Cronaca di una emancipazione negata: il rito consumato a NY
Venti anni. Sono passati 20 anni e siamo ancora alle celebrazioni di quella Conferenza a Pechino che nel 1995 spalancò la speranza di un mondo consapevole dei diritti delle donne. Ma ad un ventennio di distanza, all’Onu si apre la 59a sessione della Commissione sullo Status delle donne, formalmente come un rito stanco si legge l’approvazione di una Dichiarazione politica mondiale. In platea le donne del potere in tribuna, recinto per le rappresentanti delle organizzazioni, un atto forte: si alzano e si mettono una mano sulla bocca per denunciare che la Dichiarazione è stata scritta dagli Stati membri delle Nazioni Unite senza il loro contributo, dimenticando volutamente quello che lo stesso Segretario dell’Onu, Ban Ki-Moon ha dichiarato, quello che anche da noi in Italia per farci stare zitte dicono i Presidenti: le donne sono le agenti del progresso e del cambiamento. Posso dire come testimone attiva che allora fu una Dichiarazione coraggiosa e progressista per la promozione dell’eguaglianza di genere e dei diritti umani di donne e ragazze e venne approvata quella Piattaforma d’azione, puntuale e completa che indicava 12 aree critiche su cui impegnarsi. Non senza ovviamente alcuni compromessi che sapemmo adottare intelligentemente poiché di politica si tratta e si trattava: le resistenze per impegnarsi ad un programma concreto verso la parità di genere, ancora oggi anche in Italia, ma soprattutto in Africa, in Russia, in Arabia Saudita, India, Indonesia, con tratti sicuramente differenti, è ancora molto molto impervio. Intanto in questi anni il fondamentalismo religioso, oggi più che mai, la cultura maschilista dura ad essere sostituita dalla condivisione del rispetto reciproco tra donne e uomini nell’assunzione equilibrata della diversità, le disuguaglianze tra paesi mettono le giovani generazioni di ragazze e di donne di fronte a situazioni e sfide durissime di stupro quotidiano dei diritti umani. Di questa realtà nulla nella Dichiarazione letta nel marzo 2015, nulla sui diritti sessuali e riproduttivi, sparito il ruolo delle organizzazioni delle donne che difendono i loro diritti umani e del tanto impegno diffuso: la violenza politica sulle donne denunciata più volte anche da donne importanti che agiscono il potere come Merkel.Clinton,Lagarde, sparita, sostituita da una blanda e inutile Dichiarazione che si limita a riconoscere che il progresso è lento e diseguale e che a venti anni dall’approvazione della Piattaforma d’azione di Pechino nessun paese ha ancora raggiunto l’eguaglianza e l’empowerment delle donne e ragazze che continuano a sperimentare molteplici forme di discriminazione, vulnerabilità e marginalizzazione durante l’intero ciclo della loro vita. La Dichiarazione chiede ancora una volta stancamente, l’implementazione di leggi, politiche, strategie e programmi per donne e ragazze e un rafforzamento dei meccanismi istituzionali per la parità, la trasformazione delle norme discriminatorie e degli stereotipi di genere nonché la promozione di norme sociali e pratiche che riconoscano il ruolo positivo e il contributo delle donne. Chiede inoltre che si eliminino la discriminazione contro le donne e le ragazze, mobilitando le risorse necessarie e rafforzando l’impegno e la accountability dei Governi, la raccolta di dati, il monitoraggio e la valutazione e l’accesso e l’uso delle nuove tecnologie per l’informazione e la comunicazione. Ancora e sempre chiede da vent’anni chiede inutilmente inascoltata perché la politica osteggia evidentemente, quando va bene paternalisticamente infilando nei posti di potere donne che possono garantire la fedeltà, diversamente osteggiando l’intelligenza e il talento. La forte leadership da parte dei nostri governi per la realizzazione dell’eguaglianza di genere, l’empowerment e l’affermazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze chi la vuole? Chi vuole veramente mettere in atto politiche per il lavoro delle donne per dare loro la concreta possibilità di entrare e restare nel mercato del lavoro, di essere “agenti e protagoniste dello sviluppo e dell’economia”, come, sapendo di mentire, si riempiono pagine e pagine di programmi rimasti sulla carta?
Alessandra Servidori
14 marzo 2015