Guida amica per Caregiver
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Per le /i CAREGIVER … GUIDA AMICA per il lavoro invisibile delcaregiver ovvero colei/colui che si prende cura di un familiare
Cosa è importante sapere
Ad oggi in Italia non è disponibile una rilevazione sistematica della popolazione che si prende cura, a differenza di altri Paesi europei. Gli unici dati disponibili riguardano le indagini multiscopo dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Sono stimate in Italia 3.329.000 le persone tra i 15 e 64 anni che prestano regolarmente attività familiare di cura ad adulti anziani, malati, disabili. E sempre secondo l’indagine dell’ISTAT sulla conciliazione tra lavoro e famiglia i caregivers familiari sono prevalentemente donne impegnate ad assistere più di una persona nella combinazione bambini, anziani,disabili. Si stima che il caregiver familiare svolga anche 7 ore al giorno di assistenza diretta e 11 ore di sorveglianza, per una media di 8-10 anni nel caso di persone anziane non autosufficienti, per tutta la vita nel caso di disabilità congenita grave. Condizione quest’ultima che diviene ancor più gravosa con l’avanzare dell’età e della condizione di fragilità dei genitori. La durata nel tempo e l’intensità del lavoro di cura impattano pesantemente sulla vita del familiare che si prende cura, stravolgendone la quotidianità ed il progetto di vi e compromettendone anche la salute.
La legislazione in Italia
* Decreto Legislativo n.502/92 e successive modificazioni, con riferimento all’art.1, commi 1,2,3,7 e 8;
*Legge 8 novembre 2000, n. 328, "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali"
*L’amministratore di sostegno (Legge n. 6 del 9 gennaio 2004) è la persona nominata dal Giudice Tutelare al fine di assistere, sostenere, rappresentare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, chi per effetto di un'infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trovi nell'impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere in tutto o in parte all'espletamento delle funzioni della vita quotidiana.
*“Piano nazionale della cronicità (PNC)” approvato il 15 settembre 2016 dalla conferenza Stato-Regioni
* DPCM 12 gennaio 2017 “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza […]” che prevedono la valutazione multidimensionale, la presa in carico del paziente e dei familiari, il coinvolgimento nella definizione del “Progetto di assistenza individuale” (PAI) e diversi interventi di supporto come l’educazione terapeutica a pazienti e caregiver, counselling per la gestione della malattia o della disabilità e la prevenzione delle complicanze, gruppi di sostegno, supporto psicologico e sociale;
Decreto legislativo 3 luglio 2017 n.112 Revisione della disciplina in materia di impresa sociale
Legge 205/2017, co. 255 - Si definisce caregiver familiare la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall'articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18.
È bene precisare che le assistenti alla persona, spesso straniere, assunte privatamente dalle famiglie italiane per essere aiutate nella propria attività di cura a lungo termine (le cosiddette badanti), non rientrano nella definizione di caregiver familiare. Infatti, il termine caregiver si riferisce al familiare (o amico, o vicino) che entra nella relazione di cura per motivazioni di tipo affettivo,non economico.
L’ Emilia-Romagna, è la prima Regione italiana ad adottare una normativa per andare incontro ai bisogni di chi si prende cura di una persona cara.La l.r. 2/2014 riconosce e promuove, nell’ambito delle politiche del welfare, la cura familiare e la solidarietà come beni sociali,in un’ottica di responsabilizzazione diffusa e di sviluppo di comunità. «Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare (persona che presta volontariamente cura ed assistenza)
NOTIZIE FONDAMENTALI
Congedi
Permessi di breve durata: con la legge 104 del 1992 lo Stato ha previsto la possibilità di usufruire di permessi lavorativi retribuiti per assistere i propri familiari o affini. In particolare viene data la possibilità al lavoratore di assentarsi dal lavoro per 3 giorni al mese. Questa agevolazione può essere tradotta in mezze giornate, oppure frazionata in ore. Requisito per beneficiarne è un’accertata condizione di “handicap grave” della persona cara.
Congedi di lungo termine: il congedo biennale retribuito è stato introdotto dalla legge 388/2000 (art.80, comma 2) e ripreso dal d.lgs.26 marzo 2001, n. 151. Il congedo spetta per due anni nell’arco dell’intera vita lavorativa. È frazionabile. Per poter usufruire di questo diritto, il caregiver deve abitare allo stesso domicilio della persona bisognosa di assistenza. Limiti: misure utilizzabili solo dai lavoratori che devono prendersi cura di parenti con grave disabilità e solo i lavoratori pubblici e privati hanno diritto a questi congedi. Nel caso del congedo di lungo termine, si richiede la co-residenza. Inoltre, una sola persona per famiglia ha diritto ad usufruire dei congedi. La legge prevede i seguenti aventi diritto, in ordine di priorità:
1) il coniuge convivente o, per effetto della legge n. 76/2016, la parte dell’unione civile convivente;
2) il padre o la madre, nell’ipotesi di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o della parte dell’unione civile;
3) uno dei figli conviventi, nell’ipotesi di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o della parte dell’unione civile convivente o di entrambi i genitori;
4) uno dei fratelli o sorelle conviventi, nell’ipotesi di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o della parte dell’unione civile convivente o di entrambi i genitori o dei figli conviventi;
5) un “parente o affine entro il terzo grado convivente” della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il “coniuge convivente”/la “parte dell’unione civile convivente”, “entrambi i genitori”, i “figli conviventi” e i “fratelli o sorelle conviventi” siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.
Dal momento che l’art. 78 del codice civile non è stato espressamente richiamato dalla legge n. 76/2016, tra un parte dell’unione civile e i parenti dell’altra non si costituisce un rapporto di affinità. Pertanto, a differenza di quanto avviene per i coniugi, la parte di un unione civile può usufruire del congedo straordinario ex art. 42, comma 5, D. Lgs.151/2001 solo nel caso in cui presti assistenza all’altra parte dell’unione e non nel caso in cui l’assistenza sia rivolta a un parente dell’unito, non essendo riconoscibile, in questo caso, rapporto di affinità.
Nel caso di cura del proprio figlio si ha diritto ai congedi parentali.
È fondamentale verificare se il proprio contratto collettivo preveda (ulteriori) disposizioni di miglior favore.
Controllare il proprio CCNL è importante per accertare la possibilità di telelavoro che può rappresentare un’opportunità per le persone con disabilità e per tutti coloro che incontrano maggiori difficoltà nell’inserimento lavorativo o nel mantenimento del proprio impiego, come le persone impegnate in attività di assistenza di familiari malati, i genitori con figli piccoli.( Accordo interconfederale del 09/06/2004 (firmato da CONFAPI, CGIL, CISL, UIL).
Part time . Il decreto legislativo n. 81/2015, accorda priorità nella trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale ai caregivers (coniuge, figli, genitori) di persone con gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti. Tale priorità è concessa anche al lavoratore o alla lavoratrice che assiste una persona convivente con totale e permanente inabilità lavorativa con connotazione di gravità e che necessita di assistenza continua in quanto non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Istituto delle ferie solidali, ai sensi dell’articolo 24 del d.lgs. n. 151/2015 in forza del quale i lavoratori possono donare i riposi e le ferie da loro maturati ai colleghi, per consentire a questi ultimi di assistere i figli minori che, per le particolari condizioni di salute, necessitano di cure costanti. Tale opportunità dev’essere attivata nella misura, alle condizioni e secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi
Indennità di accompagnamento Il sistema nazionale prevede anche una misura di sostegno economico pagato dall’INPS, rivolta a tutti i cittadini che abbiano un’invalidità totale e permanente al 100% e siano al contempo impossibilitati a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, oppure a compiere le attività di vita quotidiana da soli. E’ una cifra modesta (512 euro al mese), che non basta ad acquistare un servizio di cura professionale. Non ci sono vincoli di reddito per richiesta o accesso.
Fondo per le non autosufficienze. Istituito dall’art I c1264 dalla legge 27 dicembre 2006 n.296 per dare copertura ai costi di rilevanza sociale dell’assistenza socio-sanitaria ,con l’intento di fornire sostegno a persone con gravissime disabilità e anziani non autosufficienti e favorire la permanenza presso il proprio domicilio
evitando l’istituzionalizzazione. Le risorse sono aggiuntive rispetto a quelle destinate alle prestazioni e ai servizi in favore delle persone non autosufficienti da parte delle Regioni e delle autonomie locali e sono stanziate e ripartite annualmente .
Legge di bilancio 2018 del 23 dicembre 2017- Legge 205/2017, co. 254 che istituisce il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare: stanziamento di 60 milioni di euro per il triennio 2018/2020 per creare misure volte a supportare le persone che assistono i familiari dei malati .Le risorse sono destinate alla copertura finanziaria di interventi legislativi a carattere nazionale,finalizzanti al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver.
Guida a cura di Alessandra Servidori www.tutteperitalia.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.