Son tutte belle le mamme del mondo ma io non ci sto a rassegnarmi
ALESSANDRA SERVIDORI 10 Maggio 2020 Son tutte belle le mamme del mondo ma io non ci sto a rassegnarmi
Ma io non ci sto a rassegnarmi a questa deriva dell’assistenzialismo diffuso e della statalizzazione delle realtà economiche in crisi ,della giustizia a rotoli ,dell’improvvisazione sulla ripresa economica e industriale e del rapporto con i finanziamenti alle imprese che stanno agonizzando e alle famiglie che non reggono il peso della crisi e dei bambini allontanati sine die dalla scuola. Il Governo pasticcione nei due mesi di blocco non ha saputo individuare la strada della programmazione dello sviluppo, che prevede investimenti pubblici non per mantenere in piedi il vecchio, ma per costruire un nuovo modello di crescita attraverso una politica industriale che preveda per lo Stato il ruolo del decisore strategico più che del padrone. Questi non hanno intrapreso la semplificazione burocratica, la regolamentazione leggera (autocertificazioni), la radicale riscrittura del codice degli appalti e di tutte le riforme che sono necessarie per mettere fine alla “dittatura giudiziaria” in corso da quasi trent’anni e che ora non è più tollerabile. Occorre avere un esecutivo non solo in grado di decidere, ma anche capace di farlo (nel senso di avere coscienza della portata dei problemi e disporre di cultura di governo che fornisca soluzioni adeguate), che sia deciso e autorevole nella politica comunitaria e internazionale, come pure un parlamento e forze politiche che siano idonee a sviluppare un dibattito fecondo intorno alle scelte strategiche di fondo, anziché perdersi in discussioni strumentali e marginali e a rincorrere la loro bulimia di potere. Il paese può e deve scegliere di valorizzare tra le forze economiche, le competenze manageriali e le energie intellettuali, una progettualità e tracciare documenti di analisi, elaborare proposte che in questo momento sono silenziate e umiliate da un metodo di sudditanza, ma pronte a mettersi in gioco per resuscitare speranza, buonsenso negli italiani e coinvolgerli da cittadini responsabili nel tracciare e percorrere una strada faticosa e necessaria.