Alle italiane e italiani sotto l'ombrellone
Agli italiani e alle italiane sotto l’ombrellone . ALESSANDRA SERVIDORI 7 luglio 2019
Comincio questa riflessione dove di solito si finisce e cioè relegando la questione alla capacità delle italiane di essere in prima linea nelle questioni politiche. E’ un pensiero di stima e rigore verso Mara Carfagna che in queste ore di scalmanate offensive dentro a Forza Italia con Toti che ambisce alla guida di una deriva forzista, la Vice Presidente della Camera resiste e oppone ragionamenti di calma e progettualità non sul chi ma sul come e con quali programmi rilanciare una politica ragionevole. Premetto che non faccio politica per un partito ma per lo Stato e così dopo una vita al servizio delle istituzioni continuo a schierarmi con chi le istituzioni le difende e non con uno Sgarbi sgarbato e misogino che al Corriere della Sera rilascia una intervista bocciando Carfagna accusandola di essere carina ma ciò “non basta per guidare un partito”.Tempo fa sul sito TutteperItalia ho riassunto in estrema sintesi i capisaldi dell’Unione Europea per cercare, anche attraverso la mia professione di insegnante, di ricordare cosa rappresenta per noi Italiani e nel contesto internazionale fare parte, anzi essere,i fondatori di una dimensione territoriale e sociale così importante. Nel frattempo non mi sono mai sottratta sempre attraverso il sito che racconta l’Associazione Nazionale che ho l’onore di rappresentare ma anche su riviste on line “benevoli e democratiche” commenti e proposte sul mio Paese in preda a marosi inquietanti. Bene Avanti !
Il giorno dopo l’assoluzione della Nuova Europa nei confronti del debito italiano e della mala politica biancarossaverde raccomando di prendere coscienza della estrema provvisorietà della decisione della Commissione di non accogliere il suggerimento di procedere contro l’Italia: guai a considerarla una questione chiusa, è solo rimandata e non riesco proprio a capire i ragionamenti trionfali di un ex collega come Tria .Come prof rigorista ammetto che è ovvio che si tratta di un impegno molto pesante perché nel limite concordato è compreso un aumento dell’IVA che l’attuale maggioranza intende a ogni costo evitare e questo pone il problema di recuperare una cifra vicina a 20 miliardi di euro. Poiché poi vi sono varie promesse della maggioranza – compresa la famosa flat tax – è evidente che la Commissione ha preso atto che il Governo italiano ha riconosciuto che tutto questo non potrà avvenire o comunque non potrà avvenire in deficit. Il che naturalmente fa venire meno buona parte delle speranze di usare la riforma fiscale per stimolare la ripresa economica. E’ il deficit l’elemento di stimolo, anche se converrebbe usare il deficit per spese di investimento che hanno un ritorno migliore delle spese correnti, ma se non c’è deficit di fatto non c’è stimolo. Mi auguro che sia chiaro che la questione del 2020 rimane sul tavolo della Commissione. I governi dei paesi dell’Unione Europea debbono sottoporre i propri progetti di bilancio alla Commissione e la Commissione avrà come arma in più rispetto al passato le dichiarazioni che il presidente del Consiglio e il ministro dell’economia hanno fatto circa il bilancio 2020 per evitare la procedura di infrazione. In sostanza il governo italiano ha piegato la testa per la seconda volta in sei mesi – la prima fu a dicembre – rispetto alle dichiarazioni bellicose di volere fare di testa propria. E questa volta l’ha piegata non all’ultimo momento, come avvenne a dicembre, ma con qualche mese di anticipo rispetto alla predisposizione del bilancio 2020. Dal punto di vista delle dichiarazioni di intenti dei due partiti della coalizione, siamo di fronte a una sostanziale capitolazione. Sarà interessante vedere come i due capi dei partiti della maggioranza spiegheranno il cedimento alle politiche di austerità da loro combattute a parola con tanta veemenza. Resteranno al Governo per realizzare politiche che criticano aspramente o sceglieranno di far cadere il governo con il rischio di assumersi la responsabilità di una crisi senza ovvi sbocchi? Questa è materia per i prossimi mesi. Ma intanto sotto l’ombrellone o sul lago o in cima alle montagne o comunque in città, cerchiamo di non scordarci che tra al massimo 60 giorni il problema di dove trovare quei 50miliardi che servono al Governo per affrontare gli impegni assunti vedremo dove saranno “inventati”.Umilmente ricordiamo che abbiamo un nuovo record per il debito pubblico italiano, che lo scorso novembre è aumentato di 10,2 miliardi, rispetto ad ottobre, raggiungendo il picco di 2.345,3 miliardi di euro. Se la si volesse suddividere per i quasi 60,5 milioni di italiani censiti dall'Istat, significherebbe avere quasi 38mila euro di indebitamento pro capite, neonati e anziani inclusi.