Non condivido anzi la contrasterò con tutto il mio convincimento ( e non solo) questa proposta di legalizzare la cannabis o traccheggiare sulla marijuana o haschis come palliativi di eroina e cocaina. Credo fermamente che sia giunta l’ora, per le droghe leggere, di usarle con il controllo medico per alleviare le sofferenze umane fisiche di dolori di patologie devastanti , ma istituire punti di vendita di canne autorizzati dallo Stato credo che sia uno sbaglio addirittura criminale. Adottando poi il pretesto della “precauzione” quasi come prevenzione credo sia sinonimo di delinquenza e non c’entra l’etica e il moralismo bigotto e bacchettone. C’entra il mettere in circolo così come alcool e tabacco di Stato una illusione di benessere che porta all’abuso e alla malattia neurologica ed è causa sempre più spesso di morte non solo di se stessi ma di altri ed è sicuramente in tutto il mondo una calamità in mano ai narcotrafficanti e gli spacciatori prolifereranno ancora di più con una logica di mercato sempre più “tagliato di ecstasy”.. Mi ritengo una progressista riformista e non mi rassegno al declino inarrestabile di una società nichilista e irrazionale che si fuma il cervello. Soprattutto facciamolo almeno per i nostri nipoti che sono alla ricerca sempre più di valori e modelli di comportamento che attivano la responsabilità e l’intelligenza cognitiva non la bruciano. Lo slogan liberalizzare per contrastare è demenziale perché la libertà vera è quella di non farsi del male e non seguire il branco che si “fa”, la nostra libertà non può cominciare quando finisce quella degli altri e la rimozione e consapevolezza degli effetti sociali devastanti che determina negli otto milioni di consumatori italiani che sono “ormai abituati”. Non sento nessuna necessità di una legge autodistruttiva: siamo già messi abbastanza male senza farcene di più.
Alessandra Servidori - 2015-07-21