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GREEN PASS in azienda è bene sapere che .....  GREEN PASS è bene sapere che ....ALESSANDRA SERVIDORI  Il tampone pagato dal datore di lavoro... Read more
MERKEL REGINA D'EUROPA Alessandra Servidori     Germania al voto : MERKEL  Cancelliera  regina d’Europa - 23 settembre... Read more
Demenziale tagliare la formazione di Industria 4.0 Alessandra Servidori Il Testo deludente della manovra fiscale fa  emergere  sulla proroga di... Read more
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Disoccupazione : quello che Istat NON dice sulle lavoratrici disoccupate Alessandra Servidori              Quello che i dati  Istat NON  evidenziano sulla disoccupazione... Read more
Contro il cigno nerissimo :Forza Europa Avanti Italia ! Alessandra Servidori      Il cigno nerissimo (evento inatteso  devastante politicamente nel... Read more
Candidata alle Europee 2024 : firmato il Manifesto dichiarazione Forum per la disabilità di impegno EUROPA DISABILITY FORUM MANIFASTO EDF Dichiarazione di impegno dei candidati alle Elezioni... Read more
Europa e Italia : la crisi che non passa Alessandra Servidori                         EUROPA e ITALIA e la crisi che non passa  Mario... Read more
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IGNORANZA E DEMENZIALITA'                                            IGNORANZA  E  DEMENZIALITA’  Lo sviluppo della... Read more
La VIOLENZA SULLE DONNE-I bambini disegnano Bologna 14 Ottobre ore 16, 30- Sala dell'Angelo Via s.Mamolo 24o PRESENTAZIONE LIBRO   LA VIOLENZA SULLE DONNE -I BAMBINI DISEGNANO  di Anna Maria Casadei Questo... Read more
MALA TEMPORA CURRUNT  ALESSANDRA SERVIDORI   Ci dispiace molto ma gli ordini sono tassativi e vi ringrazio veramente... Read more
GENDER GAP PAY Alessandra Servidori – DIFFERENZE RETRIBUTIVE-NON C’E’ niente da festeggiare Pare che in... Read more
Cronaca di andata e ritorno dall'ospedale Alessandra Servidori  Cronaca di 4 giorni di” ospitalità” in medicina d’urgenza al... Read more
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Ullalà :pensioni e ancora pensioni DAL SITO PER NOI Pensioni per tutti... Read more
E NON SI DICA CHE NON E' VERO Alessandra Servidori         E non si dica che non è vero La volgarità non è mai stata una... Read more
Lettera aperta al Presidente Mattarella Alessandra Servidori Lettera aperta al Presidente Mattarella 25 maggio 2018 Egregio e caro... Read more
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Continuiamo a ragionare sul ddl ZAN stamane a Radio in Blu : https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_kxanma2n intervista a cura di Chiara Placenti

  Continuiamo a ragionare sul ddl ZAN stamane a Radio in Blu :

  https://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_kxanma2n intervista a cura di Chiara Placenti

Questo disegno di legge che doveva essere di contrasto alla omofobia purtroppo si è trasformato in un manifesto ideologico, che fa confusione, mette in secondo piano l’omofobia e invece riduce pesantemente diritti e interessi delle donne e anche la libertà di espressione. La difesa di questo ddl che comunque a parer di scrive e parla va modificato, si basa sull’affermazione che è necessario uniformarsi all’Europa. Ma il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, con la Raccomandazione n. 5 del 2010, ha invitato gli Stati membri ad «adottare misure adeguate per combattere qualsiasi forma di espressione, in particolare nei mass media e su internet, che possa essere ragionevolmente compresa come elemento suscettibile di fomentare, propagandare o promuovere l’odio o altre forme di discriminazione nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali o transessuali», premurandosi però di avvertire che tali misure debbono «rispettare il diritto fondamentale alla libertà di espressione, conformemente all’art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e alla giurisprudenza della Corte. Sebbene la repressione penale dell’omofobia, nelle sue molteplici configurazioni, accomuni diversi ordinamenti giuridici europei e non, ancora acceso è il dibattito sulla sua costituzionalità e, in particolare, sulla sua compatibilità con la libertà di espressione. La Corte di Strasburgo non pare essere ancora riuscita a delineare i confini entro i quali possono muoversi i legislatori nazionali, mentre spunti interessanti giungono dai giudici dell’Unione europea che, pronunciandosi sulla portata del divieto di discriminazione per orientamento sessuale, hanno suggerito soluzioni alternative per la repressione (civilistica) di alcune tipologie di esternazioni omofobe. Queste paiono particolarmente utili in considerazione della perdurante assenza, nell’ordinamento giuridico italiano, del reato  di hate speech omofobico. Vale la pena di ricordare che tutt’altro che agevole si sta però rivelando la scelta delle misure normative che il raggiungimento di tale obiettivo richiede di adottare: le esitazioni di alcuni legislatori statali, tra cui rientra senz’altro il Parlamento italiano, non sono solo da ascrivere a perplessità di natura politica riguardanti, ad esempio, l’utilità e l’opportunità di risposte penali alla domanda di protezione dalle discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale , oppure a tenaci resistenze dettate da tattiche partitiche o fanatismi di tipo ideologico-religioso , bensì,  anche ai dubbi legittimi di costituzionalità che alcune misure normative possono  sollevare: al riguardo, basti ricordare l’accidentato iter dei progetti di legge presentati la cui discussione si è interrotta in conseguenza dell’approvazione di diverse pregiudiziali di costituzionalità. Ritengo legittimo sollevare dubbi di costituzionalità legati soprattutto alla compressione della libertà di pensiero che andrebbe a determinare, ma a suscitare le maggiori perplessità sul piano giuridico-costituzionale in relazione alla incompatibilità con i  cataloghi di diritti nazionali e  sovranazionali, quali la Convenzione europea dei diritti umani, è assai più frequentemente la repressione penale degli hate speeches, in ragione della loro supposta equiparabilità ai c.d. reati di opinione. La mia opinione è che se non emendato, il ddl Zan consuma una pericolosa sovrapposizione della parola 'sesso' con quella di 'genere' con conseguenze contrarie all’articolo 3 della Costituzione per cui i diritti vengono riconosciuti in base al sesso e non al genere e non in armonia con la normativa vigente, la legge 164/82, che «ammette e consente la transizione da un sesso a un altro sulla base non di una semplice auto-dichiarazione o di una individuale percezione di sé relativa al genere (come dichiara il ddl ) . La definizione di ' identità di genere' contenuta nel ddl Zan  crea una forma di indeterminatezza che non è ammessa dal diritto, che invece ha il dovere di dare certezza alle relazioni giuridiche e di individuare le varie fattispecie .Inoltre sempre il ddl in oggetto  con il suo articolo 3 introduce  una clausola di salvaguardia dell’art. 21 della Costituzione. È singolare che una Proposta di legge, destinata – se approvata e promulgata – a diventare legge ordinaria, tuteli una norma costituzionale, la quale è sovraordinata a ogni legge ordinaria.  La norma ordinaria deve essere conforme alla Costituzione. Non può proporsi la sua tutela. Siamo, evidentemente, in presenza di una «contraddizione tecnica», che la ratio dell’ordinamento liberal-costituzionale non dovrebbe tollerare. Tanto meno ammettere. Si assiste, così, al ribaltamento della gerarchia ordinamentale. Concludo ,per ora, affermando che sesso e orientamento sessuale secondo la proposta sarebbero la medesima cosa così come genere e identità di genere. Il suo linguaggio rivela un accoglimento del significato di sesso e di genere esclusivamente «culturale». È ignorato ogni riferimento «biologico».

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