Pasqua di Resurrezione del POPOLO ITALIANO
Alessandra Servidori
Quando ci fu la strage di bambini a Beslam in Ossezia nel 2004 lanciammo la proposta di accendere una candela alla finestra in ricordo di quegli angeli innocenti trucidati e l’Italia si illuminò come reazione e compassione. Tanti anni sono passati e il terrorismo colpisce sanguinario più che mai in tutto il mondo. Ancora oggi le madri di Beslan lottano per far luce sull'opacità operativa della cellula di crisi, sulla responsabilità delle esplosioni che fecero scattare il blitz delle forze speciali russe, sulla presunta fuga di alcuni componenti del commando ceceno e sulla totale disorganizzazione nei soccorsi. Ma Bruxelles è l’ultima , da Madrid a Londra, da Copenaghen a Parigi , sono già tante le capitali europee nelle cronache del terrore che l'estremismo islamico ha scritto col sangue negli ultimi anni sul Vecchio continente. E non basta lanciare palloncini bianchi, scrivere la parola Pace sui muri, posare fiori sui luoghi colpiti dalla furia di un islam armato che non sarà mai moderato. Avevano ragione non solo Oriana Fallaci, e il cardinale Giacomo Biffi : entrambi hanno lasciato memorie indistruttibili a noi per NON rimuovere l’assalto e per farci capire,premonitori allora, come si sarebbe frantumato il nostro vivere lieve. Noi non possiamo e non dobbiamo non assumerci la responsabilità di un buonismo peloso che con codardia si presta alla sottomissione. Siamo in guerra e il nemico è il sedicente Stato islamico ideologico e carnefice, ora incardinato nel cuore dell’Europa, che ci sta massacrando. Sono nati e vissuti qui e non ci sono né pentiti né collaboratori ma solo messaggeri e guerrieri di morte. Serve una forza politica occidentale una diplomazia militare strategica e sussidiaria che non predichi ma che agisca e subito. Essere consapevoli tutti e subito perchè non c’è più tempo , perche’ l’Europa è sorella di Israele e di Tripoli e dell’Iran e della Siria inginocchiati e colpiti dall’intolleranza e dalla bulimia del potere stragista. Dalla Russia non ci possiamo aspettare solo “amore” così come dall’America i fallimentari “Yes We Can”.Già ebbi a ricordare su queste pagine il nostro demenziale nichilismo quando nel Trattato di Lisbona abiurammo consapevoli le nostre radici cristiane inaugurando così una stagione di vanesie eredità culturali e religiose spalancando ad una non definità identità l’Europa ,” patchwork” di stati non più anche cristiani. Non mi sottometto alla religione musulmana né oggi né mai e non intendo arrendermi di fronte alla disintegrazione che i difensori ad oltranza del multiculturalismo stanno compiendo dei nostri valori e non mi rassegno a sopportare questo estremismo introdotto sui banchi di scuola. In questa situazione al popolo italiano non basta dirgli che “non dobbiamo cambiare le nostre abitudini” e intervistare il capo dei servizi segreti italiani che tenta di spiegare in burocratese o il giovane toscano che dà una veste di presidio a Palazzo Chigi. Dobbiamo essere consapevoli che proprio perché troppi i segreti,non c’è una adeguata collaborazione e informazione, non c’è fiducia reciproca e il terrorismo si sviluppa nel liquame di una mancanza di cooperazione multilaterale che è rimasta come promessa ma mai attuata sia in Italia che in Europa. Non è solo la misericordia che contrasta il male dei califfati e degli assassini :perché la nostra sicurezza non è certa se non prendiamo posizione e azione contro l’Isis perché non vale l’ossimoro “se noi non partecipiamo non ci attaccano”.Perchè la paura e il disorientamento di un popolo occidentale che è attaccato e che sta per essere attaccato sta nella ambiguità dei comportamenti : assumiamoci con coraggio la nostra responsabilità,perché la Pasqua della Resurrezione è anche quella di un popolo che guarda in faccia la realtà e difende la sua tradizione anche affrontando un conflitto che non sarà breve.