http://formiche.net/2016/01/09/perche-critico-il-ddl-cirinna/
Alessandra Servidori -Ebbene sì mi assumo la responsabilità di difendere la creatura
Leggo e molto e soprattutto recentemente l’informazione americana( con non poca fatica per scarsa conoscenza linguistica) ma ne vale la pena :è molto interessante e soprattutto non censura come il pensiero dominante “prorenzismo a prescindere” pare evidente abbia ammorbato le testate nostrane. Così succede che sul 26 gennaio prossimo giorno in cui approda in Parlamento il testo sulle unioni civili, il pensiero diverso è difficile poterlo leggere nelle esperienze che pur ci sono italiane su questa mercificazione dell’essere umano.Così suggerisco di linkare il Washington Post e leggere cosa racconta una certa signora Cook https://www.washingtonpost.com/news/morning-mix/wp/2016/01/07/i-am-not-having-an-abortion-a-surrogate-mothers-stand-against-reducing-her-triplets/ sul tema del suo utero affittato ad un signore che in cambio di sperma e di danaro le ha chiesto la commissione e poi,visto che la prestatrice d’opera si porta in grembo tre gemelli,ne ha chiesto la soppressione di”almeno uno”. Leggetelo e poi pensateci bene. Mi assumo fino in fondo la responsabilità di essere pubblicamente e personalmente contraria al testo delirante del decreto CIRINNA’. Sono convinta che l’affaire politico che contempla l’adozione del partners all’art.5 sia un obbrobrio e una bestialità costituzionale e civile , una svendita del valore della persona e non mi interessa quello che i vescovi politicizzati vogliono dare o non dare come placet ad una legittima manifestazione a favore della tradizione cristiana che contempla l’essere umano come frutto d’amore- certo- ma di unione carnale di una donna e di un uomo. Se si manifesta contro le leggi che questo governo propone e dispone con una arroganza indiscutibile, e vara una norma che non mi rappresenta in Parlamento, io ed altri abbiamo il diritto sacrosanto di manifestare il nostro dissenso nella forma più legittima che la Costituzione e il buonsenso dispone. Non ho bisogno di vescovi piloti o di monsignori catto/comunisti o di imput clericali ,mi assumo la responsabilità da cittadina libera e forte delle mie idee e valori di contrastare i provvedimenti dei governi senza invocare la morale cattolica. Se i preti sono pastori hanno come missione la parola di Dio e questo, il Vangelo insegna, è sempre la stagione delle manifestazioni e delle mobilitazioni perché un paese investa sulla famiglia reale e certo si occupa anche di avanzare sui diritti di altri ma senza soverchiare la natura delle cose terrene poiché l’umiltà,il disinteresse,la beatitudine che invoca per “i pastori” Francesco sono in parte terrene e verosimili per gli uomini e le donne della Chiesa –umiltà e disinteresse- ma la” beatitudine” è solo ed esclusivamente secondo la definizione laica uno stato di soddisfazione piena e perfetta, cioè costante e a cui non manchi nulla. I teologi però e dunque autorevoli fonti distinguono tra la ‘felicità’ terrestre «benessere»; ossia l’atto dell’uomo per cui questi, essere intelligente e libero, entra in possesso del Sommo Bene, fine ultimo cui lo destina la sua natura; e la beatitudine. come stato concreto dei beati, angeli e uomini . Le varie scuole teologiche hanno diversamente inteso l’atto beatificante, accentuandone ora l’aspetto affettivo, collocandolo in un atto di amore, ora quello speculativo, collocandolo in un atto dell’intelletto; sono comunque d’accordo nell’indicare l’inadeguatezza di ogni beatitudine di cui l’uomo può essere capace in questa vita con le sue forze, così da ritrovare solo nella vita futura – nella visione beatifica concessa soprannaturalmente da Dio – la realizzazione piena e perfetta della beatitudine. Non intendo polemizzare ,intendo chiaramente imputare a chi politicizza i temi etici con arroganza e spregio la sua ridicola onnipotenza terrena impedendo ad una creatura che è già persona, di crescere in un contesto di differenza di genere e di avere consapevolezza di essere stato merce di scambio comprato al supermercato dell’egoismo, della vanità e della viltà
La guerra sul corpo delle donne
La violenza subita dalle donne a Colonia riporta rovinosamente un perverso e bestiale fenomeno che continua a consumarsi in tutto il mondo. In Italia come in altri paesi –più recentemente nella guerra terroristica e in India – le donne sono arma potentissima con violenta recrudescenza quando si vuole annientare un popolo. La guerra sul corpo delle donne non è altro che la conseguenza di una società patriarcale e maschilista incapace ancora di concepire la donna come essere pensante ed autonomo, cittadina non più schiava del maschio, spesso anche marito o compagno,che si attribuisce l’ultima decisione su tutto, o branco di uomini che viola il corpo e la mente di una vittima prescelta senza nessuna pietà.
Nel 2016 in piena guerra tra popoli che si contendono il potere economico e religioso, vi sono individui che usano quest’arma letale senza che la società ritenuta ormai un insieme di etnie e culture trovi un meccanismo per mettersi in moto e contrastare questa cultura di sopraffazione. Eures, Istat, Unesco e altri istituti di ricerca hanno denunciato l’aggravarsi di questa situazione nel mondo di questo sistema machista consolidatosi nel tempo con casi che hanno cambiato anche il modo della comunicazione sia televisiva che giornalistica (basti pensare ai processi mediatici e al soffermarsi di alcuni particolari cinici e perversi ) che fanno audience poiché purtroppo sesso sangue e soldi dominano le testate e business.
La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne è stato un passo importantissimo, però il cambiamento deve partire interno ad una comunità per la nascita di una nuova società ed è per questo che risultano necessarie le iniziative rivolte alle scuole, agli studenti, sui luoghi di lavoro per contrastare la forza e la brutalità e far emergere il rispetto tra pari, poiché esiste la responsabilità individuale di un uomo o di un gruppo che non accetta l’essere umano e gli infligge la violenza e c’è la responsabilità collettiva che è figlia del tempo e della storia e che pesa ancora sul grande cambiamento necessario.
Noi abbiamo il dovere di opporci a qualsiasi tipo di violenza, fisica psicologica, diretta o indiretta perché a questa violenza ha contribuito tutto il sistema a volte anche omertoso. Ecco perché in Italia e oltre il nostro Paese, insieme, dobbiamo creare una coscienza collettiva e momenti concreti di formazione delle generazioni e delle culture nostrane e straniere. Educare alla parità di genere come si è prefisso e ha finanziato il Ministero dell’Istruzione comporta una preparazione molto scientifica non in possesso degli insegnanti in generale: educare al rispetto significa approfondire l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica, sia sotto il profilo teorico che operativo, e non in maniera sommaria e soprattutto potentemente interdisciplinare.
Alessandra Servidori INPS : novità importanti per Assegni familiari e Rivalutazione pensioni
Inps ha pubblicato con la circolare n. 211 del 31 dicembre 2015 i riferimenti per i limiti di reddito per gli assegni familiari per l’anno 2016 .Sulla questione di una grande importanza per le famiglie finalmente si cerca di fare chiarezza sulla questione ASSEGNI per quel che riguarda le disposizioni per coloro che sono stati esclusi dalla normativa sull’assegno per il nucleo familiare (coltivatori diretti, coloni, mezzadri, piccoli coltivatori diretti, pensionati di gestioni speciali e lavoratori autonomi).Infatti è da chiarire che l’assegno familiare INPS è cosa diversa rispetto all’assegno al nucleo familiare, il cui importo è sicuramente più alto. L’assegno familiare che viene riconosciuto al capofamiglia per ogni appartenente al nucleo familiare per cui spetta il diritto. Per quel che riguarda l’assegno familiare l’importo è determinato non da un importo complessivo in relazione al numero di componenti del nucleo familiare ma dalla moltiplicazione di un ‘importo fisso moltiplicato per il numero dei componenti del nucleo familiare e del nucleo parentale. L’importo fisso è così determinato: 8,18 euro per coltivatori diretti, mezzadri e coloni - 10,21 euro per pensionato, autonomi e altri prestatori di lavoro-1,21 euro per ascendenti ed equiparati dei Piccoli Coltivatori diretti. Per il riconoscimento della prestazione sono previsti dei limiti di reddito determinati in base al numero e al tipo dei componenti che compongono il nucleo familiare. Tali limiti vengono annualmente aggiornati e aumentati del 10% quando il nucleo familiare è formato da un solo genitori e figli (o equiparati), e del 50% quando fanno parte del nucleo familiare soggetti totalmente inabili. Se ricorrono entrambe le ipotesi l’aumento del limite reddituale è del 60%. http://www.inps.gov.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=/Circolari/Circolare%20numero%20211%20del%2031-12-2015.htm&iIDDalPortale=&iIDLink=-1- Sempre INPS con la Circolare 210 del 31 Dicembre ha provveduto alla Rivalutazione delle pensioni per l’anno 2016. Tali attività sono finalizzate:
- ad attribuire la rivalutazione per l’anno 2015, in misura definitiva, e per l’anno 2016, in misura provvisoria, sulle pensioni e sulle prestazioni assistenziali;
- ad attribuire la rivalutazione definitiva sulle indennità degli invalidi civili, dei sordomuti, dei ciechi civili e sugli assegni accessori annessi alle pensioni privilegiate di 1° categoria concesse agli ex dipendenti civili e militari delle Amministrazioni Pubbliche;
- ad effettuare i conguagli relativi alle pensioni e alle ritenute erariali;
- ad attribuire in via provvisoria le prestazioni collegate al reddito, ove spettanti, ovvero ad applicare le trattenute di legge, sulla base delle ultime dichiarazioni rese dagli aventi titolo e registrate negli archivi informatici;
- per le pensioni delle gestioni private, a impostare le variazioni di importo in considerazioni delle scadenze e delle variazioni memorizzate sulla prestazione. Per il dettaglio
http://www.inps.gov.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=/Circolari/Circolare%20numero%20210%20del%2031-12-2015.htm&iIDDalPortale=&iIDLink=-1
Alessandra Servidori BUON 2016 e W MATTARELLA E BERGOGLIO e le donne italiane
L’anno che è arrivato ci ha portato in dono un augurio del Presidente della Repubblica che ci è piaciuto. E’ l’unico tra i vari potenti,insieme al Pontefice che ha “raccomandato attenzione alle donne”.Entrambi sicuramente, estranei alla corsa elettorale ma più attenti alle cose terrene , hanno evidenziato i problemi che ancora oggi persistono (trascuratissimi)nella politica italiana che pare si ricordi solo delle forzature in essere sulle unioni civili .Piuttosto che pensare e prima di tutto agli omosessuali,transgender,ecc,ecc.Boschi e Renzi si mettano a studiare cosa ci ha consegnato l’Istatat nei giorni scorsi a proposito della situazione delle donne italiane nell’ultimo decennio . Sappiano Renzi e Boschi che una attenzione alla questione femminile, farebbe bene alla salute in generale dell’Italia ,perché non c’è dubbio che i risultati conseguiti nell’istruzione, la fruizione culturale, il rapporto con le nuove tecnologie, il ruolo nel mercato del lavoro, la divisione dei ruoli, le strategie di conciliazione del lavoro e dei tempi di vita, le condizioni economiche, la salute,abbiano modificato la vita delle nostre concittadine,ma non basta.Anzi la forte disoccupazione femminile e delle giovani è molto molto preoccupante . Continua il forte investimento nell’istruzione da parte delle donne, che ottengono risultati migliori di quelli degli uomini sia a scuola che all’università. La diffusione delle nuove tecnologie riguarda tutta la popolazione con una diminuzione del divario di genere e, per le giovani, con un suo apparente annullamento,ma non sul piano delle pari opportunità di lavoro. Negli anni di crisi le donne hanno tenuto di più nel mercato del lavoro(nero) e hanno visto incrementare il loro ruolo di breadwinner. La presenza nei ruoli decisionali è in crescita sia nei luoghi politici che in quelli economici,ma e questo è il problema più grave,permangono le difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro legate anche all’asimmetria dei ruoli all’interno delle coppie, e le donne occupate, in corrispondenza della maternità, si trovano a sperimentare in misura crescente la perdita o l’abbandono del lavoro. La condizione reddituale femminile continua ad essere peggiore di quella maschile, anche se nel decennio 2004/2014 la distanza fra uomini e donne, nel periodo osservato, si è accorciata. Tra le anziane, che continuano a guadagnare anni di vita e anni in buona salute, si affacciano le generazioni via via più istruite con un comportamento sempre più favorevole ad un invecchiamento attivo. Un nuovo soggetto femminile è emerso negli ultimi dieci anni, le immigrate, con un peso rilevante nella nostra società e connotate da profonde differenze interne. Non è trascurando la questione femminile che si può affrontare il 2016 :occorre un salto di paradigma e smetterla di attraversare assemblee di partito,mass-media piazze con documenti ricchi di deficit di visione e di concretezza per sostenere il 53% della popolazione italiana femminle .Poichè passare al sostegno della politica attiva per le donne esige un salto rispetto ai decenni precedenti e poiché il sistema deve poggiare su cinque pilastri : sapere di civiltà di uguaglianza di genere,ordinamenti, governance, conciliazione carriera e lavoro,partecipazione civiile e politica ,la missione consiste nell’agire sincronicamente su tutti e cinque. Operare confusamente solo su uno o due significa costruire un edificio sbilenco e instabile. Dal punto di vista del metodo occorre un intervento riformatore globale e sistematico.Il che indica che la sinopia dell’azione/affresco deve essere già tutta tracciata,prima che si usi il pennello. Non bastano schizzi di congedi parentali,di decontribuzione per le donne disoccupate del sud, part time camuffato da tempo leggero e flessibile, cabine di regia per individuare le prassi di welfare aziendale che possono essere soggette a decontribuzione su un modestissimo 10% di fondo di salario di produttività . Auguriamoci che il monito di Mattarella e Bergoglio svegli il torpore dell’esecutivo giovanilista e distratto.
Alessandra Servidori Difendiamo i bambini e le madri -NO all'utero in affitto nascosto del ddl Unioni civili - 29 dicember 2015
Il giovane toscano al quale stanno cominciando ad intravvedersi i capelli bianchi, ha promesso o minacciato ( dipende dai contenuti!) entro il mese di gennaio , durante la conferenza stampa di fine anno, di portare a termine il ddl sulle unioni civili. La parte più interessante del lungo soliloquio renziano che attendavamo ,relativa a quanto ancora ci rimane da fare, sobriamente rimandata a data da destinarsi in materia di riforma della pubblica amministrazione (di cui attendiamo i 10 decreti imminenti di Madia), e cioè l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica per accompagnare lo sviluppo,l’istruzione e le energie rinnovabili , il sostegno alla maggiore occupabilità femminile e giovanile ,peraltro denominatori comuni che ci accomunano alla dimensione europea, economicamente e socialmente in affanno,non l’abbiamo sentita. L’Unione proprio in questi giorni e precisamente il Rapporto sui diritti umani del Parlamento Europeo ha dichiarato che la maternità surrogata «compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce». Nello stesso testo, l’Assemblea di Strasburgo invita a realizzare al più presto una tutela giuridica, unione registrata o matrimonio, per le coppie gay; togliendo così ogni possibile strumentalizzazione e condanna inequivocabilmente la tesi dell’«utero in affitto» sostenuto da ambienti impegnati sul piano della rivendicazione dei nuovi diritti e affermando dunque che non tutto è disponibile per l’essere umano. Cioè che a proposito di maternità, nel caso specifico italiano ed europeo, non può esistere alcun diritto ad avere un figlio a tutti i costi, anche a quello di ridurre a merce il corpo di un’altra donna ma soprattutto un bambino usato come prodotto in vendita ignorando il rapporto esclusivo naturale e profondo che si costruisce tra un bambino e sua madre che lo concepisce, ospita e cresce nel suo corpo. Francamente chi chiede ancora discussione è quasi anacronistico poiché accanirsi sulla liceità o meno della pratica della gestazione venduta non si pone la questione delle potenzialità ,l’esistenza e i limiti della scienza e della biotecnologia in attività che coinvolgono la vita, la morte, la malattia,la cura e allarga strumentalmente la questione legittima dei diritti sociali ed economici alle unioni gay,anche la possibilità di ricorrere all’utero venduto e comprato . Infatti ,il previsto ddl italiano, ha inserito l’istituto della stepchild adoption, grazie alla quale diventerebbe possibile l’adozione del figlio naturale del partner dello stesso sesso, e nasconde in realtà l’avallo dell’utero in affitto per le coppie di uomini, che non hanno altro modo di ottenere un figlio se non quello di usare, dove è consentito, una madre surrogata. E non è vero come affermano Saraceno e del Boca che lo stralcio affossa le unioni civili, perché tutela le famiglie di fatto e i bambini che già vivono con coppie dello stesso sesso,poiché comunque biologicamente quei bambini avrebbero sempre un padre o una madre che li ha concepiti. E normare come chiedono Saraceno e del Boca significa negare al bambino la verità della natura umana e ricorrere ad un falso strumentalizzando ora l’infertilità,ora l’ideologia dei nuovi diritti che attengono all’identità individuale e alle scelte personali, ora il genere, ora l’ eutanasia , ora il presunto integralismo cattolico, invadendo l’idea umana del limite e contrabbandandola con la libertà e l’amore per l’essere che è già persona nel ventre di sua madre. Non si può ammettere che un uomo omosessuale, una coppia gay, abbiano il diritto sul bambino dell’esclusione o la perifericità della madre. Non si vende e non si dona una relazione biologica, psicologica e affettiva che dura nove mesi: non si interrompe una vera e propria storia d’amore. E non si cede sulla convinzione della cristianità che è sicuramente anche difesa e rilancio con orgoglio della propria tradizione e dell’essere indubbiamente creato dall’unione di una donna e di un uomo come la religione cattolica non solo racconta ma professa . Io esprimo la mia posizione pubblicamente perché è un valore importante per la democrazia anche perché avere e difendere idee diverse significa avere coraggio e non sottomettersi al pensiero unico.
Alessandra Servidori BCE : la nostra sentinella sempre allerta e sincera-22 dicembre 2015
Mentre è in dirittura d’arrivo la Legge di stabilità 2016 la BCE(Banca Centrale Europea) nel proprio bollettino ripercorre i dati sull’occupazione in Italia e sul confronto con quella nell’area Euro: il lavoro in Italia resta fermo e al pari di quanto avvenuto negli ultimi due anni. Nel nostro Paese è ancora consistente l’effetto della crisi,tanto che si è creata meno occupazione rispetto alle principali economie dell’Eurozona. In particolare nel nostro Paese tra il secondo trimestre 2013 e il primo trimestre 2015: “La crisi ha esercitato un impatto avverso ben più persistente sull’occupazione complessiva, che è rimasta pressoché invariata, in controtendenza rispetto all’insieme dell’area dell’euro e alle sue economie più piccole”.In quel periodo nell’Eurozona sono stati creati 2 milioni 158 occupati netti. In particolare in Italia livelli occupazionali sono aumentati di sole 127.000 unità nel periodo di riferimento, contro le 190.000 unità della Francia, le 592.000 unità della Germania e le 724.000 unità della Spagna. In più nel nostro Paese l’incremento degli occupati italiani è dipeso per il 63% da posizioni a tempo parziale, a differenza di quanto avviene in media nell’Eurozona dove la crescita ha riguardato prevalentemente posti a tempo indeterminato. Per questo secondo gli analisti BCE l’impatto della crisi in Italia è persistente sul mercato del lavoro. Spagna, Portogallo, Irlanda e persino Grecia vengono individuati dalla BCE come i Paesi nei quali si è avuto l’aumento più marcato dell’occupazione. In più, segnala la BCE: “Se in Germania il numero di occupati è salito quasi ininterrottamente dall’inizio della recessione nel 2008 la Spagna ha registrato continue diminuzioni dei posti di lavoro fino al recente punto di svolta. Di conseguenza, la Germania mostra adesso un’occupazione superiore del 5% ai livelli pre-crisi, mentre il dato per la Spagna resta inferiore del 15% al picco toccato prima della crisi, nonostante la forte ripresa osservata di recente, in Francia il numero di occupati si è portato lievemente al di sopra dei valori pre-crisi, sostenuto in ampia misura dal considerevole aumento dei dipendenti pubblici. Quanto all’Italia, la crisi ha esercitato un impatto avverso ben più persistente sull’occupazione complessiva, che è rimasta pressoché invariata, in controtendenza rispetto all’insieme dell’area dell’euro e alle sue economie più piccole”.Tra i principali ostacoli alla ripresa dei Paesi dell’Eurozona individuata dalla BCE vi sono le incertezze sull’evoluzione dell’economia mondiale e i rischi geopolitici di ampia portata che potrebbero influire anche sulla domanda esterna di export e sulla fiducia. In queste ore in cui la legge di stabilità 2016 viene approvata è bene ricordare agli imprenditori che solo fino al 31 dicembre si potrà godere dello sgravio totale triennale dei contributi per le assunzioni a tempo indeterminato. Da gennaio 2016 sarà meno conveniente assumere dipendenti rispetto ad ora. Infatti fra le misure per l'occupazione della Legge di Stabilità 2016 va tenuto in grande considerazione il dimezzamento degli sgravi contributivi per le aziende che fanno nuove assunzioni a tempo indeterminato. Rispetto al 2015 non sono più tre gli anni agevolati ma solo due-l’agevolazione da totale diventa parziale e scende del 60%-il massimale viene ridotto a 3.250 euro su base annua. Dunque un’azienda che assume a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2015 ha diritto allo sgravio totale triennale dei contributi dovuti all’INPS fino ad un tetto massimo di 8.060 euro annui per 36 mesi. Mentre a partire da Gennaio 2016 per lo stesso tipo di assunzione l’impresa potrà raggiungere solo un tetto massimo di 3.250 euro annui per 24 mesi. Dal 2017 la durata massima scende a 12 mesi, con una soglia di circa 1.600 euro. Dal 2018 il meccanismo dovrebbe essere completamente azzerato.
Alessandra Servidori giovedì 17 dicembre :news
LEGGE DI STABILITA’: nominati i tre Giudici alla Corte Costituzionale tutte le attenzioni ora sono concentrate sulla Legge Finanziaria. Infatti dopo il via libera della commissione Bilancio del Senato alla legge di stabilità approdata in aula con il mandato alle relatrici, probabilmente,anzi certamente,il governo in queste ore,comunque al termine della discussione generale, porrà la questione di fiducia su un maxi emendamento che ricalcherà, però, il testo varato dalla commissione. Il via libera di Palazzo Madama dovrebbe arrivare nella serata di domani o al più tardi nella giornata di sabato. Poi il testo passerà alla Camera. Alcune novità introdotte dal testo hanno “aggiustato “ degli emendamenti poiché evidentemente non risultavano congrui. Potranno dire addio alle tasse sulla casa anche i proprietari che danno l’immobile in comodato ai figli (o ai genitori). Il proprietario, per poter usufruire dell’agevolazione, non deve possedere un altro immobile ad uso abitativo in Italia e deve aver abitato nel 2015 nella casa che intende cedere al parente in linea retta entro il primo grado. In pratica, la casa ceduta al figlio viene “trattata” dal punto di vista fiscale, come prima casa anche se il proprietario non vi risiede. Dall’esenzione sono escluse ville e castelli. Stop a Imu e Tasi anche per i proprietari che la danno in uso gratuito a parenti fino al secondo grado disabili, per i separati e divorziati la cui casa coniugale è stata assegnata all’ex da una sentenza di separazione e per il personale appartenente alle forze armate o di polizia o al corpo nazionale dei vigili del fuoco che possieda un unico immobile, non concesso in locazione, anche se non vi risiede.Vi è poi una riduzione dell’Imu del 25% per i proprietari che danno in affitto la propria casa a canone concordato. Raddoppia il tetto al bonus per l’acquisto di mobili previsto per le giovani coppie che acquistano la prima casa. La soglia massima delle spese sostenute, su cui applicare la detrazione del 50%, sale da 8.000 a 16.000 euro. Il pagamento del canone Rai in bolletta elettrica avverrà in 10 rate mensili da 10 euro. Le rate saranno addebitate sulle fatture emesse dall’impresa elettrica aventi scadenza del pagamento immediatamente successiva alla scadenza delle rate. Le eventuali maggiori entrate derivanti dall’inserimento in bolletta del canone saranno destinate “prioritariamente” all’innalzamento a 8.000 euro (dagli attuali 6.500) della soglia di reddito per l’esenzione dal pagamento del canone stesso in favore degli ultra-settantacinquenni. Il congedo obbligatorio dei papà per la nascita dei figli da uno sale a due giorni che possono essere goduti anche separatamente. Il congedo obbligatorio per il papà lavoratore dipendente da fruirsi entro cinque mesi dalla nascita del figlio e quello facoltativo da utilizzare nello steso periodo in alternativa alla madre che si trovi in maternità obbligatoria vengono prorogati sperimentalmente per il 2016. Come avevamo messo in dubbio legittimamente, a causa del costo eccessivo, l’emendamento del congedo obbligatorio per i padri di 15 giorni è saltato . Proroga a tutto il 2016 dei voucher per il baby-sitting, già sperimentati dalla Legge Fornero, per cui vengono ri/stanziati 20 milioni di euro. Con questo strumento le lavoratrici, entro gli 11 mesi successivi al rientro dopo una maternita’, possono usufruire, in alternativa alla prosecuzione del congedo, di un assegno di 600 euro mensili per un massimo di 6 mesi, quale contributo per le spese della babysitter. .Il fondo per le scuole paritarie viene incrementato di 25 milioni di euro e per concorrere alle spese sostenute per l’acquisto di libri di testo e altri contenuti didattici per la scuola dell’obbligo sara’ istituito un Fondo presso il ministero dell’Istruzione di 10 milioni per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018. Salta anche il taglio dell’aliquota Iva su Pellet (combustibile ricavato dalla segatura essiccata) dal 22 al 10% previsto in manovra. Le risorse, circa 100 milioni, dovrebbe essere destinate ad altre misure. Gli imprenditori individuali che possiedono immobili strumentali (al 31 ottobre 2015) potranno optare, entro il 31 maggio 2016, per l’esclusione di tali beni dal patrimonio d’impresa mediante il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’8% della differenza tra il valore nominale degli immobili e il loro valore fiscale. E’ nulla ogni pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato e nei casi di nullità, il conduttore può chiedere la restituzione delle somme corrisposte in misura superiore al canone risultante dal contratto. Resta a 1.000 euro il tetto all’utilizzo del contante per i trasferimenti tramite money transfer. Passa da 48 a 28 milioni il taglio previsto dalla bozza per i patronati e da 100 a 40 milioni nel 2016 e a 30 milioni nel 2017 e nel 2018 quello per i Caf. Continueranno a percepire lo stesso trattamento economico “a titolo individuale e in via provvisoria” e a svolgere le relative mansioni i funzionari dell’Agenzia delle Entrate, retrocessi in seguito a una sentenza del Tar. Arriva la deroga per i Comuni che hanno approvato delibere sui tributi locali entro il 30 settembre 2015. Il termine per la presentazione da parte dei Comuni delle delibere su “regolamenti, aliquote e tariffe”, scadeva il 30 luglio. I lavori sulla legge di stabilità a palazzo Madama sono serrati poiché la stesura del maxi emendamento ha bisogno della verifica della Ragioneria dello Stato. A seguire, come da prassi, la conferenza dei capigruppo,i tempi della fiducia e la votazione. ATTENDIAMO E VEDREMO. E’ questione di ore
ALESSANDRA SERVIDORI Molte ombre poche luci dalla LEGGE di Stabilità
Entro oggi 15 dicembre il calendario per cui la legge di stabilità 2016 arriva in aula a Montecitorio riserva alcune incognite legate sostanzialmente alla copertura di cui gli emendamenti proposti hanno necessariamente bisogno per non essere bocciati. Infatti tra le novità che ci riserva la così detta -in passato chiamata- Legge finanziaria ,c’è una proposta per abrogare l’equiparazione fra PMI e liberi professionisti nell’accesso ai fondi UE introdotta dal Senato, in recepimento di una direttiva europea. Si tratta di un emendamento presentato in commissione Lavoro (quindi in sede consultiva). Immediata la reazione dell’associazione degli enti previdenziali privati, che sottolinea come i professionisti rappresentino il 10% del PIl italiano, e ritiene non possa essere negato «il sostegno, previsto per le PMI, ad un mondo che ha subito una delle peggiori crisi mai accadute nella storia del Paese, che ha registrato uno spaventoso calo dei redditi, che deve fare i conti con un mercato del lavoro sempre più globalizzato e competitivo, che rischia in prima persona, che viene riconosciuto a tutti gli effetti “imprenditore della conoscenza” ma non degno di quell’aiuto e di quelle politiche necessarie per vincere le sfide alle quali è chiamato». Uno dei capitoli più caldi, è rappresentato da proposte per eliminare l’innalzamento del tetto al contante a 3mila euro (dagli attuali mille euro), ma l’orientamento di governo e maggioranza sembra quello di respingere tutte le modifiche, lasciando quindi la misura. Quanto alle proposte per l’eliminazione della soglia dei 30 euro sopra la quale i commercianti sono obbligati ad accettare i pagamenti con il bancomat, da accompagnare con una diminuzione dei costi del POS per imprese e professionisti, si studiano le modalità per rendere le eventuali modifiche compatibili con la nuova norma sul tetto alle commissioni su carte di credito e pagobancomat.Un altro punto dolente in discussione e su cui il dibattito è ancora in divenire, è l’ipotesi di prevedere un credito d’imposta per le imprese del Sud, suddiviso in tre fasce a seconda della dimensione dell’impresa, con condizioni di maggior favore per le PMI.Al 10% per le grandi aziende, al 15% per le medie e al 20% per le piccole imprese. Non si escludono anche condizioni più vantaggiose per l’agevolazione sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato. Arriviamo poi al caso dei casi :il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha annunciato un intervento a tutela dei risparmiatori colpiti dal salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Cari-Chieti, e Cassa Ferrara, di cui ancora si attendono i dettagli. Si parla di un Fondo di solidarietà da 100 milioni, finanziato per un terzo dallo Stato e per la restante parte dalle banche, per restituire circa il 30% delle perdite agli obbligazionisti, ma non si escludono anche interventi a favore degli azionisti degli istituti di credito. Annunciati con fanfare dal premier, Matteo Renzi, vi sono : un investimenti per 2 miliardi in sicurezza (bonus di 80 euro al mese a tutti gli esponenti delle forze dell’ordine, interventi in cybersecurity e cultura (fra le altre cose, bonus di 800 euro ai 18enni da spendere in attività cultura). I 2 miliardi utilizzati sono quelli che derivano dall’utilizzo dalla clausola migranti (che concede uno 0,2% in più si margine su rapporto deficit – pil, che sarebbe portato al 2,4%). Bisognerebbe attendere il via libera di Bruxelles, ma non si esclude che l’esecutivo inserisca la misura in Legge di Stabilità senza attendere l’approvazione UE. Ricordiamo che questi 2 miliardi sono quelli che originariamente erano previsti per anticipare al 2016 parte del taglio IRES alle imprese, misura che quindi non verrà attuata (l’IRES scenderà al 24% nel 2017).Sul versante pensioni ci sono diverse proposte di modifica, fra cui l’estensione dell’Opzione Donna alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre del 2015 (che potrebbero quindi andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 o 58 anni di età, rispettivamente se autonome o dipendenti), misura che potrebbe essere finanziata con un innalzamento delle aliquote della Tobin Tax. Altre proposte di modifica riguardano l’estensione della settima salvaguardia esodati e l’anticipazione al 2016 della no tax area per i pensionati. E infine la questione femminile. Anche qui,troviamo diverse proposte di modifica, fra cui l’innalzamento a 15 giorni del congedo obbligatorio per i papà ( che richiede molte risorse ) Ed è uno dei motivi per cui in italia come in Europa le politiche di Pari Opportunità stanno subendo una stoppatura consistente. Infatti il Consiglio EPSCO, riunitosi a Bruxelles il 7 dicembre scorso, ha inserito nelle sue conclusioni l’invito alla Commissione Europea a rivedere la propria posizione circa la Strategia europea per l’uguaglianza di genere 2016-2020. Il rischio era-e rimane- di una improvvisa inversione di marcia che la Commissione Europea aveva compiuto dopo che il 15 Agosto 2015 - zitta zitta- aveva ri/lanciato l’ennesima ROAD MAP proprio per sviluppare politiche attive per l’entrata e la permanenza delle donne, tutte, nel mercato del lavoro, compreso l’aumento dei congedi parentali , la flessibilità lavorativa, la bilateralità e il welfare familiare. Poi improvvisamente- posto che l’iniziativa non era stata particolarmente gradita dalla maggioranza dei 28 paesi europei in quanto legata alla proposta-bocciata –di una direttiva sui congedi di paternità aumentati per tutti a 15 giorni ( e ritenuta troppo onerosa) , nella bozza del testo di risoluzione dell’EPSCO del 7 Dicembre si era arrivati addirittura a declassare la strategia Europea sulle pari opportunità a mero gruppo di lavoro. La rivolta di alcune Ministre delle PO ( e non della nostra italiana che non c’è) ha dato un risultato a metà. Infatti il Consiglio EPSCO ha adottato le conclusioni che invitano la Commissione europea ad assumere la strategia sotto forma di Comunicazione e non come documento di lavoro, come annunciato. Però e però sulle politiche di pari opportunità anche in Italia sarà bene cominciare “a fare concretamente” e smettere di sprecare risorse in convegni inutili che servono solo a mantenere pletorici apparati di dirigenti pubblici che le politiche attive non sanno neanche cosa sono. Il passaggio di oggi sarà prevedibilmente breve visto che la manovra deve poi tornare in Senato in terza lettura per il via libero definitivo.
Alessandra Servidori – LA storia vera della TRUFFA di STATO
La vicenda del “salvataggio delle 4 bad bank “ e delle precedenti questioni sollevate sempre da queste pagine in occasione della ricapitalizzazione della Banca d’Italia, ci impone una riflessione seria. La nostra Costituzione –all’art 1 -prevede che lo Stato, come emanazione politica del Popolo, abbia il potere e il dovere costituzionale di esercitare la sovranità politica e monetaria nell'interesse supremo dei cittadini dai quali ha ricevuto il mandato popolare. Se “La Sovranità” appartiene al Popolo, dovrebbe esercitarla anche e sopratutto sulla emissione della propria moneta. In realtà- e le ultime vicende lo dimostrano- lo Stato ha consentito alla Banca Centrale ancora denominata erroneamente Banca d’Italia, controllata da privati, di esercitare in sua vece il potere sovrano di creare moneta e gestire il credito, di conseguenza le banche hanno acquisito il monopolio sull’emissione della moneta e attraverso la gestione “privatistica” del credito e il controllo del debito pubblico,determinano e condizionano il sistema monetario e quindi il destino economico del nostro paese ora è drammaticamente debitore perché attualmente il nostro sistema bancario è in mano a un ristretto gruppo di banchieri privati che, in perfetta sintonia e complicità con la classe politica corrotta e attraverso vari sotterfugi istituzionali, è riuscito ad assumere il totale controllo sull’emissione della moneta divenendo di fatto proprietario e gestore di tutto il denaro in circolazione e rendendo schiavo il popolo. In Italia la Banca Centrale di emissione di banconote è denominata “Banca d’Italia” ma in realtà non è “pubblica” o “dello Stato” come ingenuamente è indotta a credere la gente comune, sopratutto per la generica ma ingannevole definizione di “Istituto di diritto pubblico” contenuta nel suo statuto. La Banca d’Italia in pratica è e si comporta come una S.p.A. ed è gestita da privati e anche se continua ad apparire a tutti come “la Banca Centrale dello Stato Italiano”, in realtà Bankitalia è “di fatto privata” perché controllata per il 90%, attraverso “le quote”, dalle maggiori banche private italiane e da alcune grandi Assicurazioni come “Le Generali” e solamente il 5% di quote è posseduto dall’INPS come “ente pubblico”,e da una parte trascurabile dall’Inail. Tutto ciò è in contrasto con quanto stabiliva lo stesso Statuto di Bankitalia che all’Art. 3, recitava “in ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale di Enti Pubblici. Il 16 dicembre 2006 il Governo Prodi approva una modifica dell’Art. 3 dello Statuto, che ora recita così: “il trasferimento delle quote avviene, su proposta del Direttorio, nel rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza dell’Istituto”. Cioè la Banca stessa decide chi può detenere le quote/azioni, sia esso pubblico o privato, senza dover rendere conto di nulla a nessuno. Il gioco è fatto. Così la ricchezza di un Paese prodotta dal Popolo passa in mani altrui,viene massacrato il principio sovrano che la moneta è stata inventata per “agevolare” gli scambi dei beni e dei servizi prodotti col lavoro dai cittadini, quindi la moneta ha valore solo perché gli stessi cittadini la accettano e la fanno circolare usandola come mezzo di scambio dei beni. Le banche non producono nessuna “vera ricchezza” ma solo “l’unità di misura” dei beni oggetto dello scambio, esse creano dal nulla il nostro denaro, ne assumono illecitamente la proprietà e poi ce lo prestano lucrando enormi profitti con l'applicazione di un interesse. Questa è la verità ed è un fatto. E veniamo alla Commissione nazionale per le società e la Borsa (meglio nota come Consob), istituita con la legge 7 giugno 1974, n. 216, è un' autorità amministrativa indipendente , dotata di personalità giuridica e piena autonomia la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori –dunque ai cittadini-, all' efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato. Durante tutti questi anni cosa ha fatto? Quando accumulavamo il debito pubblico che oggi pesa come un macigno ? Ovviamente l’ Europa condanna . Le quattro banche salvate dall’Italia, CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria, “vendevano alla gente prodotti inadatti ai clienti che probabilmente non sapevano cosa stessero comprando” e questo ha avuto “conseguenze personali “. Il commissario Ue ai servizi finanziari Jonathan Hill ha così messo la parola fine al gioco delle parti che si sta consumando da 20 giorni sull’ultimo episodio di risparmio tradito e avallato per decreto. “Questo – ha aggiunto – apre una questione più ampia di tutela dei consumatori. Non basterà una Commissione di inchiesta a sistemare questa truffa perpetrata. E noi non possiamo permetterlo.
ALESSANDRA SERVIDORI 8 DICEMBRE 2015
Diversità e inclusione :monitoraggio della UE Sufficiente soddisfazione del lavoro , ma i divari di genere e la segregazione persistono, anzi aumentano.
Eurofond ,la Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro è una Agenzia dell’Unione Europea istituita nel 1975, il cui ruolo è quello di fornire le conoscenze nel campo delle politiche sociali con particolare attenzione al lavoro .Il 24 novembre 2015 per la prima volta sono stati presentati i dati della sesta indagine europea sulle condizioni di lavoro in occasione di un evento congiunto ad alto livello con la Presidenza lussemburghese dell'Unione europea. I dati resi pubblici solo oggi sono il risultato di un sondaggio (CAE) ad ampio raggio svolto ogni cinque anni da Eurofond a partire dal 1991 ed è uno strumento che dovrebbe servire per misurare la qualità del lavoro in Europa e l’ultima edizione è stata condotta in 35 paesi.L’analisi si basa su UE 28 e ben 35.765 interviste nelle quali vengono poste domande su stato di occupazione, rischi fisici e psicosociali,orari di lavoro ,sedi, competenze,formazione possibilità di carriera,relazioni sociali sul posto di lavoro,salute e benessere. Ad una prima lettura si registrano dati apparentemente incoraggianti : tra i gruppi dei lavoratori e lavoratrici dei 35 paesi europei intervistati, la maggior parte di loro sono soddisfatti del loro orario di lavoro (58%), si sentono sostenuti dal loro manager (58%) e colleghi (71%) la loro organizzazione li motiva a dare la loro miglior prestazione di lavoro (63%). Il rapporto, però, individua anche alcune lacune che esistono dal punto di vista della diversità: mentre donne manager sono in aumento, la segregazione di genere rimane persistente in tutto il mercato del lavoro europeo. I lavoratori più giovani sperimentano una maggiore intensità e precarietà del lavoro , mentre i lavoratori più anziani riportano che hanno meno accesso alla formazione. L'indagine ha inoltre rilevato significative differenze nella qualità del lavoro nelle diverse attività. La percentuale di dipendenti il cui immediato capo (supervisor) è una donna è aumentata dal 24% del 2000 al 33% nel 2015. Tuttavia, l'85% dei dipendenti di sesso maschile hanno un supervisore maschile. Gli uomini lavorano più ore (48 ore o più - dei lavoratori autonomi in particolare) e le donne più frequentemente lavorare meno ore (meno di 20 ore) e ovviamente guadagnano meno. Gli uomini riferiscono di essere più pagati nelle ore di lavoro, ma il numero totale delle ore di lavoro date dal pendolarismo e dunque dal lavoro non retribuito al giorno è più elevato per le donne che per gli uomini. I giovani lavoratori sono più esposti al lavoro a turni, a comportamenti sociali negativi e all’insicurezza del lavoro rispetto agli altri lavoratori. Questi ultimi (i lavoratori di età superiore ai 50 anni) segnalano prospettive più basse per l'avanzamento di carriera e formazione inadeguate. Questi e altri risultati sottolineano la complessa realtà che i politici europei e i lavoratori e le lavoratrici si trovano ad affrontare, cercando di costruire organizzazioni performanti e competitive in Europa ,ma persistono delle differenze e ciò è particolarmente vero per genere, dove la segregazione prevale ancora in modo sorprendente: oltre la metà di tutti i lavoratori e lavoratrici infatti riferiscono che condividono il loro posto di lavoro soprattutto con colleghi dello stesso sesso (58% per gli uomini, 54% per le donne), mantenendo così una differenza di genere che non tende a modificarsi .In più ora è evidente la difficoltà dei giovani e dei lavoratori anziani.E così le differenze aumentano.