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Editoriali

Lo sciopero contro la scuola è contro i giovani

Il commento di Alessandra Servidori-

http://formiche.net/2016/05/03/lo-sciopero-unitario-contro-la-scuola-e-contro-giovani/

 

I sindacati ri/scendono in piazza il 12 maggio sventolando la bandiera unitaria contro la riforma della scuola e miratamente contro l’alternanza formativa. Ma se c’è una cosa che è utile nella riforma n.107/2015 è l’introduzione dell’alternanza per incrementare le opportunità di lavoro, attuata negli istituti tecnici e professionali per 400 ore e per i licei per 200, nel triennio, essendo i percorsi inseriti nel piano formativo triennale.

Vero è che gli istituti scolastici, dunque dirigenti, insegnanti e anche famiglie, tutti insieme sono impegnati a trovare la strada organizzativa e anche economica per agganciare le aziende che si prestano a fare da “maestri” ai ragazzi sui luoghi di lavoro. Sappiamo bene che il contesto sociale non è poi così  tanto favorevole, ma la società deve responsabilizzarsi per far incontrare le esigenze che i giovani devono poter conoscere prima di incontrare “il magico mondo del lavoro”.

Ai giovani servono sicuramente nuovi moduli formativi (e qui i programmi devono aggiornarsi e anche i docenti devono studiare!). Non esiste l’alibi che usano alcuni sindacati secondo cui la formazione alternanza scuola lavoro è uno sfruttamento del lavoro giovanile, così come non esiste l’alibi degli insegnanti che c’è un appiattimento delle logiche di mercato dominato dalla ricerca del profitto a scapito della formazione umanistica.

L’obiettivo della legge è molto nobile: infatti sarà la prassi e l’esperienza sul campo che consegnerà ai giovani studenti la capacità di auto orientamento “tirando fuori”, dunque “educere”, la valorizzazione delle loro vocazioni personali. Le nostre scuole sono troppo ancora ancorate a trasmettere nozioni: ci vuole pratica e concretezza finalizzata alle persone sia con discipline tradizionali che con attività pratiche ed esperienze a scuola, in azienda, in famiglia.

La nostra scuola è troppo ferma sulle esperienze teoriche e trascura le applicazioni pratiche accentuando così la frattura tra cultura e vita tra realtà e convivenza civile. Dobbiamo porci l’impegno di contaminare tutti gli ambienti della società in questa missione di avvicinare, accompagnare, orientare e sostenere i giovani con tutto quel ben di Dio che abbiamo a disposizione: percorsi all’estero, collaborazione con il terzo settore, con le aziende, con i musei, gli ordini professionali, gli istituti culturali. E’ una sfida di tutti e non si scende in piazza contro!

 03/05/2016

COSA PENSO DI ALFIO MARCHINI

 ALESSANDRA SERVIDORI                                  http://formiche.net/2016/05/01/cosa-penso-di-alfio-marchini/

Alfio Marchini non c’è dubbio è una faccia sorridente e magari anche belloccio e come tanti di noi ama Roma. Riuscirà il nostro eroe a fare breccia nella nebbia infangata e trucida della città eterna, capitale della politica più nauseante?

Vediamo perché pensiamo che abbia delle buone opportunità, posto che è dotato di una discreta intelligenza. E’ già ricco per i fatti suoi e non ha bisogno di fare cassa, è un discreto imprenditore che ha ereditato dal nonno un impero di palazzi (ma non si può dire “palazzinaro”) eredità che ha custodito con una buona dose di energia. E di energia Roma ha bisogno come l’acqua nel deserto e nel suo poderoso programma di ben 67 slide (alla renziade) troneggiano le parole e gli impegni sulla coesione sociale il miglioramento dei servizi pubblici e lo sviluppo della città imprenditoriale proiettata sul mondo e che valorizza la sua storia e il suo patrimonio.

Bene ci convince quel cuore rosso LOVE ROME ci convince un robusto curriculum di amministratore in organizzazioni complesse come la Rai e ci piace anche questa sua presenza nella assemblea dei soci fondatori di Italiani Europei, nonché questo suo ritorno nella patria romana dopo anni vissuti all’estero che gli hanno consentito di continuare a parlare e pensare romano ma con una visione che va oltre i sette colli.

Ci fa lustro insomma il padre di ben cinque figli anche a livello internazionale. E poi quando è andato dalla severa Lucia Annunziata ha dato una immagine di uomo capace e sufficientemente sereno, convinto e con quel tanto di audacia che serve.

Non ci piace l’esternazione della zia vetero femminista, nonché attrice comica che lo ha cazziato violentemente e abiurato perché si presenta come un destroso. Ma la zia non ha ancora capito che destra e sinistra non sono più come negli anni ’70 quando lei era comunista – e lì è rimasta -: i programmi dei candidati sono quasi uguali, cambiano le persone e tra una pentastellata gaffeuse, un grigio dem, una agitata sorella italiana neonazista, e altri ancora che non mi vengono neanche in mente…

Bè il pupillo berlusconiano forse sarà anche il nuovo e vincente delfino. Hai visto mai?

A CESENA a parlare di Politiche di Pari opportunità

FIDAPA FEDERAZIONE ITALIANA DONNE ARTI PROFESSIONI AFFARI BPW ITALY B.P.W. ITALY-Sezione di Cesena -

Sabato 7 Maggio 2016 ore 10.00 Sala “E. Cacciaguerra” Banca di Cesena-VialeBovio,72 –Cesena

CONVEGNO PARI O DISPARI? IL LAVORO NEL CESENATE


Introduce e coordina: Maria Grazia Bartolomei,PresidenteFIDAPA–BPWItaly Sezione di Cesena

Saluti: Lia Montalti,ConsigliereRegionaleEmilia-Romagna

IL VALORE DELLE PARI OPPORTUNITA’ NEL LAVORO E DEL WELFARE AZIENDALE E DI COMUNITA’

Alessandra Servidori, Università di Modena e Reggio Emilia

 Maria Teresa Conti,CentroStudiAssociazioneNaz.le ConsulentidelLavoro

DONNEELAVORO TRA RISULTATIE PROSPETTIVEINPROVINCIA Annalisa Raduano,Vice Presidente CCIAAForlì-Cesena
TESTIMONIANZE DI BUONE PRASSI DEL TERRITORIO:

RobertaAlessandri,Titolare“TomassiniBags”e PresidenteProvinciale Federmoda CNA Magalì Prati, VicePresidenteCamac Srl, consigliere Unindustria e membro Giunta CCIAA Lorena Fantozzi,Titolare“Parafioriti Confezioni”ePresidenteConfartigianato Cesena Pamela Dellachiesa,Pres. Coop. Soc.Il Girasoleonlus,Portavoce Naz. le Giovani Cooperatori Eloise Righi,Responsabile Area“Domiciliarità”di ASP Cesena–Valle Savio

La cittadinanza è invitata

EUROUFOUND : nella UE a 24 fondamentale la comparazione sui temi del lavoro

Alessandra Servidori

 In Italia , è caduto purtroppo nell’oblio  il sistema di comparazione tra i 28 paesi dell’unione sui temi del lavoro e discutiamo sempre e solo guardandoci il nostro ombelico quando sarebbe assolutamente utile e necessario cominciare a darsi delle regole comunitarie che accompagnino l’Europa in una profonda rivisitazione delle sue politiche economiche per-come ci raccomanda Draghi e non solo- rafforzarci sul piano politico  e dunque diventare una vera comunità in grado di fronteggiare gli egoismi stranieri. Così è bene consultare Eurofound, la Fondazione europea  che studia i cambiamenti per il lavoro e condizioni di vita,  che ha recentemente rilasciato la sua sesta edizione  attraverso lo svolgimento di quasi 36.000 interviste con i  e le dipendenti e autonomi /e su diverse aree di lavoro e vita privata. Lo sguardo in profondità del sondaggio fornisce anche preziose informazioni sullo status quo e sulle tendenze in materia di lavoro  e di occupazione dei lavoratori più anziani. I risultati  contengono sia buone che cattive notizie dal punto di vista della diversità e riflettendo sui risultati del sondaggio, AGE Platform Europe per esempio afferma che "tra gli sviluppi positivi nella relazione figurano la maggioranza degli intervistati  che esprimono soddisfazione per il loro tempo di lavoro (58%)".Ovviamente significa tuttavia che il 42% degli intervistati non sono soddisfatti con il loro orario di lavoro, che sembra essere eccessivo quando si parla di conseguenze per la motivazione, il benessere, la produttività, ecc. Dall’indagine risulta evidente che questi 42% esprimono  diverse opinioni. Circa il 60% degli intervistati che lavorano 41-47 o 48+ ore alla settimana preferirebbe lavorare meno che attualmente. Allo stesso tempo, il 40% delle persone che lavorano 20 ore alla settimana o meno e ancora oltre il 25% di coloro che lavorano tra i 21 ei 34 ore, preferirebbe lavorare più di quanto attualmente. I primi risultati non forniscono informazioni sul sesso su questa domanda, ma supponiamo  in virtù di  altri studi ed esperienze  si tratti  probabilmente per la  maggior parte delle donne in part-time che desiderano lavorare di più di quello che attualmente fanno e uomini che lavorano più di quanto potessero francamente scegliere il loro ammontare effettivo di ore di lavoro. Questa differenza di genere rimane una sfida importante per la politica del lavoro aziendale  e dell’esercizio della contrattazione di prossimità ed è di particolare interesse in relazione all’equilibrio  tempo di lavoro-vita- non solo per le donne ma anche per gli uomini.E’ chiaro dunque che la flessibilità  di orario diventa sia dal punto di vista produttivo aziendale e personale una variante dipendente in grado di reagire alle esigenze diverse. Il rapporto si  sviluppa  anche su alcune differenze di genere:  mostra che mentre  gli uomini riferiscono di preferire più pagato l'orario di lavoro,  le donne evidenziano la necessità  di riconoscere la cura delle responsabilità e il lavoro domestico non retribuito. Comunque sia le lavoratrici che i lavoratori  anche se in modo non uniforme ,  sono d’accordo con le donne di intraprendere una richiesta contrattuale per il riconoscimento di una quota maggiore del lavoro non retribuito. Di conseguenza, le lavoratrici così vedrebbero retribuito  una maggiore quantità di tempo totale di lavoro rispetto agli uomini  sommando il lavoro retribuito e non retribuito. Questo provvedimento sanerebbe  per i dipendenti che lavorano a tempo parziale  la differenza tra uomini e donne che attualmente rappresenta una penalizzazione per le donne che a causa del doppio impegno lavoro/famiglia chiedono il part time ,cioè meno 18h / settimana (32h vs 50h).Per quanto riguarda i lavoratori più anziani, l'indagine rileva che essi  riportano un alto rischio di essere in posizioni  stancanti (43%) e sono il gruppo che può  imparare  meno cose nuove sul posto di lavoro (33%) e non  usufruisce  di una parte di attività di formazione (38%, rispetto al 43% per 35-49 anni e il 41% per meno di 35 anni). Riferiscono anche scarse possibilità di avanzare nella loro carriera (71%). I lavoratori più anziani sono più colpiti dalla ristrutturazione o riorganizzazione. Inoltre, il lavoro sta diventando sempre più concentrato, con più lavoro in tempi stretti ed è diventato più veloce. Questo può rappresentare una sfida particolare per i lavoratori più anziani. Il 17% delle donne e il 15% degli uomini dichiarano di essere stati esposti a comportamento sociale negativo, e il 7%, un numero sempre crescente, riferiscono di aver sperimentato la discriminazione. Visto che in Italia si sta procedendo su di un’ampia riforma del lavoro compreso il lavoro e la previdenza flessibile è utile cercare di tenere in grande considerazione questo studio e allinearsi con le evidenze comunitarie per trovare percorsi condivisi e affrontare così le sfide dello sviluppo.

 

 

 

EUROSTAR o ITALIAN BOOR

Alessandra Servidori

EUROSTAR  o  ITALIAN BOOR

In 24 ore di viaggio Bologna-Roma/Roma –Bologna e Bologna/Milano –Milano/Bologna la rappresentazione di una Italia che agli occhi degli stranieri che visitano o lavorano nel nostro paese deve apparire un coacervo di maleducati. La storia : arrivo  di primo mattino al Club della freccia rossa di FS e come al solito gentilissime signore mi accolgono con un sorriso ed una gentilezza veramente ammirevole. Arriva un genere uomo agitato : il treno per Bolzano subirà un ritardo. La signora operatrice avverte che il ritardo è dovuto ad un disperato che si aggira sui binari con l’intento di suicidarsi. Il viaggiatore : “Ma perché la polizia non gli spara ?” .L’operatrice ed io ci guardiamo esterefatte , mentre il  viaggiatore invece cerca consenso e un signore inglese sussurra :boor.  La mattinata continua : entra nel Club esclusivo il padre di un parlamentare bolognese noto per le sue esternazioni via twitter : fa incetta in dosi multiple di merendine e succhi di frutta , bustine di the, zucchero, acqua minerale e riprende la via verso i binari romani. Arrivo a Roma : scendo dal Freccia Rossa stordita dalle urla cellularesche di uomini e donne che impediscono anche una normale lettura di giornali e passo dal club : un ex parlamentare con la  sportina  azzurra tipica della Camera dei deputati emula il padre bolognese. Mi avvicino alle signore del banco operativo e segnalo “l’accaparratore   compulsivo ”.Le signore con garbo e tanta tanta pazienza mi rispondono “Lo sappiamo ma non possiamo dirgli niente !”. Bologna/Milano  e ritorno: sempre club euro star l’unico confortevole luogo che è rimasto dopo aver eliminato ogni altra sala d’aspetto. Una signora giapponese  a Milano va nella toilette del club e si scontra con un uomo di mezza età  che esce dal bagno femminile lasciando gli impianti igienici non proprio come si conviene ad una persona civile. La signora in ottimo e garbatissimo inglese protesta e fa notare la questione igienica : il gender urla in italo/napoletano che lui non vuole essere discriminato. Dio salvi la nostra Patria il 25 Aprile!   

ITALIA lasciata sola con l'esodo biblico

 ALESSANDRA SERVIDORI            IMMIGRAZIONE E ITALIA isolata

Dalla grande mela il giovane toscano, ringrazia Juncher  per il sostegno alla proposta di una forza di polizia internazionale europea per controllare l’immigrazione clandestina che ha invaso l’Italia e i paesi di cerniera che sono la meta dei profughi delle guerre del mediterraneo. Ma l’Italia è sempre più in difficoltà e non c’è tempo per attendere ancora una volta che i governi  di questa Europa così poco unita si accordino. E c’è ormai la certezza che  si voglia lasciare il nostro Paese proprio in questa tragedia umana ed economica, così da isolarla da quel progetto sempre più credibile di un accordo  ristretto tra alcuni paesi europei  che taglia fuori alcune nazioni  come Grecia e Italia che hanno problemi legati alla spesa e al debito  pubblico,poiché rappresentano un fardello per lo sviluppo. Così  si spiegano anche le divergenze con  ministri di Germania e Austria e Svezia  con i primi per quanto riguarda le proposte che abbiamo avanzato sull’immigrazione  di emettere risorse economiche in eurobond per aiuti ai paesi africani che potrebbero ridurre l’immigrazione  e soprattutto l’idea di un finanziamento comune dei debiti per le spese sostenute per la migrazione;invece per austriaci e svezi  il dissenso totale è  per le costruzioni di barriere respingenti che loro hanno eretto. Esistono fondi europei ( anche se ridotti) per aiutare la Turchia e i suoi rifugiati,ma c’è anche la Libia che ha bisogno di risorse per stabilizzarsi,ma Francia e Gran Bretagna non sono convinti e continuano a  stringere rapporti economici  e privati con Egitto e la Germania con la sua rete bancaria protetta in sedi africane .L’Italia è geograficamente l’ombelico di  nazioni africane distrutte  e l’Italia deve proteggere i suoi confini,registrare i migranti, respingere i terroristi,ma anche nel resto dell’Europa si devono  rendere disponibili concretamente per la solidarietà e ciò è sempre più evidentemente lontano. E quello che sta succedendo  in gran Bretagna con il referendum del 23 giugno  ci complica ancora di più la vita .Domina tra gli inglesi  la certezza che le politiche dell’immigrazione, così inesistenti a livello comunitario, e le politiche economiche ,così deboli e confuse, rendono l’euroscetticismo così prepotentemente isolazionista  perché danneggiano il regno unito florido e ricco tanto da dire che lasciare l’Europa non è mai stato così conveniente. Lasciare la comunità Europea appare sempre più una libertà di negoziare accordi economici , selezionare immigrati talentuosi , allontanare  e combattere il terrorismo in modo più robusto, accrescere il pil del proprio paese con un targhet alto di diritto di cittadinanza. Economia, relazioni, connessioni con chi ha intelligenze e capitali pronti ad un rischio di investimento quasi  positivamente  sicuro sulla creatività,ottime scuole,capacità di realizzare.L’italia è al centro di una crisi senza pari ed è evidente che i numeri sono enormi : secondo Frontex solo in marzo sono arrivati oltre 9600 naufraghi ,il doppio di febbraio a conferma che la chiusura della rotta balcanica può attivare la rotta da sud. L’Europa intera deve farsi carico di un esodo  strutturale e biblico di due continenti vicini ,uno ricco e l’altro povero  che hanno nell’accordo di aperture delle frontiere denominato Schengen il punto di fragilità più evidente . L’Onu appoggia il patto di stabilità migratoria proposto dal governo italiano : la UE potrebbe offrire ai paesi terzi progetti di investimento e interventi di infrastrutture e servizi sociali,cooperazione e controllo comune dei confini,identificazione e distribuzione dei rimpatri, con l’individuazione di chi ha diritto alla protezione e chi no. Un progetto di buonsenso che rilancerebbe anche l’Unione Europea come forza economica e vedrebbe finalmente l’Italia premiata degli sforzi che stiamo sostenendo e non volutamente emarginata e” punita” dai paesi  egoisti e sciacalli.                                                                                                                                                                                                                        

19 Aprile 2016 : Senato.Noi tuttiperRoma contro il cancro

RASSEGNA STAMPA -
GIORNATA DI STUDIO UNA ROAD MAP CONTRO IL CANCRO: INSIEME LA STRADA È MENO FATICOSA
ROMA 19 APRILE 2016 Sala dell'Istituto di Santa Maria in Aquiro (ISMA) Senato della Repubblica Piazza Capranica, 72

                                                         18 APRILE 2016
LPN-Senato: domani convegno 'Una Road Map contro il cancro' Roma, 18 apr. (LaPresse) - Domani martedì 19 aprile alle 9, presso la Sala dell'Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica piazza Capranica 72, si terrà la Giornata di Studio: 'Una Road Map contro il cancro: insieme la strada è meno faticosa', dedicata ai diritti e ai doveri delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro famiglie.
LPN-Senato: domani convegno 'Una Road Map contro il cancro'-2- Roma, 18 apr. (LaPresse) - Una rete di solidarietà e di sussidiarietà tra associazioni attive sul territorio a sostegno delle persone affette da patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti. Aprirà i lavori la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, componente commissione Finanze e Tesoro del Senato. È previsto un intervento di saluto di padre Augusto Chendi, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Ad introdurre il convegno sarà la professoressa Alessandra Servidori, sono previsti interventi delle Associazioni promotrici NOI TUTTI Contro il Cancro.

Salute: domani convegno contro cancro con Bonfrisco e p.Chendi = (AGI) - Roma, 18 apr. - Domani alle ore 9, presso la Sala dell'Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica in piazza Capranica 72, si terra' la Giornata di Studio 'Una Road Map contro il cancro: insieme la strada e' meno faticosa', dedicata ai diritti e ai doveri delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro famiglie: una rete di solidarieta' e di sussidiarieta' - spiegano gli organizzatori - tra associazioni attive sul territorio a sostegno delle persone affette da patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti. Aprira' i lavori la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, componente commissione Finanze e tesoro del Senato. E' previsto un intervento di saluto di padre Augusto Chendi (M.I.) sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Ad introdurre il convegno sara' Alessandra Servidori. Sono previsti interventi delle Associazioni promotrici 'Noi tutti' Contro il Cancro. (AGI)

                                                                    19 APRILE 2016
Agenda di martedi' 19 aprile Gli appuntamenti di oggi (ilVelino/AGV NEWS) Roma, 19 APRILE 2016
Presso la Sala dell'Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica piazza Capranica 72, si terra' la Giornata di Studio: "Una Road Map contro il cancro: insieme la strada e' meno faticosa", dedicata ai diritti e ai doveri delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro famiglie. Una rete di solidarieta' e di sussidiarieta' tra associazioni attive sul territorio a sostegno delle persone affette da patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti. Aprira' i lavori la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, componente Commissione Finanze e Tesoro del Senato. E' previsto un intervento di saluto di p. Augusto Chendi, M.I. Sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Ad introdurre il convegno sara' la professoressa Alessandra Servidori, sono previsti interventi delle Associazioni promotrici Noi Tutti Contro il Cancro.

SENATO: OGGI CONVEGNO "UNA ROAD MAP CONTRO IL CANCRO" (9Colonne) Roma, 19 apr - Questa mattina, presso la Sala dell'Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato, si tiene la giornata di studio "Una Road Map contro il cancro: insieme la strada è meno faticosa" che vedrà l'intervento delle associazioni promotrici di "Noi tutti contro il cancro", una rete di solidarietà e di sussidiarietà tra associazioni attive sul territorio a sostegno delle persone affette da patologie oncologiche e invalidanti. Apre i lavori la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, capogruppo dei Conservatori e Riformisti. E' previsto un intervento di saluto di padre Augusto Chendi, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. (novecolonne).

LAVORO: P. CHENDI, NO ALL'INDIFFERENZA VERSO AMMALATI DI TUMORE = Sottosegretario del Pontif. Consiglio Pastorale per la Salute, politiche sanitarie hanno obblighi Roma, 19 apr. (Adnkronos/Labitalia) - Anche verso gli ammalati di tumore occorre "fronteggiare quella che Papa Francesco ha definito la 'globalizzazione dell'indifferenza'". Così Padre Augusto Chendi, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, è intervenuto al convegno 'Una road map contro il cancro: insieme la strada è meno faticosa', svoltosi all'aula Isma del Senato.
"Le politiche di accoglienza, infatti, se da una parte concernono i 'professionisti' diretti della salute, nondimeno coinvolgono a pieno titolo e forse ancora più quanti sono responsabili della polis e delle politiche sanitarie in specie, i quali hanno obblighi non solo relativi ai propri specifici ambiti, ma anche verso la società e gli ammalati, di qualunque colore o provenienza essi siano", ha detto Padre Chendi.
In materia di diritto alla salute, ha continuato Padre Chendi, occorre chiedersi "cosa comporti, a livello pratico, l'accoglimento della prospettiva della gratuità, elemento tipico della carità, anche per persone disagiate o profughe per le politiche di investimento nella salute pubblica, con tutto ciò che a questo attiene". "E cioè: la spesa per il welfare, inteso - ha precisato - come il complesso di politiche pubbliche dirette a migliorare le condizioni di vita e la stessa salute dei cittadini, va considerata consumo sociale oppure investimento sociale?" (segue)
LAVORO: P. CHENDI, NO ALL'INDIFFERENZA VERSO AMMALATI DI TUMORE (2) =
(Adnkronos/Labitalia) - "Credo che -ha aggiunto Padre Chendi- a una comune e immediata considerazione, chi vede il welfare come fattore di sviluppo economico è oggi assai più credibile. Ma non c'è sviluppo senza solidarietà, non c'è crescita se non condivisa". "Si avverte, quindi, la necessità si superare quella dicotomia tra sfera dell'economico e sfera del sociale, che ha portato a identificare l'economia come il luogo della produzione della ricchezza o del reddito, e il sociale con il luogo della solidarietà o della 'compassione'", ha aggiunto.
"Si può fare impresa - questa è la tesi della dottrina sociale della Chiesa, riaffermata da Benedetto XVI nella sua terza Lettera enciclica Caritas in veritate - anche se si perseguono fini di utilità sociale e si è mossi da motivazioni di tipo 'pro-sociale', superando la distinzione finora invalsa tra imprese finalizzate al profitto (profit) e organizzazioni non finalizzate al profitto (no profit)", ha concluso. (Map/Adnkronos) 19-APR-16 14:12

LAVORO: BONFRISCO, 8 PER MILLE ANCHE PER 'DOPO DI NOI' = Roma, 19 apr. (Adnkronos/Labitalia) - "L'iniziativa di cui parliamo oggi è partita da Bologna nel mese di marzo, la seconda tappa è questa di Roma e so già che presto sarà in molte altre città del nostro Paese, per aggregare sempre più persone, sempre più associazioni perché, come dice il titolo di questo seminario: insieme la strada è meno faticosa". Così Cinzia Bonfrisco, senatrice (Conservatori e Riformisti), è intervenuta al convegno 'Una road map contro il cancro: insieme la strada è meno faticosa', svoltosi all'aula Isma del Senato.
"In sede parlamentare vi sono alcuni disegni di legge che affrontano il tema delle disabilità gravi, come quello del 'Dopo di noi' finalizzato a sostenere coloro che affetti da disabilità gravi (anche patologie oncologiche)", ha proseguito Bonfrisco ricordando l'appoggio agli emendamenti presentati la scorsa settimana dalla senatrice Laura Bignami, tra cui quello sull'introduzione, tra le opzioni di scelta della destinazione dell'8 per mille dell'Irpef, del fondo 'Dopo di Noi' istituito dalla proposta di legge e gestito direttamente dal ministero del Lavoro: "Il fondo sarà alimentato, in aggiunta a quanto già previsto come finanziamento dalla legge di stabilità 2016, con una quota dell'8 per mille"."Se dovesse essere approvato questo emendamento, cosa che non possiamo che auspicare, il cittadino potrà scegliere di destinare delle risorse economiche con un vincolo di spesa, definito dalle modalità di utilizzo del fondo stesso, per la realizzazione di un compito fondamentale che è quello della cura e assistenza alle persone con disabilità grave, e dunque anche per coloro che sono affetti da patologie oncologiche gravi e gravissime che comportano la non autosufficienza", ha concluso. (Map/Adnkronos)

LAVORO: UNA ROAD MAP PER QUELLO DURANTE E DOPO IL CANCRO = Servidori, troppa frammentazione nelle norme a tutela del malato oncologico Roma, 19 apr. (Adnkronos/Labitalia) - Lavorare durante e dopo il cancro è importante ma occorre che il lavoro sia a misura del malato. Ed è importante "che lavoratrici, lavoratori, datori di lavoro e famiglie siano informati sulle norme e tutele giuridiche ed economiche e contrattuali previste in caso di patologie gravi al fine di poter gestire, nel migliore dei modi possibili, la crisi individuale e anche della comunità aziendale e familiare generata dalla patologia tumorale". Così Alessandra Servidori, per molti anni consigliera nazionale di parità e docente all'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, illustra lo scopo del convegno organizzato oggi a Roma alla sala Isma del Senato dal titolo 'Una road map contro il cancro: insieme la strada è meno faticosa'.
Occorre risolvere alcuni problemi strutturali, spiega Servidori. Tra questi, prosegue, "l'eccessiva frammentarietà del sistema normativo a tutela del malato oncologico, e anche le notevoli differenze tra i diversi ccnl nell'ambito di un sistema di tutele che si mantiene purtroppo ancora estremamente privo di flessibilità e irrigidito dalla burocrazia". Occorre, precisa, "un riordino della normativa anche da effettuarsi in collaborazione con Inps e Inail e iter più snelli per applicare le norme che tutelano le persone ammalate e dunque punti di informazione a livello territoriale, smuovendo anche l'inerzia dei patronati che ora sono in crisi di identità e di finanziamenti".
"A questo è connesso - aggiunge - il problema legato all'informazione: spesso nessuno sa indicare alla persona con esattezza il percorso da seguire per potersi vedere realmente tutelati nel rientro al lavoro, che si trova così a doversi orientare in una selva di procedure, moduli, richieste, autorizzazioni, norme confuse, informazioni inaccessibili". Dunque, sottolinea, "aprire un confronto operativo e concreto con Inps per riclassificare la malattia: temporanea, grave, permanente e legarla a un riconoscimento di sostegno adeguato". (segue)
LAVORO: UNA ROAD MAP PER QUELLO DURANTE E DOPO IL CANCRO =
(Adnkronos/Labitalia) - Importante anche, rimarca SERVIDORI, "ordinare la stratificazione normativa in materia ispirandoci alle linee guida Ue e dell'internazionale Word Cancer" e "incentivare economicamente percorsi di informazione eformazione aziendale relativamente alla corretta gestione dell'impresa nel caso di lavoratori malati di cancro o di dipendenti che hanno in carico famigliare tali pazienti".
Per il sostegno delle persone affette da patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti, dice Servidori, occorre "una rete di solidarietà e di sussidiarietà tra associazioni attive sul territorio", "lasciando da una parte le sovranità della conoscenza della relazione esclusiva di ciascuno ma unendo e cedendo l'un per l'altro la competenza, mettendo a sistema i valori, la generosità, l'operosità,la concretezza, la capacità di innovare ed essere un modello culturale di accoglienza".
Al convegno hanno portato la loro testimonianza le 20 associazioni di volontariato promotrici della Rete 'Noi Tutti Contro Il Cancro': Noi tutti per Bologna (Carla Facchini), Tutte per Italia (Fiorella Fiore), Lill (Chiara Giovannucci Orlandi), Fondazione Ant (Marco Marinaccio), S. Komen Italia (Giustiniana Vecchiotti ), Lilt (Domenico Francesco Rivelli), Gli Onconauti: (Stefano Giordani ), Centro Studi Unimore (Barbara Maiani), Europa donna (Luigia Tauro), Loto Onlus (Sandra Balboni), Istituto B. Ramazzini (Fiorella Belpoggi), Ageop (Giada Oliva), Obiettivo lavoro (Marco Maggi), Ail (Claudia Caroselli), Croce Rossa Italiana (Maurizio Marabini), Go for.life (Lucia Polpatelli).AIRC lazio Dott.Natali

(segue)  SERVIDORI 

LAVORO: UNA ROAD MAP PER QUELLO DURANTE E DOPO IL CANCRO (3) =
(Adnkronos/Labitalia) - "Il volontariato è un esercito che muove giovani anziani donne e uomini un valore positivo che deve essere riconosciuto perché si prende cura, riorenta culturalmente, riordina ciò che si muove separatamente per muoversi insieme. Siamo in 20 associazioni e persone che ci occupiamo per professione o per passione diversamente di cancro e siamo consapevoli che unendoci ci aiutiamo e aiutiamo meglio", dice ancora Servidori. Uno dei primi a intervenire sul diritto dei lavoratori e delle lavoratrici affette da patologie oncologiche, ricorda Servidori, per trasformare il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, fu nel 2000 Marco Biagi nel suo Libro bianco. Poi, nel 2008 ci furono le linee guida per un Codice contro il cancro che l'Europa e poi anche la contrattazione si è occupata molto del rapporto tra lavoro e malattie anche gravi. Oggi, osserva, "il Jobs act e le leggi di stabilità 2014 e 2015 hanno introdotto notevoli miglioramenti che bisogna conoscere e agire applicandoli concretamente". "Dalle esenzioni per patologie gravi dalla fasce di reperibilità, in vigore dal 16 gennaio 2016, all'estensione nel ddl lavoro autonomo dei congedi parentali, alla tutela per malattia e infortunio, al lavoro agile o smart working, al diritto al part time per lavoratori affetti da malattie gravi e ingravescenti", conclude

(Map/Adnkronos

TUTTE E TUTTI NOI CONTRO IL CANCRO

TUTTI E TUTTE NOI CONTRO IL CANCRO 

Commissione bicamerale di vigilanza Cassa Depositi e Prestiti -Roma

La sen. Anna Cinzia Bonfrisco- Presidente Commissione bicamerale di vigilanza Cassa Depositi e Prestiti è lieta di invitarLa alla

GIORNATA DI STUDIO

"CIÒ CHE POSSIAMO E DOBBIAMO SAPERE:  FARE INSIEME per combattere il CANCRO"

 

Una road map per i diritti e i doveri delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro famiglie: norme, informazioni, chi, dove, quando, come. Una rete di solidarietà  e di sussidiarietà  tra associazioni attive sul territorio  a sostegno delle persone affette da patologie oncologiche, invalidanti, ingravescenti, alla luce della legge 10 dicembre 2014, n. 183  e della legge 28 dicembre 2015, n. 208 e decreti attuativi

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19 aprile - ore 9:00 - 13:00 - Sala dell'Istituto di Santa Maria in Aquiro (ISMA)

Senato della Repubblica - Roma, Piazza Capranica 72

Apertura dei lavori: sen. Anna Cinzia Bonfrisco, Presidente Commissione bicamerale.

Saluti: on. Raffaella Mariani,Vice Presidente  Commissione Cassa depositi e prestiti 

 

Introduzione: Prof.ssa Alessandra Servidori,  Insieme è meglio. Il  nostro progetto  itinerante nasce dal territorio: una rete formidabile e concreta di associazioni per combattere il cancro. Le nostre proposte.

 

Intervento di saluto. Cancro: etica e politiche di accoglienza, p Augusto Chendi, M.I. Sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute.

 

Interventi Associazioni promotrici NOI TUTTI Contro Il Cancro: Prof.sa Carla.Facchini Noi tutti per Bologna, Prof.sa Fiorella Fiore Tutte per Italia, Prof.sa Chiara Giovannucci Orlandi Lill, Dott. Marco Marinaccio Fondazione ANT,  Prof.sa Carla Faralli S. Komen Italia,Prof. Domenico Francesco Rivelli Lilt, Dott.Stefano Giordani  Gli Onconauti, Prof.sa Barbara Maiani Centro Studi Unimore, Dott.sa Luigia Tauro Europa donna,Dott.sa Sandra Balboni  Loto Onlus,  Dott.sa  Fiorella Belpoggi Istituto B. Ramazzini, Dott.sa Giada Oliva A.G.E.O.P,   Dott.Marco Maggi Obiettivo lavoro, Dott.sa Claudia Caroselli AIL , Dott. Maurizio Marabini Croce Rossa Italiana- Dott.sa Lucia Polpatelli-G.O.for.life-                                               

12,30          Riflessioni Conclusive

SI e perché SI perché mi interessa

ALESSANDRA SERVIDORI    15 APRILE 2016                             SI e perché SI perché mi interessa

Mi preoccupo che la gente sappia. Così riassumo il quesito sulle trivelle e poi esprimo la mia opinione. Libera.

(17 aprile 2016) Referendum sulle trivellazioni in mare entro 12 miglia marine (17 aprile 2016) -Oggetto: Divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per i titoli abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vita utile del giacimento. Da cristiana e da persona comunque  con un minimo di buonsenso credo opportuno esercitare il mio diritto di espressione e di voto. Poi non c’è dubbio c’è  la preoccupazione per la salute dell’ambiente e cresce la tensione verso una cura del creato più autentica soprattutto perché sono convinta che abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli e nipoti i un mondo della natura il più pulito possibile. Sono altresì convinta che uno stile di vita  di ognuno di noi e della comunità che abbiamo avuto in dono  sobrio e con uno sviluppo sufficientemente  sostenibile, ha necessariamente bisogno  di metodi che rispettino il mare e la terra dall’inquinamento del petrolio, degli oli vari, combustibili fossili ecc. La difesa dell’acqua e del mare del bene comune impone una partecipazione e una responsabilità civica . La salvezza dell’ambiente , della bellezza naturale del paesaggio e della qualità della vita è un impegno doveroso verso il futuro delle donne e degli uomini che abiteranno il nostro pianeta. Dopo di noi, perché NON tutto finisce quando torniamo alla madre terra e del potere bulimico del danaro, sotto terra non ce ne facciamo più nulla. È importante recarsi a votare, per non sciupare questa occasione di partecipazione democratica su un tema di primaria importanza come quello energetico e ambientale , per il lavoro, la salute,  anche sicuramente per la vocazione turistica del Paese. Io desidero personalmente  contribuire a riavviare un dibattito sull’esigenza di pensare ad un modello energetico pulito, basato sulle energie rinnovabili ,riconoscendo che le quantità di gas e petrolio che estraiamo nei nostri mari sono esigue rispetto al fabbisogno nazionale, mentre, e questo è dimostrato,le attività estrattive sono inquinanti, con impatti sull’ambiente e sull’ecosistema marino, con danni al turismo, alla fauna e all’attività di pesca. Inoltre,  sempre sui dati e non sulle sensazioni vero è  che eventuali incidenti avrebbero effetti disastrosi, dato che il Mediterraneo è chiuso, e dal 1977 al 2010 si sono già verificati 132 incidenti, in 52 dei quali c’è stata dispersione del carico (312.000 tonnellate di petrolio in mare). Attualmente le risorse italiane verificate ammontano a 84,8 milioni di tonnellate di petrolio e 53.713 milioni di metri cubi di gas naturale. I pozzi in attività sono 886. In Adriatico abbiamo conoscenza di cosa può succedere attraverso l’elaborazione di modelli matematici che si applicano con  affidabilità. L’area adriatica è abbastanza ricca e in mare i giacimenti si trovano a una profondità tra i 1.000 e i 1.500 metri. Il gas è contenuto nei pori di una roccia molto dura che viene bucata e si succhia. L’effetto è quello di una spugna rigida: quindi, estraendo, la roccia si compatta e si realizza una deformazione che arriva alla superficie,ma i residui e i detriti  dell’estrazione,una volta caricati su delle motonavi,ammesso che la sabbia smossa non inquini, non si sa dove finiscono . Il fenomeno è insignificante se il suolo cala di 10 centimetri in mare aperto, perché produce un impatto minimo, ma se si verifica accanto alla costa il risultato è ben diverso: un abbassamento di 10 centimetri a sottomarina significa perdere un chilometro e mezzo di spiaggia. Dunque si deve considerare la vulnerabilità del territorio per prevedere quale sarà l’impatto e dunque poi decidere quando e dove trivellare. È possibile  poi che l’attività nel sottosuolo sia causa di terremoti perché gli studi hanno rilevato un collegamento e in genere si tratta di microsismi di 1- 1,5 gradi e la  trivellazione raggiunge i mille, millecinquecento metri di profondità  ed è comunque accertato  che un sisma indotto dalle trivellazioni  arriva comunque a propagarsi fino a 300 metri,creando   onde e danni susseguenti.Sono nove i consigli regionali che hanno proposto i quesiti referendari: Basilicata (capofila), Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto. In origine i quesiti erano sei e cinque sono stati superati dai provvedimenti compresi nell’ultima legge di stabilità. Poi abbiamo la memoria corta : alla Cop 21 di Parigi l’Italia si è impegnata a contenere il riscaldamento e ad abbandonare le fonti fossili, mentre nega che vi siano ripercussioni occupazionali, in quanto in caso di vittoria del Sì verrebbe meno solo la possibilità di proroga delle concessioni, alcune delle quali scadono tra 20 anni, ma non si avrebbe la cessazione immediata delle estrazioni e comunque NON siamo in grado di prevedere i danni della corrosione degli impianti. Un disinteresse che pesa sulla democraticità dell’intero processo. Vi sono poi altre questioni che NON vanno sottovalutate : siamo evidentemente  dinnanzi a un esempio di conflitto di competenze tra autonomie locali e Governo centrale, a  conferma eclatante  della  confusione creata dalla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 che continuerà anche a procurare danni irreparabili con la confusione della perdurante riforma che ci vogliono far digerire. Un secondo problema è il dato  di disaffezione delle e degli italiani  in una fase storica del nostro Paese in cui come cittadini tendiamo a una crescente estraneità verso le istituzioni democratiche, conseguente alla convinzione che la nostra opinione sia sostanzialmente irrilevante e che il nostro voto, anche referendario, serva a poco. Io come cittadina pretendo  di scegliere consapevolmente come partecipare  e trovo riprovevole  la non consapevolezza e responsabilità, perché è uno strumento di esercizio della nostra cittadinanza. E perché mi interrogo, se pur informata dei fatti, sulla nostra dipendenza dall’estero per gli idrocarburi, la riduzione degli investimenti, i possibili tagli sulla sicurezza. Verso quale futuro portiamo ai nostri figli e nipoti ? Questo è il mare nostro,la terra nostra, questa è la nostra patria  : non accetto  l’opportunità e la giustezza di decisioni che sono  assunte dall’alto in nome di interessi superiori tutti da verificare e valutare. In Italia manca la capacità di coinvolgere le persone e di stare insieme non per ‘contarci’, ma per capire, riusciamo in Italia a non risolvere i problemi solo dividendoci tra favorevoli e contrari,  i conflitti sono la spia di un malessere a vari livelli ,e la politica dovrebbe avere la capacità di sintesi degli interessi per il bene comune e non di pochi.

 

 

 

Depenalizzazione e mercato del lavoro.Cosa succede

 ALESSANDRA SERVIDORI   Dal Blog www.formiche.net  Depenalizzazione e mercato del lavoro.Cosa succede

Ceslar, Centro Studi e riforme del Dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia approfondisce con tutto il gruppo dirigente dell’Attività ispettiva del Ministero del lavoro e politiche sociali, Inail, Inps e alcuni giuslavoristi il nuovo assetto dell’Ispettorato nazionale del lavoro il ruolo dei controlli nel mutato assetto del mercato del lavoro dopo le più recenti modifiche del jobs act, delle norme, della legge di Stabilità e della depenalizzazione. L’analisi congiunta tra addetti ai lavori del recente dlgs 8/2016 e delle successive circolari del Ministero ci porta a discutere dei cambiamenti che attengono al mercato del lavoro di cui preoccupano non poco l’applicazione delle norme della legge in parola, che principalmente modifica le depenalizzazioni delle esternalizzazioni, la previdenza, il mercato del lavoro. Ci preme soprattutto evidenziare quanto l’intervento del Ministero della giustizia in materia di politiche del lavoro, non abbia tenuto in debito conto le difficoltà che questi provvedimenti riguarderanno le politiche del lavoro. Il pacchetto depenalizzazioni approvato con D.Lgs. 15 gennaio 2016 n. 7 recante “Disposizioni in materia di abrogazione di reati e introduzione di illeciti con sanzioni pecuniarie civili” e D.Lgs. 15 gennaio 2016 n. 8 recante “Disposizioni in materia di depenalizzazione”, in attuazione della legge 28 aprile 2014, n. 67, interviene in modo incisivo su un vasto panorama di fattispecie penalmente rilevanti concernenti il mondo del lavoro, producendone la degradazione da illecito penale in illecito amministrativo ed apportando importanti modifiche in ordine al regime sanzionatorio. In merito alcuni reati prevedono d’ora in poi solo la multa e l’ammenda che diventando semplici illeciti, compresa le ritenute a carico del datore di lavoro.

Ancora: particolare attenzione merita la depenalizzazione riferita al fenomeno “interpositorio” nell’impiego di manodopera e sappiamo bene che le esternalizzazioni delle attività hanno sempre trovato le proprie ragioni nella esigenza, da parte delle imprese, di gestire con maggiore flessibilità il rapporto domanda-offerta di lavoro. Niente oneri amministrativo-gestionali, assunzioni dimensionate in funzione all’andamento dell’attività, organico aziendale sotto-controllo e sottodimensionato, ecc. Il problema ovviamente è legato alle esternalizzazioni illecite e al ricorso a soggetti che forniscono la manodopera a basso costo. Vero è che l’ammenda era prevista anche prima per chi non seguisse le regole delle intermediazioni legali,ma interveniva la prescrizione per cui si impartiva l’ordine all’utilizzatore e al somministratore di interrompere la condotta illecita, pagando la sanzione e se non ottemperava interveniva il processo penale. Ora il pericolo vero e proprio è quello che la sanzione da pagare è esigua e se il trasgressore non ottempera si agirà al massimo sul suo patrimonio. Ma comunque si passerà dall’intasamento dei tribunali penali a quelli amministrativi poiché chi può pagare continuerà a pagare la multa ma continuerà anche ad avere un comportamento illecito in quanto il ricorso al diritto penale determina la cessazione materiale della condotta illecita poiché interviene sul soggetto che la pone in essere.

In buona sostanza di significativa rilevanza, anche per i ricorrenti profili di pratica applicazione, è l’intervento sul reato di omesso versamento delle ritenute Inps previdenziali ed assistenziali, prevedendo nella sua nuova formulazione – entrata in vigore- che l’omesso versamento delle ritenute per un importo superiore a euro 10.000 annui, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a euro 1.032.Però se l’importo omesso non è superiore a euro 10.000 annui, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 10.000 a euro 50.000. Il datore di lavoro non è punibile, né assoggettabile alla sanzione amministrativa, quando provvede al versamento delle ritenute entro tre mesi dalla contestazione o dalla notifica dell’avvenuto accertamento della violazione.

Per non farci mancare nulla poi , il legislatore distingue due regimi sanzionatori in ragione del tempus commissi delicti: quello applicabile agli illeciti commessi antecedentemente 2 all’entrata in vigore del Decreto in esame (prima del 6 febbraio 2016); quello applicabile agli illeciti commessi successivamente a tale data. Per espressa previsione del provvedimento (art. 8 del Decreto in commento) ed in ossequio al principio giuspenalistico del favor rei, in base al quale nessuno può essere assoggettato a sanzione per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce più una violazione punibile, la norma di cui si discorre troverà applicazione – con conseguente irrogazione delle sanzioni amministrative – anche alle violazioni antecedentemente commesse e, quindi, ai relativi processi in corso che alla data di sua entrata in vigore non siano ancora giunti a sentenza o definiti con decreto divenuti irrevocabili. Dunque la gestione è molto complicata e sicuramente a seguito della novella legislativa si configurano due diverse fattispecie di illecito,una di natura penale, l’altra di carattere amministrativo. Sarà molto molto complicato poter agire sul controllo sui datori di lavoro sia sul ricorso alle intermediazioni sia sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti,nonché sui compensi dei titolari di contratti di collaborazione coordinata continuativa iscritti alla gestione separata. L’emanazione dei decreti attuativi pone comunque problemi su nuovi profili che le disposizioni di recente entrata in vigore potranno porre, a cominciare dalla valutazione del mancato rispetto del termine per la trasmissione degli atti dall’autorità giudiziaria a quella amministrativa per le condotte rientranti nel regime intertemporale, termine la cui natura ordinatoria o perentoria non è specificato, al pari delle conseguenze connesse alla sua eventuale violazione.

Federica guidi : politica e potere economico

Alessandra Servidori                      Federica Guidi la politica e il potere economico

In queste giornate di volgare  ma inevitabile irriverenza contro un Governo assalito per varie vicende a noi note, la mia attenzione va alla Dott.sa Federica Guidi, prendendo le distanze dalla rappresentazione di vittima sentimentale della situazione in cui si è trovata e colpendo anche la persona/donna sottoponendola ad una ridicola difesa al sentimentalismo femminile. Vero è che le intercettazioni sul caso di specie hanno fatto scoppiare la pentola a pressione di un malcontento che sarà inevitabilmente devastante per noi italiani. Sono  convinta,per esperienza diretta nel aver  frequentato a lungo le anticamere dei sottopancia dei potenti per dare idee tecniche “…ci prepari  professoressa una paginetta tecnica su possibili proposte di politiche del welfare” ,che raramente sono state poi prese seriamente in considerazione,che chiunque abbia un minimo di intelligenza sia colpito dalle perplessità classiche  su  che consentire  costituzionalmente riguardo i «limiti al potere politico e all'onnipotenza del legislatore» in uno stato di diritto il quale, ponendole come limiti interni «allo stesso sistema giuridico», ha «introiettato in una certa misura il vecchio diritto naturale, privandolo sotto questo aspetto della sua ragione d'essere», poichè appaiono pertinenti anche al problema della corruzione politica. Infatti, l'eclisse del diritto naturale come costellazione di riferimento per la legislazione ha in qualche modo favorito il diffondersi di quella credenza nell'onnipotenza del legislatore e della classe politica che, in modo più o meno consapevole, è alla base della ‘teoria politica e giuridica’. Analizzando la situazione di Federica Guidi che conosco e alla quale va comunque la mia solidarietà umana ma non politica,  con una certa dose di cinismo e lucidità, è spontaneo osservare che lei  si è limitata  a giustificare il proprio comportamento facendo riferimento ad una concezione dei limiti del potere politico largamente condivisa la quale, per l'appunto, è la logica conseguenza della mancanza dei limiti alla legislazione propria del sistema democratico che non riconosce altro diritto oltre a quello che promana dalle decisioni della maggioranza. In termini più  espliciti  si cerca da parte di Renzi ma anche di altri prima di lui, di  muoversi  dalla credenza che l'intervento dello stato sia necessario per trovare una soluzione razionale e giusta a problemi che la libera dinamica sociale non consente di risolvere per il prevalere degli interessi individuali, e contemporaneamente credere che tali problemi possano  essere risolti da una classe politica ipotizzata come non soggetta alle medesime passioni. Ma questa teoria raccontata più volte ma osteggiata ovviamente da chi liberale e democratico  si oppone allo stato interventista–oggi si evidenzia nel fatto  che gran parte di tali interventi sono  finalizzati alla possibilità di trarne vantaggi illeciti, e che la procedura democratica per l'assegnazione del potere non garantisce  affatto sulla sua trasparenza, bontà e benevolenza. In buona sostanza , per quanto sia un imperativo morale irrinunciabile, è e sarà sempre più difficile sperare che la corruzione possa essere completamente eliminata dalla vita politica, e che nelle scelte dei governanti non interferiscano considerazioni di carattere elettorale. Ciò che invece è realistico  pretendere  è di evitare che tali scelte vengano compiute sulla base di un calcolo economico avente per oggetto i vantaggi in termini di introiti illeciti per i singoli o per i partiti. E  per avere qualche possibilità di conseguire questi risultati, oltre al super Cantone che sta cercando di mettere in fila i danni e ridurli, ad una riformulazione delle norme relative agli appalti, alla gestione degli enti pubblici, e al controllo dell'operato del personale a ciò preposto, occorre soprattutto chiedersi quali modelli di regime politico siano maggiormente esposti al pericolo della corruzione, e quali offrano le maggiori possibilità di controllare gli abusi di chi detiene il potere. E' per questo che le tradizionali apprensioni della  politica liberale sulle conseguenze indesiderate connesse all'estensione delle attribuzioni dello stato sono quanto mai attuali, come pure essenziale è che a fissare i limiti della sua attività non siano gli stessi politici. Ma per far questo, più che discutere sul modo in cui selezionare e scegliere i migliori governanti e affidare loro il potere  augurandoci  che non ne abusino come è stato fatto, è importante elaborare delle istituzioni che impediscano, anche ai cattivi governanti, di provocare danni irreparabili. Quanto a Federica Guidi e alle sue affermazioni e confidenze telefoniche  che l’hanno massacrata ,quando ha accettato l’incarico sapeva bene  in che situazione si andava a trovare  per la delicatezza del dicastero a lei assegnato .Ma il potere dà alla testa e di uomini e donne  che ne hanno annusato l’odore e hanno assunto la bulimica arroganza come compagna abiurando il buonsenso, ne ho conosciute tante. Devastante.

OPERE DI BENE NON SOLO PER GLI STUDENTI DI HARVARD

Alessandra Servidori

Una  notizia fa sempre bene soprattutto quando coinvolge la speranza di vita buona. L’area ex EXPO anziché essere adibita a recinto per immigrati come pareva essere dato per certo, pare ospiterà il Polo intelligente artificiale e delle soluzioni cognitive applicate alla sanità,incardinato sul super sviluppo di un computer. Peccato che lo abbiano saputo prima gli americani di noi italiani e questa notizia data agli studenti di Harvard durante  un incontro di Renzi nella prestigiosa Università statunitense ,mortifica un po’ la sovranità( in disgrazia) del nostro Paese. Ma come è potuto accadere che un Presidente del Consiglio si preoccupi più del consenso degli USA “per impavonirsi uleriormente” ?. Solo dalle parole forti e chiare del capo della IBM –Ginni Rometty riportate sui media italiani e in seconda battuta-veniamo a sapere che il colosso americano valorizzando finalmente il genio dei nostri ricercatori in materia sanitaria, investirà 150 milioni di dollari  per intraprendere un cammino di eccellenze per un polo di innovazione sanitaria soprattutto in campo oncologico. Sviluppando la tecnologia del super computer Watson che in Europa ha già dato prova di straordinaria efficienza a Monaco di Baviera. E Milano ospitando il San Raffaele e Humanitas  si presta a questo incardinamento europeo  che come afferma Eric Clementi IBME Europa e Enrico Cereda  IBM Italia  aiuterà i nostri medici e giovani ricercatori soprattutto a valorizzare il nostro talentuoso gruppo di studiosi. E non dimentichiamoci che anche Bologna con la Fondazione Seragnoli   e il S.Orsola con il reparto super trapianti (solo nelle ultime 24 ore ha salvato 8 vite umane) del Prof.Pinna  e degli operatori sanitari e grazie alla cultura della donazione ,hanno  un centro di  primato che si deve valorizzare. Includere dunque non escludere perché sappiamo bene che in America prevale la logica del merito e non del baronato, difetto di cui  purtroppo il nostro paese in campo Universitario e medico è affetto. Non dimentichiamo che grandi chirurghi hanno studiato negli States  e poi hanno avuto il coraggio di riportare la loro opera a disposizione del nostro paese, dove soprattutto nel campo oncologico ancora troppe poche risorse sono destinate alla ricerca e alla cura della malattia più devastante. Sarà anche un aiuto alle nostre imprese per investire in responsabilità sociale? Verrà finalmente concretamente realizzata quella sussidiarietà tra pubblico e privato che da tanto invochiamo anche come opportunità di sviluppo e rinascita del nostra Italia? Dipenderà  anche dal coinvolgimento virtuoso dei così detti corpi intermedi (associazioni, volontariato,persone dedite al bene comune,ecc)  ora troppo esclusi ,ridare fiato al senso di condivisione di un Paese che ha bisogno di forze vive e attive  per riprendere fiducia in un futuro non solo personalistico ma di una politica del e con il popolo sovrano. 

NON RASSEGNAMOCI

ALESSANDRA SERVIDORI – NON RASSEGNAMOCI

Come facciamo a continuare a negare o a rimuovere il terrorismo jihaidista che sta colpendo l’Europa? Non sono terroristi isolati  e tutto l’’Occidente ha sottovalutato la minaccia dell’Isis, la sua capacità di proselitismo e la radicalizzazione dei giovani musulmani in Europa. Il nostro Governo non ha preso  sul serio gli allarmi che da tempo  mettevano  in guardia dalla pericolosità di questo fenomeno assassino, per molti aspetti nuovo. Noi ,almeno nei confronti dei nostri figli e nipoti  dobbiamo affrontare  questa nuova forma di totalitarismo che si muove nella globalizzazione e spiegare perché è destinata a fare sempre più seguaci tra le nuove generazioni nei nostri Paesi e nel tremore,tardivo,nonché  silenzio assordante dei Governi occidentali. Dobbiamo parlare con i nostri giovani e approfondire cosa sta succedendo perché sappiano difendersi e rilanciare un progetto di sviluppo e di crescita della società. E’ diversa questa guerra contro di noi:  non ha niente di uguale ai fenomeni della fine del ’900 e di questi ultimi anni. Questa è potente destabilizzazione: vuole, cioè, creare con gli attentati e le esecuzioni la paura assoluta, la globalizzazione dell’orrore che metta a sua volta in moto un sistema di sicurezza così imponente e ossessivo da creare un’ansia sul piano mondiale. E’ un unico grande movimento che va dalle Filippine all’Africa e  ora è evidente vogliono islamizzare l’Europa attraverso i giovani reclutati per distruggere l’Occidente. E attenzione : non domandiamoci perché le comunità islamiche non scendono in piazza contro il terrorismo, perché le stesse ammirano i guerrieri di Allah,perché la loro cultura è figlia di questo integralismo religioso. Le plurime versioni ridicole e offensive sulla morte disumana di Giulio Regeni  ancora una volta portate come una croce dai genitori, il sequestro oltraggioso dei due Marò e la sofferenza di intere famiglie gridano vendetta e reazione forte e chiara. Ma che razza di Governo è questo? Ma che razza di impotenza stiamo dimostrando ? Ma una Farnesina presa per il naso si è mai avuta nella storia del nostro Paese? Ma veramente  l’Egitto e l’India poiché nostri partners storici commerciali possono calpestare la nostra sovranità nazionale? E’ tradimento e abbandono dei nostri ragazzi in mani nemiche.  E’ la totale evidenza della nostra marginalità e della nostra codardia mediterranea in una situazione in cui le potenze nucleari (India) gli interessi economici (  Egitto e India)  con commesse, accordi, contratti eccc. ci mettono in ginocchio. In una crisi economica così grave che non cenna a migliorare, il Jiadismo prolifera tra i giovani e tra chi vede nell’economia occidentale il nemico. Sono per esempio  i  giovani  del tutto integrati , che si avvicinano, grazie alla Rete anche attraverso internet , alla cultura fondamentalista; cadono nella trappola (?) e diventano seguaci di una logica eversiva. Sono uomini e donne che sentono la mancanza di grandi ideologie e la fine delle utopie collettive e l’Islam politico appare loro ,nel vuoto esistente, come una grande speranza. L’ISLAM è contro tutte le democrazie occidentali considerate sporche e impure da annientare attraverso la costituzione di un strutturato califfato statale. La verità è che ogni democrazia si costruisce e fonda sul rispetto e sulla reciprocità e non sulla conquista violenta e sanguinaria e sulla sottomissione. Abbiamo bisogno di un Governo capace di una lungimirante strategia di ri/costruzione di una patria non ubbidiente di un movimento pseudo” nazionalpopolare” in balia di una cultura improvvisata di sopravvivenza. Abbiamo bisogno, e per questo ognuno deve fare far sentire la propria voce autorevole e non autoritaria, di un progetto per il nostro Paese economico e sociale e come diceva un grande Bobbio : “L’unico modo di intendersi quando si parla di democrazia, in quanto contrapposta a tutte le forme di governo autocratico, è di considerarla caratterizzata da un insieme di regole, primarie o fondamentali, che stabiliscono chi è autorizzato a prendere le decisioni collettive e con quali procedure”. Come afferma Sabino Cassese lo Stato Italiano non si è emancipato: “La distanza che separa il cittadino dalle istituzioni è clamorosamente evidente: sullo sfondo  c’è quella diffidenza reciproca che resta uno dei fenomeni più irritanti e persistenti della nostra vita collettiva. «Porosità dello Stato, sua natura intrinsecamente corporativa, sua incapacità di rendersi autonomo rispetto agli interessi costituiti, quelli economici e quelli elettorali, penetrazione di questi ultimi nella macchina statale: questo è il... tratto caratteristico dei poteri pubblici in Italia». Dunque opponiamoci con vigore alla resistenza di qualsiasi slancio riformistico  e soprattutto non rassegniamoci perché la speranza la si costruisce insieme. Ne va del futuro dell’Italia

Pasqua di Resurrezione del POPOLO ITALIANO

Alessandra Servidori

Quando ci fu la strage di  bambini a Beslam   in Ossezia nel 2004  lanciammo la proposta di  accendere   una candela alla finestra in ricordo di quegli angeli  innocenti trucidati  e l’Italia si illuminò come reazione e compassione. Tanti anni sono passati e il terrorismo colpisce sanguinario più che mai in tutto il mondo. Ancora oggi le madri di Beslan   lottano  per far luce sull'opacità operativa della cellula di crisi, sulla responsabilità delle  esplosioni che fecero scattare il blitz delle forze speciali russe, sulla presunta fuga di alcuni componenti del commando ceceno e sulla totale disorganizzazione nei soccorsi. Ma Bruxelles è l’ultima , da Madrid a Londra, da Copenaghen a Parigi , sono già tante le capitali europee nelle cronache del terrore che l'estremismo islamico ha scritto col sangue negli ultimi anni sul Vecchio continente. E non basta lanciare palloncini bianchi, scrivere la parola Pace sui muri, posare  fiori sui luoghi colpiti dalla furia di un islam armato che non sarà mai moderato. Avevano ragione non solo Oriana Fallaci, e il cardinale Giacomo Biffi : entrambi hanno lasciato memorie indistruttibili a noi per NON rimuovere l’assalto e per farci capire,premonitori allora, come si sarebbe frantumato il nostro vivere lieve. Noi non possiamo e non dobbiamo non assumerci la responsabilità di un buonismo peloso che con codardia  si presta alla sottomissione. Siamo in guerra e il nemico è il sedicente  Stato islamico  ideologico e carnefice, ora incardinato nel cuore dell’Europa, che  ci sta massacrando. Sono  nati e vissuti qui e non ci sono né pentiti  né collaboratori ma solo messaggeri e guerrieri  di morte. Serve una forza politica occidentale  una diplomazia militare strategica e sussidiaria che non predichi ma che agisca e subito. Essere consapevoli tutti e subito  perchè non c’è più tempo , perche’ l’Europa è  sorella di Israele e di Tripoli e dell’Iran e della Siria  inginocchiati e colpiti dall’intolleranza e dalla bulimia del potere stragista. Dalla Russia non ci possiamo aspettare solo “amore” così come dall’America  i fallimentari “Yes We Can”.Già ebbi a ricordare su queste pagine il nostro demenziale nichilismo quando nel Trattato  di Lisbona abiurammo consapevoli  le nostre radici cristiane inaugurando così una stagione di vanesie eredità culturali e religiose spalancando ad una non definità identità l’Europa ,” patchwork” di stati non più anche cristiani. Non mi sottometto alla religione musulmana né oggi né mai e non intendo arrendermi  di fronte alla disintegrazione che i difensori ad oltranza del multiculturalismo stanno compiendo dei nostri valori e non mi rassegno a sopportare  questo estremismo introdotto sui banchi di scuola. In questa situazione al popolo italiano non basta dirgli che “non dobbiamo cambiare le nostre abitudini”  e intervistare il capo dei servizi segreti italiani che tenta di spiegare in burocratese o il giovane toscano che dà una veste di presidio a Palazzo Chigi. Dobbiamo essere consapevoli che proprio perché  troppi i  segreti,non c’è una adeguata collaborazione e informazione, non c’è fiducia reciproca e il terrorismo si sviluppa nel liquame  di una mancanza di cooperazione  multilaterale che è rimasta come promessa ma mai attuata sia in Italia che in Europa. Non è solo la misericordia che contrasta il male dei califfati  e degli assassini :perché la nostra sicurezza non è certa se non prendiamo posizione  e azione contro l’Isis   perché  non vale l’ossimoro  “se noi non partecipiamo non ci attaccano”.Perchè la paura e il disorientamento di un popolo occidentale che è attaccato e che sta per essere attaccato sta nella ambiguità dei  comportamenti :  assumiamoci con coraggio la nostra responsabilità,perché la Pasqua della Resurrezione è anche quella di un popolo che guarda in faccia la realtà e difende la sua tradizione anche affrontando un conflitto che non sarà breve.     

GLI INGHIPPI DELL'ITALICUM

ALESSANDRA SERVIDORI -GLI INGHIPPI DEL BRUTTO ITALICUM 21 marzo 2016 www.formiche.com 

Dunque, coloro che, in vario modo, come chi scrive, hanno sollevato perplessità e dubbi sul testo dell’Italicum, non possono che essere ragionevolmente soddisfatti per la pronuncia del tribunale di Messina. Infatti, il 17 febbraio 2016, quell’Assise ha accolto ricorsi di grande importanza. Nel novembre 2015, alcuni cittadini hanno presentato un ricorso affinché venga dichiarato il loro diritto soggettivo di elettorato, così come previsto e garantito dalle disposizioni costituzionali. L’assise di Messina ha preso così in considerazione alcune questioni di costituzionalità riguardanti la legge elettorale in vigore, dichiarandole “rilevanti” e “non manifestamente infondate” e ha così disposto l’ordinanza di trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. Infatti, sono state accolte le questioni di maggiore importanza: il premio di maggioranza previsto congiuntamente alla soglia di accesso alla rappresentanza; la mancanza di soglia minima per accedere al ballottaggio; i capolista bloccati e pluricandidati.

Dunque su di esse si pronuncerà ora la Corte Costituzionale. Noi ci limitiamo a osservare e leggere sia il testo del ricorso, sia il testo dell’ordinanza, senza presunzione di completezza. Umilmente si evince senza dubbi interpretativi in eccesso che il tribunale di Messina ha, con equilibrio, rappresentato le questioni preliminari sulla composizione collegiale del Tribunale: l’ammissibilità dell’azione proposta al di fuori di una determinata consultazione elettorale, la rilevanza dell’insieme delle questioni prospettate nell’ambito del giudizio di filtro affidato al giudice ordinario per l’accesso alla giurisdizione della Corte Costituzionale. Noi aggiungiamo, a supporto delle nostre riflessioni più volte segnalate come lesive dei caratteri costituzionali, la vis ipermaggioritaria e dirigistica dell’Italicum. Come noto, questa legge disciplina l’elezione della Camera dei Deputati e ha condizionato, e condiziona, prepotentemente la stessa discussione sulla riforma riguardante, in particolare, l’abolizione del Senato come camera politica. Temendo che dal cumulo di queste due riforme derivi una brutale semplificazione della nostra vita democratica, la questione si fa più stridente. Infatti risulta lesiva anche dell’intelligenza degli italiani elettori perché la composizione di un Senato nominato, è ridicola fotocopia della Conferenza Stato Regioni, per non parlare del premio di maggioranza che rende sottomesso il popolo italiano ad un regime.

In buona sostanza  un giudizio così autorevole e stringente sulla legge elettorale del tribunale siciliano, garantisce la cittadinanza da possibili lesioni della Costituzione e, nello stesso tempo, potrà ricondurre, attraverso la sentenza della Corte, la discussione sulla riforma costituzionale nei suoi propri termini, prima del frettoloso e annunciato Referendum costituzionale.

SIAMO FIERE DI ESSERE ITALIANE

AlessandraServidori     Quando siamo fiere di noi italiane  21 marzo 2016

Il Consiglio d’Europa ha respinto  in Commissione la Risoluzione sull’utero in affitto presentata dalla deputata belga Petra de Sutter. Decisivi i due voti della delegazione italiana ,una vittoria davvero da festeggiare. Era dato per scontato che la risoluzione sarebbe passata, invece hanno fatto la differenza  i due  voti italiani che hanno consentito di respingerla. È stato un vero lavoro di “squadra” nazionale ed europea: insieme al movimento internazionale per l'abolizione della gravidanza surrogata  siamo riuscite, dalla Francia alla Germania, dall’Austria all’Italia, a sensibilizzare i componenti della Commissione e dimostrare che quando c’è partecipazione e coinvolgimento anche nei livelli sovranazionali si riesce a far pesare la propria voce. Così abbiamo dimostrato che si può combattere per l’abolizione della surrogata e vincere. I votanti erano 30, è finita 16 voti a 14 proprio grazie alle due parlamentari italiane  e così l’Europa ribadisce il suo no alla pratica dell’utero in affitto,e il voto contrario del Consiglio d’Europa alla relazione che avrebbe riconosciuto agli stati membri dell’Unione il diritto di disciplinare, o vietare, la maternità surrogata a livello nazionale,dimostra che la comunità europea è ancora responsabile e civile. In Italia è vietata, ma nel mondo in cui viviamo l’altrove è nei “committenti” italiani che possono trovare in altri paesi una donna che “porti” un figlio per loro. Non possiamo accettare, solo perché la tecnica lo rende possibile, e in nome di presunti diritti individuali, che le donne tornino a essere oggetti a disposizione: non più del patriarca ma del mercato. Vogliamo che la maternità surrogata sia messa al bando. Con il voto Europeo , per la prima volta nella storia, la maternità incontra la libertà. Si può scegliere di essere o non essere madri. La maternità, scelta e non subìta, apre a un’idea più ricca della libertà e della stessa umanità: il percorso di vita che una donna e il suo futuro bambino compiono insieme è un’avventura umana straordinaria. I bambini non sono cose da vendere o da “donare”. Se vengono programmaticamente scissi dalla storia che li ha portati alla luce e che comunque è la loro, i bambini diventano merce.Sono  favorevoli al pieno riconoscimento dei diritti civili per omosessuali ed eterosessuali:  ma il desiderio di figli non può diventare un diritto da affermare a ogni costo.Il 15 marzo ho festeggiato così due volte : una per la nascita di Ettore,mio nipote, una per la vittoria europea che ha sconfitto,il tentativo di arrivare ad una regolamentazione internazionale della maternità surrogata, come sostenuto fortemente dalle lobby che premono per un allargamento della loro clientela anche nei paesi in cui è vietata, che rischia di ridisegnare nell’Occidente e nel mondo i confini futuri del concetto delle relazioni umane, sociali,etiche. Inoltre  costituirebbe un’ipoteca pesantissima per la libertà delle donne e violerebbe uno dei principi fondanti dell’Unione europea. Infatti, la “dignità umana” e “il divieto di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali fonte di lucro” richiamate nella Carta Fondamentale dei diritti dell’Unione europea. Nel vietare sul proprio territorio la maternità surrogata e nell’impegnarsi presso gli organismi internazionali per un’abolizione universale, l’Europa può rivelare al mondo il significato più profondo della sua missione di civiltà.

 

DRAGHI RENZI :L’ITALIA diritti e doveri di chi rappresenta chi.

Alessandra Servidori

DRAGHI  RENZI :L’ITALIA diritti e doveri di chi rappresenta chi.

L’ultima  decisione di Mario Draghi capo supremo della Banca  Centrale   Europea  per la prima volta nella storia della potente zarina monetaria   di  mettere il tasso ufficiale di sconto a ZERO e rendere così i tassi sui depositi delle banche presso la BCE  scesi a MENO ZERO VIRGOLA QUATTRO, ha posto qualche legittimo problema e dubbio. Ieri sera guardandomi un bel film su RAI Storia una bella frase di  Abraham Lincoln, “Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre.”mi è tornata utile per scrivere questa riflessione. Infatti il dubbio è che Il (QE) quantitative easing così come è concepito oggi è intrinsecamente deflativo,dopo neanche  tre mesi , la Banca centrale revisiona le sue aspettative del 90 % portando la previsione dal 1 % allo 0,1 % o addirittura in negativo come previsto per i prossimi mesi, ma come si fa a prevedere un’inflazione al 1 % per il 2016, senza tener conto di quello che sta accadendo al petrolio e alle altre materie prime? Tassi a zero, oltre 700 miliardi di liquidità immessa da marzo dello scorso anno e dell’inflazione nessuna .La riflessione della Banca dei regolamenti internazionali di Basilea ci illumina . Illustrando il rapporto trimestrale, il capo del dipartimento monetario  Borio avverte: “Quelli che vediamo potrebbero non essere fulmini isolati, ma i segnali di una tempesta vicina, che si sta preparando da tempo”. “Malgrado condizioni monetarie eccezionalmente espansive, la crescita nelle giurisdizioni più importanti è stata deludente e l’inflazione è rimasta bassa. Gli operatori di mercato ne hanno preso atto e la loro fiducia nei poteri curativi delle banche centrali forse per la prima volta vacilla. Anche i policy maker potrebbero forse cominciare a considerare questi fattori”. Il problema italiano è e rimane che  se il denaro che la banca centrale immette nel sistema non circola, ma viene usato dalle banche solo per sopravvivere o speculare, non c’è alcuna speranza di uscire da una deflazione da debiti. Insomma le banche che fanno prestiti all’economia ( imprese, famiglie per mutui,ecc)) verranno pagate per ricevere liquidità : quattro maxi prestiti  alle banche condizionati al livello dei crediti erogati e i finanziamenti partiranno a giugno 2016 e verranno pagati al tasso in vigore al momento dell’assegnazione che oggi è zero,ma potranno avere uno sconto a seconda dei prestiti che operano cioè arrivare a meno 0,40%  : la BCE PAGHERA’ dunque le Banche ma rimangono dei punti interrogativi enormi. Ma ammesso che anche solo  in pochi vogliono indebitarsi in mezzo ad una deflazione da debiti,  che garanzia c’è che le Banche non investano nel loro patrimonio e non nei prestiti alle imprese che ne hanno bisogno per salvarsi ,alle famiglie  ecc?Tutto ciò infatti non cambia la questione di fondo, ovvero che non ci sono garanzie che il prestito verrà restituito, in mezzo ad una depressione economica, in mezzo ad una evidente  deflazione salariale, in mezzo all’austerità imposta e ad una probabile quasi certa deflazione da debito. Il QE così come è impostato contribuisce a mantenere sul mercato realtà fallite, banche o imprese, che invece dovrebbero essere ristrutturate o lasciate fallire. E alle famiglie  che hanno dei mutui in sospeso e che rischiano di vedersi sequestrate le case dalle banche chi pensa?Una Banca d’Italia che non è più pubblica ma a maggioranza privata, quasi commissariata da un super Commissario Cantone che proprio ieri sera ha detto una grande verità : l’Italia ha bisogno di regole certe dalle “finte primarie” che sono private e non valide, ad una governance che chiami i cittadini a decidere del loro futuro .Sia economico che politico.  

NUOVO CODICE APPALTI e CONCESSIONI : attenzione a vecchi possibili inganni !

Alessandra Servidori 

NUOVO CODICE APPALTI e CONCESSIONI : attenzione a vecchi possibili inganni !

Uno dei cancri più evidenti che consumano il nostro Paese e che troviamo da Trieste a Palermo è rappresentato dal sistema degli appalti e delle concessioni, linfa vitale per la corruzione. Il TESTO del  NUOVO CODICE che recepisce le direttive appalti pubblici e concessioni (direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014) e ha riordinato la disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e contratti di concessione,sta transitando in Parlamento.Il Consiglio dei Ministri come previsto dalla legge n.11 del 28 gennaio 2016 ha varato un testo che prevede snellimento, semplificazione e riduzione delle norme,fissa i criteri della qualità dei progetti e delle stazioni appaltanti. Nel testo  si prevede che la governance delle linee guida di carattere generale sarà di competenza dell’ANAC (Autorità nazionale anti corruzione) e del MIT (Ministero delle infrasrutturee trasporti) con il coordinamento  e il monitoraggio di Palazzo Ghigi. Per la prima volta vengono normati per legge in modo organico: l’istituto delle concessioni di lavori, servizi e forniture e l’istituto del “Partenariato pubblico privato” (PPP) quale forma di sinergia tra poteri pubblici e privati per il finanziamento, la realizzazione o la gestione  per costruire delle infrastrutture o dei servizi pubblici, affinché l’amministrazione possa disporre di maggiori risorse e acquisire soluzioni innovative. Vero è che nel Testo che dovrà essere varato il 18 APRILE  si riducono i 660 articoli del vecchio Codice a 217 ed importante è  l’eliminazione del ricorso a procedure straordinarie,  con la quale si prevede il superamento della Legge Obiettivo riconducendo la pianificazione e la programmazione delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari allo sviluppo del Paese, agli strumenti ordinari quali il Piano generale dei trasporti e della logistica triennale e il Documento pluriennale di pianificazione (DPP), di cui al decreto legislativo n. 228 del 2011. Infatti le procedure straordinarie sono state abusate per l’assegnazione corrotte dei lavori in tanti casi di cui la cronaca nera ancora  ampiamente parla evidenziando il marchio di MAFIA,NDRANGHETA,CAMORRA. Finalmente il nuovo sistema prevede la qualità del progetto esecutivo a gara, delle stazioni appaltanti, degli operatori economici e delle gare, per le quali il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (che coniuga offerta economica e offerta tecnica), che in precedenza rappresentava solo una delle alternative a disposizione delle stazioni appaltanti, diviene il criterio di aggiudicazione preferenziale, nonché obbligatorio per i servizi sociali e di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica e per quei servizi in cui è fondamentale l’apporto di manodopera nei settori in cui prevale l’esigenza di qualità o di tutela dei lavoratori. Uno degli aspetti critici  però è quello della programmazione e progettazione dei servizi.  Si apprezza infatti  l’obbligatorietà per le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori di adottare il programma biennale degli acquisti di beni e servizi introdotta dall’art. 21  ma sulla progettazione dei servizi la normativa è ancora troppo lacunosa e superficiale. La relazione illustrativa non la menziona neppure e l’art. 23 la liquida con un solo comma di poche righe, senza alcuna specifica né sui contenuti minimi né sul profilo professionale dei redattori. Anche per quanto riguarda i criteri di aggiudicazione dell’appalto, regolati dall’art 95, vi sono dei  problemi perché se da una parte vi è la volontà di preferire il criterio del miglior rapporto qualità/prezzo nelle aggiudicazioni, in particolare per i servizi labour intensive, ma  il rischio – se non la certezza – dell’elusione della voluntas legis è altissimo. C’è bisogno di maggiore chiarezza e coerenza nelle norme per evitare che la considerazione per la qualità dell’offerta resti solo lettera morta. Ancora : il bando di gara e degli avvisi “volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato” (art. 50).  dello schema di decreto legislativo non è chiaro in ordine alla previsione delle clausole sociali e neppure la lettura della relazione illustrativa è sufficiente a sciogliere i dubbi interpretativi. Così come  è evidente  poi il problema della possibile arbitrarietà nella quantificazione dell’incidenza percentuale della manodopera che determina la qualificazione del servizio come ‘ad alta intensità di manodopera. 

Renzi e i piaceri alle banche piuttosto che alle famiglie

 Alessandra Servidori      RENZI e i piaceri alle banche piuttosto che alle famiglie

I  politici accusano il popolo di non avere una educazione finanziaria ed economica. Ma, ammesso e non concesso che sia vero, francamente le verità nascoste dalla politica, contribuiscono a rendere il popolo suddito piuttosto che cittadino. Rispetto  alla questione banche/mutui  in questo momento dove dopo il caos ancora evidente delle fallite “4 cattive banche” alle quali recentemente si è aggiunta la Banca di Vicenza e i rumors delle reiterate difficoltà di MPS e San Paolo, il Governo stenta a far capire bene il decreto che ha in pancia e che sta per partorire. Questo decreto recepisce la direttiva europea sui mutui (per farlo l’Italia ha tempo fino al 21 marzo), prolungando la scadenza a partire dalla quale può essere fatta valere la clausola: il pignoramento dell’immobile può scattare dopo 18 rate non pagate (non più 7), anche non consecutive. Infatti secondo  anticipazioni sussurrate,la sottoscrizione delle clausole di inadempimento dovrebbe essere facoltativa e la norma non dovrebbe essere retroattiva, ovvero non dovrebbe agire su contratti già sottoscritti, neanche in caso di loro surroga. Pare( il dubbio è legittimo) che una volta che la banca riceve esplicita disposizione di vendita dell’immobile, ovvero nel caso in cui il mutuario sottoscriva liberamente la clausola di inadempimento,un perito indipendente nominato dal tribunale avrà il compito di valutarne il valore. Quindi, in caso di morosità, la vendita da parte della banca sarà possibile senza passare dall’asta giudiziaria. Il trasferimento del bene alla banca comporterà in ogni caso la totale estinzione del debito, ovvero la banca sarà obbligata a cancellare il mutuo, anche se il valore dell’immobile dovesse risultare inferiore al debito residuo. Su tutto ciò dovrebbe vigilare la Banca D’Italia .E’ evidente che i dubbi sono più che legittimi. Infatti è altrettanto chiaro che Renzi ha scelto di aiutare ancora una volta le banche : infatti la Direttiva Ue NON impone la soluzione della vendita diretta delle case espropriate da parte delle banche ( art 28,comma 4 Direttiva Ue n.17 del 2014).Dunque i debitori ,che in Italia sono la bellezza di 240mila famiglie in arretrato e in sofferenza  vengono “eliminati” attraverso un’operazione che le massacra e che porta alle banche ben  almeno altri 20 miliardi. Si tenga conto che i pignoramenti  negli anni dal 2006 al 2014 hanno visto ben 110 mila famiglie sottrarsi la casa con un aumento del 162%. Ci sono famiglie che hanno pagato puntualmente la rata del mutuo per anni fino a quando siamo entrati in crisi e magari  è andato perso il lavoro che serviva sia per vivere sia per pagare anche il mutuo. E’ così che Renzi pensa di far ripartire l’Italia? 

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