Verso le elezioni e tanta nebbia
Alessandra Servidori Verso le elezioni e tanta nebbia
Non c’è stata pausa Natalizia : continuano a raggrupparsi forze diverse, talora antagoniste e incompatibili, pur di puntare a vincere le elezioni,e a prendersi il Paese . E gli elettori? Un Paese afflitto da un debito pubblico mostruoso e malato di spesa pubblica, ha pretendenti primari che si contendono il camice, da destra a sinistra passando per i movimentati, proponendo cure a base di maggiore spesa pubblica e violazione dei parametri di stabilità. Quindi più debito. Hanno confuso il male con la cura. Così gli elettori e le elettrici perdono interesse a essere tali, quindi, non vanno più a scegliere il male minore. La verità è che vota meno della metà degli aventi diritto, in discesa rispetto al passato, ma in quel più del 53% di elettori ed elettrici che non votano c’è una parte che non voterebbe mai, una che ritiene siano tutti uguali e tutti da detestare, ma anche una che tornerebbe alle urne, se solo potesse trovarci qualche cosa di credibile e onesto un esercito di riserva, al momento disorientato e lontano dal sentire quei richiami che anche oggi Gentiloni e Mattarella sia a Roma che a Reggio Emilia ricordando il tricolore hanno cercato di risvegliare negli animi assopiti soprattutto dei giovani italiani che non sono comunque elettorato di opinione. Così assistiamo impotenti al crearsi come un caleidoscopio ad un meccanismo di persone che ritengono indispensabile per non restare fuori, di mettersi insieme nonostante tutto , mentre l’esercito dei disorientati non si mostra, non si fa vedere e per raggiungerlo ci vogliono risorse che non ha chi pensa di poter avere delle soluzioni per risollevare la nostra patria. Quindi conserviamo il diritto (dovere) di dire quel che vediamo e pensiamo, ma restando a guardare . Insomma diciamocelo le alternative esistenti non sono alternative all’esistente. Un esempio per tutti : oggi Minoli intervistando Napoletano ex direttore del Sole 24 ore-ora in amministrazione controllata- ha cercato di far venire fuori la verità sulla questione Banche,ma la risposta dell’ex rimosso è stata sorprendente : ci vorrebbe una autority per tutelare i risparmiatori rovinati. Ma i risparmiatori dovrebbero essere tutelati dalla legge, ivi compresa quella europea sulle risoluzioni bancarie (bail in); prima di distribuire soldi di altri si deve accertare se ci sono responsabilità amministrative e penali, eventualmente punendo i responsabili. Ma a due anni di distanza i procedimenti penali sono ancora aperti sul fallimento delle banche italiane.. E’ appena il caso di ricordare che, in Italia, abbiamo il triplo di crediti deteriorati, quando non direttamente inesigibili, della media europea. Ma se, come sta succedendo,va in scena lo spettacolo dell’impunità, mettendone il costo a carico delle altre banche e del contribuente, chiunque è autorizzato a concludere che l’Italia non intende cambiare e vuole tenersi stretti i propri vizi mortali della bancarotta . Ecco su questo e non solo una forza che si intende candidare a guidare il Paese deve dare delle soluzioni : il 4 marzo è fra pochissimo.
2018 : attenzione alla disabilità
Alessandra Servidori Attenzione alla disabilità
Anche nel 2017 si è registrato un aumento di pratiche relative all’invalidità civile e al riconoscimento dello stato di handicap ,situazione che dimostra la consistenza della rete dei caregivers coinvolti nell’assistenza di queste persone, che sono moltissimi. E’ urgente non occuparsi solo del cosiddetto “fine vita”, ma soprattutto di chi la propria vita la vive fra tante difficoltà legate allo stato di disabilità e alcune-ancora troppo poche -Regioni si dimostrano all’avanguardia con la legge per i caregivers, riconoscendone per prime il ruolo.Ma occorre, tuttavia, pensare alla dignità della vita, non solo a quella della morte. La disabilità compromette fortemente l’esistenza della persona interessata e della famiglia, oltre che della comunità in cui vive. Occorre sostenere maggiormente le famiglie con misure ad hoc relative ai permessi lavorativi, alla fiscalità, all’assistenza domiciliare e ai presidi concreti che sostengono la difficile quotidianità. Sono necessari coordinamenti a livello regionale degli interventi in materia di disabilità, prevedendo percorsi il più possibile personalizzati e completi, al fine di renderli più efficaci ed efficienti, tenendo conto della dignità delle persone e delle loro famiglie, ponendo l’attenzione su tutto il percorso di vita della persona con handicap, dalla nascita alla morte, non solo sulla fine. La legge finanziaria 2017 ha stanziato 60 milioni per dare un primo segnale di attenzione a coloro che assistono i famigliari non autosufficienti ma serve una normativa che consenta un coordinamento di tutti gli interventi sociali preposti che rischiano di essere frantumati sia a livello nazionale che locale con sprechi e perdita della governance sulla persona e su chi l’assiste con il rischio di non assicurare poi a chi ne ha effettiva necessità l’assistenza. Si stima siano 3,3 milioni in Italia i parenti che accudiscono bimbi e adulti con serie patologie congenite e anziani, gravemente ammalati e sempre più numerosi. Secondo l’Istat, gli ultraottantenni rappresentano già il 6,5 per cento della popolazione, il picco è atteso nel 2030 e si contano 19mila ultracentenari: tre volte in più di dieci anni fa. L’aspettativa di vita è di 84,6 anni, per le donne, e di 79,8 anni, per gli uomini. Lo squilibrio maggiore tra generazioni si registra in Liguria: 28 per cento di anziani (record nazionale) contro 11,5 per cento di bambini e teenager. Dunque, intervenire deve essere una priorità strategica. Una delle priorità del prossimo Governo è quella di far approvare il testo unico con quattro articoli già depositato. Il primo indica, appunto, le finalità delle misure, il secondo segnala un modello possibile: le Province autonome di Trento e Bolzano, con propri atti programmatici, in accordo con i Comuni e le aziende sanitarie locali, ai familiari di anziani e disabili assicurano informazioni puntuali, opportunità di formazione, sostegno psicologico e aiuto in situazioni di emergenza, anche attraverso personale qualificato e visite mediche a domicilio, scambio di esperienze e volontariato, consulenze e contributi per adattare gli spazi di casa. L’Emilia riconosce sostegno attraverso specifiche linee guida (approvate a giugno 2017 e riferite alla legge regionale 2/2014). Così la Campania e la Lombardia caldeggiano comuni tutele. Il caregiver ha una aspettativa di vita fino a 17 anni inferiore alla media. Stanchezza fisica, stress emotivo, problemi psicologici, isolamento sociale sono solo alcuni dei fattori di rischio. Non servono corsi per imparare a fare ciò che la maggioranza fa già da 20, 30, 40 anni, gestiti con le poche risorse messe a disposizione a solo vantaggio di Associazioni e Cooperative.Occorre innanzitutto disporre sgravi fiscali come in Francia e introdurre modalità di conciliazione tese a favorire la flessibilità sul lavoro . I caregiver non hanno bisogno di essere “etichettati” ma hanno necessità di una svolta sostanziale nella loro vita, faticosa e silenziosa con altre agevolazioni concrete e giorni di permesso al lavoro.
Legge di bilancio 2018.un welfare troppo leggero
ALESSANDRA SERVIDORI Legge di bilancio 2018: un welfare un po’ troppo leggero
Per non alzare l’iva nel 2018 il prezzo da pagare è salato e la copertura “una tantum” è dovuta all’aumento di ben 11 miliardi di deficit che con il nuovo rinvio va a 85 miliardi la spesa sostenuta nei ultimi anni per non aumentarne il costo che comunque si ripresenterà nel 2019. E chi ne fa le spese è la risorsa per le voci del welfare e cioè lavoro, pensioni, sanità, famiglia. Vediamo le misure introdotte. Per il lavoro , scongiurato il rischio di ridurre lo scontro contributivo del 50% per un massimo di 36 mesi per le assunzioni a tempo determinato di giovani under 30, non è però detto che aumenteranno i contratti a tempo indeterminato anche se vive l’esonero contributivo completo per questa tipologia contrattuale al Sud, ai giovani fino a 35 anni oppure di adulti privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi e un esonero contributivo triennale specifico per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali fino a 40 anni, per stimolare l’imprenditoria nel settore . L’agevolazione si applica fino a un importo massimo di 3mila euro. E’ strutturale (quindi non si applica solo per un periodo limitato di tempo) e viene potenziata per il solo 2018 alle assunzioni di giovani fino al compimento dei 35 anni. Per contemplare anche l’aumento contrattuale del rinnovo degli statali ,le soglie di reddito che danno accesso al bonus di 80 euro al mese sono di 24mila 600 euro per avere il bonus pieno, che poi si riduce fino ad azzerarsi per chi supera i 26mila 600 euro. Sul tema formazione viene introdotto, per il 2018, un credito d’imposta al 40% per la formazione specifica 4.0 dei lavoratori dipendenti, fino a un massimo di 300mila euro a impresa. E’ necessario che la formazione sia prevista da accordi sindacali territoriali o aziendali,.Misure per la stabilizzazione di 18mila insegnanti precari e norme sugli ammortizzatori sociali, fra cui l’assegno di ricollocazione esteso ai lavoratori in cassa integrazione. Diventa più stringente la norma sull’equo compenso dei professionisti inserita nel decreto fiscale (e già in vigore): il compenso deve essere conforme ai criteri ministeriali. Per le imprese sono stati prorogati al 2018 il superammortamento per acquisto beni strumentali nuovi, che però scende al 130% e l’iperammortamento per la digitalizzazione 4.0, che resta invece al 250% e inseriti nuovi software ammissibili (agevolati con la maggiorazione del 40%). Rifinanziate per le agevolazioni le PMI, con la maggiorazione del contributo ministeriale che sale al 30% (l’anno scorso era al 20%). Quindi, il contributo che copre gli interessi si calcola su un tasso pari al 2,75% per gli investimenti ordinari e al 3,5% per gli investimenti digitali. Il 30% delle risorse stanziate è destinato specificamente agli investimenti digitali 4.0.Per le PMI c’è un credito d’imposta al 50% sui costi di consulenza per l’ammissione alla quotazione in Borsa. Slitta al periodo d’imposta 2018 l’IRI (imposta reddito d’impresa) per imprenditori individuali e società in nome collettivo e in accomandita semplice in contabilità ordinaria e diverse misure per l’internazionalizzazione.
Per le pensioni l’APe volontaria è prorogata fino al 2019, anche per recuperare i ritardi attuativi che di fatto ne hanno impedito la prevista partenza nel 2017. Sono individuate 15 tipologie di lavoro gravoso esenti dallo scatto di cinque mesi di aumento età pensionabile (le 11 che già avevano diritto all’APe Social a cui si aggiungono siderurgici, marittimi, pescatori e agricoli), categorie a cui viene anche estesa la possibilità di accedere all’APe Social e alla pensione anticipata precoci. La platea degli aventi diritto a questi due istituti previdenziali si amplia anche ai disoccupati che hanno perso involontariamente il lavoro per scadenza del contratto a termine, precedentemente esclusi. Sono previsti sconti contributivi fino a due anni per le donne con figli (sempre in materia di accesso all’APe social).La Riforma della rendita integrativa RITA, non richiede più gli stessi requisiti di età e contribuzione necessari per avere il diritto all’APe volontaria, ma è utilizzabile da tutti i lavoratori iscritti ai fondi di previdenza complementare che abbiamo almeno 20 anni di contributi versati (alla previdenza primaria), e a cui manchino al massimo cinque anni all’età pensionabile. Infine, il pagamento pensioni resta al primo giorno del mese (abrogata la norma che prevedeva lo slittamento al secondo giorno bancabile del mese dal 2018). Unica eccezione, il mese di gennaio, in cui il versamento avviene il secondo giorno bancabile: l’INPS ha già comunicato che verserà le pensioni il 3 gennaio.
Per la sanità viene confermato In via sperimentale per il triennio 2018-2020, ai fini di un più efficiente utilizzo delle risorse e di una migliore organizzazione del Ssn, il Ministero della salute, di concerto con il Mef, un monitoraggio degli effetti dell’utilizzo dei farmaci innovativi e innovativi oncologici sul costo del percorso terapeutico-assistenziale complessivo. Il monitoraggio, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, sarà effettuato dal Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza su una o più aree terapeutiche e sarà svolto sulla base dei dati di real world evidence e delle informazioni ricavate dai Registri dei farmaci innovativi e innovativi oncologici sottoposti al monitoraggio dell’Agenzia italiana del farmaco. Verrà fatto un monitoraggio anche per incentivare l’efficienza e la trasparenza del sistema di approvvigionamento della pubblica amministrazione, l'emissione, la trasmissione, la conservazione e l'archiviazione dei documenti attestanti l’ordinazione e l’esecuzione degli acquisti di beni e servizi dovrà essere effettuata in forma elettronica. Per razionalizzare l'utilizzo delle risorse per l'attuazione del programma di edilizia sanitaria gli accordi di programma sottoscritti dalle Regioni, decorsi 30 mesi (in precedenza erano 18) dalla sottoscrizione, si intenderanno risolti, limitatamente alla parte relativa agli interventi per i quali la relativa richiesta di ammissione al finanziamento non risulti presentata al Ministero della salute entro tale periodo temporale, con la conseguente revoca dei corrispondenti impegni di spesa.Viene istituito il registro nazionale delle talassemie e delle emoglobinopatie che punta a migliorare la diagnosi, la prevenzione, la cura e la ricerca su questa patologia. Viene istituito un fondo strutturale da 60 milioni l'anno per agevolare l'accesso alle prestazioni sanitarie a specifiche categorie di soggetti vulnerabili. La definizione di soggetti vulnerabili comprenderà le vulnerabilità sociali, legate al reddito, e anche quelle legate a patologie o a soggetti vulnerabili come i minori. Si punta a far sì che le tariffe massime delle strutture che erogano assistenza ospedaliera per acuti, assistenza ospedaliera di riabilitazione e di lungodegenza post acuzie e di assistenza specialistica ambulatoriale, nonché le tariffe delle prestazioni relative all’assistenza protesica costituiscano riferimento per la valutazione di congruità delle risorse a carico del Ssn, quali principi di coordinamento della finanza pubblica.Inoltre l'obiettivo è quello di rimuovere, nel rispetto dell'equilibrio finanziario del sistema, eventuali provvedimenti normativi tesi a limitare il raggiungimento della piena capacità produttiva degli Irccs.Viene attribuito un contributo economico a decorrere dal 2018 per l'attività di ricerca sul genoma del pancreas alla Fondazione italiana onlus per la ricerca sulle malattie del pancreas.Le società operanti nel settore odontoiatrico versano un contributo pari allo 0,5 per cento del fatturato annuo alla gestione «Quota B» del Fondo di previdenza generale dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri (Enpam), entro il 30 settembre dell'anno successivo a quello della chiusura dell'esercizio.E infine per garantire una maggiore sicurezza delle trasfusioni a livello nazionale, il Centro nazionale sangue sarà incaricato di verificare e controllare i processi produttivi attinenti le attività trasfusionali .Per le attività al Centro arriveranno un milione e mezzo di euro l'anno a partire dal 2018. E’ definito un contratto a tempo determinato per ricercatori e per le figure professionali di supporto della ricerca della durata di 5 anni rinnovabili per altri 5 una sola volta e successivo possibile passaggio a tempo indeterminato nel servizio sanitario. Nel frattempo sono prorogati i contratti in essere.Per le Regioni virtuose che rispetteranno i lea, si introducono delle agevolazioni contributive.
Per la famiglia . Vengono attivati Servizi di supporto per l’istruzione degli alunni con disabilità o in situazioni di svantaggio. Autorizzata, per il 2018, la spesa di € 75 mln, per l’esercizio delle funzioni relative all'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali (art. 13, co. 3, L. 104/1992) e ai servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per i medesimi alunni o per quelli in situazione di svantaggio. Sale a 4mila euro, dagli attuali 2mila 800, il reddito che consente di essere considerati figli a carico,detraibilità al 19% degli abbonamenti ai mezzi pubblici, fino a un massimo di 250 euro, e deducibilità dei rimborsi del datore di lavoro sul tragitto casa-lavoro. Detrazione al 22% per gli studenti fuori sede in un comune ad almeno 100 chilometri km dall’università. Bonus bebè anche nel 2018, ma solo per un anno (non più per i primi tre anni di vita del bambino) .l’assegno varia da 960 a 1920 euro l’anno.Resta a 80 euro al mese, oppure a 160 euro per le famiglie più disagiate. Ma nulla viene stanziato per le famiglie delle vittime del dovere come le forze dell’ordine cadute in servizio come invece sono benefici riconosciuti alle vittime del terrorismo .Si sperava che rientrassero nella manovra di bilancio una semplificazione e contemporaneo stanziamento di ulteriori risorse per il Fondo per la conciliazione e la flessibilità legato alla contrattazione di prossimità e l’ accesso ai vaucer baby sitter e anziani per sostenere le madri lavoratrici che, dati istat di fine anno, diminuiscono sempre di più per essere costrette a scegliere tra lavoro di cura e permanenza nel mercato del lavoro.
IL NATALE DI FRANCESCO
Alessandra Servidori
Gli auguri di Natale di Francesco : vibranti e severi
La settimana che precede il Natale è ricca di parole e richiami del Santo Padre per offrirci riflessioni significative e vigorose . “Gesù al centro del Natale” nell’omelia domenicale ha riconsegnato al valore religioso, storico, la tradizione cristiana della natività del Salvatore scardinando con garbo,ma con saggia fermezza, la deriva consumistica che ha prevalso negli anni. E oggi incontrando i rappresentanti della Curia romana ha pronunciato parole impegnative che segnano indiscutibilmente la via che Francesco ha tracciato per riformare la Chiesa di Pietro. Se la Curia si chiude in sé stessa non solo tradisce l’obiettivo della sua esistenza, si condanna all’autodistruzione. Francesco chiede, come peraltro ha sempre fatto per quattro anni in occasione degli auguri natalizi, che si superino le logiche dei complotti e delle cerchie autoreferenziali che oscurano la natura della Curia «progettata ad extra, in quanto legata all’universalità del Ministero petrino, al servizio della Parola e dell’annuncio della Buona Novella».E punta il dito sui «traditori di fiducia» o gli «approfittatori della maternità della Chiesa» , cioè quelle «persone selezionate» per dare un maggior vigore al corpo e alla riforma, ma che invece «si lasciano corrompere dall’ambizione o dalla vanagloria».Ritorna Papa Francesco con insistente decisione su alcune “malattie” della Curia, e su una sorta di catalogo delle virtù necessarie a chi vi presta servizio : nella Curia il semper reformanda deve trasformarsi in una personale e strutturale conversione permanente, sul “sensus curiae”, sulla realtà della Curia ad extra, ossia il rapporto della Curia con il mondo esterno, con le Nazioni, con le chiese particolari, con le Chiese Orientali, con il dialogo ecumenico, con l’ebraismo, con l’Islam e le altre Confessioni.Il Papa sofferma l’attenzione, sottolineando che le sue riflessioni si basano certamente sui principi basilari e canonici della Curia, sulla stessa storia della Curia, ma anche sulla «visione personale che ho cercato di condividere con voi nei discorsi degli ultimi anni, nel contesto dell’attuale Riforma in corso».E il Santo padre spiega che l’universalità del servizio della Curia proviene e scaturisce dalla cattolicità del Ministero petrino ed è pensando a questa finalità ministeriale, petrina e curiale, ossia di servizio, ha fatto ricorso all’espressione di un “primato diaconale”, secondo l’immagine di San Gregorio Magno del Servus servorum Dei, espressione della ferma volontà di imitare Cristo, il quale assunse la forma di servo. Per l’operato della Curia ad extra, Francesco parla quindi degli aspetti legati al «primato diaconale», dei «sensi costituzionali» e delle «fedeli antenne emittenti e riceventi» che la Curia proiettata nella missione operando in maniera conforme alla sua natura e alla sua finalità in comunione con il Papa deve avere. «I sensi ci aiutano a cogliere il reale e ugualmente a collocarci nel reale» e afferma il Papa: «Questo è molto importante per superare quella squilibrata e degenere logica dei complotti o delle piccole cerchie che in realtà rappresentano - nonostante tutte le loro giustificazioni e buone intenzioni - un cancro che porta all’autoreferenzialità, che si infiltra anche negli organismi ecclesiastici in quanto tali, e in particolare nelle persone che vi operano». Accanto a queste persone – afferma ancora Francesco - ve ne sono poi altre che ancora vi operano, a cui si dà tutto il tempo per riprendere la giusta via, nella speranza che trovino nella pazienza della Chiesa un’opportunità per convertirsi e non per approfittarsene. Questo certamente senza dimenticare la stragrande parte di persone fedeli che vi lavorano con lodevole impegno, fedeltà, competenza, dedizione e anche tanta santità». La Curia deve funzionare come un’antenna e deve cogliere le istanze, le domande, le richieste, le grida, le gioie e le lacrime delle Chiese e del mondo in modo da trasmetterle al Vescovo di Roma. Così per gli ambiti di lavoro poichè l’unico interesse della Diplomazia Vaticana è quello di essere libera da qualsiasi interesse mondano o materiale. La Santa Sede è presente sulla scena mondiale per collaborare con tutte le persone e le Nazioni di buona volontà e per ribadire sempre l’importanza di custodire la «nostra casa comune» da ogni egoismo distruttivo; per affermare che le guerre portano solo morte e distruzione; per attingere dal passato i necessari insegnamenti che ci aiutano a vivere meglio il presente, a costruire solidamente il futuro e a salvaguardarlo per le nuove generazioni». Per il rapporto che lega la Curia romana alle diocesi il Papa ricorda che è basato «sulla collaborazione, sulla fiducia e mai sulla superiorità o sull’avversità». Si sofferma poi sui rapporti con le Chiese Orientali e insiste sul dialogo ecumenico che «è un cammino irreversibile e non in retromarcia».
Lettera aperta a Elena Boschi
Alessandra Servidori - Lettera aperta a Elena Boschi
L’evidenza è un fatto la calunnia anche. In questi giorni mi sono augurata che Boschi si dimettesse ,ma ora ormai sono convinta che l’accanimento superbo con il quale pensa di poter convincere le e gli italiani di rappresentare con dignità il Governo di fronte all’evidenza della sua colpevole ingombranza familistica nelle trame bancarie , danneggia ulteriormente il nostro paese. E se qualcuno non la convince a farlo sarà ancora irrimediabilmente un disastro. Ricordo con malinconia bruciante la vicenda della Ministra Guidi che si sottopose ad umiliazioni indescrivibile e lasciò l’incarico per una accusa che si rivelò poi infondata; e anche prima di lei la ghigliottina che tranciò di netto l’esperienza ministeriale di Nunzia De Girolamo sempre per feroci bugie collegate a frasi rubate da conversazioni private. Qui il conflitto di interessi di Boschi è lucidamente grave e gli elettori comunque vogliono sapere la verità su tutta la vicenda delle banche italiane e sanno molto bene - rassegnati ma anche molto arrabbiati- che la commissione Casini, uomo di lungo e navigato compromesso politico, non potrà svelare tutti gli atti e i comportamenti illegittimi, scandali finanziari che in maniera disinvolta e cinica sono stati compiuti sulla pelle dei nostri risparmi. Sono ben consapevole, avendo per decenni affiancato personalità di potere al governo come servitrice dello Stato che il potere può dare alla testa perché sono stata testimone di esuberanze che sfioravano il ridicolo, di presunzione di improvvisa onnipotenza ( nonostante l'ignoranza della materia affidata come dicastero )causa poi di sbagli nel gestire la cosa pubblica imperdonabili. Ma ora l’ipocrisia della vicenda del conflitto condita da comparsate televisive sfrontate , da ripetuti abusi di toni volgari su chi non condivideva una riforma della Cattedrale Costituzionale per nostra fortuna sfuggita allo scempio, rende ridicola la negazione di una verità evidenziata da condizioni oggettive nell’ambito delle istituzioni.L’occupazione dello scranno per bulimia di potere è francamente molesta , fastidiosa e oltre al declino inarrestabile del suo prepotente compagno di ventura , ci consegna un compagine di governo più che mai logora ,persino ostaggio di una frase che non è sfuggita a chi segue con attenzione anche la questione femminile : quella sua motivazione a proposito di una richiesta di Vegas di incontralo a casa sua declinata per “inusualità” che proprio è suonata come minacciosa in tempi in cui la molestia è di grande effetto e la calunnia è un’arma potentissima. Si dimetta Sottosegretaria Boschi e per il bene suo e non solo,torni a studiare il diritto di questa nostra -che fu e ha la possibilità di tornare ad essere- gloriosa Repubblica.
IL LAVORO CHE NON C'E' e LA POVERTA' CHE AVANZA
OCCUPAZIONE :IL DIARIO DEL LAVORO -14 DICEMBRE 2017
Il lavoro che non c’è e la povertà che avanza
E’ tempo di rapporti di fine anno ma i numeri non tornano. Il resoconto Istat, Inail, Inps e Anpal, finalmente “apparentemente” allineati sotto l’ombrello del Ministero del lavoro, dopo rapporti separati trimestrali molto confusi e spesso discordanti sui dati del lavoro italiano, racconta che “ il numero degli occupati è tornato a crescere”. Ma leggendo le tabelle “scopriamo” che sono diminuite le ore di lavoro e sono aumentati i lavorini con contratti di collaborazione occasionale, svolti da oltre 4 milioni di persone, con l’evidente fallimento dell’eliminazione dei vecchi voucher, abrogati e sostituiti con nuovi voucher ben poco appetibili. Non siamo sirene cattive, stiamo con i piedi per terra, anche supportati dalle considerazioni lucide del Cnel raccolte nel consueto notiziario sul mercato del lavoro che ci restituisce analisi molto concrete.
Vero è che persiste una minore occupazione rispetto alla media europea, una disoccupazione elevata ed elevatissima in alcune fasce demografiche, una ingente percentuale di soggetti inattivi, un marcato invecchiamento progressivo medio della popolazione attiva -l’età media del lavoratore italiano si attesta sui 44 anni- un persistente dualismo generazionale, territoriale e di genere, una elevata quota di occupati nell’industria manifatturiera, con una conseguente polarizzazione dell’occupazione attorno ad attività a bassa specializzazione. Dunque il Rapporto del nuovo sistema ministeriale non evidenzia per nulla alcune criticità che rischiano di rallentare il percorso di crescita del già lento nostro Paese, soprattutto nel contesto Ocse, in una fase di profonda trasformazione dei processi produttivi in cui l’Italia è ovviamente coinvolta.
Vi è una scarsa offerta di competenze accompagnata da una bassa domanda da parte delle imprese che si riflette anche nella carenza degli investimenti in termini di miglioramento dei processi produttivi. Il rapporto in ultima analisi ammette : le proiezioni per il futuro non sono incoraggianti, nei prossimi vent’anni è possibile anzi altamente probabile che l’Italia perderà sei milioni di persone in età lavorativa. Noi vorremmo capire quanto intende applicare il nostro Ministero del lavoro in un futuro molto prossimo dell’impegno assunto a fine settembre 2017 nel summit dei ministri del lavoro del G7, nel quale anche il nostro si è impegnato ad incentivare le competenze per i lavori per affrontare la trasformazione dell’industria 4.0,promuovere l’occupabilità, gli investimenti in istruzione e formazione per produrre benefici condivisi.
Ma è proprio sull’aumento delle disuguaglianze e della povertà, denunciate persino da Istat, che i conti non tornano. I dati sono proprio sconfortanti. Secondo Eurostat l'Italia è il Paese che conta, in valori assoluti, più poveri in Europa. È quanto emerge dalle analisi dall'Ufficio Statistico dell'Unione Europea sul tasso di privazione sociale. Nel 2016 i poveri erano quasi 10,5 milioni. La classifica è stata redatta basandosi su una serie di indicatori che valutano le possibilità economiche e di situazione sociale delle persone. Anche secondo dati resi noti dall'Istat sulle condizioni di vita degli italiani, nel 2016 si registra il record storico sia per le persone a rischio di povertà (20,6%) sia per quelle a rischio di povertà o esclusione sociale (30%).La stima delle famiglie a rischio povertà o esclusione sociale per il 2017 è infatti del 30% e qui ad essere registrato è un peggioramento rispetto all’anno precedente quando la percentuale era del 28,7. Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali la povertà è un fenomeno complesso che dipende da vari fattori, in quanto non deriva solo dalla mancanza di reddito ma anche dalle scarse probabilità di partecipare alla vita economica e sociale del Paese. Secondo quanto riportato dall’Istat, il rischio di cadere nella condizione di povertà riguarda sia gli individui considerati singolarmente (e si passa dal 19,9% al 20,6%), sia coloro che vivono in famiglie con pochi mezzi (e qui si passa dall’11,5% al 12,1%), sia infine persone che vivono in nuclei a bassa intensità lavorativa. Le aree più esposte al fenomeno sono quelle meridionali, ma anche il Centro del Paese non se la passa bene infatti un quarto dei residenti è a rischio povertà.
Alessandra Servidori
Bambine e bambine disabili : lettera aperta a Valeria Fedeli
Alessandra Servidori
Dalla parte dei bambini disabili,delle loro famiglie e dei loro insegnanti.
Lettera aperta a Valeria Fedeli.
Ci siamo illusi che l’ attuazione della legge sulla cd buona scuola , ci avesse aperto quella porta che attendavamo almeno in uno spiraglio vero il 2020. L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità (Decreto n.378) è ancora purtroppo non attuato e ovviamente poiché il decreto sulla revisione del Testo unico sulla scuola, per il quale è previsto un disegno di legge delega specifico e successivo,langue anche la situazione dei bambini disabili ne sente le conseguenze . La prima perplessità riguarda la necessità di avanzare una moratoria perché su formazione,reclutamento, stato giuridico del personale di sostegno siamo ancora l’unico paese in cui NON si riqualificano i bidelli ma si chiede solo l’aumento numerico. E poi per gli studenti diversamente abili, cioè quelli che più degli altri hanno bisogno e diritto di aiuto,non viene definito lo stato giuridico degli insegnanti di sostegno e la scuola dell’infanzia e primaria rimane divisa dalla secondaria. La formazione di questi insegnanti rimane differente da una parte la scuola dell’infanzia e primaria dall’altra la secondaria ,rimane una professione di passaggio verso le cattedre normali, la proposta di “ferma” per 10 anni sarà spazzata via da accordi sindacali,non è garantita la continuità, che viene proposta in termini di “si può” e non di “si deve”,gli “organismi territoriali per il supporto all’inclusione”, rimangono organismi legati alla scuola, non al percorso di vita del ragazzo con disabilità. Bisogna invece rinnovare il modello dell’insegnante di sostegno riorganizzando il loro ruolo ridefinendo un nuovo tipo di professione specialistica di supporto all’inclusione dei bambini e dei giovani con disabilità. E’ indispensabile definire uno stato giuridico e contrattuale specifico e unico per tutti gli insegnanti di sostegno, che ne determini compiutamente il profilo. In questa ottica ritengo che l’orario con gli alunni debba essere uguale in ogni ordine e grado di scuola, e in particolare ammontare a 25 ore settimanali (prendendo a riferimento l’orario degli insegnanti del grado scolastico dove funziona meglio:la scuola dell’infanzia), a cui vanno aggiunte le 80 ore annuali, oppure, e sarebbe meglio, un orario onnicomprensivo di 30 ore settimanali. L’insegnante di sostegno deve garantire stabilità nella scuola e nella rete e non vivere il proprio ruolo come un transito verso la cattedra “ normale”, parimenti gli va garantita stabilità di sede anche se non ancora di ruolo, anche perché alle persone disabili serve una insegnante di riferimento il più possibile certa con la quale stabilisce un rapporto anche di fiducia e di affetto. Deve dunque essere un professionista nel campo della disabilità, per grandi aree socio-sanitarie, con formazione universitaria, di cui bisogna costituire il percorso curricolare. Un percorso che comunque non deve coincidere né con quello degli insegnanti della scuola primaria né con quello degli insegnanti disciplinaristi della secondaria. Ma è un professionista per tutti gli ordini e gradi di scuola, senza distinzione, e non è comunque relegato al solo ambito scolastico. La specializzazione universitaria deve consentirgli di operare per così dire “a mercato aperto” (dipartimenti socio-sanitari, associazionismo, collegamenti con gli ambiti lavorativi, case di cura, ecc). Deve avere un proprio profilo professionale, uno specifico codice di comportamento, un contratto professionale con orario professionale pieno. E nessuna previsione di passaggio alla carriera docente, perché non è un docente e non ha svolto carriera accademica per fare l’insegnante. Il suo compito si svolge nella scuola a sostegno degli insegnanti, ma anche fuori di essa a sostegno delle famiglie. E fondamentale saranno gli organismi territoriali per il supporto all’inclusione, gestiti dagli Enti Locali, sono assolutamente necessari, ma non devono essere esclusivamente rivolti alla scuola, come appare dal decreto. D’intesa con la Conferenza Stato regioni occorre prevedere: un servizio integrato per l’inclusione dei disabili (integrato nel senso che metta in collegamento la rete di scuole, il servizio socio sanitario, il servizio socio-assistenziale degli enti locali, le associazioni delle famiglie e il volontariato di sostegno per l’animazione e il tempo libero), che abbia responsabilità anche gestionali e di direzione, responsabilità per i rapporti con gli specialisti, con le famiglie, con la ricerca e l’università, per la programmazione delle formazione continua, ecc; un servizio con funzione anche di sportello unico per i genitori, in modo da costituire un punto di riferimento per le famiglie per il disbrigo delle pratiche burocratiche, per le certificazioni, per i permessi, per le relazioni con enti e altri servizi e per l’aiuto alla collocazione nel mondo del lavoro.
Legge di biliancio :tra le ombre qualche lumicino
Alessandra Servidori LEGGE DI BILANCIO : tra le ombre qualche lumicino - 2 Dicembre 2017
Il maxi emendamento non c’è dubbio, appesantito da un coacervo di richieste elettoralmente opportuniste, rappresenta la plastica confusione politica che costringe la votazione della fiducia al Governo,e anche se è d’obbligo ancora una volta sottolineare l’abuso del ricorso a questo strumento nella legislatura, non posso non sottolineare alcuni provvedimenti comunque non dannosi. E se questa volta la richiesta di fiducia è giustificata dall’urgenza e dalla natura del provvedimento, che va necessariamente approvato entro l’anno, mi sono trovata molte volte – troppe – a non condividere la fiducia su argomenti che avrebbero meritato un ampio dibattito parlamentare e non una semplice ratifica. Il ricorso alla fiducia appare generalizzato e diffuso in maniera anomala,ma è importante sottolineare almeno gli emendamenti che ritengo comunque validi sul versante della difesa della dignità femminile. Desidero esprimere soddisfazione per la decisione del Governo di correggere un grave errore contenuto nella riforma del codice penale, che consentiva di estinguere il reato di stalking con una semplice pena pecuniaria,e la correzione è una risposta concreta ad un errore che avrebbe vanificato la capacità di deterrenza della norma,figlia di una legge molto importante, oltre che un messaggio di banalizzazione del reato di stalking. Altra questione :la tanto attesa proroga del bonus bebé che si affianca al bonus mamma domani che concede 800 euro una tantum per i nuovi nati nel corso dell’anno, al bonus nido e gli altri contributi per la famiglia. Confermato e reso strutturale il Bonus Bebè: 80 euro per il 2018 e dal 2019 in poi dimezzato a 40 euro. Il bonus è accessibile per genitori con Isee fino a 25.000 euro e spetterà solo fino al compimento del primo anno di età del neonato e del bambino adottato.La proroga cancella i vari dubbi che erano stati sollevati negli ultimi giorni in tema di rinnovo della misura anche con riferimento ai nati nel corso del 2017, pertanto chi ha già presentato domanda di bonus bebè in relazione a figli nati fino al 31 dicembre 2017 potrà contare su tale contributo. Va sottolineato che la Legge di Bilancio 2018 non è ancora stata approvata in via definitiva, anche se pare improbabile una nuova cancellazione del bonus bebé in sede di conversione in legge del provvedimento e ancora meno probabile l’approvazione di una misura retroattiva che cancelli la misura anche per i nati/adottati nel 2017.L’altro emendamento che finalmente fa giustizia del tanto lavoro di assistenza non riconosciuto è relativo ai caregiver, coloro, in massima parte donne ( mogli, madri, sorelle, figlie, compagne, amiche ,) che assistono una persona disabile. Entra infatti in Legge di Bilancio un Fondo per finanziare interventi a favore dei caregiver familiari: la commissione Bilancio del Senato ha approvato all’unanimità un emendamento alla manovra che stanzia 60 milioni per il triennio 2018-2020. In pratica, 20 milioni all’anno da destinare a norme per il «riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare». In pratica, non si sono ancora misure specifiche per valorizzare queste attività, ma sono stanziate delle risorse che dovranno servire a coprire futuri interventi normativi che dovranno necessariamente essere compiuti per strutturare equilibratamente la posizione giuslavoristica e previdenziale di queste persone.L’emendamento definisce il caregiver a “«persona che assiste e si prende cura del coniuge, di una delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 10 maggio 2016, n. 76, di un familiare di un affine entro il secondo grado, ovvero nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, anche di un familiare entro il terzo grado, che a causa di malattia, infermità o anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata continuativa ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 194, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18».Sono parecchie le novità rispetto alla definizione di caregiver a cui si applicano, ad esempio, il diritto all’APe sociale o alla pensione anticipata precoci. Vedremo strada facendo se anche le persone “disuguali” e le loro famiglie potranno avere una vita almeno migliore
IKEA:ma che mondo è quello in cui si licenzia la madre di un disabile
Al responsabile risorse umane IKEA Corsico MILANO Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
Ho letto sui giornali – insieme a molti altri cittadini e cittadine – che nella vostra sede Ikea di Corsico (MI) è stata licenziata Marica Ricutti, separata, con due figli minori, di cui uno disabile. La sua “colpa” sarebbe quella di aver chiesto orari compatibili con la propria complicata situazione familiare, da affrontare da sola .I suoi colleghi si sono mobilitati. Anche molti di noi cittadini ,docenti, responsabili istituzionali siamo pronti a fare lo sciopero degli acquisti natalizi all’Ikea.Inoltre questa decisione assunta dall’azienda è opposta all’immagine che avete pubblicizzato della vostra azienda, attenta alla propria responsabilità sociale. Se non siete più così, non comprerò più i vostri prodotti. E non sarò la sola ,anzi divulgherò la proposta e ne sosterrò i motivi discriminatori per cui voi NON siete una azienda che ottemperate alla Direttiva Europea antidiscriminatoria e alla normativa nazionale. Se invece questo è un “incidente di gestione”, chiedo di revocare il licenziamento della lavoratrice Marica Ricutti e di concordare un orario che le consenta di gestire la sua faticosa giornata, come peraltro prevede la norma sia contrattuale che giuslavoristica.Vi sollecito a revocare il licenziamento .Alessandra Servidori Presidente nazionale associazione TUTTEPERITALIA e Docente di Diritto del lavoro UNIMORE Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
LA LEGGE DI BILANCIO E IL LAVORO
ALESSANDRA SERVIDORI - Novembre 2017
LEGGE DI BILANCIO Le novità per il lavoro non sono poche e bisogna conoscerle :Disegno di legge di bilancio 2018 (Atto Senato n. 2960 presentato il 29 ottobre 2017)
Fra le principali disposizioni che interessano a vario titolo la materia lavoristica, si segnalano in particolare: - Art. 8 > Riconoscimento di un credito d’imposta a tutte le imprese nella misura del 40% delle spese per attività di formazione svolte per acquisire e/o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 (big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali), fino ad un massimo di euro 300.000 annui per ciascun beneficiario, esclusa la formazione collegata agli obblighi in materia di sicurezza e protezione dell’ambiente. - Art. 9 > Potenziamento degli Istituti Tecnici Superiori attraverso l’innalzamento delle risorse ad essi destinati in misura pari a 5 milioni di euro nell’anno 2018, 15 milioni nel 2019 e 30 milioni a decorrere dal 2020. - Art. 16 > A decorrere dal 1° gennaio 2018 e per un periodo di 36 mesi, esonero contributivo (esclusi i contributi INAIL) al 50% per 12 mesi, nel limite massimo di € 3.000, in favore dei datori di lavoro privati che assumono, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato “a tutele crescenti”, soggetti che non abbiano ancora compiuto il trentesimo anno di età e non siano stati occupati a tempo indeterminato con lo stesso datore. Per le assunzioni effettuate entro il 31.12.2018, il limite di età è fissato al compimento del trentacinquesimo anno. L’esonero spetta ai datori di lavoro che nei 6 mesi precedenti non abbiano proceduto a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o a licenziamenti collettivi nella stessa unità produttiva. In caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo del lavoratore assunto con esonero contributivo (o di altro lavoratore con la medesima qualifica e nella medesima unità produttiva) entro i 6 mesi successivi, si provvede alla revoca del beneficio contributivo e al recupero della parte già fruita. Nel caso di assunzione di studenti che hanno svolto presso il medesimo lavoratore attività di alternanza scuola-lavoro, o periodi di apprendistato del I e del III tipo, l’esonero contributivo spetta nella misura del 100%, fermo restando il limite massimo di 3.000 euro. - Art. 20 > Introdotto un nuovo articolo (il 24-bis) nel testo del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, concernente la possibilità, per le imprese in situazione di crisi che intendono richiedere il trattamento straordinario di integrazione salariale, di concludere un accordo sindacale che preveda un piano di ricollocazione per i lavoratori in favore dei quali non sia “espressamente previsto il completo recupero occupazionale” all’esito dell’intervento straordinario di integrazione di salariale. In questo caso, i lavoratori interessati possono richiedere all’ANPAL, entro 30 giorni dalla sottoscrizione dell’accordo, l’attribuzione dell’assegno di ricollocazione, spendibile anche in costanza di trattamento di integrazione salariale, per una durata corrispondente a quella del trattamento e prorogabile di ulteriori 12 mesi, nel caso che l’intero ammontare dell’assegno non sia stato consumato entro il termine del trattamento stesso. Questi provvedimenti, se pur modesti, cercano di rispondere concretamente ai problemi sollevati dai recenti dati OCSE che mostrano come la crescita dell’occupazione in Italia si sia nell’ultimo decennio “polarizzata” attorno alle attività a bassa specializzazione e in quelle a professionalità molto elevata, in corrispondenza di una drastica riduzione della quantità di occupati nella fascia intermedia, che in Italia era la componente principale della popolazione lavorativa e ampiamente superiore alla media europea. La necessità di intercettare i fabbisogni di nuove competenze – sia tecnicospecialistiche che trasversali - e la riduzione dello iato esistente fra velocità dell’innovazione nel mercato e velocità dell’apprendimento, diventano la chiave di volta per provare oggi a gestire economicamente e socialmente la rivoluzione in atto.
Ma che mondo Ikea è dove si licenzia la madre di un disabile?
Al responsabile risorse umane IKEA Corsico MILANO Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )- 30 november 2017
Ho letto sui giornali – insieme a molti altri cittadini e cittadine – che nella vostra sede Ikea di Corsico (MI) è stata licenziata Marica Ricutti, separata, con due figli minori, di cui uno disabile. La sua “colpa” sarebbe quella di aver chiesto orari compatibili con la propria complicata situazione familiare, da affrontare da sola .I suoi colleghi si sono mobilitati. Anche molti di noi cittadini ,docenti, responsabili istituzionali siamo pronti a fare lo sciopero degli acquisti natalizi all’Ikea.Inoltre questa decisione assunta dall’azienda è opposta all’immagine che avete pubblicizzato della vostra azienda, attenta alla propria responsabilità sociale. Se non siete più così, non comprerò più i vostri prodotti. E non sarò la sola ,anzi divulgherò la proposta e ne sosterrò i motivi discriminatori per cui voi NON siete una azienda che ottemperate alla Direttiva Europea antidiscriminatoria e alla normativa nazionale. Se invece questo è un “incidente di gestione”, chiedo di revocare il licenziamento della lavoratrice Marica Ricutti e di concordare un orario che le consenta di gestire la sua faticosa giornata, come peraltro prevede la norma sia contrattuale che giuslavoristica.Vi sollecito a revocare il licenziamento .Alessandra Servidori Presidente nazionale associazione TUTTEPERITALIA e Docente di Diritto del lavoro UNIMORE Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Offensiva litania la giornata italiana celebrativa contro la violenza sulle donne
Alessandra Servidori Stanca e offensiva litania la giornata italiana contro la violenza sulle donne
Il Presidente Mattarella ha detto l’unica cosa giusta che in questi giorni di manifestazioni contro la violenza delle donne si deve dire : bisogna fare. Ma ancora una volta stancamente la Presidenza del Consiglio ha mandato in onda uno spot con un numero telefonico di soccorso. E ancora una volta Maria Elena Boschi ha ritirato fuori quel numero 33 milioni ( sempre quello !) che peraltro era già stato annunciato anche due anni fa –previsto dalla Convenzione di Istambul ma mai usato se non in minima parte- stanziato dal FSE alla voce “Contrasto alla tratta “.Non so con che baldanza continuano a dire che si stanno impegnando a livello governativo e quella apparizione imbarazzata di Totti alla ennesima inutile conferenza stampa per dire che c’è l’impegno del governo……. è più che mai apparsa offensiva .Sopratutto per quelle madri e sorelle che illusoriamente si prestano alle telecamere nell’anniversario della giornata internazionale contro la violenza per testimoniare il loro dolore o la loro paura per una giustizia che , ostaggio di una cultura ancora troppo maschilista e di una politica con la cravatta- stenta ad intervenire strutturalmente contro queste violenze che hanno privato le loro famiglie delle loro figlie . Falsità al punto che nessuno ha ricordato che è violenza perpetrata quando una legge sulla giustizia ha depenalizzato lo stolking e le “compagne del pd” non sono neanche state capaci di far approvare un emendamento sostenuto da Carfagna che cancellasse lo sbaglio di poter pagare una multa ridicola a chi è condannato per stolking assolvendo di fatto la cultura della sopraffazione. E ancora : mentre la Commissione parlamentare di Vigilanza Rai esamina lo schema di Contratto per il Servizio televisivo pubblico, a Firenze due studentesse americane sono sottoposte a lunghi interrogatori e, secondo gli avvocati difensori dei due carabinieri autori dei presunti stupri, dovrebbero anche rispondere a domande che il giudice ha ritenuto inaccettabili. E l’ordine degli avvocati che fa?E quali dovrebbero essere i compiti dei mass media in generale e del servizio pubblico radiotelevisivo e digitale nei confronti delle donne?Perchè in questo periodo per esempio Gruber e le altre non si preoccupano di ospitare nelle loro serate e pomeriggi e mattinate di dibattiti il parere delle donne sui fatti di politica nazionale e internazionale?Ma lo sanno cosa prevede l’agenda ONU 2030? Si limitano spesso a manifestare di facciata il loro populista pseudo femminismo,tranne poi non essere coerenti. Oltre all’uso di un linguaggio che non nasconda le donne, c’è bisogno di una attenzione allo sviluppo sostenibile e alle madri giovani che sono costrette a lasciare il lavoro perché il bonus bebè basta si e no per la merendina, si deve ottenere veramente un welfare di prossimità che tuteli il loro lavoro; la composizione paritaria nelle varie commissioni, comitati, osservatori e strutture previsti nell’immenso articolato di enti governativi che non facciano della Ministra Boschi il riassunto-peraltro poco esemplare- della voce politica femminile. Tiziano Treu presidente CNEL ha recentemente indicato alcune priorità urgenti per l’occupazione femminile, per un bilancio non solo sociale ma anche di genere, il contrasto agli stereotipi di genere, una quota del finanziamenti riservata ad opere preposte ed, infine, la par condicio di genere tutto l’anno, in tutti i programmi che i mass media mettono in onda.
MANOVRA:un impianto poco credibile
http://www.ilsussidiario.net/News/Lavoro/2017/11/16/LEGGE-DI-BILANCIO-Lavoro-e-welfare-gli-squilibri-nella-manovra/792676/
ALESSANDRA SERVIDORI
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020. Si tratta di un documento di 489 pagine, l'ho analizzato a fondo per poterlo spiegare ai miei studenti e l'idea che si tratta di una manovra "leggera", come l'ha definita il Ministro Padoan, suona come un eufemismo. Preoccupa non poco l'impianto generale della manovra relativo agli interventi sul lavoro e welfare e lo sbilanciamento tra le voci di spesa. Teniamo conto che, mentre si scrive, ancora in forse sono alcuni provvedimenti in discussione nel maxiemendamento come il super ticket per la sanità.
Quasi un quarto del bilancio va per la previdenza e le politiche di sostegno, poco meno per sanità e scuola. Tredici euro su cento servono per ripagare gli interessi sui debiti, poco più di dieci escono per i servizi generali (in larga parte per la sicurezza e la partecipazione all'Ue). Soltanto settanta centesimi, sempre sui cento euro che escono, tengono insieme le voci cultura, ambiente e qualità della vita e la misura più corposa è legata allo sgravio per l'assunzione stabile che vale solo per i precari. Ovvero per chi - under 35 nel 2018 e poi under 30 dal 2019 - non ha mai avuto un contratto a tempo indeterminato.
Lo sgravio per assumere in pianta stabile i giovani diventa permanente, dal 2018 in poi: uno sconto alle aziende del 50% sui contributi previdenziali per tre anni con tetto a 3mila euro. Si sale al 100% al Sud, nel primo anno. Poi anche qui cala al 50% negli altri due. Resta al 100% per gli apprendisti, l'alternanza scuola-lavoro e gli agricoltori under 40. In totale si calcolano 381 milioni nel 2018 per le attese 423.800 assunzioni a tempo indeterminato.
Sempre alla voce del lavoro, nelle more dell'estensione dell'assegno di ricollocazione ai lavoratori in Cassa integrazione straordinaria, in modo da trovare un nuovo posto prima di essere licenziato, raddoppia il contributo che le aziende pagano in caso di licenziamento, passando da 1.470 a 2.940 euro. Si segnala il tira e molla di bonus: riconfermato quello 18enni per due anni (2018 e 2019), non sono rifinanziati il bonus Stradivari per gli strumenti musicali, gli 80 euro per i militari e il bonus bebè, mentre rimangono il bonus nido e quello mamme e per la prima volta, si prevede un "pacchetto" di misure dedicate esclusivamente allo sport, tra le quali l'istituzione di un fondo ad hoc destinato a tutelare la maternità delle atlete e misure di incentivazione di natura fiscale.
Vengono completamente neutralizzate le clausole di salvaguardia, quindi nel 2018 non ci saranno aumenti delle aliquote dell'Iva e delle accise. E su questo provvedimento molto elettoralistico, c'è da chiedersi se, in un momento di ripresa che va assolutamente sostenuta, con cuneo fiscale elevato e investimenti al minimo, sia davvero la giusta priorità. Per evitare di alzare le aliquote che scatterebbero nel 2018 per il mancato raggiungimento degli obiettivi di risanamento delle finanze pubbliche il conto totale era di 19 miliardi. Tre sono arrivati con la "manovrina" di primavera, uno con il decreto fiscale, mentre i restanti 15 rappresentano il 75% della manovra attualmente in transito. E comunque il problema sarebbe solo rimandato, perché bisognerebbe trovare altri 19 miliardi sia per il 2019 che per il 2020.
Credo che il rilancio degli investimenti pubblici in conto capitale, che hanno un effetto moltiplicatore, sia la priorità vera, ma in questa manovra solo un euro su cinque è destinato allo sviluppo. Troppo poco per sostenere un'economia che è ancora convalescente. Una misura coraggiosa avrebbe credibilità, oltre che verso i mercati e i partner europei, anche nei confronti degli elettori, perché non è vero che le cose serie sono elettoralmente improduttive. Si tratta sia di spostare il carico fiscale da imprese e lavoro alle "cose", sia di liberare risorse che ogni anno potrebbero essere impiegate altrove. Vero è che l'aumento dell'Iva fa lievitare l'inflazione, ma svalutando il nostro enorme debito pubblico (che cresce e su cui paghiamo interessi insostenibili) ora che lo spread è tornato a salire e in previsione della fine delle politiche monetarie ultraespansive della Bce. Inoltre, graverebbe meno sui costi di produzione e dunque sull'export, unico vero traino della nostra economia.
Se nel tritacarne politico entra la violenza e non solo quella sulle donne…
Alessandra Servidori
Se nel tritacarne politico entra la violenza e non solo quella sulle donne…..
- Tempi durissimi per il merito dei problemi. Parliamo di violenza e di risorse e bisogna essere informati su chi deve fare che cosa. La settimana scorsa è stata resa nota la notizia che la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha pesantemente condannato l'Italia per PER LA MANCATA TUTELA DELLE VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA E DI GENERE ed è la prima per un reato di violenza domestica in Italia,in base al mancato adempimento degli obblighi procedurali, dai quali discende il dovere per le autorità pubbliche di instaurare un procedimento penale effettivo e tempestivo anche in base alla violazione da parte dell’Italia degli art. 2, 3 e 8 della Convenzione (CEDU),che abbiamo sottoscritto nel ben lontano 1970. Così come abbiamo sottoscritto e finanziato - la Convenzione del Consiglio d’Europa firmata a Istambul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul nel 2013). Il 6 febbraio 2013 anche noi ovviamente abbiamo aderito quando è stata inoltre adottata a Strasburgo una risoluzione (2012/2922(RSP) che affronta il problema della violenza di genere in un’ottica ampia, non solo limitata alle situazioni di conflitto, partendo dalla constatazione che la violenza contro le donne persiste in tutti i paesi del mondo come la violazione più diffusa dei diritti umani. Siamo ben consapevoli che rappresenta uno dei principali ostacoli al conseguimento della parità di genere e dell'emancipazione femminile, interessa donne e ragazze di tutti paesi del mondo indipendentemente da fattori quali l'età, la classe sociale o la situazione economica, danneggia le famiglie e le comunità, con notevoli costi economici e sociali, e compromette la crescita economica e lo sviluppo. Sappiamo bene che il 23 novembre anche quest’anno anche in base a questi importanti atti si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si prefigura , a ridosso delle elezioni una battaglia molto sanguinosa. Anche perché sempre in questi giorni il risultato che emerge dall’analisi del gendere equality index 2017 di Eige sulla parità di genere in Italia rispetto all’Europa in materia di lavoro economia e stato sociale non è positivo e anche questo è un aspetto della violenza. Vero è che nonostante la presenza di numerosi strumenti giuridici a livello globale, regionale e nazionale, la vera sfida resta quella di garantire l’implementazione di tale corpus normativo, ad oggi ancora minacciata da un persistente limitato accesso delle donne , dei minori, dei diversamente abili ai meccanismi della giustizia, che pregiudica in molti casi l’effettivo perseguimento del reato; a ciò si somma tuttora una scarsa attenzione nei confronti delle necessarie azioni di prevenzione della violenza stessa, con l’attacco alle cause profonde che la determinano. Come Italia abbiamo aderito ad altre due importanti iniziative. Nel luglio del 2010 è stato creato un nuovo organismo delle Nazioni Unite con lo scopo di favorire uguaglianza di genere e empowerment femminile, UN Women, istituito proprio per fare fronte alle numerose sfide da affrontare a livello globale, regionale e locale .Inoltre aderiamo all’’UN Trust Fund to End Violence Against Women (UN Trust Fund) che è un meccanismo di finanziamento internazionale esclusivamente dedicato alla lotta alla violenza di genere in tutte le sue forme. Esso supporta iniziative miranti soprattutto a favorire l’empowerment economico e sociale dei gruppi maggiormente a rischio di violenza (minorenni, donne appartenenti a comunità indigene, diversamente abili) prevedendo anche un supporto legale, sanitario e psicologico alle donne vittime di abusi e il coinvolgimento di gruppi strategicamente rilevanti - giovani, uomini e ragazzi, leader tradizionali e religiosi) - nello sforzo comune volto alla prevenzione ed alla lotta alla violenza, anche mediante azioni di supporto all’implementazione delle normative e dei piani di azione esistenti sul tema nei vari paesi.. Tutti questi atti richiedono alle parti contraenti di incoraggiare attivamente l’attività sostenendo le istituzioni e le organizzazioni non solo mediante l’inserimento all’interno di politiche e strategie integrate, ma anche prevedendo risorse ad hoc a loro destinate per supportarle nella loro attività.
- Ecco su questo versante il Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio,il Ministro competente insieme ad altri ministeri (lavoro, economia,mef,pubblica amministrazione) dovrebbero far sapere i provvedimenti assunti e le risorse stanziate in base alle funzioni a cui sono preposti ,rappresentate dal coordinamento delle iniziative normative e amministrative in tutte le materie collegate alla progettazione e alla attuazione delle politiche delle pari opportunità e alle risorse concretamente stanziate e utilizzate. Come sono raccolte e organizzate le informazioni, nonché la promozione e il coordinamento delle attività, di verifica, di controllo, di formazione e informazione nel campo delle pari opportunità,delle iniziative di studio e di elaborazione progettuali delle problematiche inerenti alle pari opportunità. La definizione di nuove politiche di intervento, di studio e promozione di progetti ed iniziative, se funziona il coordinamento delle iniziative delle amministrazioni e degli enti pubblici sottoposti nelle materie delle pari opportunità e anche le risorse stanziate per le attività produttive rivolte alle donne giovani e adulte. Per esempio il monitoraggio nella Pubblica amministrazione delle relazioni annuali delle aziende per l’applicazione della direttiva sulle azioni positive ( relazione ferma al 2013) o il Rapporto annuale sul funzionamento dei Cug (Comitati unici di garanzia) o le risorse per i Punti d’ascolto territoriali contro la violenza,i progetti finanziati tranne i fondi comunitari e quelli regionali per il sostegno all’imprenditoria. In buona sostanza i presidi del potere per le politiche di pari opportunità a cominciare dal ministro e dal dipartimento organizzati per uffici (Ufficio per gli affari generali, internazionali e gli interventi in campo sociale- Servizio per gli Affari generali e sociali- Ufficio per gli interventi in materia di parità e pari opportunità-Servizio per le pari opportunità e gli interventi strategici- Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e sull'origine etnica -UNAR- Servizio per la tutela della parità di trattamento-Servizio studi, ricerche e relazioni istituzionali) sarebbe bene sapere cosa fanno e quante risorse hanno a disposizione.