LEGGE DI STABILITA' che non ci stabilizza
Alessandra Servidori LEGGE DI STABILITA’ 2017 INTERROGATIVI PIU’ CHE LEGITTIMI
Abbiamo guardato le 33 slide che Renzi e Padoan hanno presentato per la Legge di stabilità uscita dal CDM e guardiamo anche con curiosità il dibattito, feroce come sempre ,su chi sostiene il Governo e chi ha il compito di capire cosa intende fare Renzi e il suo Esecutivo,perché francamente rispetto ai 26 miliardi spalmati sulle varie voci, prendendo per esempio la sanità, leggiamo i twit di Lorenzin Ministro in carica e al di là dei suoi esultanti 140 caratteri, ci chiediamo, per i disabili, che sono tanti, e sempre piu’, cosa è previsto (pare pochino).Sulla scuola anche,Giannini esalta lo student act ( mancia di 500 euro agli studenti) anziché pensare a irrobustire apprendistato e innovazione e dunque lavorare a scuola. Ma aspettiamo il Testo che sarà emanato ufficialmente. Comunque leggendo quel che trapela dai giornali, confusamente, non basteranno le risorse per il rinnovo dei contratti dei Dipendenti Pubblici e non capiamo perché i due ministri di cui sopra, che fanno parte del settore pubblico, riusciranno a moltiplicare gli eurini.E’ bene sapere e ricordare infatti alcune certezze , sulle quali riflettere per cercare di capire cosa succede ora e cosa prevede questo percorso a ostacoli che pende sul capo degli italiani
La legge di stabilità, insieme alla legge di bilancio, costituisce la manovra di finanza pubblica per il triennio di riferimento e rappresenta lo strumento principale di attuazione degli obiettivi programmatici definiti con la Decisione di finanza pubblica. Essa sostituisce la legge finanziaria e rispetto a quest'ultima prevede novità sia in ordine ai tempi di presentazione sia in merito ai contenuti dal 2015. Il disegno di legge di stabilità viene presentato in Parlamento entro il 15 ottobre (in passato era il 30 settembre), un mese dopo la data di presentazione della Decisione di finanza pubblica. La modifica dei termini di presentazione dei due documenti tende ad avvicinare il momento della programmazione a quello di definizione della manovra di finanza pubblica. Ciò virtualmente dovrebbe consentire di disporre di un quadro macroeconomico e di bilancio più stabile, ma richiede anche che i contenuti della manovra siano maggiormente dettagliati nel corso della definizione del documento di programmazione. Risulta, infatti, più breve lo spazio che intercorre tra la data di approvazione della DFP e quella di presentazione della legge di stabilità, con una compressione del lasso temporale entro il quale definire puntualmente le misure che dovranno far parte della manovra di fine anno. Dobbiamo ricordare che nella situazione in cui ci troviamo economicamente, stabilire OGGI cosa spendere del Bilancio dello Stato nei prossimi tre anni, significa dunque, eticamente e responsabilmente pensare al bene del Paese e NON alla campagna elettorale del Governo Renzi in favore del referendum sulla Costituzione. Purtroppo la legge di stabilità 2017 presenta un contenuto più snello rispetto a quello della precedente legge finanziaria. Restano escluse dal suo contenuto le norme a carattere ordinamentale o organizzatorio, anche qualora esse si caratterizzino per un rilevante miglioramento dei saldi (cosa che è evidente NON è e non sarà); le norme di delega e quelle relative ad interventi di natura localistica o micro settoriale. Gli interventi di sostegno e sviluppo dell'economia dovranno trovare collocazione in appositi disegni di legge collegati, e pertanto al di fuori della legge di stabilità. Invece per quanto riguarda la struttura complessiva della legge, si conferma la sua suddivisione in articolato e tabelle che aspettiamo di conoscere. Nella prima sezione, essa riporta: il livello massimo del saldo netto da finanziarie e del ricorso al mercato; la variazione delle aliquote delle imposte; l'importo dei fondi speciali; l'importo complessivo destinato al rinnovo dei contratti pubblici; le norme eventuali necessarie all'attuazione del Patto di stabilità interno e alla realizzazione del Patto di convergenza; le misure correttive delle leggi che comportano oneri superiori a quelli previsti; altre regolazioni meramente quantitative.
Le tabelle allegate alla legge di stabilità vengono ridefinite rispetto alla normativa previgente. In particolare, mentre le Tabelle A e B (che riportano gli importi dei fondi speciali per la copertura di nuovi provvedimenti legislativi, rispettivamente di parte corrente e in conto capitale) restano invariate, viene ridefinito, invece, il contenuto della Tabella C escludendo da essa le spese destinate al funzionamento degli enti pubblici (che presentano natura obbligatoria), e che d'ora in poi saranno determinate dalla legge di bilancio. La Tabella D, invece, assorbe le "vecchie" tabelle D, E ed F relative alle spese in conto capitale. Essa riporta gli importi destinati al finanziamento delle leggi che dispongono spese a carattere pluriennale in conto capitale, con evidenziazione dei rifinanziamenti, delle riduzioni e delle rimodulazioni. Si modifica, infine, anche la Tabella E che, a differenza di quanto avveniva in passato, riporta ora le riduzioni delle autorizzazioni legislative relative alla sola spesa corrente. COSA MOLTO IMPORTANTE sarà un prospetto riepilogativo degli effetti triennali sui saldi di finanza pubblica (saldo netto da finanziare, fabbisogno e indebitamento netto) derivanti dall'attuazione di ciascuna disposizione contenuta nella medesima legge. E' previsto inoltre che lo stesso prospetto venga aggiornato nel passaggio da un ramo all'altro del Parlamento in relazione alle modifiche approvate al disegno di legge durante la discussione parlamentare.Leggeremo con grande curiosità la relazione tecnica sugli effetti della legge di stabilità sul bilancio dello Stato e sul conto economico delle amministrazioni pubbliche, sui saldi di finanza pubblica articolati nei vari settori di intervento e i criteri utilizzati per la quantificazione degli stessi, assorbendo parte del contenuto della soppressa Relazione Previsionale e Programmatica. Essa contiene, altresì, le previsioni del conto economico delle amministrazioni pubbliche e del relativo conto di cassa, integrate con gli effetti della manovra per il triennio di riferimento. POI NON E’FINITA : dobbiamo aspettare il giudizio della UE. Vigiliamo fratelli e sorelle, vigiliamo!!!!
Niente parità di genere nei consigli metropolitani
Alessandra Servidori Donne e governo metropolitano : una presenza diseguale
La legge del 7 aprile 2014 n.56 ha approvato in via definitiva l'istituzione delle città metropolitane, ridefinendo il sistema delle province. Il provvedimento ha individuato dieci città metropolitane: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Venezia, Reggio Calabria. Il territorio delle città metropolitane coincide con quello della provincia omonima. Sono stati previsti procedimenti ordinari per il passaggio di singoli comuni da una provincia limitrofa alla città metropolitana (o viceversa). Altre quattro città metropolitane sono state individuate dalle Regioni a statuto speciale (Cagliari, Catania, Messina, Palermo). Il 30 settembre 2014 si sono svolte le elezioni del Consiglio metropolitano, indette dai Sindaci dei Comuni capoluogo e si è insediato il Consiglio metropolitano e la Conferenza metropolitana. Il 1° gennaio 2015 le Città metropolitane sono subentrate alle province omonime. Daniela Dominici ha analizzato la presenza delle donne nei nuovi Consigli metropolitani che sono stati eletti e la situazione non è delle migliori . A elezioni avvenute infatti questo è il risultato :
Il consiglio metropolitano di Torino è composto da 6 consigliere su 18 totali. A Bologna 6 consigliere su 18. A Genova ci sono 4 consigliere su 18. A Reggio Calabria e c’è 1 sola consigliera su 18, la vice sindaca di Caulonia Caterina Belcastro. A Bari ci sono solo 2 consigliere su 18.A Venezia ci sono 3 consigliere su 18. A Firenze 5 consigliere su 18. A Milano ci sono 8 consigliere su 24. A Roma ci sono 6 consigliere su 24. A Napoli ci sono 4 consigliere su 24. Il consiglio metropolitano di Cagliari verrà eletto il prossimo 23 ottobre.I consigli metropolitani di Palermo e Catania verranno eletti il prossimo 20 novembre. A Messina non c’è il consiglio, c’è un commissario.
Come è ben evidente la tenacia nel chiedere e ottenere pari opportunità per una democrazia di rappresentanza effettiva nelle sedi istituzionale è per l’ennesima volta fallita. Si evidenzia inoltre che non è stata inserita alcuna norma di garanzia di genere nella disposizione transitoria che prevede la prima elezione del nuovo Senato su liste bloccate e con preferenza unica, in contrasto con quanto impone la riforma costituzionale (Articolo 1, secondo comma) per tutte le leggi elettorali, compresa, quindi, la futura legge elettorale per il nuovo Senato.La prima elezione, che avverrà secondo la disposizione transitoria che prevede la preferenza unica e nessuna norma di garanzia di genere, porterà all’assoluta predominanza di appartenenti al sesso maschile, come nella maggior parte dei consigli regionali e tra i sindaci. ART 39 Rifoma costituzionale.La prova generale è consumata con l’elezione di secondo livello da parte dei consiglieri comunali dei Consigli delle Province e delle Città metropolitane. Anche questa elezione è avvenuta senza norme di garanzia di genere, in quanto la legge Del Rio le prevede solo per le tornate successive. Le politiche di genere affidate al buon cuore della Ministra Boschi peraltro non solo con delega alle Pari Opportunità, ma anche della Riforma Costituzionale sottoposta a referendum , sono così orfane di una genitorialità negata.
Studenti,scuola,Costituzione e democrazia scolastica
Alessandra Servidori Studenti, scuola, costituzione e democrazia scolastica.
Una proposta consapevole - www.formiche.net
Incalza furiosa la dialettica politica sull’appuntamento del 4 dicembre allorchè il popolo italiano è chiamato a esprimere il proprio parere sul testo della Costituzione modificata. E contemporaneamente in questi giorni una parte consistente di studentesse e studenti scendono in piazza ed occupano aule come antica forma di protesta autunnale, ricorrente. Condivido alcuni motivi del loro scontento dell’avvio dell’anno scolastico molto molto faticoso soprattutto per il disordine degli organici,degli edifici fatiscenti, della mancanza dei docenti di sostegno soprattutto a chi ha diritto ed è disabile comunque allo studio. Diciotto anni fa quando celebrammo il 50 entesimo della Costituzione con alcuni amici costituzionalisti andammo nelle scuole e riproducendo la Gazzetta ufficiale del Testo della Costituzione( mi ricordo soprattutto le lezioni con Augusto Barbera, Luciano Vandelli, voci pacate, grandi maestri !) ne discutevamo con gli studenti. Un approfondimento sereno e un dibattito democratico con la micro società scolastica , che colse l’opportunità di darsi anche regole condivise, come politeia fondante negli istituti. L’obiettivo era di far conoscere il Testo ma soprattutto assimilarlo per indurre i ragazzi e le ragazze a considerare lo spirito costituzionale vivo e attuale per l’applicazione di stesse regole di convivenza uguali per tutti : elezione a turno dei rappresentanti di classe e sorteggio, incarichi da portare a termine,il diritto di libertà di parola purchè non si offendano le persone o le istituzioni scolastiche,senza urlare, sanzioni se si violano i patti stabiliti dalle regole di istituto. In buona sostanza tentammo di indicare ai giovani un possibile approccio empatico alla disciplina costituzionale convivendo gomito a gomito nelle classi,come modello di democrazia agita nella scuola. Una rilettura oggi meditata e consapevole dei principi della Costituzione sarebbe cosa buona per coglierne la vitalità e al contempo inadempienze che caratterizzano il nostro tempo,cercando elementi attuali di continuità o differenze incentivando le problematiche sul diritto allo studio, l’occupazione giovanile e cioè il lavoro nell’Italia di oggi e le difficoltà attuali. Così forse ci si potrà confrontare con i giovani anche dopo quel 4 dicembre nel quale, comunque vada,ai nostri studenti abbiamo l’obbligo di offrire la prospettiva di un Paese dove l’istruzione e la formazione sono gangli vitali di una società evoluta.
IL PARLAMENTO SU TEMPI DI VITA E DI LAVORO SI SVEGLIA DAL LETARGO
ALESSANDRA SERVIDORI EVVIVA : Il Parlamento UE si sveglia dal letargo!
Notizie dal Parlamento europeo: Azione per migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita necessaria a livello comunitario e nazionale
29 settembre 2016 -I componenti del Parlamento europeo il 29 settembre 2016 hanno approvato in plenaria una risoluzione che chiede una modernizzazione della legislazione work-life balance tra cui la maternità e il congedo parentale, nonché paternità e coloro che seguono i disabili e anziani e ne hanno cura. Questa è senz’altro una notevole iniziativa, presa dal Parlamento europeo, dopo la bocciatura dell’agosto 2015 della Direttiva che allungava il congedo di paternità di due settimane .Il Parlamento ha adottato una risoluzione che esamina le questioni equilibrio lavoro / vita in modo complessivo sotto tutti gli aspetti insoliti che in buona sostanza sono il modo globale in cui i singoli argomenti sono combinati così come la prospettiva della diversità rigorosa . I deputati sono molto specifici in alcuni dei dettagli che riguarda la richiesta per quanto riguarda la maternità e il congedo parentale, nonché paternità e coloro che svolgono lavori di cura. "Abbiamo bisogno di tutti questi nuovi sviluppi, al fine di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita. I padri dovrebbero essere maggiormente coinvolti nella condivisione delle responsabilità familiari, al fine di migliorare la parità di genere ", ha detto il co-relatore Vilija Blinkeviciute. La risoluzione copre le seguenti aree:
Revisione della direttiva sul congedo di maternità :
I deputati invitano la Commissione a portare nuove proposte ambiziose per la direttiva sul congedo di maternità assicurando che le donne siano retribuite e coperte da una protezione sociale per tutta la durata del congedo di maternità e non siano finanziariamente penalizzate per avere figli. Uno studio britannico dal CIPD aveva appena scoperto che le madri che lavorano in posti di lavoro poco qualificati sono costrette a ridurre sia considerevolmente le loro ore o rinunciare al lavoro del tutto dopo aver avuto un secondo figlio.In Italia il Rapporto annuale sulle dimissioni dal lavoro negli ultimi anni ha segnalato questa problematica.
Migliorare congedo parentale
La risoluzione del Parlamento europeo chiede inoltre che la durata minima del congedo parentale con un'adeguata sostituzione del reddito e di protezione sociale debba essere aumentato da quattro ad almeno sei mesi. I genitori dovrebbero avere la flessibilità di utilizzare il congedo in frazioni o del tutto in concomitanza con l'età del bambino per il quale il congedo parentale può essere preso, che peraltro dovrebbero essere aumentati.. I deputati ribadiscono che il congedo parentale dovrebbe essere equamente ripartito tra i genitori e che entrambi i genitori devono essere trattati nello stesso modo in termini di diritti al reddito e la durata del congedo.
Nuova paternità e congedo direttiva per coloro che svolgono lavori di cura.'
I deputati esortano la Commissione, al fine di consentire ai genitori con bambini o persone con persone a carico per raggiungere un migliore equilibrio vita-lavoro, a realizzare con la nuova direttiva il congedo di paternità con un minimo obbligatorio di due settimane interamente inquadrate come ferie e con la medesima direttiva un congedo per le persone che svolgono lavori di cura per anziani e non autosufficienti in famiglia. ", che consente ai lavoratori di prendersi cura di persone a carico e offre all'accompagnatore remunerazione adeguata e la protezione sociale. I deputati chiedono inoltre agli Stati membri di introdurre "crediti di cura" attraverso una legislazione di sicurezza sociale come perio equivalenti di lavoro e diritti pensionistici al fine di proteggere coloro che prendono una pausa dal lavoro per fornire questa assistenza informale e dunque la cura svolta da un dipendente o da e per un membro della famiglia e riconoscere il valore del lavoro di questi assistenti per l'intera società.
La cura per i bambini e intelligente lavoro
I servizi per l'infanzia di qualità dovrebbero essere disponibili, a prezzi accessibili i, dice il testo. I deputati hanno anche sottolineato l'importanza di forme flessibili di lavoro (orari di lavoro flessibili) nel permettere a uomini e donne di conciliare lavoro e vita familiare, a condizione che il lavoratore sia libero di fare la scelta.
La risoluzione è stata approvata con 443 voti a favore, 123 contrari e 100 astensioni. Essa non è né vincolante per la Commissione europea, né per gli Stati membri.
FONTE Newsletter, Policy Development Work-Life-Balance
DONNE e PENSIONI DI REVERSIBILITA'
Alessandra Servidori
Donne e pensioni di reversibilità: Sono l’ 88% delle pensioni erogate quelle di cui sono titolari le donne e dunque solo il 12% ne sono beneficiari gli uomini.Così un’altra ragione per criminalizzare le donne,visto che la pensione di reversibilità è una prestazione economica che viene erogata dall’INPS ai familiari superstiti di un defunto già titolare di pensione o che,durante la propria vita lavorativa, abbia accumulato un determinato numero di settimane contributive tali da dare lo stesso il diritto ai familiari di percepirne . Dunque le donne che vivono di più degli uomini , spesso sono disoccupate ora e lo sono state in gioventù, possono contare sulla pensione del proprio marito, compagno,fratello ,padre ecc.. Nei giorni scorsi però si è sparsa la voce ,(per ora non confermata ma dovremo vedere il testo non ancora approvato del cd” disegno di legge povertà”) che tale trattamento, in futuro, venga legato all’ISEE. Quest’ultimo è “l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente” e considera la posizione economica di coloro che percepiscono le pensioni di reversibilità, richiedono agevolazioni e prestazioni sociali. Con tale introduzione, quindi, l’assegno non sarebbe più un diritto inalienabile, venendo, al contrario, a dipendere dal reddito di chi ogni mese lo percepisce. Ovviamente condividiamo la perplessità di quanti ,eredi in vita,potrebbero subire persino ulteriori tagli .Fino ad ora la pensione di reversibilità in base alla norma ,applica Il metodo di calcolo che non ha subito modifiche rispetto a quanto disciplinato dalla legge numero 335 dell’8 agosto 1995: per determinarne l’importo si continua a tenere conto unicamente dei redditi assoggettabili all’IRPEF e tra gli aventi diritto alla prestazione ci sono appunto il coniuge,i figli, i nipoti e in alcuni casi anche i genitori o fratelli/sorelle . L’importo viene calcolato dall’ente in base alla documentazione che il familiare superstite presenta al momento della richiesta tra cui devono essere dichiarati i redditi assoggettati ad IRPEF che andranno a far optare per la percentuale e quindi l’importo, da assegnare. Facendo l’esempio più ricorrente cioè la coniuge superstite, la percentuale di solito è circa il 60% che andrà a decrescere in base al calcolo che l’INPS effettuerà basandosi sul reddito di cui il familiare richiedente è titolare, e solo lui, al di là dei componenti del nucleo familiare dello stesso. A fare tremare le vene ai polsi delle tantissime vedove che vivono di questa pensione, è arrivata anche una circolare inps cosidetta riparatrice ,perché ha chiarito con riferimento ad alcune notizie di stampa in merito ad ipotetici cambiamenti introdotti con la circolare n.195 del 30 novembre 2015 sui redditi da dichiarare per il calcolo delle pensioni di reversibilità. In realtà, sottolinea l’Istituto, nella circolare n. 195/2015 è presente un refuso generalizzato nell’allegato 1, contenente le tipologie reddituali influenti sulle diverse rilevanze, fra cui anche la rilevanza 11 – Incumulabilità della pensione ai superstiti con i redditi, di cui all’art.1, comma 41, L. n. 335/1995. Era un refuso,per fortuna,per ora, le vedove possono ancora contare,appunto molte per non cadere in povertà, sul 60% della pensione del marito.
Astuccio sulle patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti
Pubblichiamo il pdf dell'astuccio/opuscolo sulle patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti, contenente le notizie essenziali, utili, concrete per i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie. Diritti e doveri quando ci ammaliamo.
RAGGI,APPENDINO,BERGONZONi contro le cd quote rosa.Un controsenso
Alessandra Servidori RAGGI,APPENDINO,BERGONZONi contro le cd "quote rosa" 29 settembre 2016
Devo ricordare con garbo istituzionale alle signore che in queste ore si sono espresse contro le cd “quote rosa” che nonostante le loro affermazioni è evidente che ,per esempio ,la legge n. 120 del 2011 ha consentito all’Italia, sistematicamente considerata fanalino di coda d’Europa nell’attuazione della parità di genere (Dati Ocse agosto 2016), di diventare un modello di riferimento per altri Paesi, al momento sprovvisti di discipline finalizzate a portare le donne ai vertici del settore economico, o che hanno introdotto misure poco incisive. Si può sicuramente avere opinioni diverse sui metodi di raggiungere la democrazia paritaria effettiva ,ma è indubbio che la disciplina costruita dal Parlamento italiano è una disciplina efficace e ben equilibrata, perché se da una parte si caratterizza per l’incisività del tipo di intervento, dall’altra presenta accorgimenti in grado di evitare contraccolpi sui principi costituzionali; in particolare, sul principio di uguaglianza e sulla libertà di iniziativa economica delle imprese. Infatti la Legge Golfo Mosca ha avuto la capacità di produrre ‘rinnovamento’ sia culturale che concreto. I numeri e i fatti sono chiari : diverse importanti società hanno deciso di adeguare alle nuove regole i propri statuti e i propri organi anche prima che la legge evidenziasse i propri effetti giuridici vincolanti (posticipati dalla legge a un anno dalla sua entrata in vigore). La legge è stata capace di creare un rinnovamento di carattere più generale a proposito delle modalità di reclutamento degli amministratori societari, prestandosi oggi molta più attenzione a merito e competenze. Non molto ma moltissimo rimane da fare e non sentiamo proprio il bisogno di riaprire un conflitto sulla presenza equilibrata di genere nel contesto economico e istituzionale. La legge sta dispiegando i propri effetti, e i dati sono confortanti, sebbene il genere femminile rimanga ancora scarsamente rappresentato nei ruoli chiave delle società, quelli di amministratore delegato. Non solo. Per molte società a controllo pubblico si pone un altro problema che oggi è diventato esplosivo. Il decreto sulla c.d. spending review (d.l. n. 95 del 2012), ha consentito la possibilità, per molte società, di adottare la formula dell’amministratore unico. Ebbene, questa scelta è in crescente aumento, e, come facilmente immaginabile, purtroppo, nella maggior parte dei casi, la scelta dell’amministratore unico ricade su un uomo. Dunque continuiamo a monitorare con attenzione l’andamento delle nomine, ed elaboriamo, eventualmente, anche nuove soluzioni sul piano normativo, per evitare il rischio che, ancora una volta, la politica possa opporre resistenza alla compiuta realizzazione di una democrazia paritaria, sulla quale, a proposito di Italicum, la situazione è ancora molto molto sbilanciata. Non ci si può accontentare del fatto che le donne arrivino nei luoghi della decisione, ma occorre che esse contribuiscano effettivamente, come ci auguriamo si continui , ad incrementare la qualità delle decisioni in materia economica. Occorre che tutti, soprattutto le Università e le Associazioni attive su questo versante, continuino a prestare la massima attenzione e a dedicare tutti gli sforzi possibili per il conseguimento dell’obiettivo più importante: quello di un cambiamento culturale. Ognuno dunque può fare la sua parte remando per e non contro. L’Università di Modena e Reggio Emilia, al Dipartimento di giurisprudenza ha istituito un corso su Politiche di pari opportunità nel lavoro pubblico e privato e alle studentesse e agli studenti è una materia che interessa molto vista la robusta frequenza. E questo è un ottimo segnale.
Beatrice e il super io
Alessandra Servidori Beatrice e il super io
La sfortunata campagna sulla fertilità coatta ha messo in evidenza il super io di cui è affetta la Ministra Lorenzin che mi ostino a chiamare Bea,in ricordo di quando era una fresca e tonica giovane amica che mi chiamava come sua maestra quando insieme organizzavamo seminari di studio sui temi del welfare.Ma le allieve crescono e spesso ,superano le maestre ma in arroganza.E così guardando l’incontro in tv in prima serata in cui la ministra incalzata dalle due giornaliste spiega la mission comunicativa fallita del piano nazionale sulla fertilità ho la conferma di quella presunzione di completezza che ammorba chi raggiunge posti di potere. Un danno erariale così evidente –tanti milioni bruciati da opuscoli e iniziative sbagliati- è in capo al Ministro e non alla direzione generale del ministero e questo non è stato mai evidenziato da nessuna polemica intercorsa,tanto meno da nessun solerte giudice che in questo caso tace .Peraltro nell’elencare con questo “Io,io ,io ,l’ho fatto” i suoi provvedimenti in campo sanitario,Beatrice super-io ha dimenticato di abbattere i muri della legge 40 che impedisce alle coppie fertili il ricorso alla fecondazione medicalmente assistita pur affermando negli opuscoli sbagliati una sola mission condivisibile e cioè che la possibilità di avere figli è “un bene comune”.Non lo è a tutt’oggi , e questo da maestra lo ricordo a chiare lettere, per quelle tante coppie a cui Lorenzin deve guardare con riverente attenzione,penalizzate dalla cattiva legge che a dodici anni dalla sua promulgazione sono arrivate a quell’età che non consente loro di poter mettere al mondo il figlio desiderato. Lorenzin una volta entrata nell’olimpo del potere di cui politicamente ha aderito all’arroganza renziana, ha pensato e ancora pensa,di poter affidarsi come dichiara alla” società scientifica “ anch’essa evidentemente ben incardinata su decenni di potentati e fallimenti della famosa legge 833 del ‘ 78 ,fallimento evidente di un decentramento della salute degli italiani e trionfo dei primariati e degli sprechi tutt’ora evidenti. Ora Lorenzin deve provvedere anche e soprattutto a realizzare la presa in carico della persona con fascicolo elettronico dello stato di salute, di un fondo unico socio-assistenziale nazionale( compresa l’indennità di accompagnamento) così da garantire, soprattutto alle persone disabili e rese disabili dalla mancanza di salute e dunque di tutte le età come vediamo dai i dati di malattie oncologiche,invalidanti,ingravescenti che colpiscono gli italiani , integrazioni di servizi e apropriatezza delle prestazioni e in ciascun territorio ,conferimento alle asl della spesa socio sanitaria municipale e applicazione anche per le coppie che desiderano figli della corretta proporzione di spesa tra prevenzione,servizi territoriali e spedalità; concentrazione della offerta ospedaliera in base agli esiti e agli standard delle specialità e soprattutto efficienti servizi di emergenza. E oggi l’emergenza è anche riempire le culle vuote ma non con la presunzione di campagne informatrici sbagliate e messa in mobilità dei dirigenti ministeriali indicati come colpevoli. Mediti Beatrice , mediti.
DALLA PARTE DELLE DONNE E DEL LAVORO .La situazione aggiornata
Alessandra Servidori -18 SETTEMBRE DALLA PARTE DELLE DONNE e del lavoro nel mondo
Qual è attualmente la situazione in Europa sulla conciliazione anzi condivisione vita/lavoro E gli impegni assunti dal recente G20
Commissione e Parlamento il 9 settembre hanno deciso di agire per migliorare l’equilibrio vita-lavoro di tutti i cittadini, uomini e donne: una leva in grado di migliorare notevolmente l’attuale disuguaglianza di genere. Ecco alcuni dati di contesto che raccontano la situazione, oggi.
In tutta Europa il tasso di natalità è sensibilmente diminuito negli ultimi decenni.
»Gli studi dell’ultimo decennio sollevano molti dubbi riguardo l’effettiva efficacia di un più lungo orario di lavoro in termini di aumento della produttività. »La perdita di PIL nel mercato del lavoro europeo attribuibile al gender gap è stimata al 10%. »La disuguaglianza sul mercato del lavoro ha conseguenze che durano (e peggiorano) nel tempo: il gender pension gap (39%) è più del doppio del gender pay gap (16%)! »I congedi legati a motivi familiari sono ancora motivo di forte discriminazione per uomini e donne, nonostante il quadro normativo esistente a livello europeo. »Solo il 10% dei padri usa almeno UN giorno di congedo di paternità. »Il 97% delle donne usa il congedo parentale disponibile per entrambi i genitori. »Solo 11 Stati membri hanno raggiunto il primo degli “obiettivi di Barcellona” (2002, servizi di cura per l’infanzia accessibili al 90% dei bambini tra i tre anni e l’inizio dell’obbligo scolastico), mentre solo 10 Stati membri hanno raggiunto il secondo obiettivo (servizi di cura per l’infanzia accessibili al 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni). »3,3 milioni di cittadini europei tra i 15 e i 34 anni hanno dovuto rinunciare al lavoro a tempo pieno per mancanza di servizi di cura per i propri figli o altri parenti a carico. Anche nel campo dei servizi, gli investitori e le aziende del settore dovranno rispettare le normative europee ed essere sottoposti allo stesso numero di controlli.
Il rapporto di iniziativa del Parlamento
Il Parlamento europeo ha deciso di redigere una relazione d’iniziativa per portare maggiore attenzione al dibattito e per richiedere alla Commissione di intensificare il suo lavoro in questo campo. Soprattutto, questa relazione è una reazione alla “roadmap” e alla relativa consultazione pubblica lanciate dalla Commissione nel 2015, dal titolo ‘Un nuovo inizio per fronteggiare le sfide del work-life balance affrontato da famiglie di lavoratori’. L’obiettivo di questa iniziativa della Commissione è quello di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso la modernizzazione e l’adeguamento del quadro giuridico politico dell’UE al mercato del lavoro di oggi, per consentire ai genitori con bambini e/o altri parenti a carico un migliore equilibrio tra famiglia, lavoro e vita privata, sostenere una maggiore condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne, e rafforzare la parità di genere nel mercato del lavoro.
Work-life balance: è tempo di agire
Lo scopo di questa relazione - e delle politiche di conciliazione vita privata-vita lavorativa in generale - è non solo la promozione della parità di genere nel mercato del lavoro e in altre sfere della società, ma anche dare ai bambini la possibilità di raggiungere il loro pieno potenziale ,, fornendo loro un’istruzione di alta qualità e servizi di cura per la prima infanzia, accesso ad attività ricreative, culturali e sportive e, soprattutto, tempo con i loro genitori.
Flessibilità : il rapporto specifica che per conciliare lavoro, vita privata e familiare non esiste una soluzione ‘one-size-fits-all’, e il giusto equilibrio deve essere trovato per ogni persona, al fine di soddisfare le loro esigenze personali e familiari.
Azioni proposte:
Adeguati regimi di congedo condivisi
La mancanza di sistemi di congedi retribuiti per i padri, o l’inadeguatezza degli incentivi per usarli, aumenta la disuguaglianza di genere nella condivisione del lavoro di cura della famiglia tra donne e uomini. Poiché le donne sono le principali utilizzatrici dei congedi legati a motivi familiari, la loro posizione nel mercato del lavoro è indebolita per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro, il salario e l’avanzamento di carriera. Allo stesso tempo, gli uomini non sono supportati o motivati a prendere del tempo da trascorrere con la propria famiglia. Per far fronte a questo, la relazione invita la Commissione a: »presentare una proposta di revisione della direttiva sul congedo di maternità, che attualmente risale al 1992, adottata nell’ambito di competenza dell’Unione europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
La direttiva in vigore prevede 14 settimane di congedo di maternità retribuito e la protezione contro il licenziamento. La revisione dovrebbe mirare a prolungare il congedo di maternità retribuito con modalità diversificate di retribuzione, per consentire il soddisfacimento di specifiche esigenze e tradizioni diverse nei diversi Stati membri. I punti salienti»presentare una direttiva sul congedo di paternità, per garantire che gli uomini assumano la loro parte di responsabilità familiari, prevedendo un congedo minimo obbligatorio, retribuito e non trasferibile, per i padri; »presentare una relazione sull’attuazione della direttiva sul congedo parentale, »proporre una direttiva sui congedi per i “carers”, per consentire ai lavoratori di prendersi cura di persone a carico. Inoltre la relazione chiede: »di adoperarsi per cambiare gli stereotipi sui ruoli di genere; »di adottare misure per ridurre il divario retributivo di genere; »che vi sia piena disponibilità di strumenti di flessibilità organizzativa del lavoro (vigilando che essi non siano un obbligo per nessuno), come telelavoro, smartworking, orari flessibili e part-time. Infine, la relazione sottolinea che le condizioni favorevoli per l’equilibrio vita-lavoro nel mercato del lavoro e una soddisfacente qualità di vita possono essere raggiunti solo se le persone hanno abbastanza tempo fuori del lavoro per lo sviluppo personale, per esempio attraverso l’istruzione e la formazione, e per il tempo libero. La Commissione dovrebbe pertanto intensificare le sue azioni nei confronti degli Stati membri che non applicano correttamente la direttiva sull’orario di lavoro. Inoltre, gli Stati membri sono incoraggiati a mettere in atto misure di sostegno ai congedi per scopi di istruzione e formazione e ai “carrier breaks”.
Parlamento Europeo- Bruxelles, 9 settembre 2016
Di seguito una scheda dei 5 i impegni assunti dal recente G20 sulle politiche per l’occupazione femminile
1) Lavorare per l'inclusione delle donne e delle persone diversamente abili nel mercato del lavoro per contrastare la povertà
2) Sviluppare i settori della scienza e della tecnologia per l'inclusione delle donne
3) ASSICURARE CHE LA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SIA INCLUSIVA PER DONNE,GIOVANI E SOGGETTI SVANTAGGIATI
4)SOSTENERE L'IMPRENDITORIA FEMMINILE E GIOVANILE NELLE PICCOLE IMPRESE
5)SVILUPPARE PIANI DI OCCUPAZIONE FEMMINILE E GIOVANILE INCLUSIVI NEL MERCATO DEL LAVORO E NELL'ECONOMIA
BRATISLAVA e l'accordo che non c'è
Alessandra Servidori 17 settembre 2016 BRATISLAVA e L'ACCORDO CHE NON C'E'
Chi ha caricato il vertice di Bratislava per un incontro straordinario sul futuro dell’Unione europea, ha sbagliato prima e il giorno dopo di più. Un summit in cui la Gran Bretagna, che pur rimane membro a tutti gli effetti, non ha preso parte anche se di Brexit si è parlato e invece non si è voluto parlare e decidere davvero il percorso del futuro prossimo dell’Europa.Un vertice ambizioso, necessario viste anche le prossime scadenze elettorali e referendarie in diversi paesi europei.Quella che è arrivata e uscita da Bratislava è però un’Europa "a pezzi", sempre più divisa al suo interno e con vari raggruppamenti che cambiano a seconda del dossier trattato e soprattutto evidenziando che nessun compromesso è stato raggiunto. L’unica evidenza è stata da parte del governo slovacco, che come presidente di turno del Consiglio, ha presentato un piano per tornare a un’Europa delle nazioni con un indebolimento delle istituzioni comunitarie che seppellisce il progetto europeo.Summit e conferenze stampe divisivi ,il gruppo più strutturato è quello di Visegrád, che riunisce Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria,costituitosi prima dell’ingresso di questi paesi in Europa,che aveva tra gli obiettivi principali quello di sostenerne il percorso di adesione e ogg invece è il gruppo che riunisce i governi più euroscettici d’Europa. Anche i recenti vertici di Ventotene (Italia, Francia, Germania) e di Atene (con i paesi del sud Europa a favore di politiche fiscali più permissive, costituito come contraltare al fronte dei paesi pro–rigore del Nord) sembrano funzionare più da specchio delle fratture interne che da forum per la ricerca del compromesso prima delle riunioni a 27 o a 28. |
E la speculazione va.........................
Alessandra Servidori E la speculazione va….. 3 settembre 2016
In questa stagione di numeri istituzionali ballerini,in cui Istat , Inps,Governo fanno a gara per sparare come un cannone a salve, a giorni alterni, dati diversi accompagnati da criteri che offuscano qualsiasi ragionevole trend economico comprensibile, e all’ombra del lago maggiore gli scranni dorati di Cernobbio sono sempre piu’ occupati da marziani , continuiamo a riflettere . La crescita in Italia non c’è perché ha istituzioni e amministrazione pubblica peggiori di altre nazioni : guidiamo la tragica classifica dei de-ficienti, insieme alla Grecia ,augurandoci che almeno la riforma della ministra Madia ,appena sgelata, si metta in moto virtuosamente. Non dimentichiamo le ultime tragiche notizie vere di quello che è stato per le nostre banche italiane quella prova detta “stress test” in cui siamo venuti fuori a brandelli e più di tutti fra tutti quel Monte di Siena che hanno tentato per l’ennesima volta di coprire dalla vergogna. Le borse in questi giorni di settembre continuano a traballare : non siamo da soli è vero, e le banche punite dalle Borse sono tedesche, svizzere, ma noi quelle italiane siamo messe male, nonostante alcune banche nostrane – dicono…???- siano fra le più solide d'Europa. Il perché è presto detto : le cattive istituzioni creano cattivi mercati: la ripresa non c’è e neanche piu’ nei titoli dei giornali reggipancia del governo: altri crescono noi no e ci salviamo grazie alla BCE.E noi pur di non cambiare, pur di reclamare l'«elasticità» che serve a conservare l'andazzo anziché invertirlo, siamo con l’acqua alla gola. E allora dobbiamo dire la verità : Il famoso bail in NON ci costringerebbe a chiedere i soldi ai cittadini è falso: ma bisogna sapere che se fossimo costretti dovremmo chiederlo agli azionisti e a chi ha prestato denaro per poi mettere quelli pubblici nelle banche. L'economia nazionale stagna quando non recede e tantissimo credito è stato erogato agli amici degli amici..La situazione delle Banche Italiane già fallite e invia di fallimento è gravissima e il governo non può continuare a dire non verità perché i rimborsi a chi ha perso tutto e le soluzioni di mercato,intendendo i soldi delle altre banche, come per esempio il fondo Atlante e gli investimenti delle Casse previdenziali, cioè quel che sarebbe di mercato diventa di Stato, così tragicamente legando la sorte dei migliori ai peggiori e violando le regole, è uno sbaglio madornale perché saremmo ancora di più in bocca alla speculazione.Ma il popolo italiano non si fa prendere per i fondelli trascinato dalla disputa sul sì o no al referendum costituzionale, anzi si documenta e cerca attraverso riflessioni libere e forti nei contenuti di spiegare perché a questo Governo la fiducia ad andare avanti così NON si può più continuare a dare.
Ancora una volta insieme contro il cancro – GIOVEDI 8 settembre 2016
ALESSANDRA SERVIDORI Ancora una volta insieme contro il cancro – GIOVEDI 8 settembre 2016
Ebbene sì, ce l’abbiamo fatta,abbiamo costruito un astuccio, un opuscoletto, su carta semplice, essenziale, ma molto democratico, alla portata di tutti per aiutare chi incontra il cancro, quando si lavora, quando si ha famiglia, quando ci si interroga. E ora ? Ma prima di tutto cosa faccio ?Dove vado ? Guarire o morire , convivere con il tumore, sapere dove andare quando hai la diagnosi scritta su un foglio , tenere sotto controllo la nostra vita, comunque cercare di informarci. Non è facile mettere ordine nella testa ma bisogna almeno avere essenziali informazioni perché le persone ammalate di cancro hanno davanti a sé una strada faticosa e nel corpo e nell’anima scoppia il disorientamento. E ti cambia la vita con la sua invadenza che avvolge il pensiero e tutta la tua famiglia. Al tumore, qualunque esso sia, in genere oggi bisogna guardare con meno angoscia: sono molti quelli che ce la fanno; e bisogna considerarlo sempre come un nemico da battere il più radicalmente e rapidamente possibile , con un indifferibile bisogno di speranza che è attualmente considerato come un vero e proprio fattore di guarigione. E allora noi, nel nostro piccolo , come sempre da quando ci occupiamo di lavoro, abbiamo cercato alleate e alleati perché siamo convinti che una informazione primaria ed essenziale sul territorio ti possa aiutare per darti un riferimento attraverso la ricomposizione di indicazioni in un astuccio,di norme recenti, di presidi istituzionali e associativi,nell’impegno di unità di vita e unità dei saperi. All’ ostilità aggressiva del tumore offriamo alle lavoratrici,ai lavoratori,alle loro famiglie un opuscolo riflessivo semplicissimo ,una guidina di conoscenze ,norme operative e recenti , associazioni e istituzioni che unite da valori forti come la speranza, la solidarietà,la competenza, l’impegno civico sono lì dove vivi e lavori, un aiuto per non rimanere soli per trovare la fortezza necessaria per misurarsi anche con sfide di tipo burocratico-istituzionale. Bisogna sapere quali sono i diritti e i doveri , come cambierà la vita, se e quanto si potrà continuare a lavorare; a prendersi cura della famiglia, degli amici; quali interessi si potrà continuare a coltivare .
TUTTEPERITALIA-------CESLAR UNIMORE-----WORD CANCER DAY --------NOITUTTIPERBOLOGNA
PATOLOGIE ONCOLOGICHE, INVALIDANTI,INGRAVESCENTI
Quello che è importante sapere per le lavoratrici i lavoratori e le loro famiglie
Un opuscoletto che si rivolge alle lavoratrici ,ai lavoratori affette/i da patologie oncologiche, con l’intento di fornire” un astuccio” di informazioni utili sui propri diritti e doveri per affrontare un delicato e faticoso momento nella vita lavorativa e famigliare. Un contributo istituzionale e associativo per lo sviluppo ed il miglioramento della conoscenza concreta delle norme nel nostro Paese, aggiornate dalle novità introdotte dalle riforme del lavoro e dalla legge di stabilità. Nel momento attuale di sempre maggiore complessità, è un semplice e utile strumento informativo adeguato con la legislazione, e i percorsi che si devono compiere quando si incontra la malattia oncologica e invalidante, cercando di fornire un “utensile” dei diritti e dei doveri che prevede il sistema sanitario, assistenziale,previdenziale. Ci siamo impegnati per rafforzare lo spirito “associativo e sussidiario” con istituzioni,associazioni, facilitando la comunicazione con il territorio e con i cittadini che lavorano e le loro famiglie, ed incrementando la collaborazione. Insieme è meglio.
GIOVEDI 8 SETTEMBRE 2016 ORE 13 Conferenza Stampa
COMUNE di BOLOGNA Sala Savonuzzi - Presentano l’iniziativa
Sindaco Virginio Merola- Direttore Sanitario Angelo Fioritti
Saranno presenti autrici, autori , promotori, i tre sindacati confederali cgil-cisl-uil
INVITO a partecipare
Il Governo ........ Parisi....... tira aria di bufera
Alessandra Servidori Il Governo ........ Parisi....... tira aria di bufera
Ho letto con attenzione il commento dell’amico Galbusera a proposito di ciò che suggerisce anche a Parisi per governare il nostro Paese a proposito dell’attuale grave situazione politica ed economica,ma non sono affatto convinta nel pensare- e lo dico da persona libera e forte- che in FI ci siano elementi irrecuperabili -Su queste pagine ho descritto più volte la mia convinzione a rigettare con un No la Riforma Costituzionale e i motivi più che validi li ho spiegati. Ma mi dilungo su uno su tutti su cui chiedo attenzione a Parisi e che faccia la sua parte: la questione di fiducia, disciplinata soltanto dai regolamenti parlamentari, cioè la dichiarazione con la quale il Governo dà l'assenso ad una Camera: o approva l'oggetto della votazione o il Governo rassegna le dimissioni. Si veda bene che questo passaggio ha due scopi fondamentali: compattare la maggioranza e piegare l'opposizione di una Camera sullo specifico oggetto. La” riforma” Renzi dice falsamente di aver tolto al nuovo Senato il potere di concedere e negare la fiducia. Il nuovo Senato monster renziano non potrà più porre neppure la questione di fiducia,però e però conserva tuttavia la funzione legislativa paritaria con la Camera su materie fondamentali, quali la revisione costituzionale, l'Unione Europea, la sua stessa legge elettorale.Allora nell’era della semplificazione narrata ma non effettiva, che accadrà quando, in una legge su tali materie, il Senato andrà in opposto avviso della Camera, dove invece lo strapotere del Governo e la possibilità di imporre la fiducia non consentiranno dissensi essenziali? Un conflitto del genere tra Camera e Senato risulterà insuperabile, perchè non si intravede l'autorità competente a risolverlo: non la Corte costituzionale, perché non è un conflitto di attribuzione; non i due presidenti delle Camere perché non è una questione di competenza, ai sensi del nuovo art.70 Costituzione.Allora ,giuridicamente e politicamente ,questo Senato monster duplicazione della Conferenza Stato regioni, comunque che manterrà i privilegi strutturali,che sarà una pletora di molti consiglieri e pochi sindaci i veri penalizzati da questo pasticcio,se non vorrà assecondare il Governo e terrà la posizione? Renzi e Boschi, le due giovani marmotte ben così ben definite da Geronimo, che chiedono agli altri di entrare nel merito, finalmente, abbasseranno le testa?Non credo.Altra questione : Brunetta,Prestigiacomo,Carfagna,Sacconi sono stati bravi Ministri ed erano di FI e hanno fatto passaggi riformatori importanti e soprattutto chiari. Il Governo Renzi ha Ministri poco boriosi e impegnati come Del Rio e Madia, si può lavorare con loro non con altri spocchiosi pasticcioni,impreparati.Una notizia che dimostra quanto pressapochismo e non verità questo Governo che ha bisogno di essere riformato, porta avanti illudendo il popolo italiano. L’economia boccheggia e Galbusera raccomanda investimenti sul piano industriale: ma lo sanno gli italiani che mentre Renzi oggi fa le conferenze stampa con i giovani virgulti della Silicon Valley e la terra trema, il favoleggiato Piano industria 4.0- del quale già su queste pagine scrivemmo- adottato da quasi tutti i paesi industrializzati,nel giorno del nero declino italiano, al ministero Sviluppo economico confermano che non c’è più una data certa di varo, che peraltro doveva essere entro agosto,cioè trovare le risorse per ammodernare le industrie e veramente provare a ripartire !Le motivazioni : crescita zero,calo del pil,e povertà in aumento danno margini inesistenti di manovra nella legge di stabilità che NON conterrà il finanziamento. Parisi faccia attenzione.
NOVITA’ importanti per gli adempimenti in caso di assenza dal lavoro per malattia- AGOSTO 2016
Alessandra Servidori-
NOVITA’ importanti per gli adempimenti in caso di assenza dal lavoro per malattia- AGOSTO 2016
Farà dottrina la sentenza di Cassazione emessa a fine luglio sul tema malattia dei lavoratori in merito ai diritti e doveri. Infatti a verificare l’invio del certificato di malattia deve essere anche il lavoratore, un doppio adempimento dunque:avvisare tempestivamente il datore di lavoro della propria assenza, obbligo previsto da contratto;verificare che la procedura telematica di trasmissione del certificato di malattia, da parte del medico curante, all’INPS sia avvenuta correttamente, anche richiedendo il numero di protocollo telematico identificativo del certificato di malattia. Non è sufficiente, quindi, richiedere al medico il certificato. A chiarirlo è stata la Corte di Cassazione con la sentenza n.15226/2016 con la quale ha stabilito che nel caso in cui l’INPS non riceva il certificato di malattia è legittimo il licenziamento disciplinare del lavoratore intimato per una prolungata assenza ingiustificata, non avendo potuto il datore di lavoro effettuare alcun controllo.- Civile Sent. Sez. Lavoro Num. 15226 Data pubblicazione: 22/07/2016-Nel caso in esame, il CCNL applicato in azienda( violazione e/o falsa -applicazione dell'art. 7 della L.n. 300 del 1970, dell'art. 2119 c.c. anche in relazione all'articolo 69 del CCNL dei metalmeccanici) prevedeva l’obbligo per il lavoratore di avvisare il datore di lavoro, in caso di malattia, entro il 1° giorno di assenza e di inviare all’azienda entro 2 giorni dall’inizio della malattia il certificato medico attestante la malattia o il suo prolungamento. In assenza di tali comunicazioni l’assenza va considerata ingiustificata. Questa è la situazione portata all’attenzione della Corte che ha pertanto ritenuto legittima la massima sanzione visto che la contrattazione collettiva applicata prevede proprio il licenziamento in caso di assenza ingiustificata protratta oltre i 4 giorni consecutivi. E’ bene dunque, che il lavoratore,in caso di assenza dal lavoro per malattia si faccia rilasciare il certificato medico, rendendosi reperibile nel domicilio indicato per le visite fiscali dell’INPS. Tra gli obblighi del medico figura invece l’invio telematico dell’attestato medico all’Istituto di Previdenza, entro il giorno seguente a quello in cui è iniziato l’evento, mentre il lavoratore dovrà provvedere alla trasmissione della copia del documento al datore di lavoro entro due giorni (basta il numero di protocollo, con cui l’azienda può verificare l’attestato sul sito INPS).Novità anche per le visite fiscali.Il lavoratore deve sottostare agli accertamenti sanitari diretti a controllare la giustificazione dell’assenza in caso di infermità (ai sensi dell’articolo 5 dello Statuto dei Lavoratori). Le visite possono essere predisposte sia dal datore di lavoro sia dall’INPS. Sono interessati, con orari differenti, sia i lavoratori dipendenti del settore pubblico sia quelli del privato. È necessario garantire la reperibilità in specifiche fasce orarie, che sono cambiate dal 2015 :statali e personale enti locali: reperibilità per l’intera settimana, festività comprese, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00;lavoratori settore privato: reperibilità intera settimana compresi week-end e festivi, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00. Il Jobs Act ha esteso ai dipendenti del settore privato l’esclusione in caso di malattie gravi (per seguire terapie salvavita anche in orari di visita fiscale), a fronte della presentazione al datore di lavoro e all’INPS della documentazione medica attestante la malattia. L’elenco sulle terapie che dispensano dalla reperibilità è contenuto – nel caso dei dipendenti pubblici – nell’art. 10 del Decreto Legge 15 settembre 2000, secondo cui i giorni di malattia esenti da visita fiscale sono quelli del ricovero, anche in day hospital, per eseguire la terapia (in questo caso non serve il certificato medico). In generale, dunque, non vi è obbligo di reperibilità in caso di assenza dal lavoro per:malattia in cui a rischio è la vita stessa del dipendente;infortunio sul lavoro;patologie per cause di servizio;gravidanza a rischio;ricovero ospedaliero;eventi morbosi connessi all’invalidità attestata. Importante la circolare INPS n. 95/2016 che definisce quando un lavoratore può considerarsi esonerato dalle visite fiscali dell’INPS, individuando le patologie che ne danno diritto: “patologie gravi che richiedono terapie salvavita, comprovate da idonea documentazione della Struttura sanitaria”; “stati patologici sottesi o connessi a situazioni di invalidità riconosciuta, in misura pari o superiore al 67%”. Per i casi particolari, la Circolare fornisce apposite linee guida per i medici che redigono i certificati di malattia.