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Editoriali

JUNCKER versus RENZI e ritorno sul filo spezzato del sistema bancario

Alessandra Servidori

JUNCKER versus RENZI  e ritorno sul filo spezzato del sistema bancario

I rapporti tra Bruxelles e Roma sono sempre stati un tantino difficili e comunque ambigui. E a fatica ci sentiamo cittadini d’Europa quando a rappresentarci sono gli autoreferenziali “ GRANDI POTERI” .Spesso viviamo un’Europa paradigmatica astrattamente edificata sulle istituzioni e gli organismi e non vediamo l’Europa dei diritti e delle libertà che dovrebbe essere accessibile da ogni persona che abbia appunto maturato la consapevolezza di essere cittadini europei. De Gasperi  volle  l’Italia in Europa oltre la dimensione politica ma come legittima vocazione democratica e occidentale della nostra Repubblica .Dunque non basta l’integrazione economica che comunque stentiamo ancora oggi a realizzare ,trascurando la dimensione sociale ,sanitaria ,dei trasporti e della giustizia    e benché l’Europa dovrebbe costruirsi la sua identità culturale  sulla condivisione dei principi  e di una forza unificante ,non si è riusciti a dare vita efficace a questo progetto sociale ed economico che avrebbe potuto fronteggiare le potenze internazionali  .Sono consapevole che in questo momento particolarmente difficile anche per il nostro Paese il rispetto reciproco dovrebbe avere la priorità sulla politica d’assalto . Dal punto di vista economico/bancario sono convinta che nelle diatribe renziane e juckeriane gioca il fattore dominante tutta la questione delle banche italiane in bancarotta e la debolezza del nostro sistema sempre più debole. l’Europa per essere dei popoli,  ha da essere anche delle banche. Vediamo perché .Nessun capo di Stato o di governo ha mai chiesto di modificare i trattati, sicché ciascuno ne richiama l’applicazione facendo finta di mettere l’accento sul duro o sul soffice, ma sapendo tutti che c’è l’uno e l’altro,  e in questo contesto  il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, s’è indirizzato alla Bundesbank  e ha intimato  di farsi  gli affari loro,, non provando  a far politica in Italia ( cosa che peraltro è sempre stata fatta i nostri governanti onnipresenti), anche se poi noi italiani abbiamo sempre fatto finta di non occuparci delle banche tedesche come  delle Landesbanken e delle Sparkassen. Ma  l’Europa  per essere  dei cittadini  deve rispondere  ai cittadini, e non sia e risponda solo ai governi. Perché le banche centrali –in questo caso per l’Italia BANCA ITALIA per la Germania la BUDENSBANK dovrebbero essere  i e dei governi, mica i e dei sistemi bancari. Perché tutto il gran dibattito ruota attorno a rigore e flessibilità, ma con esclusivo riferimento al bisogno di ciascun governo di correggere i conti per non incorrere in infrazioni. Semmai qualcuno si sta occupando veramente di sviluppo e crescita produttiva, quindi anche industriale, quella è la Banca centrale europea e per fortuna che abbiamo Mario Draghi. Magari l’Europa fosse della Bce,peccato però che sarebbe vagamente non democratica.Di Landesbanken e Sparkassen, invece, ci dobbiamo occupare eccome, così come in Italia dei Poli Bancari che si sono costituiti perché BANCA ITALIA  non è più pubblica ma sono le Banche private che hanno la maggioranza e quando è stata ricapitalizzata alle banche private sono andati i soldi degli italiani. E  per non per farci solo  gli affari degli altri, ma per farci i nostri e quelli comuni, diamoci una mossa. Cosa  dobbiamo sapere ?  Che sono sia qua che là banche regionali o locali  o tedesche o italiane .La differenza è solo che  la Germania è uno Stato federale, per questo ha una camera degli stati, quindi quel che noi chiamiamo regionale lì è statale, ma non federale.E qui in Italia il sistema è molto simile.  Sono comunque sia in Germania che in Italia  banche che rispondono a potentati locali, fortemente politicizzate. Si dice che in Germania sono Banche che accettano il denaro contante come in Italia sarebbe più che sufficiente per chiamare subito la Guardia di Finanza?.Non sono così certa che in Italia non succeda. Anzi. Ed è (anche) grazie a quel sistema, grazie al fatto che la Germania è il Paese con più pagamenti in contante(forse è per questo che Renzi ha aumentato a 3000 euro il pagamento in contante da noi?), che quando rivaluteremo il pil con l’economia sommersa il nostro crescerà di uno o due punti, il loro di tre o quattro. Sicuramente in Germania sono banche con cui hanno sostenuto settori produttivi altrimenti fuori mercato. I tedeschi hanno combattuto la loro battaglia contro gli italiani del tessile proprio utilizzando quel genere di credito. Allora, se l’Europa vuole essere dei popoli, quindi dei lavoratori e degli imprenditori, deve essere anche Europa delle banche, nel senso che le regole non possono ammettere eccezioni. Sono i tedeschi ad avere chiesto che quelle loro banche siano tenute fuori dalle regole e dai controlli europei. Ma non si può fare. Renzi sbaglia : noi di quelle banche abbiamo il dovere di occuparci, ma dobbiamo anche occuparci di più e meglio delle nostre e sapere la verità nascosta della confusione fatta sui recenti bancarottieri nostrani,perché devono essere rappresentati gli interessi di tutti  gli italiani e i sistemi produttivi, altrimenti si rappresentano solo gli interessi dei ragionieri che redigono i bilanci statali. Che è esattamente l’Europa fallimentare.  Proviamo a usare il nostro cervello  come vitaminico per porre il problema di un serio, coerente e accettabile sistema bancario italiano ed europeo.

 

 

PILLOLE di STABILITA' -11 Gennaio 2016

    PROF .ALESSANDRA SERVIDORI  -  DIRETTORE CESLAR-UNIMORE Pillole LEGGE DI STABILITA’

 Sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2015 ed in vigore dal primo gennaio la legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208/2015) e il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (legge n. 209/2015) approvati definitivamente dal Senato il 22 dicembre. I provvedimenti, su proposta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, erano stati approvati dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre scorso e contestualmente il documento programmatico di bilancio per il 2016 (in inglese Draft Budgetary Plan) era stato trasmesso alle istituzioni europee. La legge di stabilità definisce la politica di bilancio per il 2016 e gli anni successivi, che si associa strettamente al processo di attuazione delle riforme strutturali. Essa si propone di ricondurre stabilmente l’economia italiana su un sentiero di crescita sostenuta e favorire l’occupazione. Si fonda su una graduale e incisiva riduzione del carico fiscale, volta a incoraggiare l’offerta di lavoro e gli investimenti in capitale fisico e umano e a sostenere i consumi delle famiglie. Numerosi interventi sono finalizzati a sostenere strutturalmente la competitività del sistema economico del Paese. Importanti novità  ne hanno potenziato gli effetti espansivi con l’obiettivo di accelerare la crescita, come gli ulteriori interventi per favorire gli investimenti nel Mezzogiorno. Inoltre, in considerazione dei gravi fatti di terrorismo, per rafforzare l’apparato di sicurezza nazionale è stato approvato un pacchetto di misure che si muove lungo due direttrici: contrastare il rischio che si possano verificare episodi di terrorismo attraverso l’ammodernamento delle dotazioni strumentali in uso alle forze di sicurezza e di difesa, il potenziamento delle loro capacità di sorveglianza e della sicurezza informatica, l’incremento del trattamento economico del personale dei due comparti; rafforzare ulteriormente la difesa dei valori culturali che sono i pilastri della nostra società con interventi che vanno dalla riqualificazione urbana delle periferie alle iniziative per accrescere il patrimonio culturale da parte dei giovani.

Alle nuove misure per la sicurezza e la cultura si è fatto fronte utilizzando gli spazi finanziari previsti nelle Risoluzioni parlamentari approvate l'8 ottobre 2015 che consentono di portare il rapporto indebitamento/pil per il 2016 al 2,4%. Resta confermato al 2018 il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale.

 

                                                   LE MISURE PRINCIPALI

Clausole di salvaguardia - vengono rimossi i previsti aumenti dell'IVA e delle accise che sarebbero dovuti scattare all’inizio del 2016 (16,8 miliardi, circa 1 punto percentuale del PIL).

Tasi e Imu - si abolisce la Tasi sugli immobili residenziali adibiti ad abitazione principale (ad esclusione degli immobili di particolare pregio, ville e castelli), che interessano circa l’80 per cento dei nuclei familiari. Lo sgravio fiscale complessivo ammonta a circa 3,5 miliardi. Si elimina l’Imu sui terreni agricoli (405 milioni) e sui macchinari d’impresa cosiddetti ‘imbullonati’ (sgravio di 530 milioni). La Tasi viene abolita anche per gli inquilini che detengono un immobile adibito a prima casa. Sugli immobili locati a canone concordato i proprietari verseranno Imu e Tasi ridotta del 25%. I Comuni saranno interamente compensati dallo Stato per la conseguente perdita di gettito.

Irap - dal 2016 viene azzerata per i settori dell'agricoltura e della pesca.

Accertamenti fiscali - sono allungati di un anno i termini per l'accertamento dell'IVA e delle imposte sui redditi. Si passa quindi dal 31 dicembre del quarto anno al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione contestata. Nel caso di dichiarazione IVA nulla i termini per l'accertamento diventano gli stessi di quelli già previsti per la mancata dichiarazione: l'accertamento può essere effettuato fino all'ottavo anno successivo. Viene abolita la norma che raddoppia i termini per l'accertamento dell'IVA e delle imposte dirette nel caso in cui la violazione comporti l'obbligo di denuncia per reato tributario.

Edilizia – per favorire il rilancio del settore delle costruzioni, vengono prorogate le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni immobiliari (detrazione del 50%) e finalizzate al risparmio energetico (65%).Nella stessa direzione si muove la possibilità concessa ai Comuni di utilizzare una parte degli avanzi di cassa per effettuare investimenti in deroga alla regola che impone loro il pareggio del bilancio. Nel complesso, si delinea un insieme di interventi che, congiuntamente all’azione di accelerazione dei tempi di realizzazione delle infrastrutture e dei progetti cofinanziati, dovrebbe porre termine alla stagnazione che da vari anni caratterizza il settore delle costruzioni.

Investimenti privati – si introduce il cosiddetto ‘superammortamento’, ossia una maggiorazione del 40 per cento del costo fiscalmente riconosciuto per l’acquisizione (dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016) di nuovi beni strumentali, in modo da consentire l’imputazione al periodo d’imposta di quote di ammortamento e canoni di locazione finanziaria più elevati. Questa misura, immediatamente attiva e di semplice applicazione è direttamente mirata ad incentivare le imprese a crescere ed investire per il futuro.

MEZZOGIORNO - Il Governo ritiene che nel Mezzogiorno sia necessario migliorare l’implementazione delle politiche nazionali. In questo quadro, analogamente alla misura del Superammortamento valida sull’intero territorio nazionali, si introducono benefici fiscali aggiuntivi nella forma di un credito d’imposta per l’acquisto di nuovi beni strumentali destinati a strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo) dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2019. La misura dell’agevolazione è differenziata in relazione alle dimensioni aziendali: 20 per cento per le piccole imprese, 15 per cento per le medie imprese, 10 per cento per le grandi imprese. Il tetto massimo per ciascun progetto di investimento agevolabile è di 1,5 milioni di euro per le piccole imprese, di 5 milioni per le medie imprese e di 15 milioni per le grandi imprese. La norma vale 617 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019. Sarà un provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate a definire le modalità di richiesta del credito da parte dei soggetti interessati. A favore del Mezzogiorno sono anche le misure della Legge di Stabilità volte a superare il patto di stabilità interno e ad attivare meccanismi di gestione del bilancio che consentono di disporre complessivamente di risorse pari a 11 miliardi per investimenti pubblici, di cui più di 7 per il Sud.Sono poi previsti specifici interventi per la Terra dei Fuochi e l'area di Bagnoli.

Avviamento attività - Si stabiliscono incentivi alle aggregazioni aziendali per favorire la crescita della dimensione delle imprese, consentendo ai contribuenti di ridurre il periodo di ammortamento previsto per l’avviamento e i marchi d’impresa da 10 a 5 quote.

Ires - Il percorso di alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese continuerà nel 2017 anche attraverso la riduzione dell’aliquota d’imposta sui redditi delle società (IRES). Dal 1° gennaio 2017 quest’ultima viene ridotta dal 27,5 al 24%. Questo provvedimento, che fa seguito alla detassazione dal 2015 della componente del costo del lavoro assoggettata all’IRAP, mira a condurre il prelievo sui risultati di impresa verso i livelli medi europei.

Canone Rai - si riduce da 113,500 euro a 100 euro e si pagherà con la bolletta elettrica spalmata in rate

 LAVORO Sgravi fiscali sulle assunzioni - si agisce con la prosecuzione, in forma ridotta (al 40%), degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, che nel 2015 ha prodotto effetti importanti e ha accompagnato le riforme introdotte nel mercato del lavoro con il c.d. Jobs act. A queste misure si affiancherà la detassazione del salario di produttività, volta a favorire la negoziazione salariale di secondo livello. Tutela lavoratori - viene prorogata al 2016 l’indennità di disoccupazione riservata ai lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa e a progetto iscritti alla gestione separata INPS (c.d. DIS-COLL), al fine di garantire una protezione in caso di perdita del lavoro per i giovani precari.

Istruzione - La manovra di bilancio include importanti interventi per l’istruzione, la ricerca e il sistema della cultura. Si intende premiare il merito e accrescere il livello delle nostre università. Questi interventi completano lo sforzo in favore della creazione di capitale umano effettuato con la Buona Scuola, operante dall’anno scolastico 2015-16.

Pensioni – la legge di stabilità interviene per tutelare alcune fasce di soggetti prossimi al pensionamento in condizioni di disoccupazione. In particolare, in chiave di flessibilità, si garantiscono misure di salvaguardia per una quota residua di ‘esodati’ e si prevedono misure agevolative per le donne che intendano lasciare il lavoro con 35 anni di contributo a fronte di una decurtazione del trattamento pensionistico (“opzione donna”). Si introduce inoltre una misura volta a favorire il ricambio generazionale attraverso l’utilizzo della leva del part time per i lavoratori vicini al pensionamento. Va rilevato che non viene modificato l’assetto del sistema pensionistico e che le misure sono finanziate nell’ambito del sistema previdenziale, in parte estendendo l’intervento sull’indicizzazione delle pensioni introdotto nel 2013.In tema di indicizzazione dei trattamenti pensionistici viene stabilito il principio secondo cui, nel caso si registrasse per un dato anno un tasso di inflazione negativo, comunque le prestazioni previdenziali e assistenziali in sede di adeguamento nell’anno successivo non potranno subire riduzioni.

No-tax area – per i pensionati viene anticipato al 2016 l'innalzamento della soglia di reddito al di sotto della quale non si paga l’Irpef. Nel dettaglio, per gli ultrasettantacinquenni la soglia sale da 7.750 euro a 8.000 euro, per i pensionati sotto i 75 anni la soglia sale da 7.500 a 7.750 euro.

Infanzia – sono estese al 2016 le misure di congedo di paternità e il riconoscimento di voucher per l'acquisto di servizi di baby-sitting, ovvero per fare fronte agli oneri per l’accesso a servizi per l'infanzia, con estensione della possibilità di beneficiare di voucher anche alle lavoratrici autonome.

Sicurezza - sono stanziati 300 milioni di euro per l'ammodernamento delle strumentazioni e delle attrezzature dei comparti difesa e sicurezza e per gli investimenti volti ad adeguare le capacità di contrasto al terrorismo. Per rafforzare la cyber security è prevista una dotazione di 150 milioni. Al personale delle forze di polizia e delle forze armate, per il riconoscimento dell'impegno profuso per fronteggiare le eccezionali esigenze di sicurezza nazionale, viene corrisposto un contributo straordinario pari a 80 euro netti al mese. Persegue l'obiettivo di migliorare la sicurezza dei cittadini anche il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana, per il quale sono stanziati 500 milioni- Il programma include anche lo sviluppo di pratiche per l'inclusione sociale, la realizzazione di nuovi modelli di welfare metropolitano, l'adeguamento delle infrastrutture legate ai servizi sociali.

Cultura - vengono resi immediatamente utilizzabili dai Comuni 500 milioni per interventi di edilizia scolastica. Ai giovani che nel 2016 compiono 18 anni si attribuisce una Carta elettronica di importo di 500 euro, da utilizzare per l'ingresso a musei, teatri, cinema, mostre. Viene inoltre incrementato di 50 milioni di euro il Fondo per la concessione di borse di studio.

Carta famiglia - la card, istituita a partire dal 2016, è rivolta alle famiglie che ne fanno richiesta, costituite da cittadini italiani o stranieri regolarmente residenti in Italia con almeno tre figli minori a carico. La carta, emessa dai Comuni secondo criteri fissati con un successivo decreto ministeriale, viene erogata in base all'ISEE e consente l'accesso a sconti o tariffe agevolate per l'acquisto di beni e servizi. La card può essere utilizzata anche per costituire gruppi di acquisto familiare, gruppi di acquisto solidale o per usufruire di biglietti o abbonamenti familiari a servizi di trasporti, culturali, sportivi, turistici. I partner potranno valorizzare la loro partecipazione all'iniziativa a scopi promozionali o pubblicitari.

                       

                    BILANCIAMENTO TEMPI DI VITA E LAVORO

 

Fra i capitoli della Legge di Stabilità 2016 che introducono novità di rilievo c’è quello della conciliazione lavoro-famiglia, che operano sul solco della Riforma del Lavoro 2012 e del Jobs Act 2015: dal voucher baby-sitting esteso alle libere professioniste al congedo obbligatorio per i padri lavoratori portato a due giorni e alla maternità valida per il premio di produttività. In dettaglio.

Voucher baby-sitting – La Legge stabilità proroga al 2016, in via sperimentale, la misura introdotta dalla legge 92/2012 in base alla quale la madre, dopo il periodo di astensione obbligatoria, ed entro gli 11 mesi successivi, può chiedere un voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting o in alternativa un contributo per l’iscrizione all’asilo, pubblico o privato. Questa possibilità è alternativa alla fruizione del congedo parentale. La manovra estende questa norma anche alle lavoratrici autonome e alle imprenditrici. L’importo del voucher resta di 600 euro al mese per massimo sei mesi per le lavoratrici dipendenti (per un totale quindi di 3mila600 euro), mentre per autonome o imprenditrici la durata massima è di tre mesi per un importo totale di 1.800 euro, lo stesso delle lavoratrici parasubordinate. 

Per finanziare la proroga del voucher alle lavoratrici dipendenti vengono stanziati 20 milioni di euro. Per l’estensione ad autonome e professioniste riferirsi al decreto attuativo, le risorse sono pari a 2 milioni di euro.

Congedo padri

E’ una norma non presente nel Ddl presentato dal Governo lo scorso 15 ottobre ma introdotta in sede di prima lettura al Senato. Prevede che il padre lavoratore dipendente debba fruire di due giorni di congedo obbligatorio, che possono essere goduti anche in via non continuativa e comunque nei primi cinque mesi dalla nascita del figlio. La novità si applica, in via sperimentale, per il solo 2016. La precedente normativa (Riforma Fornero) prevedeva un giorno di congedo per i papà, in via sperimentale per gli anni 2013, 2014 e 2015.

E’ anche prorogato per tutto il 2016 il congedo facoltativo del padre, sempre di due giorni, da utilizzare in alternativa alla madre che si trovi in astensione obbligatoria. La copertura di queste misure è pari a 24 milioni di euro, di cui 14 milioni arrivano da corrispondente riduzione del Fondo sociale per occupazione e formazione di cui al decreto-legge 185/2008.

Maternità

Qui la novità riguarda la determinazione dei premi di produttività, nella quale va inserito anche il periodo obbligatorio di congedo di maternità.

 

 11 GENNAIO 2016

LA GUERRA CONTRO LE DONNE

La guerra sul corpo delle donne

La violenza subita dalle donne a Colonia riporta rovinosamente un perverso e bestiale fenomeno che continua a consumarsi in tutto il mondo. In Italia come in altri paesi –più recentemente nella guerra terroristica e in India – le donne sono arma potentissima con violenta recrudescenza quando si vuole annientare un popolo. La guerra sul corpo delle donne non è altro che la conseguenza di una società patriarcale e maschilista incapace ancora di concepire la donna come essere pensante ed autonomo, cittadina non più schiava del maschio, spesso anche marito o compagno,che si attribuisce l’ultima decisione su tutto, o branco di uomini che viola il corpo e la mente di una vittima prescelta senza nessuna pietà.

Nel 2016 in piena guerra tra popoli che si contendono il potere economico e religioso, vi sono individui che usano quest’arma letale senza che la società ritenuta ormai un insieme di etnie e culture trovi un meccanismo per mettersi in moto e contrastare questa cultura di sopraffazione. Eures, Istat, Unesco e altri istituti di ricerca hanno denunciato l’aggravarsi di questa situazione nel mondo di questo sistema machista consolidatosi nel tempo con casi che hanno cambiato anche il modo della comunicazione sia televisiva che giornalistica (basti pensare ai processi mediatici e al soffermarsi di alcuni particolari cinici e perversi ) che fanno audience poiché purtroppo sesso sangue e soldi dominano le testate e business.

La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne è stato un passo importantissimo, però il cambiamento deve partire interno ad una comunità per la nascita di una nuova società ed è per questo che risultano necessarie le iniziative rivolte alle scuole, agli studenti, sui luoghi di lavoro per contrastare la forza e la brutalità e far emergere il rispetto tra pari, poiché esiste la responsabilità individuale di un uomo o di un gruppo che non accetta l’essere umano e gli infligge la violenza e c’è la responsabilità collettiva che è figlia del tempo e della storia e che pesa ancora sul grande cambiamento necessario.

Noi abbiamo il dovere di opporci a qualsiasi tipo di violenza, fisica psicologica, diretta o indiretta perché a questa violenza ha contribuito tutto il sistema a volte anche omertoso. Ecco perché in Italia e oltre il nostro Paese, insieme, dobbiamo creare una coscienza collettiva e momenti concreti di formazione delle generazioni e delle culture nostrane e straniere. Educare alla parità di genere come si è prefisso e ha finanziato il Ministero dell’Istruzione comporta una preparazione molto scientifica non in possesso degli insegnanti in generale: educare al rispetto significa approfondire l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica, sia sotto il profilo teorico che operativo, e non in maniera sommaria e soprattutto potentemente interdisciplinare.

INPS: Rivalutazione pensioni e assegni familiari

Alessandra Servidori   INPS : novità importanti per Assegni familiari e Rivalutazione pensioni

Inps ha pubblicato con la circolare  n. 211 del 31 dicembre 2015 i riferimenti per   i limiti di reddito per gli assegni familiari per l’anno 2016 .Sulla questione di una grande importanza per le famiglie finalmente si cerca di fare chiarezza sulla questione ASSEGNI  per quel che riguarda le disposizioni per coloro che sono stati esclusi dalla normativa sull’assegno per il nucleo familiare (coltivatori diretti, coloni, mezzadri, piccoli coltivatori diretti, pensionati di gestioni speciali e lavoratori autonomi).Infatti è da chiarire che  l’assegno familiare INPS è cosa diversa rispetto all’assegno al nucleo familiare, il cui importo è sicuramente più alto. L’assegno familiare che viene riconosciuto al capofamiglia per ogni appartenente al nucleo familiare per cui spetta il diritto. Per quel che riguarda l’assegno familiare l’importo è determinato non da un importo complessivo in relazione al numero di componenti del nucleo familiare ma dalla moltiplicazione di un ‘importo fisso moltiplicato per il numero dei componenti del nucleo familiare e del nucleo parentale. L’importo fisso è così determinato: 8,18 euro per coltivatori diretti, mezzadri e coloni - 10,21 euro per pensionato, autonomi e altri prestatori di lavoro-1,21 euro per ascendenti ed equiparati dei Piccoli Coltivatori diretti. Per il riconoscimento della prestazione sono previsti dei limiti di reddito determinati in base al numero e al tipo dei componenti che compongono il nucleo familiare. Tali limiti vengono annualmente aggiornati e aumentati del 10% quando il nucleo familiare è formato da un solo genitori e figli (o equiparati), e del 50% quando fanno parte del nucleo familiare soggetti totalmente inabili. Se ricorrono entrambe le ipotesi l’aumento del limite reddituale è del 60%.  http://www.inps.gov.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=/Circolari/Circolare%20numero%20211%20del%2031-12-2015.htm&iIDDalPortale=&iIDLink=-1-  Sempre INPS  con la Circolare 210 del 31 Dicembre ha provveduto alla Rivalutazione delle pensioni per l’anno 2016. Tali attività sono finalizzate:  

  • ad attribuire la rivalutazione per l’anno 2015, in misura definitiva, e per l’anno 2016, in misura provvisoria, sulle pensioni e sulle prestazioni assistenziali;
  • ad attribuire la rivalutazione definitiva sulle indennità degli invalidi civili, dei sordomuti, dei ciechi civili e sugli assegni accessori annessi alle pensioni privilegiate di 1° categoria concesse agli ex dipendenti civili e militari delle Amministrazioni Pubbliche;
  • ad effettuare i conguagli relativi alle pensioni e alle ritenute erariali;
  • ad attribuire in via provvisoria le prestazioni collegate al reddito, ove spettanti, ovvero ad applicare le trattenute di legge, sulla base delle ultime dichiarazioni rese dagli aventi titolo e registrate negli archivi informatici;
  •  per le pensioni delle gestioni private, a impostare le variazioni di importo in considerazioni delle scadenze e delle variazioni memorizzate sulla prestazione.           Per il dettaglio

http://www.inps.gov.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=/Circolari/Circolare%20numero%20210%20del%2031-12-2015.htm&iIDDalPortale=&iIDLink=-1

BUON 2016 e W Mattarella e Bergoglio e le donne italiane

Alessandra  Servidori BUON 2016 e W MATTARELLA E BERGOGLIO e le donne italiane

L’anno che è arrivato ci ha portato in dono un augurio del Presidente della Repubblica che ci è piaciuto. E’ l’unico tra i vari potenti,insieme al Pontefice che ha “raccomandato attenzione alle donne”.Entrambi sicuramente, estranei alla corsa elettorale ma più attenti alle cose terrene ,  hanno evidenziato i problemi che ancora oggi persistono (trascuratissimi)nella politica italiana che pare si ricordi solo delle forzature in essere sulle unioni civili .Piuttosto che pensare e prima di tutto agli omosessuali,transgender,ecc,ecc.Boschi e Renzi si mettano a studiare cosa ci ha consegnato l’Istatat nei giorni scorsi a proposito della situazione delle donne italiane nell’ultimo decennio . Sappiano Renzi e Boschi che una attenzione alla questione femminile, farebbe bene  alla salute in generale dell’Italia ,perché non c’è dubbio che i risultati conseguiti nell’istruzione, la fruizione culturale, il rapporto con le nuove tecnologie, il ruolo nel mercato del lavoro, la divisione dei ruoli, le strategie di conciliazione del lavoro e dei tempi di vita, le condizioni economiche, la salute,abbiano modificato la vita delle nostre concittadine,ma non basta.Anzi la forte disoccupazione femminile e delle giovani è molto molto preoccupante . Continua il forte investimento nell’istruzione da parte delle donne, che ottengono risultati migliori di quelli degli uomini sia a scuola che all’università. La diffusione delle nuove tecnologie riguarda tutta la popolazione con una diminuzione del divario di genere e, per le giovani, con un suo apparente annullamento,ma non sul piano delle pari opportunità di lavoro. Negli anni di crisi le donne hanno tenuto di più nel mercato del lavoro(nero) e hanno visto incrementare il loro ruolo di breadwinner.  La presenza nei ruoli decisionali è in crescita sia nei luoghi politici che in quelli economici,ma e questo è il problema più grave,permangono  le difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro legate anche all’asimmetria dei ruoli all’interno delle coppie, e le donne occupate, in corrispondenza della maternità, si trovano a sperimentare in misura crescente la perdita o l’abbandono del lavoro. La condizione reddituale femminile continua ad essere peggiore di quella maschile, anche se nel decennio 2004/2014 la distanza fra uomini e donne, nel periodo osservato, si è accorciata. Tra le anziane, che continuano a guadagnare anni di vita e anni in buona salute, si affacciano le generazioni via via più istruite con un comportamento sempre più favorevole ad un invecchiamento attivo. Un nuovo soggetto femminile è emerso negli ultimi dieci anni, le immigrate, con un peso rilevante nella nostra società e connotate da profonde differenze interne. Non è trascurando la questione femminile che si può affrontare il 2016 :occorre un salto di paradigma  e smetterla di attraversare assemblee di partito,mass-media piazze con documenti ricchi di deficit di visione e di concretezza per sostenere il 53% della popolazione italiana femminle .Poichè passare al sostegno della politica attiva per le donne esige un salto rispetto ai decenni precedenti e poiché il sistema deve poggiare su cinque pilastri : sapere di civiltà di uguaglianza di genere,ordinamenti, governance, conciliazione carriera e lavoro,partecipazione civiile e politica ,la missione consiste nell’agire sincronicamente su tutti  e cinque. Operare confusamente solo su uno o due significa costruire un edificio sbilenco e instabile. Dal punto di vista del metodo occorre un intervento riformatore globale e sistematico.Il che indica che la sinopia dell’azione/affresco deve essere già tutta tracciata,prima che si usi il pennello. Non bastano schizzi di congedi parentali,di decontribuzione per le donne disoccupate del sud,  part time camuffato da tempo leggero e flessibile, cabine di regia per individuare le prassi di welfare aziendale che possono essere soggette a decontribuzione su un modestissimo 10% di fondo di salario di produttività . Auguriamoci che il monito di Mattarella e Bergoglio svegli il torpore dell’esecutivo giovanilista e distratto.   

Difendiamo i bambini e le madri -NO all'utero in affitto nascosto del ddl Unioni civili

Alessandra Servidori              Difendiamo i bambini e le madri  -NO all'utero in affitto nascosto del ddl Unioni civili -                                                             29 dicember 2015 

 Il giovane toscano al quale stanno cominciando ad intravvedersi i capelli bianchi, ha promesso o minacciato ( dipende dai contenuti!) entro il mese di gennaio ,  durante la conferenza stampa  di fine anno, di portare  a termine il ddl sulle unioni civili. La parte più interessante del lungo soliloquio renziano che attendavamo ,relativa a quanto ancora ci rimane da fare, sobriamente rimandata a data da destinarsi in materia di riforma della pubblica amministrazione (di cui attendiamo i 10 decreti imminenti di Madia), e cioè l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica per accompagnare lo sviluppo,l’istruzione e le energie rinnovabili , il sostegno alla maggiore occupabilità femminile e giovanile ,peraltro denominatori comuni che ci  accomunano alla dimensione europea, economicamente e socialmente in affanno,non l’abbiamo sentita. L’Unione proprio in questi giorni e precisamente   il Rapporto sui diritti umani del Parlamento Europeo ha dichiarato che la maternità surrogata «compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce». Nello stesso testo, l’Assemblea di Strasburgo invita a realizzare al più presto una tutela giuridica, unione registrata o matrimonio, per le coppie gay;  togliendo così ogni possibile strumentalizzazione  e  condanna inequivocabilmente   la tesi dell’«utero in affitto» sostenuto  da ambienti impegnati sul piano della rivendicazione dei nuovi diritti e affermando  dunque  che non tutto è disponibile per l’essere umano. Cioè che a proposito di maternità, nel caso specifico italiano ed europeo, non può esistere alcun diritto ad avere un figlio a tutti i costi, anche a quello di ridurre a merce il corpo di un’altra donna ma soprattutto un bambino usato come prodotto in vendita  ignorando  il rapporto esclusivo naturale e profondo che si costruisce tra un bambino e sua madre  che lo concepisce, ospita e cresce nel suo corpo. Francamente chi chiede ancora discussione è quasi anacronistico poiché accanirsi sulla liceità o meno della pratica della gestazione venduta non si pone la questione delle potenzialità ,l’esistenza e i limiti della scienza e della biotecnologia  in attività che coinvolgono la vita, la morte, la malattia,la cura e allarga strumentalmente  la questione legittima dei diritti  sociali ed economici alle unioni gay,anche la possibilità di ricorrere all’utero venduto e comprato . Infatti ,il previsto  ddl italiano, ha inserito l’istituto  della stepchild adoption, grazie alla quale diventerebbe possibile l’adozione del figlio naturale del partner dello stesso sesso,  e nasconde  in realtà l’avallo dell’utero in affitto per le coppie di uomini, che non hanno altro modo di ottenere un figlio se non quello di usare, dove è consentito, una madre surrogata. E non è vero come affermano Saraceno e del Boca che lo stralcio  affossa le unioni civili, perché  tutela le famiglie di fatto e i bambini che già vivono con coppie dello stesso sesso,poiché comunque biologicamente quei bambini avrebbero sempre un padre o una madre che li ha concepiti. E normare come chiedono Saraceno e del Boca  significa negare al bambino la verità della natura umana e ricorrere ad un falso strumentalizzando ora l’infertilità,ora l’ideologia dei nuovi diritti che attengono all’identità individuale e alle scelte personali, ora il genere, ora l’ eutanasia , ora il presunto integralismo cattolico, invadendo l’idea umana del  limite e contrabbandandola con la libertà e l’amore per l’essere  che è già persona nel ventre di sua madre. Non si può ammettere che  un uomo omosessuale, una coppia gay,  abbiano  il diritto  sul bambino dell’esclusione o la perifericità della madre. Non si vende e non si dona una relazione biologica, psicologica e affettiva che dura nove mesi: non si interrompe una vera e propria storia d’amore. E non si cede sulla convinzione della cristianità che è sicuramente anche difesa e rilancio con orgoglio della propria tradizione e dell’essere indubbiamente  creato dall’unione di  una  donna e di  un uomo   come la religione cattolica   non solo racconta ma professa . Io esprimo  la mia  posizione pubblicamente perché è un valore importante per la democrazia anche  perché avere e difendere  idee diverse significa avere coraggio e non sottomettersi al pensiero unico.

 

 

 

 

BCE:la nostra sentinella sempre allerta e sincera

Alessandra Servidori   BCE : la nostra sentinella sempre allerta e sincera-22 dicembre 2015

Mentre è in dirittura d’arrivo la Legge di stabilità 2016 la BCE(Banca Centrale Europea)  nel proprio bollettino ripercorre i dati sull’occupazione in Italia e sul confronto con quella nell’area Euro: il lavoro in Italia resta fermo e al pari di quanto avvenuto negli ultimi due anni. Nel nostro Paese è ancora consistente l’effetto della crisi,tanto che si è creata meno occupazione rispetto alle principali economie dell’Eurozona. In particolare nel nostro Paese tra il secondo trimestre 2013 e il primo trimestre 2015: “La crisi ha esercitato un impatto avverso ben più persistente sull’occupazione complessiva, che è rimasta pressoché invariata, in controtendenza rispetto all’insieme dell’area dell’euro e alle sue economie più piccole”.In quel periodo nell’Eurozona sono stati creati 2 milioni 158 occupati netti. In particolare in Italia livelli occupazionali sono aumentati di sole 127.000 unità nel periodo di riferimento, contro le 190.000 unità della Francia, le 592.000 unità della Germania e le 724.000 unità della Spagna. In più nel nostro Paese l’incremento degli occupati italiani è dipeso per il 63% da posizioni a tempo parziale, a differenza di quanto avviene in media nell’Eurozona dove la crescita ha riguardato prevalentemente posti a tempo indeterminato. Per questo secondo gli analisti BCE l’impatto della crisi in Italia è persistente sul mercato del lavoro. Spagna, Portogallo, Irlanda e persino Grecia vengono individuati dalla BCE come i Paesi nei quali si è avuto l’aumento più marcato dell’occupazione. In più, segnala la BCE: “Se in Germania il numero di occupati è salito quasi ininterrottamente dall’inizio della recessione nel 2008 la Spagna ha registrato continue diminuzioni dei posti di lavoro fino al recente punto di svolta. Di conseguenza, la Germania mostra adesso un’occupazione superiore del 5% ai livelli pre-crisi, mentre il dato per la Spagna resta inferiore del 15% al picco toccato prima della crisi, nonostante la forte ripresa osservata di recente, in Francia il numero di occupati si è portato lievemente al di sopra dei valori pre-crisi, sostenuto in ampia misura dal considerevole aumento dei dipendenti pubblici. Quanto all’Italia, la crisi ha esercitato un impatto avverso ben più persistente sull’occupazione complessiva, che è rimasta pressoché invariata, in controtendenza rispetto all’insieme dell’area dell’euro e alle sue economie più piccole”.Tra i principali ostacoli alla ripresa dei Paesi dell’Eurozona individuata dalla BCE vi sono le incertezze sull’evoluzione dell’economia mondiale e i rischi geopolitici di ampia portata che potrebbero influire anche sulla domanda esterna di export e sulla fiducia. In queste ore in cui la legge di stabilità 2016 viene approvata è bene ricordare agli imprenditori che solo fino al 31 dicembre si potrà godere dello sgravio totale triennale dei contributi per le assunzioni a tempo indeterminato. Da gennaio 2016 sarà meno conveniente assumere dipendenti rispetto ad ora. Infatti fra le misure per l'occupazione della Legge di Stabilità 2016 va tenuto in grande considerazione il dimezzamento degli sgravi contributivi per le aziende che fanno nuove assunzioni a tempo indeterminato. Rispetto al 2015 non sono più tre gli anni agevolati ma solo due-l’agevolazione da totale diventa parziale e scende del 60%-il massimale viene ridotto a 3.250 euro su base annua. Dunque un’azienda che assume a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2015 ha diritto allo sgravio totale triennale dei contributi dovuti all’INPS fino ad un tetto massimo di 8.060 euro annui per 36 mesi. Mentre a partire da Gennaio 2016 per lo stesso tipo di assunzione l’impresa potrà raggiungere solo un tetto massimo di 3.250 euro annui per 24 mesi. Dal 2017 la durata massima scende a 12 mesi, con una soglia di circa 1.600 euro. Dal 2018 il meccanismo dovrebbe essere completamente azzerato.

NEWS :legge di stabilità-17 dicembre 2015

  Alessandra Servidori                         giovedì 17 dicembre :news 

LEGGE DI STABILITA’: nominati i tre Giudici alla Corte Costituzionale tutte le attenzioni ora  sono concentrate sulla Legge Finanziaria. Infatti dopo  il via libera della commissione Bilancio del Senato alla legge di stabilità approdata  in aula con il mandato alle relatrici,  probabilmente,anzi certamente,il governo in queste ore,comunque al termine della discussione generale, porrà la questione di fiducia su un maxi emendamento che ricalcherà, però, il testo varato dalla commissione. Il via libera di Palazzo Madama dovrebbe arrivare nella serata di  domani o al più tardi nella giornata di sabato. Poi il testo passerà alla Camera. Alcune  novità introdotte dal testo hanno “aggiustato “ degli emendamenti poiché evidentemente non risultavano congrui.  Potranno dire addio alle tasse sulla casa anche i proprietari che danno l’immobile in comodato ai figli (o ai genitori). Il proprietario, per poter usufruire dell’agevolazione, non deve possedere un altro immobile ad uso abitativo in Italia e deve aver abitato nel 2015 nella casa che intende cedere al parente in linea retta entro il primo grado. In pratica, la casa ceduta al figlio viene “trattata” dal punto di vista fiscale, come prima casa anche se il proprietario non vi risiede. Dall’esenzione sono escluse ville e castelli. Stop a Imu e Tasi anche per i proprietari che la danno in uso gratuito a parenti fino al secondo grado disabili, per i separati e divorziati la cui casa coniugale è stata assegnata all’ex da una sentenza di separazione e per il personale appartenente alle forze armate o di polizia o al corpo nazionale dei vigili del fuoco che possieda un unico immobile, non concesso in locazione, anche se non vi risiede.Vi è poi una riduzione dell’Imu del 25% per i proprietari che danno in affitto la propria casa a canone concordato.  Raddoppia il tetto al bonus per l’acquisto di mobili previsto  per le giovani coppie che acquistano la prima casa. La soglia massima delle spese sostenute, su cui applicare la detrazione del 50%, sale da 8.000 a 16.000 euro. Il pagamento del canone Rai in bolletta elettrica avverrà in 10 rate mensili da 10 euro. Le rate saranno addebitate sulle fatture emesse dall’impresa elettrica aventi scadenza del pagamento immediatamente successiva alla scadenza delle rate. Le eventuali maggiori entrate derivanti dall’inserimento in bolletta del canone saranno destinate “prioritariamente” all’innalzamento a 8.000 euro (dagli attuali 6.500) della soglia di reddito per l’esenzione dal pagamento del canone stesso in favore degli ultra-settantacinquenni. Il congedo obbligatorio dei papà per la nascita dei figli da uno sale a due giorni che possono essere goduti anche separatamente. Il congedo obbligatorio per il papà lavoratore dipendente da fruirsi entro cinque mesi dalla nascita del figlio e quello facoltativo da utilizzare nello steso periodo in alternativa alla madre che si trovi in maternità obbligatoria vengono prorogati sperimentalmente per il 2016. Come avevamo messo in dubbio legittimamente, a causa del costo eccessivo, l’emendamento del congedo obbligatorio per i padri di 15 giorni è saltato . Proroga a tutto il 2016 dei voucher per il baby-sitting, già sperimentati dalla Legge Fornero, per cui vengono ri/stanziati 20 milioni di euro. Con questo strumento le lavoratrici, entro gli 11 mesi successivi al rientro dopo una maternita’, possono usufruire, in alternativa alla prosecuzione del congedo, di un assegno di 600 euro mensili per un massimo di 6 mesi, quale contributo per le spese della babysitter. .Il fondo per le scuole paritarie viene incrementato di 25 milioni di euro e per concorrere alle spese sostenute per l’acquisto di libri di testo e altri contenuti didattici per la scuola dell’obbligo sara’ istituito un Fondo presso il ministero dell’Istruzione di 10 milioni per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018. Salta anche il taglio dell’aliquota Iva su Pellet (combustibile ricavato dalla segatura essiccata) dal 22 al 10% previsto in manovra. Le risorse, circa 100 milioni, dovrebbe essere destinate ad altre misure. Gli imprenditori individuali che possiedono immobili strumentali (al 31 ottobre 2015) potranno optare, entro il 31 maggio 2016, per l’esclusione di tali beni dal patrimonio d’impresa mediante il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’8% della differenza tra il valore nominale degli immobili e il loro valore fiscale.  E’ nulla ogni pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato e nei casi di nullità, il conduttore può chiedere la restituzione delle somme corrisposte in misura superiore al canone risultante dal contratto. Resta a 1.000 euro il tetto all’utilizzo del contante per i trasferimenti tramite money transfer. Passa da 48 a 28 milioni il taglio previsto dalla bozza per i patronati e da 100 a 40 milioni nel 2016 e a 30 milioni nel 2017 e nel 2018 quello per i Caf.  Continueranno a percepire lo stesso trattamento economico “a titolo individuale e in via provvisoria” e a svolgere le relative mansioni i funzionari dell’Agenzia delle Entrate, retrocessi in seguito a una sentenza del Tar. Arriva la deroga per i Comuni che hanno approvato delibere sui tributi locali entro il 30 settembre 2015. Il termine per la presentazione da parte dei Comuni delle delibere su “regolamenti, aliquote e tariffe”, scadeva il 30 luglio. I lavori sulla legge di stabilità a palazzo Madama sono serrati poiché la stesura del maxi emendamento  ha bisogno della verifica della  Ragioneria dello Stato. A seguire, come da prassi, la  conferenza dei capigruppo,i tempi della fiducia  e la votazione. ATTENDIAMO E VEDREMO. E’ questione di ore

 

Molte ombre poche luci dalla LEGGE di Stabilità

ALESSANDRA SERVIDORI                  Molte ombre poche luci dalla  LEGGE di Stabilità

Entro oggi 15 dicembre il calendario per cui la legge di stabilità 2016 arriva in aula a Montecitorio riserva alcune incognite legate sostanzialmente alla copertura di cui gli emendamenti proposti hanno necessariamente bisogno per non essere bocciati. Infatti tra le novità che ci riserva la così detta -in passato chiamata- Legge finanziaria ,c’è una proposta per abrogare l’equiparazione fra PMI e liberi professionisti nell’accesso ai fondi UE introdotta dal Senato, in recepimento di una direttiva europea. Si tratta di un emendamento presentato in commissione Lavoro (quindi in sede consultiva). Immediata la reazione dell’associazione degli enti previdenziali privati, che sottolinea come i professionisti rappresentino il 10% del PIl italiano, e ritiene non possa essere negato «il sostegno, previsto per le PMI, ad un mondo che ha subito una delle peggiori crisi mai accadute nella storia del Paese, che ha registrato uno spaventoso calo dei redditi, che deve fare i conti con un mercato del lavoro sempre più globalizzato e competitivo, che rischia in prima persona, che viene riconosciuto a tutti gli effetti “imprenditore della conoscenza” ma non degno di quell’aiuto e di quelle politiche necessarie per vincere le sfide alle quali è chiamato». Uno dei capitoli più caldi,  è rappresentato da proposte per eliminare l’innalzamento del tetto al contante a 3mila euro (dagli attuali mille euro), ma l’orientamento di governo e maggioranza sembra quello di respingere tutte le modifiche, lasciando quindi la misura. Quanto alle proposte per l’eliminazione della soglia dei 30 euro sopra la quale i commercianti sono obbligati ad accettare i pagamenti con il bancomat, da accompagnare con una diminuzione dei costi del POS per imprese e professionisti, si studiano le modalità per rendere le eventuali modifiche compatibili con la nuova norma sul tetto alle commissioni su carte di credito e pagobancomat.Un altro punto dolente in discussione e su cui il dibattito è ancora in divenire, è l’ipotesi di prevedere un credito d’imposta per le imprese del Sud, suddiviso in tre fasce a seconda della dimensione dell’impresa, con condizioni di maggior favore per le PMI.Al 10% per le grandi aziende, al 15% per le medie e al 20% per le piccole imprese. Non si escludono anche condizioni più vantaggiose per l’agevolazione sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato. Arriviamo poi al caso dei casi :il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha annunciato un intervento a tutela dei risparmiatori colpiti dal salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Cari-Chieti, e Cassa Ferrara, di cui ancora si attendono i dettagli. Si parla di un Fondo di solidarietà da 100 milioni, finanziato per un terzo dallo Stato e per la restante parte dalle banche, per restituire circa il 30% delle perdite agli obbligazionisti, ma non si escludono anche interventi a favore degli azionisti degli istituti di credito. Annunciati  con fanfare dal premier, Matteo Renzi, vi sono : un investimenti per 2 miliardi in sicurezza (bonus di 80 euro al mese a tutti gli esponenti delle forze dell’ordine, interventi in cybersecurity e cultura (fra le altre cose, bonus di 800 euro ai 18enni da spendere in attività cultura). I 2 miliardi utilizzati sono quelli che derivano dall’utilizzo dalla clausola migranti (che concede uno 0,2% in più si margine su rapporto deficit – pil, che sarebbe portato al 2,4%). Bisognerebbe attendere il via libera di Bruxelles, ma non si esclude che l’esecutivo inserisca la misura in Legge di Stabilità senza attendere l’approvazione UE. Ricordiamo che questi 2 miliardi sono quelli che originariamente erano previsti per anticipare al 2016 parte del taglio IRES alle imprese, misura che quindi non verrà attuata (l’IRES scenderà al 24% nel 2017).Sul versante pensioni  ci sono diverse proposte di modifica, fra cui l’estensione dell’Opzione Donna alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre del 2015 (che potrebbero quindi andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 o 58 anni di età, rispettivamente se autonome o dipendenti), misura che potrebbe essere finanziata con un innalzamento delle aliquote della Tobin Tax. Altre proposte di modifica riguardano l’estensione della settima salvaguardia esodati e l’anticipazione al 2016 della no tax area per i pensionati. E infine la questione femminile. Anche qui,troviamo  diverse proposte di modifica, fra cui l’innalzamento a 15 giorni del congedo obbligatorio per i papà ( che richiede molte risorse ) Ed è uno dei motivi per cui  in italia come in Europa le politiche di Pari Opportunità stanno subendo una stoppatura consistente. Infatti  il Consiglio EPSCO, riunitosi a Bruxelles il 7 dicembre scorso, ha inserito nelle sue conclusioni l’invito alla Commissione Europea a rivedere la propria posizione circa la Strategia europea per l’uguaglianza di genere 2016-2020. Il rischio era-e rimane- di una improvvisa inversione di marcia che la Commissione Europea aveva compiuto dopo che il 15 Agosto 2015 - zitta zitta- aveva  ri/lanciato l’ennesima ROAD MAP proprio per sviluppare politiche attive per l’entrata e la permanenza delle donne, tutte, nel mercato del lavoro, compreso l’aumento dei congedi parentali , la flessibilità lavorativa, la bilateralità e il welfare familiare. Poi improvvisamente- posto che l’iniziativa non era stata particolarmente gradita dalla maggioranza dei 28 paesi europei in quanto legata alla proposta-bocciata –di una direttiva sui congedi di paternità aumentati per tutti a 15 giorni ( e ritenuta troppo onerosa) , nella bozza del  testo di risoluzione dell’EPSCO del 7 Dicembre si era arrivati addirittura a declassare la strategia Europea sulle pari opportunità a mero gruppo di lavoro. La rivolta di alcune Ministre delle PO ( e non della nostra  italiana che non c’è) ha dato un risultato a metà. Infatti  il Consiglio EPSCO ha adottato le conclusioni che invitano la Commissione europea ad assumere  la strategia sotto forma di Comunicazione e non come documento di lavoro, come annunciato. Però e però sulle politiche di pari opportunità anche in Italia sarà bene cominciare “a fare concretamente” e smettere di sprecare risorse in convegni inutili che servono solo a mantenere pletorici apparati  di dirigenti pubblici che le  politiche attive non sanno neanche cosa sono. Il passaggio di oggi sarà prevedibilmente breve visto che la manovra deve poi tornare in Senato in terza lettura per il via libero definitivo.

 

 

 

 

BANCHE e dintorni :la storia vera della truffa di Stato

Alessandra Servidori – LA storia vera della TRUFFA di STATO

La vicenda del “salvataggio delle 4 bad bank  “ e delle precedenti questioni sollevate sempre da queste pagine in occasione della ricapitalizzazione della Banca d’Italia, ci impone una riflessione seria. La nostra Costituzione –all’art 1 -prevede che lo Stato, come emanazione politica del Popolo, abbia il potere e il dovere costituzionale di esercitare la sovranità politica e monetaria nell'interesse supremo dei cittadini dai quali ha ricevuto il mandato popolare. Se “La Sovranità” appartiene al Popolo, dovrebbe esercitarla anche e sopratutto sulla emissione della propria moneta. In realtà- e le ultime vicende lo dimostrano- lo Stato ha consentito alla Banca Centrale ancora denominata  erroneamente Banca d’Italia, controllata da privati, di esercitare in sua vece il potere sovrano di creare moneta e gestire il credito, di conseguenza le banche hanno acquisito il monopolio sull’emissione della moneta e attraverso la gestione “privatistica” del credito e il controllo del debito pubblico,determinano e condizionano il sistema monetario e quindi il destino economico del nostro  paese ora è drammaticamente debitore perché attualmente il nostro sistema bancario è in mano a un ristretto gruppo di banchieri privati che, in perfetta sintonia e complicità con la classe politica corrotta e attraverso vari sotterfugi istituzionali, è riuscito ad assumere il totale controllo sull’emissione della moneta divenendo di fatto proprietario e gestore di tutto il denaro in circolazione e rendendo schiavo il popolo. In Italia la Banca Centrale di emissione di banconote è denominata “Banca d’Italia” ma in realtà non è “pubblica” o “dello Stato” come ingenuamente è indotta a credere la gente comune, sopratutto per la generica ma ingannevole definizione di “Istituto di diritto pubblico” contenuta nel suo statuto. La Banca d’Italia in pratica è e si comporta come una S.p.A. ed è gestita da privati e anche se continua ad apparire a tutti come “la Banca Centrale dello Stato Italiano”, in realtà Bankitalia è “di fatto privata” perché controllata per il 90%, attraverso “le quote”, dalle maggiori banche private italiane e da alcune grandi Assicurazioni come “Le Generali” e solamente il 5% di quote è posseduto dall’INPS come “ente   pubblico”,e da  una   parte  trascurabile dall’Inail. Tutto ciò è in contrasto con quanto stabiliva lo stesso Statuto di Bankitalia che all’Art. 3, recitava “in ogni caso dovrà essere  assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale di Enti Pubblici. Il 16 dicembre 2006 il Governo Prodi approva una modifica dell’Art. 3 dello Statuto, che ora recita così: “il trasferimento delle quote avviene, su proposta del Direttorio, nel rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza dell’Istituto”. Cioè la Banca stessa decide chi può detenere le quote/azioni, sia esso pubblico o privato, senza dover rendere conto di nulla a nessuno. Il gioco è fatto. Così la ricchezza di un Paese  prodotta dal Popolo passa in mani altrui,viene massacrato il principio sovrano che la moneta è stata inventata per “agevolare” gli scambi dei beni e dei servizi prodotti col lavoro dai cittadini, quindi la moneta ha valore solo perché gli stessi cittadini la accettano e la fanno circolare usandola come mezzo di scambio dei beni. Le banche non producono nessuna “vera ricchezza” ma solo “l’unità di misura” dei beni oggetto dello scambio, esse creano dal nulla il nostro denaro, ne assumono illecitamente la proprietà e poi ce lo prestano lucrando enormi profitti con l'applicazione di un interesse. Questa è la verità ed è un fatto. E veniamo alla Commissione nazionale per le società e la Borsa (meglio nota come Consob), istituita con la legge 7 giugno 1974, n. 216, è un' autorità amministrativa indipendente , dotata di personalità giuridica e piena autonomia la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori –dunque ai cittadini-, all' efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato. Durante tutti questi anni cosa ha fatto? Quando accumulavamo il debito pubblico che oggi pesa come un macigno ? Ovviamente l’ Europa condanna . Le quattro banche salvate dall’Italia, CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria, “vendevano alla gente prodotti inadatti ai clienti che probabilmente non sapevano cosa stessero comprando” e questo ha avuto “conseguenze personali “. Il commissario Ue ai servizi finanziari Jonathan Hill ha così messo la parola fine al gioco delle parti che si sta consumando da 20 giorni sull’ultimo episodio di risparmio tradito e avallato per decreto.  “Questo – ha aggiunto – apre una questione più ampia di tutela dei consumatori. Non basterà una Commissione di inchiesta a sistemare questa truffa perpetrata. E noi non possiamo permetterlo.

 

EUROFOND :sul lavoro le differenze aumentano

ALESSANDRA SERVIDORI    8 DICEMBRE 2015

Diversità e inclusione :monitoraggio della UE  Sufficiente soddisfazione del lavoro  , ma i divari di genere e la segregazione persistono, anzi aumentano.

Eurofond ,la Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro è una Agenzia dell’Unione Europea istituita nel 1975, il cui ruolo è quello di fornire le conoscenze nel campo delle politiche sociali  con particolare attenzione al lavoro .Il 24 novembre 2015 per la prima volta sono stati presentati i dati della  sesta indagine europea sulle condizioni di lavoro in occasione   di un evento congiunto ad alto livello con la Presidenza lussemburghese dell'Unione europea. I dati resi pubblici solo oggi sono il risultato di un sondaggio (CAE) ad ampio raggio svolto ogni cinque anni da Eurofond a partire dal 1991 ed è uno strumento che dovrebbe servire per misurare la qualità del lavoro in Europa e l’ultima  edizione è stata condotta in 35 paesi.L’analisi si basa su UE 28 e ben 35.765 interviste nelle quali vengono poste domande su stato di occupazione, rischi fisici e psicosociali,orari di lavoro ,sedi, competenze,formazione possibilità di carriera,relazioni sociali sul posto di lavoro,salute e benessere. Ad una prima lettura si registrano dati  apparentemente incoraggianti : tra i gruppi dei lavoratori e lavoratrici dei 35 paesi europei intervistati,   la maggior parte di loro  sono soddisfatti del loro orario di lavoro (58%), si sentono sostenuti dal loro manager (58%) e colleghi (71%)  la loro organizzazione li motiva a dare   la loro miglior  prestazione di lavoro  (63%). Il rapporto, però, individua anche alcune lacune che esistono dal punto di vista  della diversità: mentre donne manager sono in aumento, la segregazione di genere rimane persistente in tutto il mercato del lavoro europeo. I lavoratori più giovani sperimentano una maggiore intensità  e precarietà del lavoro , mentre i lavoratori più anziani riportano  che hanno meno  accesso alla formazione. L'indagine ha inoltre rilevato significative differenze nella qualità del lavoro nelle diverse attività. La percentuale di dipendenti il cui immediato capo (supervisor) è una donna è aumentata dal 24% del 2000 al 33% nel 2015. Tuttavia, l'85% dei dipendenti di sesso maschile  hanno un supervisore maschile. Gli uomini lavorano  più ore (48 ore o più - dei lavoratori autonomi in particolare) e le donne più frequentemente lavorare meno ore (meno di 20 ore) e ovviamente guadagnano meno. Gli uomini riferiscono di essere  più pagati nelle ore di lavoro, ma il numero totale delle ore di lavoro  date dal pendolarismo e  dunque dal lavoro non retribuito al giorno è più elevato per le donne che per gli uomini. I giovani lavoratori sono più esposti al lavoro  a turni,  a  comportamenti  sociali  negativi  e all’insicurezza del lavoro rispetto agli altri lavoratori. Questi ultimi (i lavoratori di età superiore ai 50 anni) segnalano prospettive più basse per l'avanzamento di carriera e formazione inadeguate. Questi e altri risultati sottolineano la complessa realtà che i politici europei e  i lavoratori e le lavoratrici  si trovano ad affrontare,  cercando di costruire organizzazioni performanti   e competitive  in Europa ,ma persistono  delle differenze  e ciò è particolarmente vero per genere, dove la segregazione prevale ancora in modo sorprendente: oltre la metà di tutti i lavoratori  e lavoratrici infatti riferiscono che condividono il loro posto di lavoro soprattutto con  colleghi  dello stesso sesso  (58% per gli uomini, 54% per le donne), mantenendo così una differenza di genere che non tende a modificarsi .In più ora  è evidente la difficoltà dei giovani e dei lavoratori anziani.E così le differenze aumentano.

 

Disabilità : scuola e lavoro.Proposte concrete

Alessandra Servidori  DISABILITA’ : scuola e lavoro. Proposte concrete. 3 Dicembre 2015

 Come noto, la legge 107/15, La Buona Scuola, contiene  ai commi 180 e 181 dell’unico art.1,  9 deleghe al Governo, i cui decreti dovrebbero essere emanati entro 18 mesi dalla pubblicazione della legge, ossia entro gennaio 2017.Le 9 deleghe riguardano alcuni argomenti: 1)  un nuovo Testo Unico sull’istruzione che riordini tutta la materia; 2) formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria;3) inclusione disabilità e docenti di sostegno;4) revisione dell’istruzione professionale statale e raccordo con la formazione professionale regionale; 5) sistema integrato di istruzione ed educazione dalla nascita a 6 anni (0-6); 6) Diritto allo studio; 7) promozione della cultura umanistica, del patrimonio artistico e musicale; 8) Riordino scuole all’estero; 9) certificazione delle competenze e revisione esami di stato.Oggi nella giornata dedicata alle persone disabili, sottolineiamo l’urgenza di soffermarci sulla questione delle alunne e alunni diversamente abili e delle novità da introdurre perché a loro sia assicurata una scuola accogliente.Le proposte ci sono e riguardano  l’istituzione di  figure specialistiche, anche se la conservazione del  termine “docente”di sostegno non fa fare il balzo in avanti da noi auspicato; l’individuazione di standard minimi di prestazione, la previsione di organismi territoriali di supporto .Contemporaneamente  si deve operare  in due direzioni, una immediata e una di prospettiva .La riorganizzazione del ruolo degli attuali insegnanti di sostegno entro una diversa organizzazione del lavoro che coinvolga tutti gli insegnanti ( superamento della rigidità della classe, della lezione frontale,ecc..)  anche attraverso mirata formazione in servizio.Uno stato giuridico e contrattuale specifico  e unico per tutti gli insegnanti di sostegno di ogni ordine e grado scolastico. Eliminata la divisione in aree disciplinari per i docenti di sostegno della scuola secondaria (L.128/2013), è irrazionale mantenere l’equiparazione del loro stato giuridico e contrattuale a quello dei docenti disciplinaristi, ivi compreso l’orario di cattedra.Obbligatorietà nella formazione iniziale di tutti i docenti di un numero di crediti per l’inclusione e il sostegno alle disabilità.

In prospettiva ,in un’ottica avanzata di organizzazione del lavoro partecipata e condivisa, in cui la personalizzazione dell’insegnamento/apprendimento diventi la norma , non saranno più necessari “insegnanti di sostegno”, perché l’inclusione sarà compito  di tutti gli insegnanti. Serviranno invece  figure specialistiche NON insegnanti ( gli insegnanti mantengono nel loro “DNA”l’aspirazione alla propria “cattedra”). Professionisti non “dedicati” agli alunni disabili, ma ad accompagnare e orientare il lavoro di tutti gli insegnanti. Figure formate con “laurea magistrale”,   di cui va costruito il profilo professionale e che non devono essere  relegate  al solo ambito scolastico.Gli organismi operanti a livello territoriale per il supporto all'inclusione  sono assolutamente necessari, a loro va attribuita la responsabilità per i rapporti con le scuole, gli specialisti, le famiglie,  la ricerca e l’università, il mondo del lavoro ecc..Devono anche servire  da  sportello unico per i genitori,  punto di riferimento per il disbrigo delle pratiche burocratiche, per le certificazioni, per i permessi, per le relazioni con enti e altri servizi e per l’aiuto alla collocazione nel mondo del lavoro. E anche sul versante lavoro, nuove figure di operatore  del welfare familiare, con opportuna preparazione specialistica potrà essere un punto di riferimento anche in un sistema a rete per le piccole e medie aziende per sviluppare tutte le novità introdotte sia nel JOBS ACT, che nella legge di Stabilità e nella Riforma delle Pubblica Amministrazione: norme e prassi legate all’organizzazione aziendale che coniuga flessibilità e congedi a maggiore produttività e bilanciamento tra vita e lavoro anche in presenza nell’azienda di persone affette da patologie ingravescenti o da lavoratrici e lavoratori che hanno in famiglia necessità di tempi di cura e di lavoro compatibili.

 

 

POLETTI ha ragione

  POLETTI ha ragione

 Di fronte al mondo del lavoro che è già cambiato, ha fatto bene il Ministro del Lavoro Poletti a dare una svolta al nichilismo dominante delle organizzazioni sindacali conservatrici e riottose. Solo chi non frequenta le  imprese  non sa che tutto è cambiato e l’organizzazione aziendale non è più rigida  e le mansioni sono intercambiali al punto che le stesse lavoratrici e lavoratori  sono disponibili a mettersi in gioco in una comunità innovativa e competitiva. Le persone in carne ed ossa hanno un disperato bisogno di competenza e chiedono nei recenti rinnovi contrattuali il diritto soggettivo ad essere aggiornati e formati per essere in grado di cogliere la sfida per anche collegare il merito salariale agli incrementi che aspettano loro in una logica di contrattazione di prossimità che non vincoli al ribasso le loro prestazioni. Il mondo del lavoro è sempre più interconnesso con le nuove tecnologie ,macchinari straordinariamente robotizzati ,dispositivi che chiamano la persona ad essere registi attraverso la loro  prestazione più libera e responsabile in una stagione di relazioni industriali innovative e coraggiose che prevedano rinnovi contrattuali  cambiati  con nuove regole, competenze, flessibilità organizzativa e produttività condivisa per acchiappare con determinazione il progresso assumendoci il rischio di impresa insieme, imboccando la strada della partecipazione strategica e organizzativa delle persone coinvolgendo tutti i settori e i comparti .Alla luce poi dei dati Istat di queste ore, altalenanti e insufficienti  sul versante occupazionale per affrontare il cambiamento , come è possibile non darsi una mossa? Schemi fissi e rigidi non possono essere leve di sviluppo,diversamente, un’impresa che si basa su logiche partecipative rappresenta un esempio virtuoso di impresa che non si basa più su orari ingessati e spesso non programmabili perché alcune commesse possono chiedere supplemento lavorativo e dunque si misura la disponibilità e la produttività su maggiore flessibilità e sui risultati che si raggiungono con il sostegno di tutti. Certo la valutazione del risultato ci comporta anche nuovi criteri di misurazione  condivisi e soprattutto la revisione dello strumento giuslavoristico del quadro regolatorio del contratto di lavoro subordinato. I dati Istat sono chiari e non comportano interpretazioni poiché le flessioni  occupazionali che registriamo pericolosamente altalenanti , anche riguardo al genere maschio /femmina con una disoccupazione e un aumento di inattività crescente ci devo fare non solo preoccupare ma agire. Infatti secondo Istat le differenze di genere si stanno acuendo in negativo. A ottobre 2015 il calo dell’occupazione rispetto al mese precedente è determinato dalle donne (-0,5%), mentre si registra una lieve crescita tra gli uomini (+0,1%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 65,9%, rimane invariato, mentre quello femminile, pari al 46,8%, diminuisce di 0,2 punti percentuali. Anche il calo della disoccupazione nell’ultimo mese è determinato dalle donne (-2,0%), mentre si registra una crescita tra gli uomini (+0,8%). Il tasso di disoccupazione maschile, pari all’11,1%, aumenta di 0,1 punti percentuali, mentre quello femminile, pari al 12,2%, cala di 0,2 punti. Nella media del periodo agosto-ottobre 2015, il tasso di occupazione maschile è in crescita rispetto ai tre mesi precedenti (+0,5 punti percentuali), mentre quello femminile registra un calo (-0,2 punti). Sempre su base trimestrale, diminuiscono di 0,5 punti sia il tasso di disoccupazione maschile sia quello femminile. Il tasso di inattività è in calo per gli uomini (-0,1 punti) mentre cresce per le donne (+0,5 punti). Nel confronto con ottobre 2014, per gli uomini si osserva un aumento del tasso di occupazione (+1,3 punti percentuali), a fronte di un calo sia del tasso di disoccupazione (-1,1 punti) sia del tasso di inattività (-0,5 punti). Per la componente femminile, all’aumento del tasso di inattività (+1,8 punti percentuali) si accompagna un calo sia del tasso di occupazione (-0,5 punti) sia del tasso di disoccupazione (-1,9 punti).

 

 ALESSANDRA SERVIDORI

GIOVANNA MARTELLI chi è costei?

ALESSANDRA SERVIDORI                  30 novembre 2015

Giovanna Martelli, renziana della prima ora, deputata dem e consigliera per le politiche di  pari opportunità del Presidente Renzi  sullo scranno più alto della Presidenza del Consiglio, ha conquistato le pagine del Corrierone perché ha lasciato il gruppo e si è iscritta a quello Misto. Pare che avesse chiesto di anticipare il suo turno nella votazione per i giudici della Consulta allo scopo di poter partecipare, puntuale, ad un’iniziativa promossa nella Giornata contro la violenza alle donne. Il permesso, prima accordato, le era stato revocato a favore di una collega che doveva sottoporsi ad una visita medica. A commento del gesto di stizza  poniamo due domande: 1) chi si occupa di pari opportunità non dovrebbe, innanzi tutto, essere solidale con un’altra donna che ha problemi di salute ? 2) Se l’on. Martelli si fosse presentata all’iniziativa contro la violenza scusandosi per un ritardo dovuto ad un voto tanto importante non sarebbe stata compresa e giustificata ? Martelli da quando si è insediata “miracolata”  non ha mai dato segni di  particolare attivismo positivo. La  questione che abbiamo registrato essere stata particolarmente curata (e non certo con buoni risultati )  è l’esagerato spazio discrezionale lasciato al Dipartimento Pari opportunità in materia di omosessualità, capitanato da un tal  Giorgi protagonista del libello divulgato nelle scuole con pretenziosi obiettivi didattici , peraltro  opportunamente criticati. Martelli pare essersi occupata   di violenza  sulle donne con un Piano  Nazionale al quale è stato assegnato una ridicola risorsa che doveva,udite udite, invece applicare la famosa Convenzione di Istanbul  ( ben 81 articoli!) che in Italia se pur sottoscritta dal Governo, non è neanche lontanamente conosciuta tantomeno sviluppata. Il dubbio legittimo che sorge spontaneo è che la mossa di Martelli sia anticipatrice dei movimenti che si stanno verificando a livello Nazionale per conquistare la poltrona di Ministro delle Pari Opportunità,lasciato  colpevolmente vuoto da Renzi e peraltro molto modestamente occupato dalla transfuga  Consigliera Renziana e da un dipartimento rissoso  che non si è preoccupato di mettere in moto un circuito virtuoso anche a seguito delle potenti politiche sia in ambito pubblico che privato che puntano ad una maggiore occupabilità delle donne giovani e adulte , che è e rimane il problema vero della questione  femminile in Italia. La parità di genere segnalata come priorità dai recentissimi  dati ILO,OCSE,ISTAT ecc..e rilanciati  sia da Papa Francesco sia dal Presidente Mattarella hanno trovato nel processo riformatore leve importanti perché siano sviluppate con quella  responsabilità che segnaliamo essere presente sia negli otto decreti del JOBS ACT, sia nella Riforma della Pubblica Amministrazione che hanno come perno, come correttamente sottolineano sia il Ministro Poletti che il Ministro Madia, una coraggiosa ed innovativa applicazione della flessibilità lavorativa che produce maggior produttività riconosciuta attraverso modalità organizzative aziendali che valorizzano e premiano il merito. Così come è necessario sviluppare con le necessarie competenze percorsi e sistemi organizzativi e di carriera per favorire la permanenza delle donne anche in  costanza di alternanza tempi di vita e di lavoro, per prevenire la discriminazione occupazionale quando si è finalmente capito che maggiori donne che entrano e rimangono nel mercato del lavoro aiutano il nostro sistema produttivo  il nostro pil ad essere un valore piuttosto che un onere che ha messo  sotto accusa e massacrato  sistematicamente la maternità come problema, quando in un Paese civile,la maternità è un valore sociale ed economico soprattutto in considerazione del fatto che nel 2020, saremo un paese di vecchi ed anziani.  Dunque anziché mettersi al lavoro e serrare le fila a Palazzo Chigi la squadra scomposta delle Pari opportunità che ha comunque a disposizione ancora parecchie risorse che spreca, si perde in convegni celebrativi, rissosi brusii , sclerotici e rancidi settarismi “de sinistra” chiusi nelle loro stanze grigie autoreferenziali e inutili,mentre fuori l’italia ,l’Europa e il mondo affrontano con una straordinaria difficoltà la vita e la guerra.

 

23 NOVEMBRE 2015 Tasse italiane : le più alte in Europa

Alessandra Servidori   23 NOVEMBRE 2015 Tasse italiane : le più alte in Europa

 Paying taxes 2016“, il  report annuale su tasse e imprese di Pricewaterhouse Cooper e Banca Mondiale,pone l’Italia al 137 esimo posto in una graduatoria che ha preso in considerazione 189 economie del mondo con un carico fiscale il più alto d’Europa misurato su  4 variabili stabilite e analizzate dal la Ricerca : pressione fiscale, adempimenti e tempo necessario per svilupparli e quantità di versamenti obbligatori. Il Rapporto integrale scaricabile http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/whitepaper/106091/paying-taxes-2016.htm, analizza dettagliatamente dati sensibili dai quali si deduce che in Italia il carico fiscale è pari al 64,8% dei profitti commerciali quando la media mondiale è del 40,8% ed è in europa in cima alla classifica nera dopo la Francia -62,7%- e il Belgio 59,8%.  Seguendo poi i criteri di misurazione per quanto attiene gli adempimenti fiscali a carico delle imperse italiane sono su una media di 14 all’anno contro gli 11,5 in Europa e i  25,6 a livello mondiale-In Italia una impresa ci mette 269 ore all’anno per queste operazioni contro una media Europea di 173 ore e internazionale di 261 ore.

Sul versante  pagamento delle tasse la voce più importante è relativa al costo del lavoro e sul numero di pagamenti e ulteriori tasse diverse da quelle registrate sugli utili e sul lavoro. Novità interessanti per quanto riguarda il pagamento delle tasse che a livello internazionale si è semplificato per le piccole e medie imprese grazie all’introduzione dei sistemi elettronici e di archiviazione soggetti a robuste riforme fiscali. La rilevazione  del Rapporto essendo relativa al 2014 non considera giustamente anche perché sperimentali, le ultime misure adottate in Italia :Irpef sul buono  dal 2015 sulla busta paga strutturale ,taglio irap sul costo del lavoro e decontribuzione sulle nuove assunzioni già operative sulla finanziaria 2015. E’ evidente che solo la stabilità strutturale delle norme potrà rappresentare per il carico fiscale della rete delle nostre imprese e soprattutto per il ricorrente contenzioso  alleggerimenti su cui attualmente pesano i risultati economici . Sulla voce tasse infatti la Legge di stabilità 2016 prevede nel testo passato al Senato :

Abolizione TASI prima casa, abolizione IMU agricola e imbullonati(costo complessivo, intorno ai 5 miliardi). Per le imprese:

  • taglio IRES: l’anticipo di parte del taglio IRES al 2016 sarà di uno o due punti (rispetto all’attuale aliquota del 27,5%), ma è condizionato al via libera della commissione UE su una flessibilità dello 0,2% dei conti pubblici. Nel 2017 l’RES scenderà poi al 24%.
  • super ammortamento investimenti, al 140% del valore dei beni acquistati (+40% rispetto all’attuale ammortamento al 100%);
  • decontribuzione nuove assunzioni a tempo indeterminato: proroga di un anno della misura, che però sarà ridotta, con un tetto massimo intorno ai 4mila euro (nel 2015 è al 100% fino a 8060 euro);
  • sconto IRAP agricola;
  • sgravi fiscali sul salario di produttività;
  • nuovo intervento sul Regime dei Minimi: aumenta di 10mila euro il tetto di reddito per tutte le categorie, con un incremento più alto solo per i professionisti, che passeranno da 15mila a 30mila euro.
  • Un collegato per il lavoro autonomo, con sgravi fiscali (ad esempio, per le spese professionali) e nuove tutele in materia di maternità, congedi.

23 novembre 2015 

24 NOVEMBRE UNIMORE per le Pari Opportunità

UNIMORE –Dipartimento GIURISPRUDENZA –

CENTRO STUDI LAVORI e RIFORME

CESLAR 

 24 novembre: Una giornata di studio, riflessioni e proposte concrete per le politiche attive e di pari opportunità

 

I Professori Giuseppe Pellacani, Alessandra Servidori e Barbara Maiani del Centro Studi “Lavori e Riforme” del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia hanno organizzato per il 24 novembre una giornata di studio, riflessioni e proposte concrete per le politiche di pari opportunità.

 Appuntamento presso il Dipartimento di Giurisprudenza in Via San Geminiano, 3 – Modena.

 La giornata è suddivisa in due parti:

-       Dalle ore 10.00 in Aula G - la Dott.ssa Rosanna Santonocino, di Job24, affronterà il tema della responsabilità sociale d’impresa e la Prof.ssa Debora Marchiori, Medico chirurgo specializzato in Urologia, tratterà il tema della medicina di genere;

 

-       Dalle ore 14.30 in Sala Convegni - la Prof.ssa Alessandra Servidori presenterà “Carta Europea dei Diritti del Malato Oncologico” e la Prof.ssa Roberta Bortolucci, Presidente Progetto Donna e Diversity Management, presenterà il “Codice di Condotta per Pari Opportunità, Uguaglianza E Differenze Di Genere – e relativa Road Map”

 L’iniziativa, oltre che agli operatori del mercato del lavoro, e studenti, è rivolta a chi in azienda si occupa di risorse umane ed organizzazione.

 

legge stabilità : più risorse per la famiglia sottratte al gioco

Alessandra Servidori

  I lavori sul ddl stabilità, su cui il governo  presenta un maxiemendamento sul quale chiedere  la fiducia,stanno proseguendo con stop and go per avere  tempo per concludere la stesura del ‘maxitomo’, su cui pesano ovviamente le ultime verifiche da parte della Ragioneria dello Stato  per le relative eventuali coperture. Infatti la fiducia significa un via libera dal MEF, il nuovo calendario basato sul voto finale e dunque ore importanti  per capire quanto gli interventi nella commissione Bilancio ,visto che è lo stesso governo che chiede la fiducia al parlamento, sono compatibili . Dunque se arriva il via libera da Palazzo Madama poi si torna alla Camera .Vero è che il Parlamento nel difendere le sue prerogative nella Commissione rispetto al Governo ha introdotto variazioni molto importanti che hanno un impatto positivo sull’economia famigliare ,comunque legate anche ad un  emendamento che dà la possibilità ai Comuni di  derogare  rispetto a delibere che hanno approvato  sui tributi locali previste entro il 30 settembre 2015. Il termine per la presentazione da parte dei Comuni delle delibere su “regolamenti, aliquote e tariffe”, scadeva il 30 luglio e così alcune correzioni visto i tagli che i comuni hanno avuto, potranno essere  applicate e non proprio agevolanti per le tasche e i servizi ai cittadini. Ma vediamo alcune modifiche che si ritengono positive .Lo stop sull’Imu per casa in uso ai figlio ai genitori : in pratica così la casa ceduta viene trattata come prima casa anche se il proprietario non vi risiede. Così come anche Imu e Tasi agevolate  per i proprietari di case che vengono date a parenti disabili ,coniugi separati,personale forze armate. Lo sconto del 25% dell’Imu per chi affitta a canone concordato ( anche per far emergere gli affitti in nero e così agevolare anche gli studenti fuori sede),Canone rai a10 rate ed eventuali esenzioni ,congedo parentale per papà raddoppiato e cioè di  due giorni che possono essere presi separatamente, raddoppia il tetto al bonus per l’acquisto di mobili previsto dalla legge di Stabilita’ per le giovani coppie che acquistano la prima casa la cui  soglia massima delle spese sostenute, su cui applicare la detrazione del 50%, sale da 8.000 a 16.000 euro.  Proroga a tutto il 2016 dei voucher per il baby-sitting introdotti dalla legge Fornero, per cui vengono stanziati 20 milioni di euro. Grazie a questo strumento le lavoratrici, entro gli 11 mesi successivi al rientro dopo una maternita’, possono usufruire, in alternativa alla prosecuzione del congedo, di un assegno di 600 euro mensili per un massimo di 6 mesi, quale contributo per le spese della babysitter. Il fondo per le scuole paritarie viene incrementato di 25 milioni di euro e per concorrere alle spese sostenute per l’acquisto di libri di testo e altri contenuti didattici per la scuola dell’obbligo sara’ istituito un Fondo presso il ministero dell’Istruzione un Fondo di 10 milioni per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018. Su queste importanti novità che danno una boccata di respiro alle politiche di sostegno alle famiglie, pesano come macigni tutta la questione del reperimento di risorse attraverso  meno licenze, più controlli certi sul territorio e anche più tasse sul gioco e sulle slot machine. Un combinato disposto che deve mettere fine alla giungla e al mercato sregolato e recupera una parte della delega fiscale sulla quale sulla materia si è arenato il Governo. Il gioco d’azzardo infatti in Italia è un danno furioso che colpisce moltissime famiglie . Il governo dispone nel testo un aumento del prelievo erariale unico (Preu) dal 13 al 15% per le cosiddette new slot, cioè le macchine installate nei bar, tabacchi o altri punti vendita di diverse merci. Per quanto riguarda invece le cosiddette videolotteries, cioè quelle installate nei minicasinò, il prelievo passa da 5 al 5,5%. La prima manovra dà un gettito di 500 milioni per ciascun anno del triennio, la seconda 100 milioni sempre di qui al 2018. Circa mezzo miliardo (una tantum nel 2016) arriverà anche dal rinnovo delle concessioni per sale scommesse, corner e bingo. Proprio qui sta la novità. Oggi esistono infatti circa 17mila punti gioco, ma la gara sarà limitata a 15mila concessioni, di cui 10mila nelle sale dedicate esclusivamente al gioco, e le altre nei locali dove la commercializzazione del gioco è accessoria (tipo tabacchi o bar). Dunque, l’offerta cala di duemila unità. In più sempre tra le 5mila macchinette consentite agli esercenti dei locali di diverse merci, solo mille potranno essere istallate dove si vendono bevande. In altre parole, non più di mille nei bar. È un altro «paletto» importante, che in ogni caso segnala un orientamento più incline alla limitazione del gioco piuttosto che alla sua diffusione.

 

CONTRO IL TERRORISMO

ALESSANDRA SERVIDORI   17 NOVEMBRE 2015- CONTRO I TERRORISTI

 «Conquisteremo  Roma e diventeremo padroni del mondo, con la volontà di Allah»; la copertina della rivista dello Stato Islamico, Dabiq, di ottobre 2014 con la foto della bandiera nera di IS che sventola sull’obelisco di piazza San Pietro è arrivata puntualmente anche a chi scrive sul suo twitter.E ancora  allora il messaggio del 26 gennaio 2015 del portavoce di IS Abu Muhammad al-Adnani, in cui vengono incitati i jihadisti a colpire in Europa e viene dato “appuntamento a Roma con le foto del Colosseo” sono ricorrenti sistematici. E noi non possiamo solo preoccuparci e ascoltare chi ci dice che il livello d’allerta è cresciuto.Il Giubileo sarà un periodo di grandissima tensione ma non ci piegheremo perché è giunta l’ora di irrobustire la nostra determinazione concreta ad affermare la nostra cultura greca giudaica cristiana.E’ giunta l’ora che nelle scuole nelle chiese negli ospedali nei luoghi della socialità con orgoglio e coraggio si manifestino i nostri simboli cristiani e ci ravvediamo  allorchè fu firmata la Carta della Costituzione Europea non avemmo il coraggio di affermare la nostra tradizione cristiana.Vero è che nel nostro paese sono sottoposti alla particolare attenzione d’intelligence e Forze di polizia una cinquantina di foreign fighters partiti dal territorio nazionale e comunque a vario titolo collegati con l’Italia. Sono numeri contenuti rispetto al panorama europeo, dove si stimano alcune migliaia di combattenti. Ma sappiamo bene che tanti sono sfuggiti al controllo e in ogni caso il rischio di reducismo va valutato anche in relazione all’arrivo nel nostro paese di foreign fighters partiti per la Siria da altri paese europei o nordafricani.E sono tanti. Il livello di guardia è altissimo, si ragiona  come se ci si trovasse di fronte a concrete e precise situazioni di rischio. Questo è il modo per garantire il massimo della prevenzione, stando, peraltro, molto attenti a non cadere nella sindrome della paura che costituisce proprio un obiettivo delle organizzazioni terroristiche. Lo Stato Islamico, infatti, punta all’opinione pubblica attraverso un’attenta strategia comunicativa volta a seminare insicurezza, terrore e soggezione psicologica e culturale. Si tratta di professionisti della comunicazione, che operano scelte raffinate , nulla è lasciato al caso. La violenza esibita delle decapitazioni e, più in generale, delle esecuzioni è un pezzo di tutto ciò: ostentare spregio e sicurezza per spargere terrore e colpire.Noi cittadini dobbiamo collaborare :  segnalare  coloro che sono potenzialmente sospetti, conoscere le persone e sostenere le forze dell’ordine attraverso il coinvolgimento e  la piena collaborazione dell’opinione pubblica. Ciò non significa istituzionalizzare la delazione o vivere in un clima di sospetto, ma la risposta della società civile è un’arma in più nella lotta al terrorismo. Dunque all’attività di prevenzione e contrasto messa in atto da servizi, magistratura e forze dell’ordine devono contribuire anche i singoli cittadini, magari segnalando eventuali situazioni sospette con coraggio e senso di responsabilità. A livello europeo, è fortemente auspicabile l’adozione di provvedimenti che garantiscano la  circolazione all’interno dell’UE, ma al contempo rafforzino il controllo sulle frontiere esterne. Tra gli strumenti che possono sicuramente contribuire ad agevolare il controllo di coloro che vogliono raggiungere le zone di guerra e di coloro che tornano da tali aree e possono potenzialmente condurre azioni violente, rientrano l’implementazione del Sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (Sis II) e la Direttiva Pnr (Passenger Name Record).Ma è a livello di accordo tra i 28 paesi che bisogna trovare il coraggio di ammettere che tra i 28 solo due Paesi come la Germania e la Gran Bretagna sono in grado di dettare orientamenti robusti e la cessione di sovranità da parte di tutto noi altri 26 è fondamentale. La Francia colpita ha dichiarato guerra e l’accordo Europeo prevede che gli altri Paesi scendano in campo. Ma è l’assestament con America e Russia che può garantire una azione congiunta e forte contro ISIS .E la risposta non può che essere decisa  e unica al terrorismo jihadista – necessariamente congiunta agli altri militare e di  prevenzione –  esi pone su un piano politico e dei valori. Deve essere sviluppata un’accorta politica che eviti facili strumentalizzazioni e muova, al contrario, verso una dimensione inclusiva e in grado di alleviare frustrazioni o risolvere problemi di parti della popolazione che possono alimentare scelte estremiste al di là della spinta puramente religiosa. Il tutto affiancato da programmi di deradicalizzazione per insegnare ad apprezzare i valori europei. FORZA DUNQUE UNITI E’ MEGLIO.

DALLA PARTE DI OTTAVIANO ieri e oggi

 Alessandra Servidori              Dalla parte di Ottaviano  Del Turco allora e oggi

Sono passati troppi anni – 2008 ad oggi- e il calvario di Ottaviano Del Turco oggi raccontato da Pierluigi Battista   sul Corriere ,se pur  a pag. 43 e un po’ defilato, rende giustizia ad un galantuomo e punta il dito –finalmente!- sullo strapotere delle procure, non di tutte, ma sicuramente quella dell’Aquila che per bocca di Ettore Picardi prima e poi di  Nicola  Trifuoggi  procuratore generale di Pescara accusarono reieteratamente  Ottaviano Del Turco  di aver intascato una tangente dall’allora imprenditore della sanità Angelini,nell’ambito di una inchiesta che coinvolse tutta la Giunta Regionale di cui era governatore appunto del Turco   . Picardi accusò Ottaviano  con parole durissime di corruzione in una conferenza stampa spettacolare affermando che aveva “prove schiaccianti” e dopo anni ,rinvii ,l’impianto accusatorio basato su affermazioni di  Enzo Angelini un personaggio poi riconosciuto colpevole di  aver provocato il crac di Case di Cura recentemente condannato a  10 anni, è crollato per mancanza di prove .Questo “re delle cliniche private”condannato per aver fatto fallire  Villa Pini di Chieti con un debito di  300 milioni di euro, da tutti definito il grande accusatore, è stato il personaggio chiave del processo sulla Sanitopoli Abruzzese . Furono proprio le sue confessioni a far esplodere nel luglio del 2008 il terremoto politico giudiziario che portò all’arresto del Governatore Del Turco,consiglieri e assessori regionali manager pubblici e allo scioglimento del Consiglio regionale. Erano state promesse una valanga di prove schiaccianti ma nel corso delle indagini e del processo di primo grado non fu mai trovata come non furono mai trovate somme di dubbia provenienza nei conti di Del Turco ,passati al setaccio come i suoi immobili e i suoi movimenti finanziari. Nulla. E però  il PM Picardi insiste : per lui , “ le accuse restano credibili per il complesso delle testimonianze di Angelini, della sua segretaria e del suo autista,”….oltre che per alcune sfuocate e indefinibili fotografie. Picardi ha detto anche che a suo giudizio la pena inflitta a Del Turco è eccessivamente sproporzionata, e ha chiesto di ridurla di tre anni, per un totale di sei anni e mezzo di reclusione. Il procuratore Picardi ha infatti sottolineato: «Ritengo che non si possa aderire in pieno a quelle che sono state le valutazioni dei colleghi che hanno richiesto le condanne  e di quelli che hanno effettuato le decisioni di primo grado, quindi ci sarà una diminuzione delle stesse in quanto mi pare più in linea con i precedenti giudiziari tenere conto della pena giusta e non di quella spettacolarmente esemplare, secondo il mio modo di vedere”   SPETTACOLO APPUNTO ! UNA PENA GIUSTA? MA  quale pena giusta se non ci sono prove attendibili? Accanto allo scandalo della  sentenza che ha condannato Ottaviano Del Turco ce ne fu e c’è tutt’ora  un altro ben più grave: quello di un vile silenzio. Tacciono su questa incredibile vicenda il Pd di cui Del Turco è stato tra i fondatori e la Cgil dove egli ha trascorso metà della vita. Tacciono tutti  e tra i tutti Guglielmo Epifani che a Del Turco deve gran parte della sua carriera e che siede ora sugli scranni della Presidenza della Commissione Affari produttivi della Camera. Solo l’amico di sempre Giuliano Cazzola insieme a Lella Golfo lo andarono a  trovare in cella umiliato e ferito; io ho sempre creduto  Ottaviano  totalmente estraneo, vittima di una vigliaccheria politica e forcaiola opportunista .Mi auguro che il giudizio in Appello faccia giustizia vera :  a Ottaviano comunque chi gli ridarà questi anni  di gogna inflittagli ? FORZA OTTAVIANO siamo con te e ti vogliamo bene!     

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