Referendum e verità
Referendum e verità sul lavoro Servidori referente dipartimento lavoro FI Emilia/Romagna
Alessandra Servidori
Il lavoro migliora e da anni ecco perché non andare a votare sulle bugie dei quesiti del referendum e ringrazio Panetta perché scrive la verità sulla parte relativa al mercato del lavoro – Relazione Banca d’Italia 2024 pag 111- e le/ gli Italiani non seguano Landini e la sinistra bugiarda perché la battaglia politica si fa sui numeri e non sulle bugie.
-Per tutto il 2024 l’occupazione ha continuato ad aumentare nonostante una crescita più flessibile : il numero degli occupati è aumentato del 1,6 % e le ore lavorate del 2,1% nel 2024 che si sommano all’aumento del 1,9% e il 2,5 % del 2023 e prendendo come riferimento il 2013 prima del jobs act le ore lavorate sono aumentate più di quanto sia aumentata la disoccupazione
-Non sono aumentati i contratti part time e soprattutto quelli involontari e quindi NON sono diminuite le ore lavorate volontarie : poiché l’aumento delle ore lavorate per addetto 0,5 % sono frutto del minore ricorso al part time la cui incidenza è scesa di quasi un punto percentuale al 16,8% nella fascia di età tra i 15 e 64 anni ed è ancora diminuita la quota di chi svolge un lavoro a part time ma ne desidererebbe uno a ful time al 51,3% nel 2024 poiché nel 2023 era del 54,8% e nel 2019 era del 65,6%
-Non è vero che è aumentato il lavoro precario perché il lavoro dipendente a tempo indeterminato ha trainato l’occupazione ed è calato quello a termine e anche il lavoro autonomo è salito se pur limitatamente
- I dati Inps dicono che i contratti a tempo indeterminato ha favorito un basso tasso di licenziamento e la trasformazione dei contratti temporanei a t indeterminato ma vero è che si sono ridotte le assunzioni dei giovani ma nel 2024 la disoccupazione giovanile nel 2024 è scesa al 6,5% il valore più basso da 17 anni e la riduzione è stata maggiore nella fascia tra i 15 e 24 anni e ora che siamo nel 2025 nei primi mesi del 2025 il numero degli occupati ha ricominciato a crescere con il contributo del pnnr e cosi l’occupazione è continua in crescita nei lavorati anziani ma anche tra i giovani .
Le mie osservazioni su
- Sulla sicurezza ed appalti : Già oggi, in tutti i casi di appalto di opere o servizi che si collochino nell’ambito dell’attività svolta dall’impresa committente, quest’ultima è corresponsabile in solido con l’appaltatrice o subappaltatrice per gli infortuni accaduti ai dipendenti di quest’ultima. La norma che il referendum intende abrogare è solo quella che prevede un’eccezione nel caso in cui l’attività dell’appaltatrice sia totalmente estranea a quella dell’impresa committente. Se Il/la dipendente dell’impresa appaltatrice subisce un infortunio che possa considerarsi rientrante nel rischio specifico proprio dell’attività dell’impresa stessa (dunque estraneo al rischio proprio dell’attività della committente), oggi la norma oggetto del referendum esclude la responsabilità dell’impresa committente. Se la norma in questione venisse abrogata, l’impresa committente sarebbe corresponsabile del danno subito dal dipendente dell’appaltatrice, anche in conseguenza di un rischio sul quale la committente stessa non ha alcuna competenza. Imporre alla committente una corresponsabilità solidale per un rischio estraneo alla sua attività normale è del tutto irragionevole: anzi, perché la Corte costituzionale abbia ammesso questa iniziativa referendaria, dal momento che il risultato dell’ipotetico prevalere del “sì” all’abrogazione presenterebbe evidenti profili di irragionevolezza mi è oscuro.
Poi comunque con l’Accordo STATO REGIONI dell’ aprile scorso che finalmente è stato siglato il 17 aprile tra Stato Regioni Province che attua quanto introdotto nel 2021 e che con la decisione del Governo ne ha la copertura finanziaria è veramente la questione più complessa. Si tratta di importanti modifiche all’art 37 del dlgs 81/2008 – TU cioè il testo unico salute e sicurezza sui luoghi di lavoro- più volte novellato soprattutto in materia di formazione dei lavoratori e dai loro rappresentanti già previsto dal decreto 146 / 2021. L’accordo andava recepito entro il giugno del 2022 per provvedere alla rivisitazione ,modifica in materia di formazione per garantire la durata e i contenuti dei moduli obbligatori a carico anche del datore di lavoro e non solo preposto , le verifiche di apprendimento dei discenti, l’aggiornamento obbligatorio costante. L’allegato A dell’Accordo è fondamentale perché stabilisce le responsabilità del datore di lavoro ( già peraltro declinate dall’art 18 del TU ) nonché l’art 97 sempre del TU del datore di lavoro dell’impresa affidataria, chiarendo così la questione dei pericolosi sub appalti,dei cantieri mobili, alla redazione dei piani di sicurezza.
- Cittadinanza da 10 a 5 anni Noi siamo il paese che rilascia maggiori riconoscimenti di cittadinanze per i vari motivi previsti : 230 mila ogni anno
L’articolo 9 della Legge 91/1992 disciplina la concessione della cittadinanza per naturalizzazione, che rappresenta una delle modalità più comuni di acquisizione per gli stranieri residenti in Italia. La cittadinanza può essere concessa allo straniero che risiede legalmente in Italia da:
- 10 anni per i cittadini non comunitari
- 4 anni per i cittadini dell’Unione Europea
- 5 anni per gli apolidi e i rifugiati
- 3 anni per i discendenti di ex cittadini italiani fino al secondo grado e per gli stranieri nati in Italia
- 5 anni per chi ha prestato servizio, anche all’estero, alle dipendenze dello Stato italiano
Il decreto-legge n.36/2025, approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 marzo 2025, ha introdotto importanti novità nella disciplina della cittadinanza, in particolare per quanto riguarda l’acquisizione per ius sanguinis. Secondo quanto riportato da fonti autorevoli, “l’attuale normativa sul riconoscimento della cittadinanza per jus sanguinis negli ultimi anni ha evidenziato un incremento abnorme delle istanze”, tanto che il Ministero degli Esteri ha stimato che gli oriundi italiani nel mondo che potrebbero richiedere la cittadinanza italiana sono tra i 60 e gli 80 milioni.Le principali novità introdotte dal decreto mirano a: Contrastare gli abusi che hanno permesso a persone con avi italiani di ottenere la cittadinanza senza avere effettivi legami con l’Italia-Ridurre il carico di lavoro dei consolati e dei comuni italiani-Aumentare il costo per le richieste di cittadinanza (fino a 700 euro)-Introdurre requisiti più stringenti per dimostrare l’effettivo legame con l’Italia
Poi per non farci mancare nulla e non trascurare la questione famiglia : come nel 2023, un forte contributo ai redditi delle famiglie è derivato dall’aumento dell’occupazione. Secondo nostre elaborazioni sui dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat relativi ai primi tre trimestri del 2024, fra i nuclei la cui persona di riferimento ha meno di 65 anni e nei quali non sono presenti pensionati, si è ulteriormente ridotta la quota delle famiglie senza occupati, soprattutto nel Mezzogiorno (al 23,6 per cento dal 24,5 del 2023; al 9,7 per cento dal 10,0 nel Centro Nord), ed è aumentata la percentuale di quelle con due o più adulti che lavorano. Nel 52,6 per cento delle famiglie considerate è presente almeno una donna con un impiego, un valore superiore a quello del 2019 (51,3 per cento), in linea con l’andamento del tasso di occupazione femminile.
Certo rimangono dei problemi che dobbiamo affrontare ma non dicendo menzogne e magari assumendosi la responsabilità di studiare la verità e fare in modo di sostenere l'economia e non il dissenso.