Piattaforma economica di TUTTEPERITALIA ile 2020 Il nostro piano
Piattaforma economica di TUTTEPERITALIA 13 Aprile 2020 Il nostro piano
Da oggi su TutteperItalia pubblichiamo volontariamente indicazioni per rimettere in sesto l’Italia che pretendiamo
Preambolo Non serve gasare in casa gli e le ultrasessantacinquenni
A- Cosa Fare Il divario e dunque lo spread generazionale deve essere il primo problema da risolvere per le scelte su come e dove investire le risorse,sulla programmazione,sulla formazione ,l’educazione,la formazione professionale ,l’inserimento nel mercato del lavoro per e i giovani ,valutazione e competenze ,sulla ricerca sia per oggi in piena crisi,sia domani e dunque l’investimento sul capitale umano.
Le politiche sono state troppo disequilibrate verso le pensioni e bisogna far ripartire la crescita e con la politica economica.L’ultimo Rapporto Ocse sull’Italia ci indica la strada. *Un taglio dei contributi sociali a carico delle imprese per i salari medi e bassi favorisce maggiore occupazione.La introduzione permanente della detrazione sui contributi sociali per i primi tre anni di tutti i contratti permanenti ,una vera riforma delle politiche attive del lavoro unite a una vera riforma dell’apprendistato e corsi professionali che calchino i profili richiesti dall’innovazione e che facilitino l’inserimento nel mercato con il sostegno delle aziende come avviene in Germania. *Significa maggior spesa per le politiche educative collegate con educazione e ricerca. *Un reddito un sussidio a favore dei lavoratori che hanno un reddito basso ma non il reddito di cittadinanza che scoraggia i percettori a cercare e trovare lavoro regolare (780 euro) troppo alto e la riforma dei centri per l’impiego.*Significa sussidio dimezzato e introduzione di un sussidio per i lavoratori dipendenti a tempo pieno con basso reddito:così si disincentiva il lavoro nero,si incentiva la ricerca del lavoro,si diminuisce il numero dei lavoratori poveri e con bassi salari.*Abolizione di quota 100 perché noi sappiamo bene che i lavoratori di oggi sono ben consapevoli che non potranno mai arrivare ad avere i diritti dei pensionati di oggi se non si cambia il sistema.
B -Sulla liquidità che ci hanno promesso
E’ bene sapere che : l’Italia, al momento, è ferma, ai miseri 25 miliardi (1,4% del PIL) del Decreto Legge n. 18 di marzo e “la poderosa potenza di fuoco” di mille miliardi del Decreto Legge n. 23 di aprile stenta ancora a materializzarsi perché il governo ha esaurito tutte le risorse per il decreto 18 e non ha ancora presentato la relazione al Parlamento ex Legge 243 del 2012, da votarsi a maggioranza assoluta, per essere autorizzato al nuovo scostamento di bilancio.
L’azione della BCE, sotto diversi fronti, viene correttamente descritta come una leva decisiva nello stabilizzare il mercato dei titoli pubblici e la liquidità del sistema. Sono state pubblicate ( ma non pubblicizzate dal governo per cui l’ignoranza è meglio) i verbali della riunione della BCE in cui sono state decise quelle misure e da esse emerge un profondo contrasto tra i governatori delle banche centrali partecipanti. In quella riunione si accennato la proposta che gli Stati in difficoltà nel fronteggiare il fabbisogno finanziario della crisi, chiedano l’attivazione degli acquisti illimitati da parte della BCE (OMT). Con un ulteriore importante dettaglio: condizione necessaria, ma non sufficiente, perché ciò accada è richiedere l’intervento del MES. Ecco perché il MES è sul tavolo. Anche l’intervento della BEI va messo nella giusta luce. Si tratta di un fondo di “soli” 25 miliardi che potrebbe generare prestiti della BEI per 75/100 miliardi che, assieme al cofinanziamento di altre banche, potrebbero generare finanziamenti per 200 miliardi. Ma questi finanziamenti “mobilitati” sono mere ipotesi che dipendono dall’effettiva volontà di altre banche di affiancarsi alla BEI come co-finanziatore. I soldi veri sono quelli spesi, non quelli “mobilitati” Viene prevista l’attivazione di una linea di credito prudenziale (ECCL), a cui tutti i Paesi membri potranno accedere secondo condizioni contrattuali uniformi e l’unica condizione per l’accesso è costituita dall’impegno a finanziare costi connessi direttamente o indirettamente all’assistenza sanitaria per il COVID 19. “Si applicano le norme del Trattato del MES” recita il comunicato e, dopo la crisi, tornerà applicabile il consueto quadro di sorveglianza macroeconomica ed il connesso impegno a migliorare la situazione finanziaria.E anche per il Sure –fondo per l’occupazione o cassa integrazione- Bisogna sapere che ci sono divergenze nette sull’emissione di strumenti di debito comune e si, specifica che “hanno concordato di lavorare” a un fondo per la ripresa, temporaneo e mirato, collegato a fondi del bilancio UE. Rinviano ai leader la determinazione di tutti i dettagli su entità e fonti di finanziamento anche attraverso “strumenti innovativi”, sempre coerenti con i Trattati. Ed è proprio quest’ultimo inciso lo sbarramento finale che impedisce ogni volo di fantasia. Infatti, gli Eurobond con condivisione totale del rischio sono vietati dall’articolo 125 del TFUE, e gli unici possibili sono quelli già emessi da MES, BEI o che potrebbe emettere il Sure. INSOMMA CONTE Si ASSUMA LA RESPONSABILITA’: GLI EUROBOND SONO PALESEMENTE VIETATI DAI TRATTATI
C -Sulla liquidità per le aziende che ci serve
Si stima che le perdite saranno di oltre 650 miliardi per carenza di offerta e per azzeramento della domanda, causate dalle misure di contenimento del contagio. Il sistema creditizio non funziona adeguatamente e, di contro, si rischia di attribuirgli un potere eccessivo. Ad oggi gli istituti di credito non hanno ancora disposizioni chiare in merito alla garanzia che lo Stato dovrebbe prestare per i crediti alle imprese. Inoltre, le filiali bancarie operative sono a personale ridotto e, per di più, impegnate a processare le pratiche di dilazione di mutuo, come previsto dal decreto-legge di marzo. Come potranno, quindi, erogare in tempi brevi i prestiti definiti dal governo stesso vitali per le piccole e medie imprese? Il fatto che prestiti inferiori o superiori a 25.000 euro vengano garantiti dallo Stato non significa che possano essere concessi in tempi brevissimi, o brevi, in quanto sugli istituti di credito pende la responsabilità di verificare che le imprese richiedenti, anche mediante autocertificazione dei fatturati 2019, siano comunque meritevoli di ricevere la liquidità necessaria. Bisogna constatare, purtroppo, come la burocrazia delle procedure non sia stata ovviata nemmeno nei tempi di un’emergenza epocale di tale portata.I TRE NEMICI IN AGGUATO: LA SVENDITA, IL FALLIMENTO O LA COLLUSIONE MAFIOSA.Azzerare gli ostacoli burocratici, introdurre procedure snelle, erogare a brevissimo sostegni finanziari a fondo perduto e mediante prestiti a zero tassi di interesse, redimibili in almeno un decennio, rappresentano gli strumenti necessari per evitare che gli imprenditori siano costretti a portare i libri in tribunale.