LE TRE LEADER D'EUROPA .... e l'economia..
Alessandra Servidori In economia le tre leader Europee possono fare la differenza
In un momento così travagliato per i Paesi Europei e per l’Italia fa bene alla nostra consapevolezza approfondire le questioni che sembrano solo ed esclusivamente di dominio maschile mentre invece Lagarde,Meloni,Von der Leyen , hanno responsabilità primaria rispettivamente nel governo della BCE,dell’Italia,dell’Europa e che ascoltano(poi decidono loro) i consigli di Mario Draghi che pose fine alla feroce speculazione finanziaria sui titoli di Stato dei paesi cosiddetti Piigs (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna).Lo strumento utilizzato dal ex presidente del consiglio, è stata l’attuazione del programma Omt (Outright Monetary Transaction) ovvero l’acquisto da parte della Bce dei titoli sovrani emessi dai Paesi aggrediti dalla speculazione internazionale, che fu innescata, nel 2008, dalla crisi dei mutui sub prime negli Stati Uniti.E ricordiamoci che quei paesi sono diventati tra i più virtuosi sulle politiche di bilancio pubblico e oggi è la Francia che è aggredita dai mercati finanziari a causa della crisi politica e il governo italiano ora deve seguitare ad adottare politiche di bilancio prudente e dunque per la legge di bilancio 2026 deve ridurre in maniera concreta e percettibile le imposte su tutti i contribuenti italiani .Ovviamente, l’alleggerimento del peso delle imposte deve essere pianificato razionalizzando la giungla di provvidenze pubbliche (bonus, contributi a fondo perduto e agevolazioni fiscali) dei quali ne beneficiano alcune categorie a spese di tutti i contribuenti. È il percorso che permetterebbe all’Esecutivo di mantenere inalterata la politica di risanamento delle finanze pubbliche e nel contempo ridurre le imposte sul reddito prodotto dalle imprese e dalle famiglie. La riduzione del prelievo fiscale aumenterebbe la propensione al consumo per le famiglie e per gli investimenti delle imprese con effetti positivi sulla crescita del reddito nazionale.Intanto la BCE per far fronte al rischio concreto di una nuova crisi del debito pubblico francese, dovrebbe mettere in campo un nuovo “quantitative easing” (acquisto di titoli sovrani europei) e un ulteriore riduzione dei tassi di riferimento. Le due azioni di politica monetaria sui mercati finanziari, ridurrebbero i tassi d’interesse sul mercato primario e secondario dei titoli di Stato e contrasterebbe la svalutazione del dollaro rispetto all’euro. Sarebbe una boccata d’ossigeno per gli Stati Uniti, che hanno visto crescere in maniera significativa il loro debito pubblico, a causa degli interventi pubblici a sostegno delle famiglie e delle imprese. Un euro meno forte contro il dollaro, attenuerebbe gli effetti negativi dei dazi doganali, che sommati alla svalutazione del dollaro degli ultimi otto mesi, danneggiano le esportazioni europee verso gli Stati Uniti. Forse, questa volta, la francese Christine Lagarde, magari appoggiata da Meloni e Von der Leyen si farà parte diligente per attuare un intervento di politica monetaria della Bce a sostegno della Francia che potrà avere effetti positivi sull’intera economia del Vecchio Continente. CHISSA' !!!!!!!!!!????????
