osato dire che in America concorrono persone vecchie, ovviamente citando anche quel Trump che non si rassegna al tempo che passa e tinge il tuppettino, ma soprattutto sottolineando l’età di Hilary.
Poi c’è Hilary go Hilary come, sempre da queste pagine, mesi fa abbiamo sostenuto con quel vigore di cui aveva bisogno per poter arrivare al traguardo della nomination, certo anche in nome delle donne. Mi e piaciuta moltissimo stamane Tiziana Ferrario che in diretta dall’America in coda all’evento mentre scoppiavano ancora i palloncini bianchi rossi e blu, ha bacchettato la conduttrice di Uno Mattina che ha maldestramente osato dire che in America concorrono persone vecchie, ovviamente citando anche quel Trump che non si rassegna al tempo che passa e tinge il tuppettino, ma soprattutto sottolineando l’età di Hilary.
La Ferrario reduce da una avventura di accantonamento in azienda, ma splendida inviata all’estero con reportage veramente di alta professionalità, ha ripreso la conduttrice in Italia sottolineando giustamente lo sgarbo non proprio professionale nei confronti di una signore tostissima che con le carte in regola si candida a governare l’America. E lo farà. Ecco, io sono sicura che essere italiane oggi significa anche essere solidali anche tra donne e soprattutto mettere da parte quel giovanilismo molesto che si arroga il diritto di etichettare signore che fanno la storia. Le persone che valgono lo sono sempre ad ogni età.
L'ignoranza caprona è offesa per le istituzioni
Alessandra Servidori
Di trucidi volgari e indecenti soggetti che fanno politica è ricca la storia italiana anche la più recente ,tanto che anche i commessi sia della Camera che del Senato narrano, sempre con la riservatezza che li distingue, di scene parole e volgarità sia nelle espressioni che negli atteggiamenti tali da scriverne delle memorie che sicuramente non fanno onore al Bel Paese. Certo che il sessismo da tutte le parti, s’intende, non fa la differenza dei generi che ora, sono diventati tre a norma di legge. Così succede che l’ignoranza caprona che siede sulle poltroncine rosse diventa un ‘arma potentissima quando si vuole colpire il nemico o la nemica. Certo perché in politica ci sono solo dei nemici e non dei rivali, ci sono armi di delazione sulla vita personale da scagliare contro –solo- e non più quella furbizia compromettente ma che sapeva agire anche solo fino a pochi anni fa quando dei veri leader di destra sinistra centro,facevano sintesi essenziale dei dissidi e si realizzavano comunque delle riforme accettabili e perfettibili, ma non incongrue e scritte da funzionari quasi al limite dell’anafalbetismo . Trovo sbagliato serrare le file del femminino offeso quando alcuni maramaldi cercano di dileggiare le rappresentanti istituzionali : sia l’uomo dalla camicia verde,sia il campano greve molto ben imitato da Crozza e non ultimo il parlamentare che ha citato Ifigenia sono francamente patetici nel loro manifestare con parole stupide la loro insofferenza per signore al potere, che ci sono e ci saranno. Peraltro la parità di generi spesso si è realizzata pienamente nel frasario e nella gestualità non proprio liturgica. Nelle stanze del comando sia romano che italiano viaggiano frasari e comportamenti che nulla hanno a che fare con il rispetto delle istituzioni e,certo non tutti , ma alcuni e alcune, primeggiano per volgarità gratuite e moleste. Visto il trascinarsi di queste manifestazioni suggerisco di riflettere su quale sia il senso delle nostre istituzioni e se sta scomparendo dal senso civico di tutti noi, che assistiamo quasi rassegnati a questo declino. Il bisogno di autorevolezza, di credibilità, di giustizia da parte delle istituzioni pubbliche è il fondamento, il presupposto necessario per l’etica pubblica degli amministratori. Un tempo, dove essere contava di più che apparire, dove fare politica aveva anche un grande senso di responsabilità e dignità, erano necessari indiscussi valori morali e comportamenti rispettosi della carica pubblica che si andava a ricoprire e dei colleghi, e ciò era anche un vanto personale. Allora si parlava molto di “spirito di servizio”, come pure si parlava di “senso dello Stato”, di “rispetto delle istituzioni”, il sentirsi “servitori dello Stato”, tutti modi di esprimere la stessa realtà. Suggerisco dunque a uomini e donne di recuperare il rispetto per se stessi e per le istituzioni per tornare ad essere un paese civile e democratico e il Parlamento di tornare ad essere il garante di etica pubblica, soprattutto quando nel mondo la guerra tra popoli si fa sempre più cruenta e noi appariamo come un Paese di litigiosi individui. .
Non è necessario essere cattolici o laici per ricordare cosa insegna il Vangelo,ma serve citarlo e prenderlo in parola“Chi vuole essere il primo, sia l’ultimo e il servo di tutti”.
Profili di tre donne al vero potere
Alessandra Servidori Profili di tre donne al vero potere
Angela Merkel premier tedesco –Christine Lagarde Direttore Operativo del Fondo Monetario Internazionale - Theresa May premier inglese – tre signore già al potere che destano grande attenzione da parte della politica e dei media per la loro autorevole direzione di un contesto internazionale molto delicato . E la cosa che più ha interessato i giornali di gossip è il diverso modo di abbigliarsi delle tre leader. In modo ridicolo sono sotto accusa i tailleur colorati di Lagarde,le scarpe panterate di May,gli scarponi da ginnastica di Merkel- Ma intanto queste tre signore sono tre autorevoli certezze. E questo le glorifica ai miei occhi Da una parte Lagarde che si muove con ineguagliabile eleganza , colore, fermezza e competenza, dall’altro l'incontro tra la colta cancelliera tedesca Angela Merkel e il nuovo autorevole premier britannico Theresa May ,che svela di che razza nobile politica sono tutte e tre. Per la prima volta dal voto dei cittadini britannici a favore all'uscita del paese dalla Ue, la cancelliera tedesca e la sua omonima britannica si sono trovate l'una di fronte all'altra all'ombra del Brexit. Le tre leader politiche sanno che molto dipendera' dalle loro relazioni personali e mosse politiche, date le condizioni pessime dell’economia e della finanza nella zona euro.E mentre Lagarde raggiunta da un “sospetto” rinvio a giudizio è colei che indicando l’Articolo IV del FMI , segna la strada per la soluzione per le banche italiane e non solo, che può trovarsi all’interno del contesto normativo europeo abbastanza flessibile, sottolineando che sarà necessaria il massimo di trasparenza ; dall’altra le altre due leader hanno convenuto con pacatezza e ragionevolezza le ragioni per un accordo,che sono tante e valide : la forza economica dei britannici, il potere d'acquisto del paese nella Ue, il grande mercato del lavoro nel Regno Unito, l'importanza militare della Gran Bretagna e la sicurezza interna. Merkel sa bene che il Regno Unito e' la seconda economia d'Europa: senza i britannici il mercato interno della Ue sarebbe ridotto del 15 per cento e perderebbe nel contempo il principale polo finanziario del mondo, che non è come erroneamente si potrebbe pensare la borsa di New York, ma quella di Londra.Merkel sa bene che nel peggiore dei casi, a causa del Brexit, la Germania subira' perdite fino a 45 miliardi di euro fino al 2017 e dopo potrebbe perfino andare peggio, una situazione che danneggerà di certo l'industria tedesca fortemente concentrata sull'export e Angela non dimentica che l'anno scorso la Gran Bretagna e' stata il piu' grande mercato di esportazione per le aziende tedesche. La bilancia del commercio estero ammonta a 31 miliardi di euro e piu' di 2.500 aziende tedesche hanno stabilimenti nel Regno Unito, per uno stock di capitale di circa 130 miliardi di euro ed un totale di circa 400 mila dipendenti e collaboratori. Dunque la cancelliera Angela Merkel, ha dato il suo appoggio alla decisione della premier Theresa May di non invocare fino all'anno prossimo l'articolo 50 del Trattato di Lisbona per attivare il Brexit, nonostante le pressioni di altri governi europei, come quello francese, ad accelerare il processo di uscita.Theresa May ha assunto un patto di collaborazione con la cancelliera Merkel e i colleghi del Consiglio europeo con spirito costruttivo per far si' che l'uscita avvenga in modo ragionevole e ordinato. Tutti hanno bisogno di tempo per prepararsi a questi negoziati e sia il Regno Unito che la Germania e sono paesi che hanno un team di dirigenti esperti e con chiunque si negozierà, le grandi risorse diplomatiche saranno una risorsa. E allora evviva il tailleur colorato di Lagarde,le scarpe panterate di May,gli scarponi da ginnastica di Merkel
Vi racconto la vera storia di Stefano Parisi
Vi racconto la vera sfida di Stefano Parisi formiche.com di Alessandra Servidori 21/7/16
Stefano Parisi non c’è alcun dubbio, convince sia come manager che come politico poiché possiede esperienza aplomb professionale, energia e ha la risposta giusta al momento giusto. Ho avuto il piacere di conoscerlo e apprezzarlo ai tempi della battaglia cruenta per il Libro bianco e la Legge Biagi: un guerriero colto ed equilibrato, un ottimo amministratore e imprenditore. Della serie di Cairo insomma, dei quali l’Italia ne ha indubbiamente bisogno.
Si è convinto a scendere in politica e per un pugno di voti non è diventato Sindaco di Milano. Dunque bene se ora può guidare una forza di centro destra. Parisi a fine febbraio ha lasciato la carica di presidente di una Tv, ma resta il socio principale di Chili con una quota del 48 per cento, insieme a altri due fondi e altri investitori. Lui comunque resta in consiglio comunale, e ha fatto il miracolo nel centrodestra “della madonnina” di marciare compatto, tutti insieme dalla Lega a Forza Italia fino all’Ncd, che invece in Parlamento sta con il governo.
Ecco spiegate, quindi, le ragioni per cui Parisi va bene e può raccogliere un bel po’ di moderati con la sua governance nell’impegno politico diretto. E’ un primo della classe Parisi, socialista da sempre, e lo ha dimostrato in Fastweb, nell’ufficio studi della Cgil e poi, nel 1984, a soli 28 anni, arriva al ministero del Lavoro come capo della segreteria tecnica di Gianni De Michelis, che lo conferma nello stesso ruolo anche quando passa agli Esteri e poi nel 1992, a Palazzo Chigi con Giuliano Amato, responsabile del dipartimento economico della presidenza del Consiglio, poi conCarlo Azeglio Ciampi, Berlusconi, Lamberto Dini e infine Romano Prodi: cambia il capo del governo, Parisi rimane.
Poi nasce l’Associazione Amici di Mario Rossi, che aveva come scopo dichiarato: promuovere la riforma dello Stato in senso liberale e lì comincio a conoscerlo bene perché poi, insieme a Sacconi diventa l’Associazione Amici Marco Biagi. Nel 1997 Parisi diventa direttore generale del Comune con Letizia Moratti Sindaco. E poi al fianco di Albertini, realizza una riforma di segno aziendalista della macchina comunale cablandola in maniera straordinaria e competitiva. Nel 2000 è alla direzione generale di Confindustria, ai tempi della presidenza di Antonio D’Amato e poi Fastweb…
Con Parisi alla guida, Fastweb continua a crescere e nel 2006 si aggiudica il contratto unico di fornitura per la Pubblica Amministrazione, un appalto da centinaia di milioni. Parisi con il suo dinamismo e la capacità di fare saprà collaborare con le teste pensanti e riformatrici moderate e questa è già una buona ragione per sperare che un po’ tutti gli scapigliati in cerca di leaderismo e di accalappiare il patrimonio berlusconiano, si convincano che è la persona giusta al posto giusto.
PIU' POVERI e MENO SANI
Alessandra Servidori Poveri e senza salute- Sabato 16 luglio
Italiani brava gente ma più poveri e malati. Aumentano nel nostro paese –dati Istat-le famiglie che vivono in povertà assoluta e la lievissima ripresa della’economia e dell’occupazione non ha nessuna ricaduta sul reddito soprattutto sulle famiglie con minorenni,con persone diversamente abili e famiglie di stranieri. Aumentano di ben 400mila persone rispetto al 2014,pari al 7,6% dell’intera popolazione E ciò che più desta preoccupazione è la fascia di lavoratrici e lavoratori tra i 45 e 54 anni che ha difficoltà grandi a vivere e curarsi e rimangono disoccupati per lunghissimo periodo.L’Italia, non dimentichiamolo, ha firmato in ambito Onu l’impegno ad azzerare la povertà entro il 2030 : è un obiettivo difficilissimo da raggiungere, almeno come quello sempre sottoscritto però in ambito Ue di aumentare l’occupabilità femminile al 2020 al 70% quando siamo inchiodati ad un deprimente e vergognoso 46,8% e da lì non ci muoviamo. Dieci milioni di donne nel corso della loro vita rinunciano a lavorare o non possono investire nel lavoro per farsi carico degli impegni familiari,il 44% della popolazione femminile italiana.E anche se sono cresciute le donne capofamiglia che con il lavoro loro mantengono la loro famiglia, le donne italiane sono lontanissime dagli standard europei in quanto in Europa il tasso di occupazione il 59,5%. Povertà materiale e povertà di reti di aiuto, disoccupazione, lavoro poco qualificato, basso titolo di studio sono tutti fattori, spesso correlati un l’altro, che minacciano la salute delle persone. Numerosi studi pubblicati negli ultimi 20 anni hanno dimostrato che in tutta Europa i cittadini in condizioni di svantaggio sociale tendono ad ammalarsi di più, a guarire di meno perché risparmiano in cure, a perdere autosufficienza, ad essere meno soddisfatti della propria salute e a morire prima. Mano a mano che si risale lungo la scala sociale questi stessi indicatori di salute migliorano, secondo quello che viene chiamata la legge del gradiente sociale.E’ del tutto evidente come le disuguaglianze di salute costituiscano anche un fattore di inefficienza , perché rappresentano un freno allo sviluppo sociale ed economico di un Paese, in quanto presuppongono l’uscita precoce dal mercato del lavoro di persone altrimenti produttivi, un maggior costo a carico del servizio sanitario, delle politiche assistenziali e del welfare, così come una ragione di minore coesione sociale, con un impatto complessivo stimato intorno al 10% del Pil. Se si potesse intervenire sui meccanismi che generano queste disuguaglianze fino ad eliminarle, si potrebbero guadagnare notevoli miglioramenti di salute, ad esempio riduzioni della mortalità che arrivano fino al 50% tra i giovani adulti maschi, riduzione delle patologie oncologiche sempre più presenti, anche con ripercussioni evidenti sulla presenza sui luoghi di lavoro e sulla spesa per curarsi . In una fase di prolungata crisi economica in cui si riduce la capacità di produrre reddito, l’inasprirsi dei sistemi di compartecipazione e il razionamento dei servizi offerti non sono assolutamente neutrali sullo stato di salute della popolazione, e possono generare seri problemi se non sono modulati per la capacità contributiva degli assistiti. La presenza di forti diseguaglianze economiche si riverbera in modo pesante sulle diseguaglianze in termini di salute, causando l’aumento delle patologie esistenti e, soprattutto, la comparsa di “nuove” malattie. Si assiste a una riduzione della domanda di prestazioni sanitarie e per molti degli indicatori sugli stili di vita (alcol, fumo, droghe, depressione) sono aumentate le differenze nei comportamenti fra i diversi strati sociali della popolazione. Il Rapporto Inps ci evidenzia che sono ben il 10% ,dunque un milione e 13mila giovani donne uomini in povertà assoluta che non hanno ancora l’età per entrare nel mercato del lavoro o che ne sono esclusi. E’ dunque legittimo esprimere considerazioni : i tagli alla sanità hanno avuto effetti sostanziali sulla componente della spesa dedicata ai servizi al paziente (minore spesa ospedaliera, specialistica, diagnostica, ecc.), ma scarsi effetti sulla spesa accessoria di funzionamento (servizi non sanitari di varia natura, consulenze, affitti, ecc.) che invece ha continuato a crescere. In tal modo, è evidente che si è prodotta una riduzione nella possibilità di garantire i LEA che potrebbe aver avuto effetti importanti sulla salute dei cittadini. Rimane quindi da capire se i tagli imposti al sistema sanitario e a quello sociale più in generale possano essere visti come un guadagno in termini di efficienza del sistema senza incidere sullo stato di salute della popolazione o, invece, abbiano provocato danni i cui effetti cominciano a vedersi ora, ma saranno molto più evidenti negli anni a venire.
Equitalia Agenzia del terrore
Alessandra Servidori EQUITALIA Agenzia del terrore - Matteo Renzi e il linguaggio inappropriato
Matteo Renzi non smette di usare termini inappropriati ad un Presidente del Consiglio e dai suoi seguaci : prima è stata la volta di un ciaone pettegolo,ora di un sgangherato bay bay americaneggiante per dire al popolo italiano che “licenzia” Equitalia” l'insostenibile sistema di riscossione tributi ,ovvero le famose cartelle esattoriali timbrate che portano rabbia disperazione tra i cittadini italiani che a ragione,in parecchi, la considerano una "società di strozzinaggio legalizzata". Quasi come se la società fosse calata dall'alto all'improvviso e si sia impadronita della gestione della riscossione dei tributi. Ma ricordiamo bene cosè questa società pubblica - le cui quote sono divise al 51% per l'Agenzia delle Entrate e al 49% per l'Inps - che esercita la riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale, Sicilia esclusa. Il Gruppo Equitalia si compone di sei società oltretutto dispendiose e inefficienti: Equitalia Spa (che è capogruppo della 'holding'), Equitalia Servizi, Equitalia Giustizia, e tre 'agenti' della riscossione sul territorio: Equitalia Nord, Equitalia Centro, Equitalia Sud. Le accuse sono legittime : la lentezza dell'apparato amministrativo che contribuisce a un drastico aumento degli interessi in relazione ai tributi non corrisposti, l'alto numero di pignoramento di beni, immobili inclusi, a fronte di debiti anche modesti. Ma è soprattutto il fatto che spesso il debitore non viene nemmeno messo a conoscenza di avere ipoteche a suo carico. Ormai migliaia, di multe stradali si trasformano in pignoramento di immobili o in fermo amministrativo dei veicoli. Un caso eclatante è quello accaduto a Roma, ma l’Italia ne è costellata ,dove il Giudice di pace ha condannato Equitalia per "comportamento vessatorio" per aver ipotecato immobili ad un cittadino a fronte di un debito di appena 5mila euro. La legge, infatti, vieta di procedere all'iscrizione ipotecaria a fronte di un debito inferiore alle 8mila euro. Ma cosa ha intenzione di fare il giovane toscano? Non lo sappiamo ma sommessamente suggeriamo di non fare annunci devastanti .Per esempio con l’aiuto di consulenti competenti,potrebbe pensare di aprire una società di riscossione dei tributi locali al servizio esclusivo dei comuni, gestita e partecipata dall'Anci nazionale.Dunque per non massacrare anche i dipendenti che non dormono ovviamente sonni tranquilli e tantomeno sereni bisognerà creare le condizioni perché il modello di agenzia sappia distinguere i contribuenti in base al reddito, che adotti pesi diversi a seconda che si tratti di un evasore o di un pensionato a reddito basso o comunque un cittadino italiano. Prima di mettere in campo delle azioni per il recupero crediti, verificare,per esempio, se si tratta di un lavoratore dipendente o di un cassaintegrato o una donna con famiglia a carico. I Comuni dal 1997 hanno la facoltà di disciplinare autonomamente le forme e le modalità della riscossione delle proprie entrate. Se fino ad oggi non l'hanno fatto bisogna che si capisca perché e come rimediare a questa vessazione di Stato acuite ovviamente dopo la crisi economica. Chi pensa o dice dunque di volerla chiudere dice una stupidaggine : sicuramente va comunque modificato un sistema e forse anche ripensata la politica fiscale che strangola cittadini e imprese.
Sistema bancario nostrano : obbligatorio dire la verità
Alessandra Servidori Sistema bancario e aiuti di Stato : obbligatorio dire la verità. 11 luglio 2016
Ai tempi della “ricapitalizzazione” attuata dal decreto legge n. 133 del 2013, noi su queste stesse pagine fummo abbastanza severi : allora l’attenzione sulla “nuova” Banca d’Italia la ponemmo sul quesito prima di tutto di quanto era pubblica(?) la Banca d’Italia, quanto questa operazione fosse utile ai cittadini scoprendo che la cordata dei poli bancari privati ne costituiva un abbondante altissima percentuale e già allora ci chiedemmo se avere le banche private vigilate o vigilande all’interno della struttura associativa della Banca d’Italia, in qualità di azionisti partecipi al capitale e agli utili, così come ora configurate dall’art 5 del d.l. n. 133 del 2013 convertito dalla legge 5/2014, non aiutasse anzi non fosse eclatante e “filobanchieristica”. Infatti,ora alla luce di quanto sta succedendo la riserva del diritto di partecipazione alle sole banche nazionali appare in contrasto con consolidati principi in materia di non discriminazione tra imprese europee e autorizza il sospetto di un accomodamento del tutto domestico all’italiana,sulla sua compatibilità con il sistema della governance istituzionale dell’eurozona e, in particolare, con la vigilanza bancaria unificata in capo alla BCE per effetto del Meccanismo di vigilanza unico (SSM), di cui all’art 6 del regolamento (UE) n. 1024/2013 del 15 ottobre 2013, entrato definitivamente a regime dal terzo trimestre del 2014. Oggi poi approfondendo seriamente la questione degli assetti bancari dell’Eurozona dai dati Eurostat scopriamo che negli anni dal 2007 al 2014 le banche italiane hanno ricevuto interventi di stato per 1071 milioni di euro,la Germania 238.984 milioni,la Gran Bretagna 162.528 milioni ,la Spagna 52.473 milioni,l’Irlanda 41.849 milioni ,l’Olanda 36.290 milioni. In buona sostanza insomma di aiuti di Stato le banche nostrane ne hanno avuti e parecchi e ciò che oggi è evidente che il sistema bancario italiano ha situazioni veramente interrogative sulle quali sarebbe utile che il Ministro Prudenza-pardon-Padoan spiegasse cosa sta succedendo. Infatti del disastro toscano,veneto, marchigiano, ferrarese,abbiamo ben capito chi ha mandato in malora i risparmi dei cittadini spinti a comprare titoli tossici, ma della buona salute per esempio di UniCredit, Intesa Sanpaolo i capitali sono robusti eccome! Solo Monte dei Paschi di Siena-fino ad un anno fa la terza banca italiana per capitale- con la morte del giovane tesoriere amministratore evidentemente NON suicidatosi - è ancora un grande mistero un macigno che ci sta rovinando con le sofferenze che ha messo in circolo e che ci trascina nel baratro.Ha un bel dire Patuelli-Abi- che il sistema bancario italiano è solido…. Io affermo che spavaldamente, stanno abusando dell’intelligenza degli italiani perché da un lato le sofferenze create proprio dalla vendita ai risparmiatori di veleni, dall’altra la crisi economica,dall’altra anche noi italiani che abbiamo continuato ad avere un modello di sistema che non è passato adeguatamente all’innovazione digitale, non ha operato su una razionalizzazione degli sportelli e dei prodotti e delle persone, non possiamo dare tutta la colpa all’Europa e tirargli sassate contro dicendo che è tutta colpa delle speculazioni! Dobbiamo essere in grado noi per primi di ammodernare il nostro sistemale e condividere la stesura delle nuove regole di Basilea senza piagnucolare ma mostrando- se le abbiamo-le competenze e la disponibilità ad avere coraggio e a tagliare i rami secchi . Questo deve saper fare una classe che si autodefinisce dirigente ma che dimostra sempre di più di non saperlo essere.
La grisaglia confindustriale pretenziosa
Alessandra Servidori La grisaglia confindustriale pretenziosa SABATO 2 luglio
Faziosa e arrogante la relazione di Confindustria sulla forzatura che si intende compiere pubblicando un discutibile report con gli scenari tragici in caso di sconfitta del sì al referendum di ottobre . E’ una associazione aggressiva e tutt’altro che responsabilmente autorevole quella che si candida addirittura a governare l’opinione degli elettori italiani. E’ una confindustria che minaccia e influenza attraverso il “suo ufficio studi”con numeri la catastrofe del taglio del prodotto interno lordo in un panorama destabilizzato di crisi della finanza pubblica,fuga dei capitali,caduta a precipizio delle famiglie e della struttura imprenditoriali nella speranza di una ripresa di sviluppo evidentemente già molto mortificata nei fatti. I maggiordomi in grisaglia di Palazzo Chigi , novelli aspiranti professori del popolo italiano si sono candidati a illustrare, documentare, informare” il popolo bue” sugli effetti che una risposta negativa alla riforma della Costituzione avrebbe sull’economia italiana. La formazione di una opinione soprattutto in un momento delicato e incerto come quello che il nostro popolo vive non si realizza con gli strappi e le previsioni : la fiducia ce la si conquista con approfondimenti dal contenuto il più esauriente possibile e non minacciando né con le promesse non mantenute né con il lanciafiamme,né con l’arroganza, né con l’approssimazione che nuoce alla democrazia rappresentativa.Noi ci impegniamo ad essere il più esaurienti possibili ad informare, comparare dovutamente le modifiche e simularne l’impatto a bocce ferme e alle condizioni date senza nessuna presunzione di completezza. Chi rappresenta chi è il problema vero e italiano ma anche europeo,visto ciò che sta succedendo.Il Popolo italiano vuole capire e scegliere e non si può agire sulla paura e sulla tenaglia della instabilità ,poiché se rischi ci sono bisogna condividerli sia sul versante sociale che economico perché questa è vera politica.