Diritti Umani :ONU bacchetta l'Italia
ALESSANDRA SERVIDORI
IL Consiglio ONU per i Diritti Umani, durante la procedura che controlla dal 2008 ogni quattro anni l’operato di tutti gli stati membri,ha reso noto a Ginevra il 4 novembre scorso le note e le raccomandazioni rivolte all’Italia, risultate fortemente critiche in materia diritti di migranti e richiedenti asilo, intolleranza, razzismo e discorsi d’odio, gender gap e violenza sulle donne, debolezze nella legislazione in materia di tortura, ma anche sovraffollamento delle carceri, lunghezza dei processi, questione rom. l"Universal Periodic Review" del Consiglio ONU per i Diritti Umani si è avvalso per il suo giudizio sull’Italia di tre rapporti: uno fornito dal nostro Governo, uno compilato dall’Ufficio dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, un terzo, che sintetizza le osservazioni e le raccomandazioni delle ONG.
Amnesty International, è stata molto severa nei nostri confronti è ha giudicato l'attuazione delle precedenti raccomandazioni da parte dell’Italia «ampiamente insufficiente nel periodo in esame, nonostante i progressi compiuti in alcuni settori». Il report presentato dall'ONG passa in rassegna gli aspetti ritenuti più critici: dalla «criminalizzazione della solidarietà» alle violazioni dei diritti dei rifugiati e dei migranti, anche nel contesto della cooperazione con la Libia; dalle «debolezze della legislazione in materia di tortura» all'«operato delle forze di polizia», fino alla «discriminazione nei confronti dei rom in materia di alloggio adeguato».L’Italia, che ha già affrontato due revisioni nel febbraio 2010 e nell’ottobre 2014, è stata incoraggiata da diversi Stati a fare di più anche in tema di uguaglianza di genere e violenza contro le donne. Il rapporto ONU ha sottolineato come, nonostante le numerose leggi atte a combattere la discriminazione di genere, le donne in Italia affrontino ancora parecchie difficoltà nel rivendicare i propri diritti e nel combattere gli stereotipi e nonostante la recente adozione del Codice rosso, il documento mette in evidenza «l'alta prevalenza di violenze di genere perpetrate contro donne e ragazze», e «il basso tasso di denunce, procedimenti e condanne per questo genere di crimini».Molte le raccomandazioni perché l’Italia adotti una Commissione nazionale indipendente che si occupi di diritti umani. La sua assenza impedisce, di fatto, al nostro Paese di partecipare al dialogo globale sui diritti umani a cui partecipano tutte le Commissioni del mondo. Il prossimo 18 novembre alla Camera è prevista la discussione dei disegni di legge che ne propongono l’introduzione.
Anche la definizione di “tortura” nella legge 110/2017 è stata oggetto di alcune raccomandazioni. Per il Comitato ONU contro la Tortura, quella dicitura sarebbe «incompleta», aggiungerebbe elementi che rendono il reato difficile da dimostrare e lo concepirebbe come generico, e dunque commettibile da chiunque e non nello specifico da pubblici ufficiali. Il report compilato sull’Italia in vista della Revisione, poi, rileva anche le frequenti segnalazioni riguardo all’«uso di forza eccessiva da parte della polizia e di ufficiali di forze dell’ordine», e la diffusa «impunità di tali atti». L’ONU, sottolinea che restano anche questioni : il sovraffollamento delle carceri, la corruzione, la lunghezza dei processi e la questione rom.
ALESSANDRA SERVIDORI
IL Consiglio ONU per i Diritti Umani, durante la procedura che controlla dal 2008 ogni quattro anni l’operato di tutti gli stati membri,ha reso noto a Ginevra il 4 novembre scorso le note e le raccomandazioni rivolte all’Italia, risultate fortemente critiche in materia diritti di migranti e richiedenti asilo, intolleranza, razzismo e discorsi d’odio, gender gap e violenza sulle donne, debolezze nella legislazione in materia di tortura, ma anche sovraffollamento delle carceri, lunghezza dei processi, questione rom. l"Universal Periodic Review" del Consiglio ONU per i Diritti Umani si è avvalso per il suo giudizio sull’Italia di tre rapporti: uno fornito dal nostro Governo, uno compilato dall’Ufficio dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, un terzo, che sintetizza le osservazioni e le raccomandazioni delle ONG.
Amnesty International, è stata molto severa nei nostri confronti è ha giudicato l'attuazione delle precedenti raccomandazioni da parte dell’Italia «ampiamente insufficiente nel periodo in esame, nonostante i progressi compiuti in alcuni settori». Il report presentato dall'ONG passa in rassegna gli aspetti ritenuti più critici: dalla «criminalizzazione della solidarietà» alle violazioni dei diritti dei rifugiati e dei migranti, anche nel contesto della cooperazione con la Libia; dalle «debolezze della legislazione in materia di tortura» all'«operato delle forze di polizia», fino alla «discriminazione nei confronti dei rom in materia di alloggio adeguato».L’Italia, che ha già affrontato due revisioni nel febbraio 2010 e nell’ottobre 2014, è stata incoraggiata da diversi Stati a fare di più anche in tema di uguaglianza di genere e violenza contro le donne. Il rapporto ONU ha sottolineato come, nonostante le numerose leggi atte a combattere la discriminazione di genere, le donne in Italia affrontino ancora parecchie difficoltà nel rivendicare i propri diritti e nel combattere gli stereotipi e nonostante la recente adozione del Codice rosso, il documento mette in evidenza «l'alta prevalenza di violenze di genere perpetrate contro donne e ragazze», e «il basso tasso di denunce, procedimenti e condanne per questo genere di crimini».Molte le raccomandazioni perché l’Italia adotti una Commissione nazionale indipendente che si occupi di diritti umani. La sua assenza impedisce, di fatto, al nostro Paese di partecipare al dialogo globale sui diritti umani a cui partecipano tutte le Commissioni del mondo. Il prossimo 18 novembre alla Camera è prevista la discussione dei disegni di legge che ne propongono l’introduzione.
Anche la definizione di “tortura” nella legge 110/2017 è stata oggetto di alcune raccomandazioni. Per il Comitato ONU contro la Tortura, quella dicitura sarebbe «incompleta», aggiungerebbe elementi che rendono il reato difficile da dimostrare e lo concepirebbe come generico, e dunque commettibile da chiunque e non nello specifico da pubblici ufficiali. Il report compilato sull’Italia in vista della Revisione, poi, rileva anche le frequenti segnalazioni riguardo all’«uso di forza eccessiva da parte della polizia e di ufficiali di forze dell’ordine», e la diffusa «impunità di tali atti». L’ONU, sottolinea che restano anche questioni : il sovraffollamento delle carceri, la corruzione, la lunghezza dei processi e la questione rom.