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Editoriali

Traformismo confusionario

Oltre l’alluvione che mette in ginocchio il nostro bel Paese e le performance del giovane toscano che ha mandato a Bruxelles una virtuale, molto virtuale manovra di ben 36 miliardi (?), chissà se i giovani che si sono mischiati ai lavoratori e ai moltissimi pensionati che hanno sfilato e sfileranno nelle strade e nelle piazze capiscono cosa sta succedendo. Ma chissà se i nostri giovani e giovanotte si sono chieste perché in tanti loro coetanei lavorino a Londra ,mentre i giovani inglesi che lavorano in Italia sono così pochi? Tutti alla rincorsa della svalutazione economica dell’euro e della favola dell’autonomia della valuta capeggiati dalla CGIL e penta stellati nonché leghisti , senza ricordarsi (nessuno!) che la Thatcher evitò il declino con le sue riforme , dunque a Renzi almeno l’onore della scelta fatta nel  correre nel semestre europeo a fare politica di relazione.  Si’, ma, però  nella chiarezza,ragazzi e ragazze mie!     

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Le negative eredità della crisi ucraina potrebbero influenzare la questione energetica

E NOI CHE FACCIAMO E DICIAMO SULLA CRISI  POLITICA ED ENERGETICA IN EUROPA?

La vicenda della regole del lavoro ( ormai comunemente definita all’anglosassone jobs act perché non ci facciamo mancare niente!) ormai ha saturato tutte le pagine dei nostri mezzi di informazione. Noi abbiamo deciso che ce lo studiamo a fondo il maxi emendamento e poi diremo la nostra opinione. Intanto per oggi a voce alta ragioniamo  su una vicenda che ci interessa direttamente  ma della quale poco o niente la politica italiana si distingue anche se ospitiamo da anni moltissimi cittadini ucraini. Infatti la  definizione dei confini dell’Europa pone da sempre una sfida politica e culturale fondamentale per le élite e le società del “vecchio continente”. Più che in altre parti del mondo, il rapporto con l’altro da sé ha avuto un influsso decisivo sui processi attraverso i quali si è sviluppata l’identità del continente.   

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Il duro attacco del Corriere della Sera al Premier Renzi

Il duro attacco del Corriere della Sera al Premier Renzi - accusato di tutto, compreso di legami massonici con Berlusconi- è stata il segno di una svolta. I motivi li lasciamo ai dietrologi.Ma va notata una coincidenza: tali attacchi, più o meno identici, gli arrivavano nelle stesse ore da esponenti storici del Pd come D'Alema e Bersani. Il che significa evidentemente che il giornale dei padroni (il cda del Corriere non è certo espressione delle classi medie, nè del mondo cattolico) la pensa più o meno come i dirigenti della parte più conservatrice del Pd. Anche i Vescovi hanno lanciato qualche strale al governo su politiche familiari deboli, ma si tratta, diciamo così, di un ritornello normale. Ora invece sappiamo più chiaramente che un filo rosso ( ideologico e conservatore) lega i salotti buoni della finanza e del giornalismo e la razza post comunista. Contro entrambi Renzi ha dato segnali di insofferenza e di scarto. Vedremo come prosegue lo scontro. Intanto gli italiani soffrono, in attesa di tempi migliori (e di tasse più basse).   

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L’autunno di un destino massacrante per le nostre imprese

Ma sul serio vogliamo rimettere in moto lo sviluppo economico ? Ma sul serio il Governo sta impostando una politica  che sostenga le imprese ? Abbiamo fatto un po’ di conti e vero è che un mix fiscale micidiale per le imprese  è quello che deriva dall’azione combinata di Imu e Tasi che ha prodotto un ulteriore aggravio fiscale alle nostre aziende alla faccia delle indicazioni e degli impegni assunti. Rispetto allo scorso anno, in 3 comuni capoluogo di provincia su 4 la tassazione sui capannoni aumenta e  non sempre la responsabilità è dei sindaci. Da un attento esami consegnateci dalla CGIA associazione degli artigiani che rappresenta il 93% della struttura imprenditoriale del nostro paese in termini percentuali, gli incrementi più pesanti si registrano a Pisa (+ 31 per cento, pari ad un aumento medio di 791 euro), a Brindisi (+ 18 per cento, pari a un aggravio di 2.314 euro) e a Treviso (+ 17 per cento che si traduce in un rincaro di 321 euro). 

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Ribrezzo e denuncia di una situazione vergognosa

Dopo una giornata di approfondito impegnato studio e intelligente confronto sul percorso e le novità contenute nella delega al lavoro partendo anche dal patrimonio lasciatoci da Marco Biagi, mi siedo soddisfatta davanti alla tv e assisto ad un faccia a faccia tra il Prof.Ichino e il sindacalista Landini che giudico  vergognoso. La riforma che il Governo sta faticosamente portando avanti è la clava per vendette trasversali interne al pd e alla sinistra oltranzista con l’alleanza dei penta stellati che non vedono l’ora di sparare sul mucchio. Il clima e  le parole vomitate che Maurizio Landini usa sono peggio di quelle usate in quel novembre del 2002 che lasciarono in terra trafitto con pallottole  di ferro il Prof.Biagi e ancora prima di lui Massimo D’Antona. 

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Slocca chi?Non l'occupazione femminile.

Della materia lavoristica me ne occupo per passione, professione e competenza giuridica, indispensabile per onorare il ruolo che l’istituzione mi ha consegnato. E dunque come Consigliera nazionale di parità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali NON posso NON evidenziare che sugli attuali provvedimenti operativi da 12 ore come lo Sblocca italia , o in  discussione, al Senato e quindi lo sviluppo della Delega al lavoro , Jobs act, la situazione dell’occupabilità femminile appare significativamente bloccata se non addirittura controversa. Solo per misurare la legittima preoccupazione di colei che deve “consigliare  dalla parte delle donne e del lavoro”  è necessario almeno citare tre questioni evidenti. Cominciamo dal Progetto Garanzia Giovani, progetto internazionale su cui il Ministro ci ha assegnato il compito di potenziare l’intervento concreto attraverso un lavoro collegiale con le parti sociali per sostenere la conoscenza del progetto e sviluppare le iniziative anche per le giovani donne che noi abbiamo concordemente titolato GARANZIA GIOVANOTTE. Il tavolo operativo per l’occupabilità femminile avviato al Ministero nel mese di giugno sta dando i suoi frutti in quanto ben 48 interlocutori stanno contribuendo a portare in dote e condividere alcune azioni  da indicare alle Regioni per sostenere i percorsi delle giovani donne.  

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Dai Renzi, cambia passo!

Ci incuriosisce il tonico incipit del Floris Giovanni transfugo da Rai 3 a La 7 : ALE’. E' tutto basato sulla comunicazione ed è di moda oggi prediligere gli annunci e la protervia. Ma ci piace, a sistema ripuntualizzare al giovane Renzi la strada che è, a nostro autorevole parere, la migliore per il nostro Paese e senza presunzione di completezza. Al vertice internazionale il nostro toscano si allacciava e si slacciava la giacca blu di ottimo taglio svelando così la comprensibile e umana emozione di un incontro importante e impegnativo . Ma stiamo con i piedi in Italia che poi è una parte del mondo. L’Istat ci sta con il fiato sul collo con dati economici da pelle d’oca, e noi abbiamo lo sblocca Italia senza coperture, la giustizia confusa, la scuola che di certo ha solo il passaggio in ruolo di 120.000 insegnanti senza nessun criterio di merito. 

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E vai Poletti!!!

Da qualche anno sono invitata a  Rimini alla convention di Comunione e Liberazione  ,Compagnia delle Opere insomma quell’evento “cattoexcomunista” che apre regolarmente la stagione politica post feriale ( che peraltro ultimamente è andata avanti stancamente senza soluzione di continuità anche in estate).Attraverso la presenza di moltissimi politici si cerca di capire  ciò che dal governo rimane ermetico. Quest’anno però  il Ministro Poletti ha dato una sciacquata straordinaria ai ghirigori degli altri  che traccheggiano sui temi del lavoro .Con quella semplicità dell’uomo della terra e quella sana cultura del fare , ha spiegato ad una platea di giovani e meno giovani che sulle tre parole RESPONSABILITA’, FIDUCIA, AMBIZIONE , si incardina il programma del suo Governo, anche dalla parte del lavoro delle donne. Questo ci rassicura poiché è la chiarezza  di cui abbiamo bisogno e non la nebulosità della demagogia ignorante. La sala piena di gente  a Rimini contrastava  la Festa dell’Unità Nazionale a Bologna  dove un Guglielmo Epifani ,pur con i capelli bianchi come Poletti, parlava  un sindacalese snervante davanti ad una sala desolatamente vuota .Ecco la differenza che non è generazionale ma è culturale e responsabile. Ma non è finita qui. 

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Eterologa a tutti i costi: un gran mercato

La vita è una cosa seria e non si può scambiare con i progressi della scienza. Così sono presa da orrore quando leggo che ogni Regione accodandosi alla disinvoltura delle due Regioni rosse Toscana ed Emilia Romagna può decidere autonomamente sulla questione fecondazione eterologa. Ma che razza  di Paese siamo se i centri di procreazione,fabbriche di bambini in vitro , appoggiati dai tribunali, non valutano i rischi micidiali di una scelta così scellerata? Sembra di essere in una sala Bingo :   6 gameti per ogni persona ! 2 figli per ogni donatore biologico! 2 donne, 7 lettere del cognome di cui 5 uguali ! X embrioni !  500 euro di tichet sanitario per una applicazione eterologa ! Bingo! E la tracciabilità del donatore dove la mettiamo ? e lo screening? 

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Né gufe né fate ignoranti

C’è chi pensa che i  numeri negativi per le economie di due partner fondamentali come Francia e Germania rafforzano  la richiesta italiana di una maggiore flessibilità nelle regole europee. Ma  sicuramente  c'è un caso Italia,  e se "non siamo il vagone di coda" e  "l'Eurozona è in stagnazione" ho i miei dubbi che  "l'Italia è in condizione di trascinare l'Eurozona fuori dalla crisi".  La tempesta perfetta si è già annunciata  con un meteo fuori dal normale e la tempesta economica è ancora furibondamente incalzante. L'Italia chiede flessibilità e politiche  europee orientate alla ripresa economica  ma ciò comunque comporta   riforme costose nell'immediato, come giustizia, pubblica amministrazione e un'ulteriore diminuzione delle tasse sul lavoro. Vero è che per l’Italia  alla guida del semestre Ue, si apre un varco e un diaologo/alleanza  anche con  altri paesi  nel chiedere  correzioni di linea . Ma cerchiamo di capire : i primi appuntamenti chiave per capire se questo sarà possibile sono il Consiglio europeo del 30 agosto, dedicato però soprattutto alle nomine, e soprattutto l'Ecofin informale previsto a Milano il 13 settembre. La richiesta del governo italiano potrebbe essere  quella di "incentivi" per quei Paesi che le riforme le fanno davvero. Incentivi che prevedono più tempo nell'abbattimento del deficit e del debito e maggiori margini di manovra sui conti senza incorrere nelle sanzioni. Ma noi che non ci sentiamo né gufe né fate  ignoranti né tantomeno  “carognesca elite”. 

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TUTTI UOMINI DEL PRESIDENTE nel futuro Senato

Studiare la situazione è sempre una gran bella iniziativa e aiuta ad essere lucidamente consapevoli. Così, stimolate dalla ricerca delle donne Verdi di Bolzano, denunciamo che le cravatte in Parlamento sono sempre troppe e le cose così come stanno non saranno migliori  per quel che noi ci accaniamo giustamente a pretendere  per applicare la Democrazia paritaria volgarmente definita quote rosa. Stando alla discussa  riforma  del Senato in una Camera delle Regioni, la trappola  è palese:  nel futuro Senato  ci saranno solamente maschi. Infatti  dei 100  Senatori previsti 21 saranno sindaci/sindache, 74 consiglieri/e regionali e 5 saranno personalità nominate dal Presidente della Repubblica per i loro particolari meriti. Allora guardiamo le composizioni dei Consigli regionali  e anche già che ci siamo dei  sindaci di aree metropolitane  e vediamo subito che la democrazia paritaria è una evidente illusione e mistificazione. Infatti il flebile tentativo  di inserire nell‘articolo 55 il principio della rappresentanza paritaria di uomini e donne nelle leggi elettorali non sortirà alcun effetto. Anzi sarà ancora più evidente che le uniche signore che potranno accedere ai posti di comando politici saranno ancora una volta asservite al potere politico cravattaio. 

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A noi interessa la sorte del nostro Paese

Giuseppe De Rita è un grande maestro e oggi ci fa sentire meno soli quando condividiamo con lui la triste ma non rassegnata opinione: no caro Renzi ,non ce ne facciamo una ragione No: saremo tra quegli italiani che non si inginocchiano al declino, alla disfatta e alla derisione, poiché' il capitale di questo Paese è la nostra ragione di vita e di appartenenza ad una nazione che non china la testa. Così' quando in solitudine nei giorni appena passati riportavamo senza accidia ma con fermezza i numeri della nostra economia italiana, alle riforme economiche puntavamo e ancora oggi siamo convinte che questa sia la priorità’ ‘La riforma del Senato è vittima di una bagarre politica indecente mentre la verità dei numeri dovrebbe indicare a Renzi la strada giusta.

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Senza moralismo ma con realismo

Ci salutiamo per un periodo di ferie meritatissimo: chi ha sbadilato durante un intero anno di lavoro  senza neanche un solo giorno di pausa non vede l’ora di riposare la testa e abbandonarsi all’ozio. Anche se fuori piove e tuona la tempesta .Sì, perché questa estate è un’ estate di  perdurata sofferenza meteorologica,politica,economica. Passiamo dal vedere una giustizia violata con il selvaggio arresto di Galan ( che non conosco ma al quale non si doveva umanamente e politicamente infliggere un  giustizialismo barbaro per imbonirsi le toghe furiose) all’illusione che l’assoluzione a Berlusconi anch’essa arrivata fuori tempo massimo, risolva i problemi che stiamo vivendo con una  governance  in preda a una  schizofrenia adrenalitica . Delle riforme messe in campo non ce ne piace neppure una. 

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A motore diesel verso le elezioni

Qualche giorno fa sui giornali tedeschi è uscito un furioso attacco ad Anghela Merkel accusata di non possedere una chiara visione di ciò che si vuole costruire in alternativa a quello che c’è oggi sia in  Germania che in Europa. Direi che su questo piano il giovane Renzi è sicuramente molto simile alla cancelliera . Così la critica si presta a coloro che in Italia definiscono il movimento concentrico del toscano e del suo esecutivo  un attentato alla democrazia e attribuendo a questo processo di trasformazione l’obiettivo di arrivare ad una dittatura, ma noi pensiamo che ne sia una forzatura perché proprio nel giorno in cui Silvio Berlusconi è stato  liberato dall’accusa di infamia questa è una tesi delirante perché poi la persecuzione calunniosa di cui è stato vittima Silvio  non regge davanti alla magistratura giudicante. Allora oggi a mente sgombra da pregiudiziali demenziali e pettegolezzi vediamo che consigli dare ai e alle nostre fans. Cosa serve al Paese in questa fase in cui  non solo Renzi ma il Paese si gioca tutto, sotto il profilo economico, della tenuta sociale, della modernizzazione istituzionale e amministrativa. Prima di tutto facciamo venire fuori la verità sulle nostre reali condizioni di salute e su cosa sta succedendo.

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Non siamo gufe e neanche falche

Alimentare illusioni facili rischiando di trasformarsi in delusioni e, di conseguenza, in pesanti frustrazioni è un rischio reale. Lo diciamo perché non siamo delle volatili con gli occhi tondi che si dice cretinamente portino sfortuna.  Anzi siamo sempre menti eccellenti che volentieri e responsabilmente stiamo sul pezzo e con i piedi e il buonsenso ben argomentati e anche culturalmente robusti piantati per terra.

Sì perché a ben studiare i dati, gli indicatori economici sono ancora molto bruttini. A cominciare dal PIL, che, se come tutto fa pensare avrà il segno meno anche nel secondo trimestre, come nel primo, ci farà tornare formalmente in recessione. A questo si aggiungono le notizie che arrivano dal fronte della finanza pubblica. Il debito pubblico ha abbondantemente superato i 2100 miliardi e il 135% del PIL, con 82 miliardi di interessi da pagare (circa il 5% del PIL) a cui si aggiungono altri 17 miliardi come effetto della deflazione sul debito. Non solo. Con la crescita che, nel migliore di casi sarà un terzo del +0,8% previsto dal governo, sarà impossibile rispettare i parametri europei, a meno di prevedere una manovra correttiva di almeno 20-25 miliardi. Appunto e in ottobre questo succederà.

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Il fisco che ci opprime

Il vaso senza fondo del debito pubblico si sta paurosamente allargando ma l’attenzione è distolta dalla devastante bozza di  legge elettorale  patteggiata da Renzi  e  Berlusconi sulla quale  un pasticciaccio di    proporzioni inverosimili finalmente sta destando la contrarietà trasversale dei sudditi di destra e sinistra dei due. Personalmente  mi batterò con quella sana parte di  popolo italiano  per avere  ancora il diritto di sceglierci chi votare esprimendo la preferenza perché sieda in parlamento  senza nessuna  demenziale  coatta sottomissione. Oggi  però  riteniamo fondamentale svegliare il can che dorme e parlare dunque di fisco .  Dal  primo luglio  e guardate bene in concomitanza del semestre tricolore europeo,  è operativa la maggiorazione fiscale che colpisce il risparmio  e così sarà l’ennensimo prelievo che inaugura altre sottrazioni con la scusa di creare un fondo europeo ( idea malsana di Del Rio ). Ma se l’obiettivo del Governo è quello di federare il debito attenzione perché non siamo ancora in grado di creare gli union-bond , mentre come peraltro noi abbiamo più volte suggerito  è utile  creare un fondo italiano che scambi liquidità contro abbattimento del debito pubblico, prendendo in carico patrimonio da vendere. Invece cosa fa il governo ? ci impone maggiori tasse sul risparmio così che i  cittadini che comunque stanno  rinunciando ai consumi- dati istat!-  devono privarsi dei frutti dei faticosi risparmi della  loro vita  per dare soldi a uno Stato che non rinuncia alla spesa improduttiva e non sa distinguere la spesa essenziale da quella superflua.

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NOI TUTTEPERITALIA

 

MOVIMENTO PER LA RICOSTRUZIONE LIBERA E FORTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

 

GIUGNO 2013

 Premessa : Siamo convinte della necessità di una vera maggioranza politica

Per condurre in modo coerente e compiuto la ricostruzione e l’ammodernamento del Paese è necessario che questi siano guidati da una maggioranza politica reale e che non risenta dei limiti fisiologici di una maggioranza costruita sull’emergenza. Definirne gli indirizzi, i metodi, i contenuti, la composizione, è la vera domanda alla quale le italiane e gli italiani attendono una risposta chiara.

Noi siamo convinte che una classe dirigente è tale se è in grado di esprimere e dirigere indirizzi dichiarati, sui quali si può generare consenso o dissenso, ma riguardo ai quali non possono esser fatte concessioni alla demagogia o all’opportunismo.

Come premessa noi affermiamo apprezzamento per l’impegno dell’attuale Governo Letta. Siamo consapevoli comunque che occorre una nuova maggioranza, che abbia la capacità, la statura, e la volontà di costruirsi nel proporre al Paese con passione e competenza una nuova casa comune della Repubblica italiana che indichi, accanto ai sacrifici necessari al non rinviabile risanamento, anche l’equa ripartizione dei relativi pesi e delle politiche di inclusione e tutela sociale, la rimozione dei privilegi corporativi, e quelle politiche di sviluppo, valorizzazione, liberazione delle energie e delle capacità italiane, che diano alle cittadine e ai cittadini il senso dell’utilità e della condivisione dei loro sacrifici e la convinzione fondata di stare tutti operando per un futuro e per un’Italia migliori.

Lo scopo del nostro movimento è quello di costruire insieme un progetto comune e assicurare a quest’area la presenza nel Paese e in futuro chissà nel Parlamento, come libera e forte anche da un punto di vista elettorale e quale che sia la futura e più o meno onesta legge che governerà le prossime elezioni, in rapporto di alleanza con le altre forze, movimenti, associazioni, partiti riformatori e riformatrici che condividono il nostro manifesto.

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